Film > Un mostro a Parigi
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Autore: Malanova    09/05/2013    1 recensioni
E' passato un mese da quando Francoeur è ritornato all'Oiseau rare ed è diventato a tutti gli effetti il partner cabarettistico di Lucille. Ma una misteriosa ragazza arriva a Parigi insieme al circo Claire de lune e una serie di piccoli eventi vedranno il musicista di nuovo in pericolo. Sperando di riuscire a fare ciò che ho scritto; vi auguro una buona lettura. Attenzione: la storia è stata aggiustata facendo si di aggiungere piccole particine e togliendo qualche incongruenza. Grazie e alla prossima!
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Francœur, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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La ragazza si svegliò di soprassalto, nel cuore della notte. Doveva aver fatto di nuovo quel terribile sogno, ne era certa. E come tutte le volte; svaniva appena riapriva gli occhi lasciandole solo angoscia ed il viso bagnato di lacrime. Ella si sedette e si guardò intorno, cercando di calmarsi. Al suo fianco dormivano le due gemelle, con l’ampia coperta di lana tirata fin su i loro visini angelici, ed il vagone del treno era fiocamente illuminato dai raggi della luna, che filtravano attraverso alcune travi che fungevano da condotto di areazione. L’abitacolo, a una curva, prese a dondolare dolcemente, come a voler cullare le passeggere, e iniziò a far oscillare la lanterna attaccata al gancio del soffitto come se fosse un pendolo.

Allora la giovane si concentrò su di essa, stendendosi di nuovo, e fece finta che l’attrezzo fosse veramente un pendolo e si mise a ripetere nella mente le parole di scena di Mr. Gaston, il mago “Ora le tue palpebre si fanno sempre più pesanti … I tuoi occhi si chiudono! E presto cadrai in un profondo sonno …”. Sorrise: le parole risuonavano nella sua testa esattamente come le avrebbe pronunciate l’uomo, con tono borioso e annoiato. Quella voce faceva perdere la pazienza a chiunque ma non a lei, perché sapeva che sotto a quella scorza pomposa ed egoistica si nascondeva un animo gentile. L’aveva allevata e amata come se fosse sua figlia … Una lacrima le scese lungo il viso. Il mago era scomparso nel nulla da tre anni, come se l’avesse inghiottito la terra. Tutti se ne erano rattristati tranne il Direttore, che aveva fatto in fretta a trovare un altro mago che lo rimpiazzasse, facendo nascere il lei l’odio e il dubbio che lui centrasse qualcosa nella sua sparizione …

Scosse la testa e strizzò gli occhi. Si doveva riaddormentare e lasciar allontanare quei pensieri … Fece un sospiro e si girò verso le bambine, sollevandosi quel tanto da poterle contemplare. Ella sentì la sua ansia svanire ed il suo cuore si colmò di amore mentre scostava le ciocche di capelli biondo grano dai loro visi, così che non potessero infastidire il loro nasini leggermente all’insù e coperti di lentiggini. Poi la giovane depose sulle loro fronti un leggerissimo bacio e si ristese per la terza volta. Il vento di febbraio si infiltrò, gelido, tra le assi del vagone facendole tremare e stringersi di più l’una contro l’altra. Il mattino seguente il circo CLAIRE DE LUNE sarebbe arrivato nella stazione di Parigi.


Nello stesso momento in città, al noto cabaret Oiseau Rare …

“Raoul, sei sempre il solito idiota! Guarda come hai conciato il mio vestito!”. A gridare era stata una splendida ragazza dai capelli ramati, che erano raccolti dietro alla nuca da un fermaglio a forma di conchiglia. Gli occhi castani, solitamente dolci e allegri, ora fulminavano l’uomo alto e magro dalla barbetta caprina che le stava di fronte. Egli aveva tentato di difendersi con un “Mi dispiace Lucille … Però lo sai che sono fortemente allergico alle piume …”. Lei assottigliò le palpebre mentre constatava i danni sul suo abito di scena: la sostanza nera e appiccicosa aveva imbrattato la manica, creato una linea un po’ storta sul corpetto per poi finire a sporcare un ala, facendola assomigliare a quella di un piccione.

Francoeur, la pulce ingigantita dalla pozione, allungò un dito e toccò una delle macchie scure con l’indice per poi portarlo vicino ai occhi, incuriosito. La sostanza venne assorbita dalla punta del guanto bianco. Stava per mettersi il dito sporco in bocca quando Lucille lo fermò e disse “No, Francoeur! Quello è inchiostro … E’ velenoso!”. Gli sfilò il guanto dalle zampe sinistre mentre lui la guardava dubbioso: aveva visto molti dei clienti leccare la punta di quella strana cosa appuntita, uguale a quella che impugnava Raoul in questo momento e che rilasciava quella sostanza scura, eppure non aveva visto nessuno di loro contorcersi dagli spasmi intossicati. Si voltò verso di lui, che aveva portato la punta della penna stilografica vicino ai occhi e la stava studiando attentamente, per capire perché la sacca avesse ceduto. Appena portò il beccuccio vicino al naso; esso scoppiò un altro grumo di inchiostro colpendolo in faccia. I tre si guardarono in silenzio, interdetti, poi scoppiarono in una fragorosa risata. La ragazza porse uno dei suoi fazzoletti al fidanzato e mormorò dolcemente “Cosa dovrò fare con te …”. In quel momento sentirono bussare alla porta del camerino. Subito Francoeur nascose dietro alla schiena le zampe scoperte ma quando vide che erano Emile e Maud, sorrise e le porse per salutare i nuovi arrivati.

Emile era un uomo molto pacato, a differenza di Raoul, ed ricordava un folletto irlandese che aveva visto una volta in un libro illustrato. Anche Maud era una donna dai modi gentili, poco più alta del suo fidanzato, e portava un grosso paio d’occhiali dalla montatura sottile e lenti grandi e tonde. La grossa pulce chinò leggermente il capo e notò che l’uomo teneva stretto in mano il giornale. Ebbe un fremito: non era passato poi molto tempo da quando i parigini lo additavano come “Mostro” e se non fosse stato per i suoi amici e il travestimento che tutt’ora indossava; sarebbe costretto a vivere sui tetti o nei angoli bui dei vicoli senza poter mostrare al mondo la sua musica. Fece un frignio ed indicò le pagine. Emile seguì lo sguardo dell’insetto e disse, con un sorriso rassicurante “Stai tranquillo Francoeur … Nessuno ha scoperto la tua vera identità … I giornali, questa volta, parlano d’altro …”. Aprì il quotidiano e mostrò ai altri la prima pagina.

“Il circo che ha appassionato l’Europa arriverà oggi a Parigi! Fra tre giorni ammirerete i numeri mozzafiato dei trapezisti, clown, maghi ed altro eseguiti da artisti PARTICOLARI! Venite al CLAIRE DE LUNE, dove i vostri sogni si avverano!”. Raoul sembrava entusiasta. Si pulì la faccia alla ben che meglio ed esclamò “Perché non andiamo anche noi? E’ da quando avevo sei anni che non vado in un circo …” “Cosa significa ‘Artisti Particolari’?” domandò Lucille e si mise a sbuffare delusa nel vedere che la foto raffigurava solo lo sfarzoso tendone “Anch’io sono molto curiosa” disse Maud ad Emile, prendendogli il braccio dolcemente. L’uomo si sentì le guance andare in fiamme ed annuì timidamente. “Ovviamente verrai anche tu con noi Francoeur …” disse Raoul al musicista per poi ridacchiare “Potresti diventare la nuova attrazione del circo …” “RAOUL!” gridò Lucille, tirandogli uno schiaffo.

  
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