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Autore: maryc    08/05/2013    8 recensioni
“Ehi Swan fai un po’ di ginnastica?” Mi blocco con le braccia a mezz’aria. Quella voce. Impallidisco e mi volto verso la mia nemesi. La mia croce. Il mio tormento con nome e cognome.
“Cullen.” Gli ringhio contro.
“Zuccherino cosa fai da queste parti? Sapevi che ero qui e volevi vedere la mia bellissima persona? Il mio corpo da favola? I miei occhi penetranti? Il mio sgu…” Non lo sento più. Datemi la forza di non ucciderlo.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan | Coppie: Bella/Edward
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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Fuochi d'artificio

                      

Fuochi d’artificio

 

Apro gli occhi di scatto o meglio, li spalanco e fisso lo sguardo sul calendario.

Il giorno cerchiato di rosso è finalmente arrivato. Trattengo il fiato per l’emozione e poi sospiro di felicità. Sfido a trovare un’altra persona felice come me in questo momento. Un sorriso ebete si apre sul mio viso. Vorrei volare.

Mi rotolo nel lettino che ho nella casa di mio padre e inizio a ridere ed urlare dalla felicità.

“È impazzita. Sapevo che a forza di frequentare Alice anche lei avrebbe perso le rotelle.”

“Probabilmente è così perché è felice non ci hai pensato?”

“Ehi Bella stai bene?” Mi accorgo solo in quel momento di non essere più sola. Rispondo con un sorriso radioso e torno a rotolarmi tra le lenzuola.

“Torniamo alle nostre faccende, abbiamo molto da fare.” Sento la porta chiudersi e inizio a prendere enormi boccate d’aria.

Ogni profondo respiro è un’emozione diversa.

Felicità.

Amore.

Gioia.

Amore.

Allegria.

Amore.

Paura.

Amore.

Incertezza.

Amore.

Euforia.

Amore.

Terrore.

Amore.

Amore.

Amore.

Amore.

Lui.

Scendo a fare colazione, un’abbondante colazione, devo essere piena di energie.

Tutti mi parlano ma io sono in un mondo parallelo e rispondo solo con un enorme sorriso. Sono nel mio mondo e non c’è spazio per nessuno, solo io e lui.

Il nostro mondo.

La mia isola felice.

Il mio porto sicuro.

Il mio cuore.

Rivolgo sorrisi e sguardi sognanti a tutti. Cammino tre metri sopra il cielo.

“È completamente andata.”

“L’abbiamo persa.”

Sbrighiamoci che siamo in ritardo, chi la sente poi la nana sbraitare a destra e a manca.”

Ancora sulla mia vaporosa nuvola rosa realizzo qualcosa di ovvio.

È consapevolezza.

Consapevolezza delle responsabilità che mi assumerò, dei sacrifici che dovrò sopportare, delle paure che dovrò affrontare, delle incertezze che si presenteranno.

Sono pronta ad affrontare tutto questo?

Sono pronta per una cosa del genere?

Mi fermo a rifletterci per la prima volta. Per la prima volta mi soffermo sulla responsabilità della mia scelta.

Sono pronta?

Sì, lo sono.

Le paure?

Le affronterò, le affronteremo a testa alta.

Le incertezze?

Non sono mai stata sicura di qualcosa come lo sono di questa.

Le responsabilità?

Ho ventisei anni, abbastanza per assumerne di serie senza rimorsi e rimpianti.

I sacrifici?

Fanno parte della vita e non mi tirerò mai indietro.

Perciò sì, voglio, posso e devo andare fino in fondo.

 

 

Persa nei miei pensieri mi rendo conto di aver voglia di un po’ di tranquillità, qui in casa c’è troppa agitazione. Indosso velocemente le prime cose che trovo e furtivamente esco dalla porta di servizio. Spero solo che nessuno si sia accorto della mia fuga. Scoppio a ridere e mi rendo conto che ci vorranno un paio di minuti prima che tutti credano che stia tentando la fuga.

Non ho il telefono con me, voglio essere sola con i miei pensieri per un po’.

Voglio assaporare la mia felicità nel mio posto preferito, in solitudine. Sono stata così occupata in questi giorni che non ho avuto un momento per essere pienamente felice ed ora voglio quel momento.

Appena arrivo tolgo le scarpe per sentire la sabbia fredda sotto i piedi. È una cosa che mi ha sempre rilassato, mi piace camminare scalza sulla sabbia fredda, soprattutto dopo che è piovuto.

Ricordo che da bambina costringevo Charlie, mio padre, a portarmi un enorme secchio di sabbia dalla spiaggia di LaPush perché non voleva che prendessi freddo di inverno. La mamma si arrabbiava sempre e finivano per litigare. Litigavano su tutto, lei litigava su tutto. Per fortuna mio padre ha aperto gli occhi è la sbattuta fuori di casa. Ed io? Io ero enormemente felice per mio padre, mi aveva sempre fatto da madre e da padre, visto che mia madre era troppo impegnata a farsi sbattere da tutti i dipendenti dell’ospedale di Port Angeles. Però ero troppo piccola e non capivo la sofferenza di mio padre. Sono rimasta con lui, io non volevo la stronza e la stronza non voleva me, su una cosa eravamo tutti e tre d’accordo, mio padre non mi avrebbe mai lasciato a quell’arpia. Io avevo il mio adorato padre e lui aveva me, siamo una squadra vincente.

Ci sarà la stronza oggi? Spero di no, ma mio padre ha insistito e per compiacerlo sono stata costretta ad invitarla. Speriamo che non venga. Anzi no, spero che venga così le posso sbattere in faccia la mia felicità.

Respiro a pieni polmoni l’odore di mare, sabbia, alberi e pioggia.

Caccio un urlo liberatorio e mi accorgo di esser sì felice ma anche più tesa di una corda di violino.

Prendo grandi respiri aiutandomi con le braccia.

“Ehi Swan fai un po’ di ginnastica?” Mi blocco con le braccia a mezz’aria. Quella voce. Impallidisco e mi volto verso la mia nemesi. La mia croce. Il mio tormento con nome e cognome.

“Cullen.” Gli ringhio contro.

“Zuccherino cosa fai da queste parti? Sapevi che ero qui e volevi vedere la mia bellissima persona? Il mio corpo da favola? I miei occhi penetranti? Il mio sgu…” Non lo sento più. Datemi la forza di non ucciderlo.

“Dacci un taglio Cullen, non ho tempo da perdere con te oggi.” Con un sorrisino di scherno lo lascio per continuare la mia passeggiata.

“Ehi, ehi Isabrutta, aspettami dai.” Mi blocco di scatto e mi travolge facendomi quasi cadere a terra.

Mi volto verso di lui con una calma quasi agghiacciante.

“Senti un po’ Pel di Carota Cullen, perché non vai a gonfiare il tuo ego da struzzo spelacchiato da qualche altra parte e non mi lasci in pace?”

“E togliermi così tutto il divertimento di veder spuntare nuove rughe sul tuo brufoloso viso? No grazie, voglio darti fastidio, ho ancora un po’ di tempo libero. Come vedi sono tutto tuo, fai di me ciò che vuoi non mi oppongo.” Sta per caso ammiccando nella mia direzione? E poi io non ho le rughe e neanche i brufoli, almeno quelli non li ho più da quando ho passato la fase dell’adolescenza.

Mmm, vediamo posso chiedergli di provare a stare trenta minuti sott’acqua, così affoga da solo e io non sarò accusata di omicidio, a quanto è scemo sicuramente lo farà per mettere in mostra il suo orgoglio maschile, la sua virilità.

“Arancia rossa stai per caso ammiccando?”

“Ehi non sono un’arancia rossa e sì, sto ammiccando.”

“I tuoi capelli dicono il contrario e comunque i tuoi ammiccamenti mi fanno rabbrividire.”

“Sapevo che ti sarebbe piaciuto.” Oddio lo sta facendo di nuovo, ma è scemo?

“Veramente sono brividi che precedono i conati di vomito.”

“Che schifo.”

“La stessa cosa che ho pensato io la prima volta che ho visto la tua faccia e quel cespuglio rosso che hai in testa.”

“Aha, mi sto rotolando sulla sabbia per il troppo ridere.”

“Se vuoi posso rotolarti io…” Ora sono io ad ammiccare ed il pesce è caduto nella mia rete come supponevo.

“…giù dal dirupo.” Strabuzza gli occhi e poi li assottiglia.

“Hai mangiato yogurt scaduto con una spruzzata di limone avariato oggi?”

“Oh no, ho mangiato pane e simpatia.”

“Spiritosa. Sei più indisponente del solito oggi.”

“In realtà prima di incontrare te, ero la quinta essenza della pace e della felicità. Sei tu, Cullen, che mi indisponi, e prima che parti con gli occhi lucidi, il labbro tremolo e le mani a mo’ di preghiera, ricordati che con me non attacca.”

“Mi conosci proprio, Bella la Cicciotella, dovrei sposarti.” Ma quanto è stronzo? È stronzamente stronzo.

“Ehi avevo otto anni quando ero cicciotella, mi sembra di essere molto cambiata da allora, Microbo Sdentato.” Gli dico lascivamente mentre squadra languidamente tutto il corpo soffermandosi sul seno prosperoso, sui fianchi stretti e sul ventre piatto. Torna sul seno, più prosperoso del solito e assottiglia gli occhi.

“Sì, ammetto che sei molto cambiata da allora e se mi permetti se cambiata in meglio, molto, molto meglio.” Continua a soffermarsi sul mio seno più grosso del solito e mi sento agitata.

“Inoltre ora ti supero di trenta centimetri ed ho una dentatura perfetta, non sono più microbo da un bel po’, e se mi capisci, non lo sono da nessuna parte. Anche io sono cambiato e modestamente, sono un gran figo.” Sempre modesto eh? Ma che diavolo sta facendo? Sta per caso accarezzandosi lascivamente il petto?

“Potrei vomitare se non la smetti.”

“Ehi Swan ho avuto un’idea grandiosa.”

“Non mi interessa ma sono consapevole che mi renderai comunque partecipe con la tua soave e mascolina voce.” Avrà notato il sarcasmo?

“Sorvolando sulla tua vena ironica del tutto fuori luogo, hai dimenticato anche suadente, profonda, virile, eccitante, ineb…”

“Dacci.un.taglio.” Se continuo a ringhiare potrebbe scambiarmi per un animale, spaventarsi e scappare a gambe levate, ritrovando così la mia tranquillità.

“Ehi micetta rinfodera gli artigli.” Ecco lo sapevo, ma i gatti non fanno alcuna paura, non poteva paragonarmi ad una tigre?

“Allora questa idea favolosa…”

“Oggi pomeriggio esci con me.” Lo guardo stralunata.

“Ancora non ti arrendi Cullen?”

“Mai.”

“Sono fidanzata.”

Muove le mani come per scacciare una mosca fastidiosa.

“Dettagli.” Dettagli?

“Sai in quante vorrebbero stare al tuo posto?” In tante, lo so. Serro la mascella e stringo i pugni.

“Per mia fortuna non sono e non sarò mai una delle tante.”

“Ovvio altrimenti non ti chiederei di uscire da quando avevo 15 anni, ora ne ho 28 e tu 26, fai due conti. Mi dovresti un’uscita almeno per la mia tenacia.”

“Un appuntamento per premiare la tua tenacia?” Forse ho capito male.

“Esattamente.” No, ho capito benissimo.

“Durante questo appuntamento posso portarti da uno psicologo? Ti farebbe bene parlare con uno specialista.”

“Aha, sempre più simpatica. Dovresti iscriverti ad un concorso, sicuramente vinceresti la fascia di Miss Simpatia.” Ora lo guardo compiaciuta.

“Oh ti ringrazio, lo terrò presente.”

“Dai esci con me?” Insiste il ragazzo.

“Il mio ragazzo è geloso.”

“Ma non devi dirgli nulla.”

“Punto uno io gli racconto sempre tutto, punto due mi ha sempre detto che non so mentire e punto tre sto con lui da quando ho 15 anni, fiuta le mie bugie solo sentendo il mio respiro.”

“Sul fatto che non sai mentire sono d’accordo con lo stron…ehm con il tuo adorabile fidanzato.” Alzo gli occhi al cielo.

“Dai solo un caffè, poi sarai tu a decidere se approfittare di questo magnifico corpo.”

“Amo immensamente il mio ragazzo.” Sgrana gli occhi.

“E lui? Lui ti ama immensamente?”

“Sì.” Rispondo senza dubbi, perché è la verità.

“Come fai a dirlo? Ti riempie di regali e continua a ripeterti che è innamorato di te?”

“Non vedo come possa interessarti ma te lo dirò. Poche volte ha detto di amarmi.”

“E allora come sai che è vero?”

“Sono i gesti Cullen. Il modo in cui mi guarda, come mi avvolge tra le sue forti braccia mentre dormiamo e non mi permette di allontanarmi dal suo corpo senza aumentare la presa sul mio, come mi accoglie in casa se rientro dopo di lui dal lavoro, come è attento ad ogni mio respiro e sospiro. Potrei continuare all’infinito, ma ti basti sapere che per me l’amore è nei piccoli gesti Cullen, non ho bisogno di nulla di plateale, ma solo di lui.” Ascolta rapito tutte le mie parole.

“Lui sa tutto questo?”

“Ovviamente no, non vorrei che si montasse la testa e non mi preparasse più la colazione.” Cerco di sdrammatizzare l’atmosfera profonda che è venuta a crearsi e vedo un piccolo sorriso increspare le sue labbra.

“Dai facciamo così, un caffè questo pomeriggio. Giuro di non fare battute indecenti, di non offrirti il mio corpo ogni cinque secondi e di non fissarti insistentemente labbra, tette e culo. Ci stai?” Mi viene quasi da ridere.

“Cullen…” Lo ammonisco.

“Ok ok scherzavo, però il caffè lo accetti?”

“No, mi dispiace, ma ho da fare oggi.”

“Non puoi rinunciare?”

“Neanche per sogno.” Esclamo indignata.

“Cosa sarà mai di tanto importante.” Sbuffa indignato per esser stato snobbato.

“Mi sposo.” Confesso con la voce e il sorriso talmente dolci che fatico a credere che siano i miei.

“Mi sposo con l’uomo che amo da quando ero una mocciosa con le treccine, qualche dente in meno e diversi chili in più, con il viso sporco di nutella…”

“Ti sposi.”

“Sì.”

“Allora sei qui per tentare la fuga.”

“NO!” Esclamo indignata.

“Ci hai ripensato?”

“NO!” Esclamo con enfasi.

“Allora sei qui perché non sei sicura di amarlo veramente?” Mi chiede incerto.

“No.” Questa volta sono calma.

“Allora cosa ci fai qui?” Ora è confuso.

“Assaporo la mia felicità in pace. In casa c’era troppo trambusto e non riuscivo a concentrarmi solo sulla mia felicità senza che gli altri mi chiedessero qualcosa.”

“Tu sei strana forte.” Afferma ridacchiando.

“Non è la prima volta che me lo dici.”

“Allora non ho neanche una possibilità?”

“No Cullen, nel mio cuore non c’è mai stato spazio per un altro uomo.”

“Peccato, avremo fatto scintille insieme.” Continua a fissare indecentemente il mio seno prosperoso.

“Oh ma con il mio uomo ci sono i fuochi d’artificio, altro che scintille, e dirò un segreto…” Poso una mano sul ventre e un sorriso di gioia si apre sul mio viso mentre lui sgrana gli occhi.

“I fuochi d’artificio sono stati così infuocati da aver lasciato una miccetta dentro di me.” Continuo ad accarezzare dolcemente il ventre, accarezzo la mia miccetta.

Lui strabuzza ancora di più gli occhi, spalanca la bocca, annaspa in cerca d’aria e poi sorride scuotendo la testa.

“Lui lo sa?” Nego con il capo.

“Perché l’hai detto a me?”

“Perché per quanto possa sembrare strano, mi fido di te, e sono sicura che non correrai da lui a spifferare tutto.”

“Swan non credere che non ti chiederò più di uscire. Sarò la tua ossessione fino a che non accetterai.”

“Sogna Cullen, sogna. Ora devo andare, il mio meraviglioso abito da sposa mi aspetta anche se credo che faticherò un po’ a chiuderlo con queste tette enormi.” Scoppia a ridere e penso che avesse capito qualcosa dato lo sguardo insistente sulle mie tette.

“Vado a prepararmi anche io per il matrimonio. Non ho ricevuto alcun invito formale e mi reputo molto offeso, quindi per evitare che io cada in depressione mi devi un appuntamento ed inoltre mi intrufolerò alla cerimonia e poi al rinfresco.”

“Sei impossibile Cullen. Ora vado, non vorrei che avessero avvisato mio marito della mia scomparsa. Tende a pensare sempre il peggio ed è protettivo in maniera quasi oscena con me.”

“Un tantino paranoico il tipo.”

“Oh no, semplicemente tende a dare di matto quando non sono con lui. Pensa sempre che potrei lasciarlo da un momento all’altro ma ancora non capisce che il mio cuore batte solo per lui.” Scoppio a ridere mentre guardo la sua faccia scioccata.

“Sei un’irriconoscente.”

“Non ho mai detto che non mi faccia piacere tutta la sua preoccupazione, al contrario, però mi piace prenderlo in giro.”

“Dai vai, non voglio farti perdere tempo, ho capito che oggi non avrò il mio appuntamento. Mi raccomando non correre, ora c’è la miccetta con te.” Gli sorrido e mi avvio verso la macchina.

“Ah Swan, spero che non ti faccia soffrire, potrei spaccargli la faccia. Un’ultima cosa, sono convinto che lui sappia che lo ami immensamente e credo che lui ti ami immensamente.” Gli sorrido riconoscente.

“Lo so.”

“È un uomo fortunato.”

“Fidati, sono io quella fortunata.” Mi ruba un veloce bacio sulle labbra mentre entro in macchina.

“Ehi.” Brontolo contrariata.

“Lui ti avrà per sempre a quanto pare ed io non potevo vivere il resto della mia vita senza aver assaggiato quelle labbra rosse come il peccato, se poi mi facessi dare anche una palpatina alle tet..”

“Ciao Cullen.” Lo saluto interrompendo la sua solita solfa e parto felice ed emozionata verso il mio futuro. Sposto lo sguardo verso lo specchietto retrovisore e Pel di Carota è ancora lì.

In pochi minuti arrivo a casa e tutti mi urlano contro, come pensavo.

Sorrido alla mia dolce futura suocere, colei che ha preso il posto di mia madre., ha capito tutto, mi ha cresciuta e sono come una figlia per lei, anzi tra un po’ sarò proprio sua figlia dato che sposerò il suo unico figlio e ci vivo insieme dal primo giorno di università, senza contare che sono 11 anni che stiamo insieme.

“Dove sei stata?”

“Che fine hai fatto?”

“Ci stai ripensando?”

Sorrido a tutti.

“Sono andata a fare un giro, non riuscivo ad assaporare la mia felicità con tutto il trambusto che c’è qui. Purtroppo ho incontrato quel simpaticone di Cullen ed abbiamo bisticciato un po’, continua ancora a chiedermi di uscire con lui, non credo si arrenderà così facilmente. Ora voi vi calmate, io vado a fare un bagno rigenerante e poi sono pronta per le vostre torture. Anima e coraggio donne, mio marito mi aspetta.”

“Ma non siete ancora sposati.” Mio padre è disperato dalla prima volta che sono uscita con il mio unico amore, gli sta rubando il suo fiorellino.

“Dettagli. È come se lo fossimo dal primo giorno che ci siamo incontrati.”

“Ma avevi poco più di tre anni.”

“Lo so.”

 

 

“Vi dichiaro marito e moglie. Ora puoi baciare la sposa non appena è arrivata all’altare.” Mio marito pensa bene di aggredirmi con le labbra. È consapevole che se avesse aspettato solo un altro secondo sarei scoppiata a ridere ripensando a come mi è corso in contro mentre percorrevo la navata, mi ha baciata intensamente ed è tornato al suo posto all’altare.

 

 

“Ho male ai piedi.”

“Ci credo amore, quelle scarpe che indossi sono delle trappole, inoltre stiamo ballando da ore. Come mai tutta questa voglia di ballare? Sbaglio o tu l’hai sempre odiato?”

“Oggi è diverso, è il mio matrimonio.”

“Ehi ci sono anche io.”

“Dettaglio, le attenzioni e i complimenti sono tutti per me.”

“Già mi tratti male?” Mi guarda con la faccia da cucciolo abbandonato.

“Oh no amore, sono solo realista.” Vuole dirmi qualcosa ma si trattiene ed io so cosa vuole dire.

“Avanti sputa il rospo. Non dire che non vuoi chiedermi niente che te lo si legge in faccia.” Ridacchia nervoso.

“Allora una miccetta eh?” Incastro la testa tra il suo collo e il suo petto mentre mi stringe forte. Una piccola lacrima di felicità solca i nostri visi.

“Ti amo.” Mi sussurra teneramente.

“Lo so.”

“Non dovresti rispondermi ti amo anche io?”

“Assaporo il momento.”

“Ti voglio.” Sussurra rocamente al mio orecchio leccandolo indecentemente.

“Ti voglio anche io.” Gli rispondo eccitata. Sono solo gli ormoni, non sono io che mi sono eccitata da quando l’ho visto.

“Sai che con due genitori belli come noi, la nostra miccetta sarà semplicemente paradisiaca?” Il solito egocentrico. Si scosta verso di me e si volta verso gli ospiti.

“Cari parenti e amici, vi ringraziamo per esser qui con noi in un giorno così felice. Ora però la mia favolosa moglie e il suo bellissimo marito abbandonano la festa per iniziare la loro luna di miele.” Gli ospiti ridacchiano mentre mio padre sta per svenire.

“Cullen.” Oggi non faccio altro che ringhiargli contro, sin da questa mattina sulla spiaggia.

“Ssh Swan, se continui così non ti chiamerò più micetta ma lupacchiotto.” Mi zittisce tappandomi le labbra con una mano. Con la mano! Non come un bacio come accade nei romanzi, ma con una mano. Stronzo.

“Ma non pensate che ora saranno fuochi d’artificio. No cari, dobbiamo scegliere il nome per la nostra miccetta.” Mio padre è andato.

Se non fosse così stronzamente dolce non lo amerei in modo tanto totalizzante.

Mi prende tra le braccia e scappiamo tra gli applausi e le congratulazioni di tutti.

“Sai che ora non potrai più ringhiare il mio cognome dato che è anche il tuo?”

“Potrei ripensarci e restare Isabella Swan invece di Isabella Cullen.”

“Mi dispiace cara ma è tardi.”

“Così ora non mi stresserai più con le tue richieste di appuntamento.”

“Scherzi vero? Anche quando avrai i capelli bianche e le tette appese continuerò a chiederti un appuntamento fino a che Cullen non ci riuscirà.”

“Ehi perché non sei tu quello con i capelli bianchi e il pisello appeso?”

“Quanto sei volgare, no vorrei che la mia bambina impari queste cose.”

Sorrido teneramente, mi ha sempre detto di volere 5 figli e da un paio di mesi ci siamo messi all’opera.

“Cullen non penso riuscirà ad avere un appuntamento, ma devo dire che Edward avrà tutti gli appuntamenti che vuole.” Mi sorride estatico mentre corre con me e il nostro bambino tra le braccia, verso il nostro futuro.

 

 

 

 

Ma ciao fanciulle, come va? È da un po’ che non mi faccio vedere ma tra l’ultimo esame, la tesi della specialistica e impegni vari, non riesco a trovare un po’ di tempo per scrivere. Allora cosa ve ne pare? L’avevo negli appunti da un po’, forse un anno e dato che questa mattina non avevo proprio voglia di studiare mi sono dedicata alla storia.

Aspetto i vostri commenti.

A presto, un bacio Mary.  

   
 
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