Videogiochi > Assassin's Creed
Ricorda la storia  |      
Autore: HypnosBT    09/05/2013    2 recensioni
[Spin-off della long ”È la vita che ti sceglie”, parallela agli avvenimenti del Capitolo VI]
Il punto di vista di Ezio Auditore sulla situazione della Repubblica Fiorentina nel 1494, durante il dominio di Savonarola.
Chiunque può leggere e capire, non è necessario aver letto l'altra storia. 
 
Dal testo:
 
  La folla sottostante iniziò ad acclamare il Savonarola come fosse un nuovo Cristo, calato nel fango per salvarli da un inferno che non lasciava spazio al trascendente.
  Ezio, dall’alto della sua postazione, pianificava la sua mossa: doveva riprendere la Mela.
Genere: Storico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ezio Auditore, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'È la vita che ci sceglie'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

 

Amen

 

 

Repubblica Fiorentina, 1 Aprile 1494

 

 

  «La riforma deve iniziare dalle cose dello spirito, e il benessere temporale lo dovete dedicare al servizio della vostra salute morale e religiosa, dalla quale esso dipende», fece una pausa per enfatizzare il concetto ed assicurarsi che tutti i Piagnoni lo stessero seguendo; pendevano dalle sue labbra cadenti.

  «E se avete udito dire che “gli stati non si governano coi paternostri”, ricordate che questa è la formula dei tiranni, una formula per opprimere e non per liberare una città» il tono stava crescendo, le parole diventavano sempre più forti, più dure. I primi consensi gridati si levarono dalla piazza colma verso il pulpito.

  «Se desiderate un buon governo, lo dovete ridare a Dio!»

  La folla sottostante iniziò ad acclamare il Savonarola come fosse un nuovo Cristo, calato nel fango per salvarli da un inferno che non lasciava spazio al trascendente.

  Ezio, dall’alto della sua postazione, pianificava la sua mossa: doveva riprendere la Mela.

Gli era stata sottratta dal monaco mesi prima, fuori dai bastioni di Forlì, mentre lottava per restare aggrappato alla vita: il fato quel giorno lo aveva benedetto e, fortunatamente, non era stato altrettanto per Checco Orsi, il suo assalitore.

  Ora il Savonarola stava sfruttando il potere del frutto per conquistare quella che un tempo era la Repubblica Fiorentina, finita in rovina e ridotta ad una instabile oligarchia. Il figlio del Magnifico, Piero il Fatuo, non era riuscito a guadagnarsi il rispetto del popolo: all’opposto di Lorenzo, gran maestro nell’arte di perdere, Piero voleva sempre vincere. E questo gli era valso un’aureola d’alterigia, ch’era proprio la più pericolosa in una città come Firenze  dove il successo, per farsi perdonare, deve ammantarsi di modestia.

  I cittadini avevano trovato una figura di riferimento in fra Girolamo, splendente nello spirito e tenace nella fede, senza conoscere i suoi piani di dominio.

  Probabilmente sarebbe stato l’unico punto di contatto tra Assassini e Templari per secoli: entrambi gli Ordini provavano ad eliminarlo con tutti i mezzi disponibili. Il papa ufficialmente tentava di esercitare la sua influenza sul sottoposto invitandolo bonariamente al dialogo, ufficiosamente lo circondava di uomini pronti a mozzargli la testa in un momento di distrazione. Purtroppo per Rodrigo però, il Savonarola aveva fatto le cose per bene: oltre ai fidati Piagnoni aveva dalla sua le “compagnie della speranza”, un piccolo esercito di fedeli che lo proteggeva e lo serviva. I membri di questa santissima guardia venivano accuratamente scelti: dovevano andare ogni giorno a messa, fare la loro brava comunione, tenersi lontani dai locali notturni e dai bordelli, redarguire le donne scollate e strappare loro di dosso le vesti troppo succinte. Le fiorentine, dal canto loro, avevano accettato questo nuovo regime come una moda.

  “Possibile che un uomo sia riuscito a plasmare tutto questo soltanto con due mani?”, si chiedeva Ezio sempre più spesso. Quella domanda pleonastica lo tartassava anche ora, mentre il burattinaio manipolava il suo pubblico. L’occhio dell’aquila si focalizzò su una sacca fissata al saio grezzo del monaco; il manufatto brillava come un sole, la sua luce aurea sembrava supplicarlo. La Mela lo chiamava, la Mela lo voleva…

  Ezio scosse violentemente la testa e prese a respirare affannosamente. Quei pensieri guasti erano proibiti! Che gli fosse venuto un colpo se avesse osato cadere di nuovo in trappola.

  Machiavelli era lontano, e questo lo disturbava non poco.

  La Volpe si era trasferita a Roma per controllare le mosse dei Borgia e Niccolò era stato inviato qualche tempo prima ad informare la Gilda della morte di Pico della Mirandola e a verificare la situazione romana. Ezio temeva che ci fosse qualcuno in combutta con il Savonarola, e sperava si nascondesse proprio nella capitale.

  Oltre a Paola non c’era più nessuno con lui. Si sentiva perso come un bimbo in quella sua patria che era stata per lui madre e traditrice. Adesso la vedeva consumata da un male nuovo, e si sentiva tremendamente impotente.

  Ogni giorno la città era percorsa da processioni. Le piazze rimbombavano di sermoni, le chiese echeggiavano di prediche, i confessionali rigurgitavano di devoti, le reliquie dei santi erano meta di continui pellegrinaggi, gli oboli e le elemosine fioccavano.

  “Tutto questo deve essere fermato”, pensò risoluto, scivolando via dal tetto con abilità.

  Forse un alleato gli era rimasto, forse non era troppo tardi.

  Scese rapidamente nei quartieri bassi, vicino al’Arno. Una banda di ladruncoli gettava in aria dei fiorini, creando dei giochi d’illusione. Ezio gli chiese dove potesse trovare il suo uomo, e dopo un’iniziale diffidenza riuscì a cavargli una risposta essenziale. Seguì le indicazioni e lo raggiunse celere.

  Stava seduto su una panchina, con un cappuccio scuro che gli copriva il volto. L’assassino lo riconobbe subito per la posizione attenta, pronta a scattare. L’affiancò e occupò il posto alla sua sinistra.

  «Sono… »

  «So bene chi siete, Auditore» sfruttava un tono basso, aspro.

  «Allora conoscerete anche il mio scopo»

  «Volete il mio aiuto» parlava lentamente e probabilmente un ghigno stava infierendo sulla sua bocca.

  «Dunque?» non aveva tempo da perdere. Non sapeva nemmeno se fosse saggio contare sull’affidabilità di quell’uomo.

  «Gli uomini che mi ha lasciato la Volpe sono esperti di pugnali, ma le loro menti non sono altrettanto affilate. Per il resto è rimasta solo una Gilda di inutili orfani, grandi come un soldo di cacio. Dunque la risposta è no, non posso fare nulla per voi Messere»

  «Reclutiamone altri, persone valide!» disse allora Ezio, consapevole di quanto fosse fondamentale avere un legame con quella fazione.

  «Li sfamerete voi dopo?» chiese l’interlocutore, girandosi per la prima volta verso l’assassino. Gli occhi chiari brillavano di sfida. Era giovane, probabilmente troppo.

  «Se riusciremo a porre fine a questa tirannia vi sarà cibo in abbondanza per chiunque, lo sapete meglio di me!» saettò in piedi, la veste bianca lo cullava suggerendogli di stare calmo. Andò a coprire con la sua ombra quella di Federigo. Capiva il disagio del ragazzo: gli era stato affidato un compito difficile e carico di responsabilità.

  «Aiutatemi, e la Gilda tornerà a splendere sotto il vostro comando. Aiutatemi, e insieme riusciremo a sgretolare questo covo di malizia. Aiutatemi, e io aiuterò voi, questa è una promessa» detto questo gli tese la mano. L’altro afferrò l’avambraccio dopo un momento di vuota riflessione. Ci fu un momento di pausa largo quanto il tempo d’un respiro.

  «Insieme per la vittoria» sussurrò Ezio.

  «Insieme per la vittoria» ripeté Federigo.

La speranza quasi s’accese anche nel suo sguardo blu.

  “E così sia”.

 

 

Note 

 

Come scritto nell'introduzione, questa one shot è uno spin-off della long “È la vita che ti sceglie”.

Firenze (insieme ad Ezio e Federigo) la farà da protagonista nei capitoli successivi, quindi ho deciso di introdurvi la situazione politica che si sta creando così da facilitarvi la comprensione una volta arrivati a quel punto.

Il mio secondo obbiettivo era quello di creare un po' di suspance; com'è andata?

Spero anche di aver incuriosito coloro che mi leggono per la prima volta!

Mi raccomando, fatemi sapere cosa ne pensate per favore! (:

Un saluto a tutti, un bacione a chi mi segue,

Bea

 

  
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > Assassin's Creed / Vai alla pagina dell'autore: HypnosBT