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Autore: Laylath    08/05/2013    1 recensioni
La monotonia al quartier generale ad East City viene spezzata dall'arrivo di una vecchia conoscenza dell'alchimista di fuoco.
“Con la lingua sei sempre bravo, alchimista… ma io direi che sei solo geloso. Sono questi i tuoi sottoposti? Credo che loro non possano arrivare ai livelli di Trey.”
“Fury fa dieci a zero al tuo ragazzo, ci scommetto” sorrise Mustang...
Genere: Comico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Team Mustang
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Military memories'
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Premessa dell'autrice.
Dopo alcune ff dedicate a momenti difficili, sono voluta tornare a vicende più tranquille della vita del team del colonnello. Ovviamente non ho potuto fare a meno di restare sul mio soldato preferito, ossia Fury, ma anche gli altri avranno la loro buona dose d'azione in questa ff.
Man mano che scrivevo, ho notato che i toni e i caratteri sono assai più scanzonati del solito, risultando più vicini a quelli dei soldati della Ia serie (in particolare agli episodi "bonus" come il numero 37 "Il sottotenente all'attacco - Il mistero del magazzino n°13"). In alcuni capitoli mi sono resa conto di essermi spinta, forse, troppo oltre, anche se ho cercato di stare IC.
Tuttavia spero che mi perdonerete l'eventuale assurdità di alcune scene... mi sono davvero divertita a scriverle. Mi auguro che per voi sia divertente leggerle :D
Enjoy!
________



East City, Quartier Generale dell’Est, Ufficio del Colonnello Mustang e dei suoi sottoposti.
Ore 12:30 A.M.
Vedendo che mancava poco alla pausa pranzo i soldati si fecero più felici. Spesso volgevano lo sguardo all’orologio che stava alla parete, proprio come degli scolari che aspettano con ansia la fine delle lezioni. In un periodo di relativa calma come quello, il lavoro d’ufficio poteva risultare molto noioso e la pausa pranzo era aspettata con impazienza per potersi concedere un’ora di svago e chiacchiera.
Persino l’alchimista di fuoco ogni tanto guardava l’ora, sperando di liberarsi al più presto dei suoi noiosissimi doveri d’ufficio.
Solo il sergente Fury sembrava totalmente disinteressato a quel conto alla rovescia. Ma questo rientrava nella norma perché, al contrario degli altri che stavano scrivendo pratiche su pratiche, lui si stava dedicando ad una radio: e quando questo succedeva non c’era niente che potesse distoglierlo dalla sua passione.
Quando l’orologio si decise finalmente a segnare le 13:00, ci fu un rumore improvviso di sedie che si spostavano, accompagnato da lamenti e stiracchiate.
“Ragazzi, che giornata pallosa!” commentò Havoc con un sonoro sbadiglio
“Pratiche, pratiche, pratiche… - borbottò Breda – A volte la vita militare è davvero monotona”
“Non dovreste disdegnare così un periodo di tranquillità come questo – li rimproverò il tenente – Aspetti, colonnello, finisca di firmare questi ultimi documenti!”
“Eh no, tenente – sorrise felicemente Mustang alzandosi dalla sedia – sono le 13:01 e sono ufficialmente in pausa. I documenti aspetteranno fino alle 14:30.” E con una mossa elegante, quanto rapida, oltrepassò la sua assistente e raggiunse i suoi uomini che già si stavano avviando alla porta.
Tuttavia si fermò dietro il sergente e gli sollevò una delle cuffie
“Fury, sono le 13:01: pausa pranzo!” esclamò
“Cosa? – si riscosse il ragazzo, guardando con sorpresa il colonnello – Pranzo? Oh sì… beh, io arrivo tra qualche minuto, se non vi dispiace…”
“Che noioso che sei, Fury. – lo rimproverò Havoc – E mollala questa benedetta radio: ci stai lavorando da ieri. Ti abbiamo dovuto trascinare via dall’ufficio.”
“Ma ho quasi finito, giuro” dichiarò lui rivolto a Mustang
“Fai come vuoi – sollevò le spalle l’alchimista dandogli uno scapellotto sul collo – a volte non ti capisco: alla tua età non vedevo l’ora di poter staccare…”
“Non che sia cambiato, signore” sogghignò Breda
“Spiritoso, sottotenente, molto spiritoso… vediamo se riderai ancora dopo che ti avrò battuto a scacchi”
“Oh oh oh, capo: la pausa pranzo si fa interessante!”
“Sarà uno spettacolo divertente: chi vince sfida me, va bene?” propose Falman
“Affare fatto! Forza andiamo!”
La stanza si fece silenziosa quando i quattro uomini furono usciti. Fury rimise a posto la cuffia e si guardò intorno, notando che anche il tenente stava andando.
“Buon pranzo, tenente” salutò
“Mangia qualcosa anche tu, sergente – gli sorrise la donna – mi raccomando”
“Promesso, signora” sorrise lui.
 
Come finalmente fu rimasto solo Fury si concesse di stiracchiarsi e di godere della pace dell’ufficio vuoto. Adorava i suoi compagni, sul serio, ma a volte la loro presenza poteva essere molto rumorosa, specie quando lavorava a un apparecchio problematico come questo.
Non che la cosa gli dispiacesse: queste sfide elettroniche lo stimolavano tantissimo e gli piaceva arrovellarsi la mente per trovare qualche originale soluzione ai problemi del circuito. Oggettivamente quella mattina era molto più ispirato a pensare a circuiti e valvole rispetto al guardare una sfida a scacchi tra i suoi colleghi.
Per quanto concerneva il pranzo non si poneva alcun problema. Prese la sua borsa da sotto la scrivania e tirò fuori diverse merendine al cioccolato: comode, pratiche e, soprattutto, poteva mangiarle senza interrompere il suo lavoro… che poi fossero incredibilmente buone era un discorso a parte.
Dopo averne scartato una prese un foglio e iniziò a scrivere alcune formule matematiche per confermare alcune sue ipotesi sulla valenza di quel circuito, dimenticandosi di aver promesso agli altri di raggiungerli in breve tempo.
 
“La situazione è di stallo, mi sa” commentò Falman con un sorriso guardando la scacchiera con aria interessata
Il colonnello e Breda si guardarono torvo, aspettando che il maresciallo, improvvisato giudice della partita, desse un parere definitivo. Nessuno dei due poteva più fare una mossa perché lo scacco matto per l’altro e per se stessi era inevitabile.
“Eh dai, Falman, deciditi!” supplicò Breda allungando una mano per prendere un panino dal vassoio
“Che barba che siete con questa storia degli scacchi!” protestò Havoc fumando accanto a lui
“E smettila di riempire di fumo i panini, tossico!” lo rimproverò l’amico
“Non ti farebbe male un po’ di dieta, sottotenente” ribattè lui cogliendo quell’occasione per movimentare la troppo noiosa situazione.
“E a te non farebbe male trovare una ragazza che non ti scarichi dopo due giorni, come ieri!” replicò
“Brutto scemo, come osi?!” scattò Havoc battendo il pugno sul tavolo.
L’impatto fu così forte che la scacchierà traballò e molti pezzi si rovesciarono
“Oh, complimenti, Havoc – sospirò irritato il colonnello – e adesso come si decide chi ha vinto?”
“Colpa di Breda che mi ha fatto arrabbiare… quindi ha perso lui!”
“Eh? E che razza di criterio sarebbe?”
“Basta voi due! – li calmò Falman – Non mi pare il caso di…”
“Ma guarda chi si rivede! Roy Mustang!”
Falman, Breda ed Havoc videro gli occhi scuri del colonnello stringersi pericolosamente, mentre una smorfia irritata gli appariva sui bei lineamenti. Tuttavia queste increspature durarono solo pochi secondi per lasciare spazio a un sorriso sarcastico.
“Bene, bene… una voce che non sentivo da almeno tre anni. – commentò senza nemmeno alzarsi dalla sedia – Tenente Harryn, che sorpresa trovarti qui ad East City”
I sottoposti di Mustang guardarono verso quella persona che sembrava infastidire così tanto il loro superiore. Era un militare che non avevano mai visto nel Quartier Generale dell’Est: alto e bruno proprio come Mustang, ma gli occhi erano di un comune castano. Ma soprattutto si distingueva per un’aria di supponenza che lo rendeva notevolmente odioso a primo impatto.
“Maggiore Harryn, se non ti dispiace, Mustang” ribattè l’uomo facendosi avanti
“Oh, siamo stati promossi… – rispose sarcastico l’alchimista – tuo padre ha sempre grande influenza, vedo. Altrimenti dubito che uno come te sarebbe mai andato oltre il rango di caporale”
“La faccia tosta non ti è mai mancata, Mustang”
“Potrei farti notare la mancanza di rispetto, Harryn? Ti stai rivolgendo a un tuo superiore senza usare il titolo dovuto” la voce del colonnello era vellutata e gentile, ma proprio per questo più pericolosa del tono sarcastico.
L’uomo parve cogliere la sottintesa minaccia nella voce dell’alchimista, ma questo non gli impedì di continuare.
“Mi scusi tanto, colonnello Mustang, anzi… alchimista di Stato. Certo, è molto più facile fare carriera quando la qualifica di Alchimista consente di avere un grado pari a Maggiore da cui partire!”
“Mai più facile di evitare Ishval perché si ha un padre che tiene il proprio figlio lontano da posti dove si può fare male” fu la risposta.
Havoc schioccò inconsapevolmente la lingua: il colonnello non si stava certo trattenendo.
Quel gesto fece capire al nuovo arrivato che il suo battibecco con Mustang stava suscitando più attenzione del previsto in quella sala mensa affollata.
Quel silenzio permise al colonnello di spostare l’argomento su qualcuno che lo incuriosiva parecchio
“E quello chi sarebbe?” chiese con uno sguardo annoiato
“Questo dici? – domando Harryn con un sorriso gelido, facendo cenno al soldato che gli era stato dietro per tutto il tempo – Lui è la mia più recente scoperta: la più grande promessa nel settore tecnico degli ultimi anni: il maresciallo Nigel Trey.”
Il soldato fece un rapido saluto militare: poteva avere circa venticinque anni e si caratterizzava per i capelli color carota e gli occhi slavati. Aveva una notevole rigidità nell’atteggiamento e uno sguardo troppo marziale.
“Promessa nel settore tecnico?”
“Certo… qui ad East City, voi provinciali non potete capire l’importanza della tecnologia. – ridacchiò Harryn – Il settore tecnico si sviluppa soprattutto a Central City: ed io ho preso sotto la mia tutela questo genio della tecnologia. Il prestigio che mi darà questo ragazzo sarà fonte di orgoglio per me”
“Complimenti. – alzò le spalle Mustang, volgendo la sua attenzione alla scacchiera e sistemando i pezzi rovesciati – Il prestigio ti deve sempre derivare da altri…”
“Con la lingua sei sempre bravo, alchimista… ma io direi che sei solo geloso. Sono questi i tuoi sottoposti? Credo che loro non possano arrivare ai livelli di Trey.”
“Fury fa dieci a zero al tuo ragazzo, ci scommetto” sorrise Mustang prendendo in mano un pedone bianco e sistemandolo al suo posto
“E chi sarebbe?” chiese Harryn squadrando Falman, Breda e Havoc
“Non è qui in questo momento. Ma il mio sergente maggiore, alla faccia della provincialità, è il migliore!”
“Sarei proprio ansioso che me lo provassi, eroe di Ishval!”
L’alchimista si alzò di scatto dalla sedia, stufo di quella messinscena. I suoi uomini si tesero, pronti a trattenerlo o, nel caso di Havoc, a incitarlo a dare una lezione a quello sbruffone.
“Oh, vedo che qui c’è parecchia animazione…” disse una nuova voce
“Generale Grumman!” salutò il colonnello mettendosi sull’attenti, imitato da tutto il resto delle persone presenti in mensa.
L’anziano generale si avvicinò ai due contendenti, con il solito sorriso divertito. Accanto a lui c’era un uomo che Mustang riconobbe
“Dottor Eyton!” esclamò sorpreso
“Roy Mustang, è un piacere rivederti!” sorrise l’uomo.
“I saluti a dopo. – commentò il generale – La discussione che ho appena visto mi ha dato un’idea molto interessante e spero che l’approverete entrambi, signori. Ma andiamo a parlarne nel mio ufficio.”
Havoc e gli altri guardarono perplessi il gruppetto allontanarsi.
“Quando il vecchio Grumman fa quello sguardo c’è da preoccuparsi. – commentò Falman -  Credo che la situazione stia per diventare movimentata.”

  
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