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Autore: p o o    08/05/2013    3 recensioni
"Non dovevamo lasciare traccia del nostro passaggio, dovevamo contare solo su noi stessi."
Questa è una one shot senza pretese sulla coppia Michael/Maria, ambientata dopo la fuga da Roswell la sera del diploma. Parla dei ragazzi e di come affrontano la loro vita da ricercati.
Potrebbe diventare una long fiction.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Maria De Luca, Michael Guerin, Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Eravamo in fuga da ormai oltre un anno e mezzo, avevamo girato in lungo e in largo tutta l’America e, grazie alle premonizioni di Liz, siamo sempre riusciti a restare nell’ombra. Dopo tutto questo tempo passato a vivere alla giornata avevamo cominciato a non affezionarci troppo alle persone che incontravamo sul nostro cammino. Da due mesi ci eravamo fermati in Canada e, avevamo intenzione di fermarci per un po’. I ragazzi erano sempre riusciti a trovare dei lavori sicuri, permettendoci di vivere senza rubare, non volevamo certo diventare come Zen, Rath eLornie.
Kyle era riuscito a trovare un lavoro in un’officina, come quando lavorava a Roswell, si trovava bene e, nel corso del tempo, aveva acquisito dei poteri, come Liz prima di lui, riuscendo a manipolare la struttura molecolare degli oggetti, naturalmente era ancora inesperto e non sempre riusciva a comandare i suoi poteri. Isabel, dopo mesi di silenzio, si era avvicinata molto a lui, riuscendo ad uscire dalla depressione per la separazione da suo marito Jesse e, si era proposta di aiutarlo a gestire i suoi poteri, in modo che potessero tornare utili a tutti noi in caso di emergenza.
Max e Liz erano riusciti a trovare un lavoro insieme in un negozio di fiori, il loro capo era una signora anziana molto gentile che, sentendo la storia che Liz si era inventata come copertura, si era offerta di ospitarci nella sua fattoria poco fuori città. Quella sistemazione ci aveva permesso di non restare nel furgone, il posto dove avevamo vissuto per tutto il tempo. Dopo il matrimonio loro due si sono legati ancora di più, diventando quasi una cosa sola, proprio per questo motivo quella signora ci aveva accolto in casa sua, perché credeva nel loro amore, in quanto inguaribile romantica.
Infine io e Michael abbiamo trovato un posto in una tavola calda, all’inizio non potevo credere che stesse succedendo a noi, mi sembrava di essere in un incubo ma, poi mi sono accorta che era un modo per non sentirmi spersa, mi sembrava di essere ancora al Crushdown, a litigare come al solito con il mio Spaceboy per delle sciocchezze.
Rispetto al passato io e Michael eravamo cresciuti molto e, avevamo messo da parte l’orgoglio. Da quando siamo partiti il nostro è diventato un rapporto più maturo e sincero, non ci teniamo più dentro le cose, parliamo di tutto e siamo molto più felici.
Devo ammettere che la nostra vecchia vita ci manca molto, riuscivamo a contattare i nostri genitori solamente tramite Jim, che ci aveva aiutato a fuggire subito dopo il diploma. Facevamo una telefonata al mese, gli raccontavamo della nostra vita e di come riuscivamo a sopravvivere e, a volte, ci inviava dei soldi per aiutarci con gli spostamenti ma, cercavamo di non farci mai rintracciare, usavamo telefoni prepagati, parlavamo poco e subito dopo li eliminavamo. Non dovevamo lasciare traccia del nostro passaggio, dovevamo contare solo su noi stessi.
Potrebbe sembrare sfiancante vivere come noi, col costante terrore di essere scoperti ma, restando uniti riuscivamo a non pensarci. Era già passato un mese dall’ultima visione di Liz e ci sentivamo sicuri, eravamo riusciti a mettere da parte già molti soldi, dato che oltre ad andare a lavoro restavamo sempre alla fattoria. I momenti di intimità erano molto scarsi e, a volte, si erano create delle tensioni tra i ragazzi ma, fortunatamente, io, Liz e Isabel eravamo riuscite a calmare gli animi.
Un giorno ero dovuta andare da sola al ristorante perché Michael stava male, mi ero sentita veramente triste, perché lui era il solo che riusciva a calmarmi quando l’ansia mi assaliva, l’unico che mi faceva sentire protetta, amata. Quel giorno ero apatica, le altre cameriere continuavano a dirmi di svegliarmi e che non potevo deprimermi così e io ero sul punto di urlargli contro che loro non sapevano nulla di me e del mio ragazzo ma, come al solito, dovetti ingoiare il rospo e andare avanti.
Alla fine del turno vidi Max fuori dal locale e subito pensai al peggio, ero già entrata nel panico e credevo che saremmo dovuti ripartire quella sera stessa. Per tutto il tragitto Max stette in silenzio, mandandomi ancora di più nel panico, “Max è successo qualcosa? Ci hanno scoperto? Liz sta bene?” era come se stessi parlando ad un muro di gomma, tutte le mie domande restarono senza una risposta e, quando arrivammo alla fattoria vidi Liz e Isabel ad aspettarci.
 
Non ci pensai due volte e corsi ad abbracciarle con le lacrime agli occhi, “ragazze mi sto agitando, cosa sta succedendo?” loro mi diedero un bacio e mi dissero che andava tutto bene, allora corsi da Michael nella stanza.
Appena entrai notai che l’intera stanza era illuminata da centinaia di candele e nell’aria potevo sentire il profumo delle rose, notai che il tavolo era apparecchiato per due e, come all’improvviso ebbi un flashback, tutto era identico alla sera della nostra prima volta, la sera in cui scoprii che sarebbero partiti per tornare nel loro pianeta.
Mi ritrovai a piangere e vidi Michael uscire dalla camera da letto, mi gettai tra le sue braccia e piansi tutte le mie lacrime, “ehi piccola non piangere, va tutto bene”, il mio Spaceboy stava cercando di consolarmi e, ad un certo punto, mi staccò da lui e si inginocchio davanti a me, “Maria, so che tutta questa situazione è assurda, siamo costantemente braccati dall’FBI e il timore di essere scoperti è sempre dietro l’angolo, ma io ti amo, sei tutta la mia vita, ho scelto te in passato e continuerò a farlo , sei la mia casa Maria, sei l’unica con cui vorrei stare”, si era fermato per prendere fiato, ormai avevo smesso di piangere e lo fissavo attenta, quello che stava dicendo voleva dire molto per me, non era mai stato incline a dichiarazioni d’amore eclatanti, preferiva dimostrare con i gesti il suo amore per me, “sai che non sono molto bravo con le parole quindi, lascia che ti mostri una cosa”, mi prese per mano e mi portò davanti al tavolo, sul piatto era appoggiata una piccola scatolina blu, mi invitò ad aprirla e dentro vi trovai un magnifico anello. Era un piccolo diamante, incastonato su un cerchio d’oro, lo stesso che avevo visto qualche settimana prima con lui sulla strada per il ristorante. Mi ero innamorata di quell’anello, anche se non avrei mai immaginato che lui avrebbe potuto comprarlo. Era rimasto un sogno irrealizzabile , uno di quelli che sogni ad occhi aperti. Lo vidi sedersi davanti a me e continuò il suo discorso, “quello che provo per te non riuscirei a spigarlo neanche in tutta una vita, ma so che la voglio passare con te”, fece un gran respiro e io mi avvicinai al suo volto, gli presi una mano e gli sorrisi, “Maria, vuoi diventare mia moglie?”
Non appena finì la frase gli saltai addosso, non mi sarei mai aspettata che mi facesse quella domanda, ma l’unica cosa che volevo era restare con lui, “Si, si, si, sei l’unico uomo con cui vorrei passare la mia vita, se sono con te tutto il resto, la nostra fuga, l’FBI, i cecoslovacchi, tutto quanto passa in secondo piano. Solo tu sei importante per me, tu e nessun altro al mondo,ho sbagliato in molte cose, ma su una avevo ragione, farti entrare nella mia vita, stare insieme a te, perchè ti amo!”
Gli presi il volto tra le mani e lo baciai con tutto l’amore possibile, poi prese la mano e vi infilò l’anello, “E ora andiamo a dare la bella notizia agli altri, si staranno chiedendo che cosa tu abbia risposto” mi sorrise e mi strinse a sé, in quel momento percepii tutta la sua gioia, “Ecco perché erano così silenziosi, mi hanno fatto morire di paura, pensavo che ci avessero trovato o che fosse successo qualcosa di brutto. Non fatemi più questi scherzi, non sopporterei l’idea di perdervi” mi persi nel ricordo di Alex, il migliore amico che avessi mai potuto avere, “Shh piccola, era una sorpresa, ho faticato molto a far tacere quelle due, si sarebbero di sicuro fatte scappare qualche dettaglio, per fortuna Max e Kyle le hanno sapute tenere a bada. Avrebbero rovinato questo momento speciale, il nostro.” Ad ogni sua parola corrispondeva un bacio sul mio viso, quel momento era magico, ogni cosa era finalmente andata al suo posto, come pezzi di un puzzle che si unisco, gli sorrisi e lo baciai “Sai, credo che gli altri potranno aspettare…” Lasciai la frase in sospeso e lo baciai, lui mi prese tra le sue braccia e mi portò in camera, con l’intenzione di non lasciarmi mai più.
Alcune volte la realtà supera addirittura le aspettative, a volte quello che ci aspettiamo al confronto con quello che quello che non ci aspettiamo impallidisce. Dovremo chiederci perché ci attacchiamo alle nostre aspettative, perché quello che ci aspettiamo ci fa restare fermi in attesa... quello che ci aspettiamo è solo l'inizio. Quello che non ci aspettiamo invece è quello che cambia la nostra vita[1]. E la mia vita quel giorno è cambiata in meglio.

 

 













 

Buongiorno, è la prima storia che pubblico su questo fandom, ed è una storia che ho scritto senza troppe pretese, sarà sicuramente piena di errori di battitura o grammatica, nonostante io l'abbia ricontrollata mille volte. Volevo solo condividere con tutti voi amanti di questa bellissima serie il mio punto di vista. Mi sono sempre chiesta che cosa sarebbe successo dopo la fuga  e ho deciso di scrivere quello che avrei voluto, principalmente ho voluto approfondire il rapporto tra Michael e Maria, che sono la mia coppia preferita, volevo che la storia andasse avanti, almeno nella finzione, dato che una quarta serie non verrà mai fatta.
Quindi sono pronta a ricevere i vostri commenti e spero che mi facciate notare eventuali errori o passaggi poco chiari, in modo da modificarli e rendere gradevole la vostra lettura. 


[1] Citazione grey’s anatomy
 
   
 
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