Fuochi
d’artificio
Apro gli occhi di scatto o meglio,
li spalanco e fisso
lo sguardo sul calendario.
Il giorno cerchiato di rosso
è finalmente arrivato.
Trattengo il fiato per l’emozione e poi sospiro di
felicità. Sfido a trovare
un’altra persona felice come me in questo momento. Un sorriso
ebete si apre sul
mio viso. Vorrei volare.
Mi rotolo nel lettino che ho nella
casa di mio padre e
inizio a ridere ed urlare dalla felicità.
“È impazzita.
Sapevo che a forza di frequentare Alice
anche lei avrebbe perso le rotelle.”
“Probabilmente
è così perché è felice non
ci hai
pensato?”
“Ehi Bella stai
bene?” Mi accorgo solo in quel momento
di non essere più sola. Rispondo con un sorriso radioso e
torno a rotolarmi tra
le lenzuola.
“Torniamo alle nostre
faccende, abbiamo molto da
fare.” Sento la porta chiudersi e inizio a prendere enormi
boccate d’aria.
Ogni profondo respiro è
un’emozione diversa.
Felicità.
Amore.
Gioia.
Amore.
Allegria.
Amore.
Paura.
Amore.
Incertezza.
Amore.
Euforia.
Amore.
Terrore.
Amore.
Amore.
Amore.
Amore.
Lui.
Scendo a fare colazione,
un’abbondante colazione, devo
essere piena di energie.
Tutti mi parlano ma io sono in un
mondo parallelo e
rispondo solo con un enorme sorriso. Sono nel mio mondo e non
c’è spazio per
nessuno, solo io e lui.
Il nostro mondo.
La mia isola felice.
Il mio porto sicuro.
Il mio cuore.
Rivolgo sorrisi e sguardi sognanti
a tutti. Cammino
tre metri sopra il cielo.
“È
completamente andata.”
“L’abbiamo
persa.”
Sbrighiamoci che siamo in ritardo,
chi la sente poi la
nana sbraitare a destra e a manca.”
Ancora sulla mia vaporosa nuvola
rosa realizzo
qualcosa di ovvio.
È consapevolezza.
Consapevolezza delle
responsabilità che mi assumerò,
dei sacrifici che dovrò sopportare, delle paure che
dovrò affrontare, delle
incertezze che si presenteranno.
Sono pronta ad affrontare tutto
questo?
Sono pronta per una cosa
del genere?
Mi fermo a rifletterci per la prima
volta. Per la
prima volta mi soffermo sulla responsabilità della mia
scelta.
Sono pronta?
Sì, lo sono.
Le paure?
Le affronterò, le
affronteremo a testa alta.
Le incertezze?
Non sono mai stata sicura di
qualcosa come lo sono di
questa.
Le responsabilità?
Ho ventisei anni, abbastanza per
assumerne di serie
senza rimorsi e rimpianti.
I sacrifici?
Fanno parte della vita e non mi
tirerò mai indietro.
Perciò sì,
voglio, posso e devo andare fino in fondo.
Persa nei miei pensieri mi rendo
conto di aver voglia
di un po’ di tranquillità, qui in casa
c’è troppa agitazione. Indosso
velocemente le prime cose che trovo e furtivamente esco dalla porta di
servizio. Spero solo che nessuno si sia accorto della mia fuga. Scoppio
a
ridere e mi rendo conto che ci vorranno un paio di minuti prima che
tutti
credano che stia tentando la fuga.
Non ho il telefono con me, voglio
essere sola con i
miei pensieri per un po’.
Voglio assaporare la mia
felicità nel mio posto
preferito, in solitudine. Sono stata così occupata in questi
giorni che non ho
avuto un momento per essere pienamente felice ed ora voglio quel
momento.
Appena arrivo tolgo le scarpe per
sentire la sabbia
fredda sotto i piedi. È una cosa che mi ha sempre rilassato,
mi piace camminare
scalza sulla sabbia fredda, soprattutto dopo che è piovuto.
Ricordo che da bambina costringevo
Charlie, mio padre,
a portarmi un enorme secchio di sabbia dalla spiaggia di LaPush
perché non
voleva che prendessi freddo di inverno. La mamma si arrabbiava sempre e
finivano per litigare. Litigavano su tutto, lei litigava su tutto. Per
fortuna
mio padre ha aperto gli occhi è la sbattuta fuori di casa.
Ed io? Io ero enormemente
felice per mio padre, mi aveva sempre fatto da madre e da padre, visto
che mia
madre era troppo impegnata a farsi sbattere da tutti i dipendenti
dell’ospedale
di Port Angeles. Però ero troppo piccola e non capivo la
sofferenza di mio
padre. Sono rimasta con lui, io non volevo la stronza e la stronza non
voleva
me, su una cosa eravamo tutti e tre d’accordo, mio padre non
mi avrebbe mai
lasciato a quell’arpia. Io avevo il mio adorato padre e lui
aveva me, siamo una
squadra vincente.
Ci sarà la stronza oggi?
Spero di no, ma mio padre ha
insistito e per compiacerlo sono stata costretta ad invitarla. Speriamo
che non
venga. Anzi no, spero che venga così le posso sbattere in
faccia la mia
felicità.
Respiro a pieni polmoni
l’odore di mare, sabbia,
alberi e pioggia.
Caccio un urlo liberatorio e mi
accorgo di esser sì
felice ma anche più tesa di una corda di violino.
Prendo grandi respiri aiutandomi
con le braccia.
“Ehi Swan fai un
po’ di ginnastica?” Mi blocco con le
braccia a mezz’aria. Quella voce. Impallidisco e mi volto
verso la mia nemesi. La mia croce.
Il mio tormento
con nome e cognome.
“Cullen.” Gli
ringhio contro.
“Zuccherino cosa fai da
queste parti? Sapevi che ero
qui e volevi vedere la mia bellissima persona? Il mio corpo da favola?
I miei
occhi penetranti? Il mio sgu…” Non lo sento
più. Datemi la forza di non
ucciderlo.
“Dacci un taglio Cullen,
non ho tempo da perdere con
te oggi.” Con un sorrisino di scherno lo lascio per
continuare la mia
passeggiata.
“Ehi, ehi Isabrutta,
aspettami dai.” Mi blocco di
scatto e mi travolge facendomi quasi cadere a terra.
Mi volto verso di lui con una calma
quasi
agghiacciante.
“Senti un po’
Pel di Carota Cullen, perché non vai a
gonfiare il tuo ego da struzzo spelacchiato da qualche altra parte e
non mi
lasci in pace?”
“E togliermi
così tutto il divertimento di veder
spuntare nuove rughe sul tuo brufoloso viso? No grazie, voglio darti
fastidio,
ho ancora un po’ di tempo libero. Come vedi sono tutto tuo,
fai di me ciò che
vuoi non mi oppongo.” Sta per caso ammiccando nella mia
direzione? E poi io non
ho le rughe e neanche i brufoli, almeno quelli non li ho più
da quando ho
passato la fase dell’adolescenza.
Mmm, vediamo posso chiedergli di
provare a stare trenta
minuti sott’acqua, così affoga da solo e io non
sarò accusata di omicidio, a
quanto è scemo sicuramente lo farà per mettere in
mostra il suo orgoglio
maschile, la sua virilità.
“Arancia rossa stai per
caso ammiccando?”
“Ehi non sono
un’arancia rossa e sì, sto ammiccando.”
“I tuoi capelli dicono il
contrario e comunque i tuoi
ammiccamenti mi fanno rabbrividire.”
“Sapevo che ti sarebbe
piaciuto.” Oddio lo sta facendo
di nuovo, ma è scemo?
“Veramente sono brividi
che precedono i conati di
vomito.”
“Che schifo.”
“La stessa cosa che ho
pensato io la prima volta che
ho visto la tua faccia e quel cespuglio rosso che hai in
testa.”
“Aha, mi sto rotolando
sulla sabbia per il troppo
ridere.”
“Se vuoi posso rotolarti
io…” Ora sono io ad ammiccare
ed il pesce è caduto nella mia rete come supponevo.
“…giù
dal dirupo.” Strabuzza gli occhi e poi li
assottiglia.
“Hai mangiato yogurt
scaduto con una spruzzata di
limone avariato oggi?”
“Oh no, ho mangiato pane
e simpatia.”
“Spiritosa. Sei
più indisponente del solito oggi.”
“In realtà
prima di incontrare te, ero la quinta
essenza della pace e della felicità. Sei tu, Cullen, che mi
indisponi, e prima
che parti con gli occhi lucidi, il labbro tremolo e le mani a
mo’ di preghiera,
ricordati che con me non attacca.”
“Mi conosci proprio,
Bella
“Ehi avevo otto anni
quando ero cicciotella, mi sembra
di essere molto cambiata da allora, Microbo Sdentato.” Gli
dico lascivamente
mentre squadra languidamente tutto il corpo soffermandosi sul seno
prosperoso,
sui fianchi stretti e sul ventre piatto. Torna sul seno, più
prosperoso del
solito e assottiglia gli occhi.
“Sì, ammetto
che sei molto cambiata da allora e se mi
permetti se cambiata in meglio, molto, molto meglio.”
Continua a soffermarsi
sul mio seno più grosso del solito e mi sento agitata.
“Inoltre ora ti supero di
trenta centimetri ed ho una
dentatura perfetta, non sono più microbo da un bel
po’, e se mi capisci, non lo
sono da nessuna parte. Anche io sono cambiato e modestamente, sono un
gran
figo.” Sempre modesto eh? Ma che diavolo sta facendo? Sta per
caso
accarezzandosi lascivamente il petto?
“Potrei vomitare se non
la smetti.”
“Ehi Swan ho avuto
un’idea grandiosa.”
“Non mi interessa ma sono
consapevole che mi renderai
comunque partecipe con la tua soave e
mascolina voce.”
Avrà notato il
sarcasmo?
“Sorvolando sulla tua
vena ironica del tutto fuori
luogo, hai dimenticato anche suadente, profonda, virile, eccitante,
ineb…”
“Dacci.un.taglio.”
Se continuo a ringhiare potrebbe
scambiarmi per un animale, spaventarsi e scappare a gambe levate,
ritrovando
così la mia tranquillità.
“Ehi micetta rinfodera
gli artigli.” Ecco lo sapevo,
ma i gatti non fanno alcuna paura, non poteva paragonarmi ad una tigre?
“Allora questa idea
favolosa…”
“Oggi pomeriggio esci con
me.” Lo guardo stralunata.
“Ancora non ti arrendi
Cullen?”
“Mai.”
“Sono
fidanzata.”
Muove le mani come per scacciare
una mosca fastidiosa.
“Dettagli.”
Dettagli?
“Sai in quante vorrebbero
stare al tuo posto?” In
tante, lo so. Serro la mascella e stringo i pugni.
“Per mia fortuna non sono
e non sarò mai una delle
tante.”
“Ovvio altrimenti non ti
chiederei di uscire da quando
avevo 15 anni, ora ne ho 28 e tu 26, fai due conti. Mi dovresti
un’uscita
almeno per la mia tenacia.”
“Un appuntamento per
premiare la tua tenacia?” Forse
ho capito male.
“Esattamente.”
No, ho capito benissimo.
“Durante questo
appuntamento posso portarti da uno
psicologo? Ti farebbe bene parlare con uno specialista.”
“Aha, sempre
più simpatica. Dovresti iscriverti ad un
concorso, sicuramente vinceresti la fascia di Miss Simpatia.”
Ora lo guardo
compiaciuta.
“Oh ti ringrazio, lo
terrò presente.”
“Dai esci con
me?” Insiste il ragazzo.
“Il mio ragazzo
è geloso.”
“Ma non devi dirgli
nulla.”
“Punto uno io gli
racconto sempre tutto, punto due mi
ha sempre detto che non so mentire e punto tre sto con lui da quando ho
15
anni, fiuta le mie bugie solo sentendo il mio respiro.”
“Sul fatto che non sai
mentire sono d’accordo con lo
stron…ehm con il tuo adorabile fidanzato.” Alzo
gli occhi al cielo.
“Dai solo un
caffè, poi sarai tu a decidere se
approfittare di questo magnifico corpo.”
“Amo immensamente il mio
ragazzo.” Sgrana gli occhi.
“E lui? Lui ti ama
immensamente?”
“Sì.”
Rispondo senza dubbi, perché è la
verità.
“Come fai a dirlo? Ti
riempie di regali e continua a
ripeterti che è innamorato di te?”
“Non vedo come possa
interessarti ma te lo dirò. Poche
volte ha detto di amarmi.”
“E allora come sai che
è vero?”
“Sono i gesti Cullen. Il
modo in cui mi guarda, come
mi avvolge tra le sue forti braccia mentre dormiamo e non mi permette
di
allontanarmi dal suo corpo senza aumentare la presa sul mio, come mi
accoglie
in casa se rientro dopo di lui dal lavoro, come è attento ad
ogni mio respiro e
sospiro. Potrei continuare all’infinito, ma ti basti sapere
che per me l’amore
è nei piccoli gesti Cullen, non ho bisogno di nulla di
plateale, ma solo di
lui.” Ascolta rapito tutte le mie parole.
“Lui sa tutto
questo?”
“Ovviamente no, non
vorrei che si montasse la testa e
non mi preparasse più la colazione.” Cerco di
sdrammatizzare l’atmosfera
profonda che è venuta a crearsi e vedo un piccolo sorriso
increspare le sue
labbra.
“Dai facciamo
così, un caffè questo pomeriggio. Giuro
di non fare battute indecenti, di non offrirti il mio corpo ogni cinque
secondi
e di non fissarti insistentemente labbra, tette e culo. Ci
stai?” Mi viene
quasi da ridere.
“Cullen…”
Lo ammonisco.
“Ok ok scherzavo,
però il caffè lo accetti?”
“No, mi dispiace, ma ho
da fare oggi.”
“Non puoi
rinunciare?”
“Neanche per
sogno.” Esclamo indignata.
“Cosa sarà mai
di tanto importante.” Sbuffa indignato
per esser stato snobbato.
“Mi sposo.”
Confesso con la voce e il sorriso talmente
dolci che fatico a credere che siano i miei.
“Mi sposo con
l’uomo che amo da quando ero una
mocciosa con le treccine, qualche dente in meno e diversi chili in
più, con il
viso sporco di nutella…”
“Ti sposi.”
“Sì.”
“Allora sei qui per
tentare la fuga.”
“NO!” Esclamo
indignata.
“Ci hai
ripensato?”
“NO!” Esclamo
con enfasi.
“Allora sei qui
perché non sei sicura di amarlo
veramente?” Mi chiede incerto.
“No.” Questa
volta sono calma.
“Allora cosa ci fai
qui?” Ora è confuso.
“Assaporo la mia
felicità in pace. In casa c’era
troppo trambusto e non riuscivo a concentrarmi solo sulla mia
felicità senza
che gli altri mi chiedessero qualcosa.”
“Tu sei strana
forte.” Afferma ridacchiando.
“Non è la
prima volta che me lo dici.”
“Allora non ho neanche
una possibilità?”
“No Cullen, nel mio cuore
non c’è mai stato spazio per
un altro uomo.”
“Peccato, avremo fatto
scintille insieme.” Continua a
fissare indecentemente il mio seno prosperoso.
“Oh ma con il mio uomo ci
sono i fuochi d’artificio,
altro che scintille, e dirò un
segreto…” Poso una mano sul ventre e un sorriso
di gioia si apre sul mio viso mentre lui sgrana gli occhi.
“I fuochi
d’artificio sono stati così infuocati
da aver lasciato una miccetta
dentro di me.” Continuo ad accarezzare dolcemente il ventre,
accarezzo la mia
miccetta.
Lui strabuzza ancora di
più gli occhi, spalanca la
bocca, annaspa in cerca d’aria e poi sorride scuotendo la
testa.
“Lui lo sa?”
Nego con il capo.
“Perché
l’hai detto a me?”
“Perché per
quanto possa sembrare strano, mi fido di
te, e sono sicura che non correrai da lui a spifferare tutto.”
“Swan non credere che non
ti chiederò più di uscire.
Sarò la tua ossessione fino a che non accetterai.”
“Sogna Cullen, sogna. Ora
devo andare, il mio
meraviglioso abito da sposa mi aspetta anche se credo che
faticherò un po’ a
chiuderlo con queste tette enormi.” Scoppia a ridere e penso
che avesse capito
qualcosa dato lo sguardo insistente sulle mie tette.
“Vado a prepararmi anche
io per il matrimonio. Non ho
ricevuto alcun invito formale e mi reputo molto offeso, quindi per
evitare che
io cada in depressione mi devi un appuntamento ed inoltre mi
intrufolerò alla
cerimonia e poi al rinfresco.”
“Sei impossibile Cullen.
Ora vado, non vorrei che
avessero avvisato mio marito della mia scomparsa. Tende a pensare
sempre il
peggio ed è protettivo in maniera quasi oscena con
me.”
“Un tantino paranoico il
tipo.”
“Oh no, semplicemente
tende a dare di matto quando non
sono con lui. Pensa sempre che potrei lasciarlo da un momento
all’altro ma
ancora non capisce che il mio cuore batte solo per lui.”
Scoppio a ridere
mentre guardo la sua faccia scioccata.
“Sei
un’irriconoscente.”
“Non ho mai detto che non
mi faccia piacere tutta la
sua preoccupazione, al contrario, però mi piace prenderlo in
giro.”
“Dai vai, non voglio
farti perdere tempo, ho capito
che oggi non avrò il mio appuntamento. Mi raccomando non
correre, ora c’è la
miccetta con te.” Gli sorrido e mi avvio verso la macchina.
“Ah Swan, spero che non
ti faccia soffrire, potrei
spaccargli la faccia. Un’ultima cosa, sono convinto che lui
sappia che lo ami
immensamente e credo che lui ti ami immensamente.” Gli
sorrido riconoscente.
“Lo so.”
“È un uomo
fortunato.”
“Fidati, sono io quella
fortunata.” Mi ruba un veloce
bacio sulle labbra mentre entro in macchina.
“Ehi.” Brontolo
contrariata.
“Lui ti avrà
per sempre a quanto pare ed io non potevo
vivere il resto della mia vita senza aver assaggiato quelle labbra
rosse come
il peccato, se poi mi facessi dare anche una palpatina alle
tet..”
“Ciao Cullen.”
Lo saluto interrompendo la sua solita
solfa e parto felice ed emozionata verso il mio futuro. Sposto lo
sguardo verso
lo specchietto retrovisore e Pel di Carota è ancora
lì.
In pochi minuti arrivo a casa e
tutti mi urlano
contro, come pensavo.
Sorrido alla mia dolce futura
suocere, colei che ha
preso il posto di mia madre., ha capito tutto, mi ha cresciuta e sono
come una
figlia per lei, anzi tra un po’ sarò proprio sua
figlia dato che sposerò il suo
unico figlio e ci vivo insieme dal primo giorno di
università, senza contare
che sono 11 anni che stiamo insieme.
“Dove sei
stata?”
“Che fine hai
fatto?”
“Ci stai
ripensando?”
Sorrido a tutti.
“Sono andata a fare un
giro, non riuscivo ad
assaporare la mia felicità con tutto il trambusto che
c’è qui. Purtroppo ho
incontrato quel simpaticone di Cullen ed abbiamo bisticciato un
po’, continua
ancora a chiedermi di uscire con lui, non credo si arrenderà
così facilmente. Ora
voi vi calmate, io vado a fare un bagno rigenerante e poi sono pronta
per le
vostre torture. Anima e coraggio donne, mio marito mi
aspetta.”
“Ma non siete ancora
sposati.” Mio padre è disperato
dalla prima volta che sono uscita con il mio unico amore, gli sta
rubando il
suo fiorellino.
“Dettagli. È
come se lo fossimo dal primo giorno che
ci siamo incontrati.”
“Ma avevi poco
più di tre anni.”
“Lo so.”
“Vi dichiaro marito e
moglie. Ora puoi baciare la
sposa non appena è arrivata all’altare.”
Mio marito pensa bene di aggredirmi
con le labbra. È consapevole che se avesse aspettato solo un
altro secondo
sarei scoppiata a ridere ripensando a come mi è corso in
contro mentre
percorrevo la navata, mi ha baciata intensamente ed è
tornato al suo posto all’altare.
“Ho male ai
piedi.”
“Ci credo amore, quelle
scarpe che indossi sono delle
trappole, inoltre stiamo ballando da ore. Come mai tutta questa voglia
di
ballare? Sbaglio o tu l’hai sempre odiato?”
“Oggi è
diverso, è il mio matrimonio.”
“Ehi ci sono anche
io.”
“Dettaglio, le attenzioni
e i complimenti sono tutti
per me.”
“Già mi tratti
male?” Mi guarda con la faccia da
cucciolo abbandonato.
“Oh no amore, sono solo
realista.” Vuole dirmi
qualcosa ma si trattiene ed io so cosa vuole dire.
“Avanti sputa il rospo.
Non dire che non vuoi
chiedermi niente che te lo si legge in faccia.” Ridacchia
nervoso.
“Allora una miccetta
eh?” Incastro la testa tra il suo
collo e il suo petto mentre mi stringe forte. Una piccola lacrima di
felicità
solca i nostri visi.
“Ti amo.” Mi
sussurra teneramente.
“Lo so.”
“Non dovresti rispondermi
ti amo anche io?”
“Assaporo il
momento.”
“Ti voglio.”
Sussurra rocamente al mio orecchio
leccandolo indecentemente.
“Ti voglio anche
io.” Gli rispondo eccitata. Sono solo
gli ormoni, non sono io che mi sono eccitata da quando l’ho
visto.
“Sai che con due genitori
belli come noi, la nostra
miccetta sarà semplicemente paradisiaca?” Il
solito egocentrico. Si scosta
verso di me e si volta verso gli ospiti.
“Cari parenti e amici, vi
ringraziamo per esser qui
con noi in un giorno così felice. Ora però la mia
favolosa moglie e il suo
bellissimo marito abbandonano la festa per iniziare la loro luna di
miele.” Gli
ospiti ridacchiano mentre mio padre sta per svenire.
“Cullen.” Oggi
non faccio altro che ringhiargli
contro, sin da questa mattina sulla spiaggia.
“Ssh Swan, se continui
così non ti chiamerò più
micetta ma lupacchiotto.” Mi zittisce tappandomi le labbra
con una mano. Con la
mano! Non come un bacio come accade nei romanzi, ma con una mano.
Stronzo.
“Ma non pensate che ora
saranno fuochi d’artificio. No
cari, dobbiamo scegliere il nome per la nostra miccetta.” Mio
padre è andato.
Se non fosse così stronzamente
dolce non lo amerei in modo tanto totalizzante.
Mi prende tra le braccia e
scappiamo tra gli applausi
e le congratulazioni di tutti.
“Sai che ora non potrai
più ringhiare il mio cognome
dato che è anche il tuo?”
“Potrei ripensarci e
restare Isabella Swan invece di
Isabella Cullen.”
“Mi dispiace cara ma
è tardi.”
“Così ora non
mi stresserai più con le tue richieste
di appuntamento.”
“Scherzi vero? Anche
quando avrai i capelli bianche e
le tette appese continuerò a chiederti un appuntamento fino
a che Cullen non ci
riuscirà.”
“Ehi perché
non sei tu quello con i capelli bianchi e
il pisello appeso?”
“Quanto sei volgare, no
vorrei che la mia bambina
impari queste cose.”
Sorrido teneramente, mi ha sempre
detto di volere 5
figli e da un paio di mesi ci siamo messi all’opera.
“Cullen non penso
riuscirà ad avere un appuntamento,
ma devo dire che Edward avrà tutti gli appuntamenti che
vuole.” Mi sorride
estatico mentre corre con me e il nostro bambino tra le braccia, verso
il
nostro futuro.
Ma
ciao fanciulle, come va? È da un po’ che non mi
faccio vedere ma tra l’ultimo
esame, la tesi della specialistica e impegni vari, non riesco a trovare
un po’
di tempo per scrivere. Allora cosa ve ne pare? L’avevo negli
appunti da un po’,
forse un anno e dato che questa mattina non avevo proprio voglia di
studiare mi
sono dedicata alla storia.
Aspetto
i vostri commenti.
A
presto, un bacio Mary.