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Autore: Sayuri_92    09/05/2013    3 recensioni
Prima classificata al " Dating At Work (incontri sul lavoro) Naruto contest " indetto da Sakura_e_Ino + vincitrice premio originalità.
Dalla storia: " Sasuke Uchiha, trentadue anni. Incidente stradale. Le lamiere dell'auto gli hanno procurato gravi danni alle gambe e c'è il rischio che la destra vada amputata. Una costola gli ha perforato un polmone ed ha un'emorragia interna. Molte altre ossa sono fratturate. In macchina con lui c'era il fratello maggiore, ma non ce l'ha fatta. "
Uno degli infermieri fece un rapido resoconto dei danni riportati. Sakura comprese la gravità situazione e la necessità di operarlo d'urgenza.
" Sarà dura. " sibilò l'Haruno, conscia che salvarlo si sarebbe rivelato fin troppo arduo.|||||| Sasu X Saku, tanto per cambiare.
Genere: Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha | Coppie: Sasuke/Sakura
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Nasci solo e solo andrai
 
Il suo cerca persone iniziò a suonare ed in un attimo si recò nella sala operatoria. Dopo essersi sterilizzata ed aver indossato il camice, i guanti e la cuffietta per i capelli, si precipitò nella stanza dove avrebbe dovuto svolgere l'ennesima operazione sul malcapitato di turno.
" L'abbiamo chiamata d'urgenza, Haruno. " 
A parlare era stato uno degli infermieri che l'avrebbe assistita durante l'operazione.
La giovane dottoressa scrutò il ferito. Non l'aveva mai visto in vita sua, come del resto quasi tutti quelli che le erano capitati sotto mano.
" I dettagli sul paziente. " disse lei, non avendo ancora la minima idea di cosa dovesse fare. 
Lei era Sakura Haruno, uno dei miglior chirurghi del Giappone. Nonostante avesse poco più di trent'anni, si era fatta in breve tempo una fama degna di nota, salvando molte persone che erano state date per spacciate.
" Sasuke Uchiha, trentadue anni. Incidente stradale. Le lamiere dell'auto gli hanno procurato gravi danni alle gambe e c'è il rischio che la destra vada amputata. Una costola gli ha perforato un polmone ed ha un'emorragia interna. Molte altre ossa sono fratturate. In macchina con lui c'era il fratello maggiore, ma non ce l'ha fatta. " 
Uno degli infermieri fece un rapido resoconto dei danni riportati. Sakura comprese la gravità situazione e la necessità di operarlo d'urgenza.
" Sarà dura. " sibilò l'Haruno, conscia che salvarlo si sarebbe rivelato fin troppo arduo.
 
Sakura camminava per i corridoi dell'ospedale con un'aria stanca. Aveva passato più di sei ore in sala operatoria, ma alla fine ce l'aveva fatta. Era riuscita a salvare quel Sasuke Uchiha senza nemmeno il bisogno di amputargli un arto. Era stravolta ed aveva bisogno di una bella dormita, ma prima doveva informare i parenti delle sue condizioni. Si recò in sala d'aspetto e si guardò attorno.
" C'è qualche parente di Sasuke Uchiha? " chiese la dottoressa, a gran voce.
Solo un uomo biondo si alzò e lei lo riconobbe all'istante. Era Naruto Uzumaki, un suo caro amico d'infanzia.
" Sakura, ma sei proprio tu! Quanto tempo ... Non ti vedevo da quando avevi diciannove anni. " disse il biondo, sorridendole. Era sempre stato un tipo allegro e vitale.
" Naruto Uzumaki. Che coincidenza ... Non mi dire che sei un parente di Sasuke Uchiha. " mormorò l'Haruno, accennando un sorriso. Era felice di rivederlo, le era sempre stato simpatico.
" No, sono il suo migliore amico ed un suo collega di lavoro. " 
Naruto si rabbuiò e scostò lo sguardo di lato. " Lui non ha famiglia. I genitori morirono quand'era ancora molto piccolo e suo fratello ... ho saputo che è morto nell'indicente. Era il suo unico parente. " spiegò tristemente l'Uzumaki.
A Sakura morì il sorriso sulle labbra. Purtroppo ne aveva visti a bizzeffe di pazienti senza una famiglia ed ogni volta si sentiva male dentro, sentiva una ferita riaprirsi nel suo cuore.
" Mi dispiace molto. " disse la dottoressa, abbassando lo sguardo. " Sasuke sta bene, siamo riusciti a salvarlo. Dovrà restare sotto osservazione per diverse settimane, ma è fuori pericolo. " proseguì, cambiando abilmente argomento. Quelle brutte storie le mettevano sempre un'infinita tristezza e le facevano ricordare momenti dolorosi della propria vita.
" Oh, meno male. Ti ringrazio tanto, Sakura. " mormorò Naruto, afferrandole le mani e fissandola dritta negli occhi.
" È il mio lavoro, Naruto. Io salvo le vite, non devi ringraziarmi. " sibilò la donna, tornando a sorridere.
 
Erano passati quattro giorni da quando Sasuke aveva subito l'operazione e lei si era recata quotidianamente nella sua stanza a verificarne le condizioni. Ogni volta che aveva eseguito una visita di controllo, lui era privo di coscienza. A sorvegliarlo c'erano costantemente due poliziotti e ciò le fece intuire che fosse un pezzo grosso o qualcuno preso di mira da qualche assassino. Capitava di tanto in tanto di avere pazienti da proteggere. 
Anche quella mattinata si recò a visitarlo ed in quell'occasione lo trovò con gli occhi aperti e lo sguardo fisso sul soffitto.
" Vedo che ci siamo svegliati, Sasuke Uchiha. " disse Sakura, entrando nella sua stanza con un lieve sorriso sulle labbra.
L'uomo non disse nulla. Sembrava come se non l'avesse sentita.
" Devo farti una visita di controllo, Sasuke. Hai rischiato veramente molto. " lo informò la dottoressa, avvisandolo di quanto stesse per fare.
" Itachi ... lui dov'è? "
Finalmente l'Uchiha parlò, ponendole il quesito che più gli stava a cuore. 
Sakura sospirò e prese una sedia, così da sistemarsi al suo fianco e potergli dare la terribile notizia. Al contrario di molti medici, lei era fin troppo umana e sensibile.
" Mi dispiace tanto, Sasuke ... Lui non ce l'ha fatta. È morto prima di arrivare in ospedale. " 
Quelle parole furono come mille frecce conficcate nel cuore. Un'espressione di puro dolore si dipinse sul volto dell'Uchiha, ma fu subito sostituita dalla rabbia e dall'odio, odio verso se stesso. Si trovava lui al volante, quel giorno. Era stato lui a sterzare di botto per evitare di investire un passante che non aveva visto. Era stato lui a schiantarsi ad ottanta all'ora contro un albero, uccidendo suo fratello. Era un assassino.
" Ora però devo visitarti. " proseguì Sakura, alzandosi in piedi.
Sasuke le lanciò un'occhiataccia, ringhiando.
" Non toccarmi, io non voglio essere curato. " 
La dottoressa sgranò gli occhi, non riuscendo a comprendere il perchè di quelle parole, anche se la spiegazione era fin troppo ovvia e lei la conosceva meglio di chiunque altro.
" Necessiti di assistenza continua. Anche se sei fuori pericolo, hai rischiato veramente molto e ti ho salvato per miracolo. " disse l'Haruno, cercando di farlo ragionare.
" Lasciami morire. Non voglio le tue stupide cure. " 
Il suo tono era scortese, ma al tempo stesso carico di dolore ed odio. 
Sakura poteva capire la sua reazione, poteva comprendere il suo stato d'animo, ma era suo dovere curarlo ed impedirgli di lasciarsi andare. Aveva giurato di salvare ogni singola vita il giorno in cui era diventata un medico a tutti gli effetti.
" Mi dispiace, ma nelle condizioni in cui ti trovi non posso fare diversamente. " disse la dottoressa, tirando via le coperte ed aprendogli il camicione d'ospedale. Era così debole e mal messo che nemmeno si sarebbe potuto muovere. Per lui opporsi era impossibile.
L'Uchiha si lamentò ancora, ma poi comprese quanto fosse inutile. Non poteva fare nulla. Era ingessato dalla vita in giù ed aveva il busto completamente fasciato, oltre a sentirsi privato delle sue energie. Riusciva a stento a parlare.
Una volta finita la visita, Sakura si sedette al suo fianco, osservandolo attentamente. Voleva comprendere se fosse necessaria l'assistenza di uno psicologo . 
" Che lavoro fai? " chiese gentile, cercando da parlarci e conoscerlo meglio.
" Non hai altre visite da fare, tu? " domandò scortesemente Sasuke, lanciandole un'occhiataccia.
" Eri l'ultimo. Ora sono in pausa ed ho deciso di fare quattro chiacchiere. " disse la donna, sorridendogli.
" Che culo. " mormorò ironicamente il moro, seccato di dover stare a sentire una persona tanto noiosa e petulante. Gli sarebbe piaciuto rimanere solo con il suo dolore. 
" Allora, che cosa fai nella tua vita? " persistette Sakura, non intenzionata ad andarsene.
Non sapeva nemmeno lei perché stesse sprecando la sua pausa a quel modo, con un paziente che probabilmente, una volta dimesso, non avrebbe più rivisto. Eppure sentiva di doverlo fare, di volerlo fare. Loro due avevano qualcosa in comune.
Sasuke non rispose e continuò a fissare il vuoto. Era come se si trovasse in un mondo tutto suo. La dottoressa sospirò e si limitò a restare lì seduta, osservandolo di tanto in tanto.
" Hai qualche interesse? " domandò ancora, inutilmente.
Lui non voleva parlarle e lei, in fin dei conti, doveva accettarlo. Non era nient'altro che il suo medico, non aveva diritto di impicciarsi degli affari suoi.
Dopo circa un quarto d'ora di silenzio, Sakura si alzò in piedi. Lo fissò ancora qualche istante, per poi dargli le spalle ed avvisarsi a mangiare qualcosa.
" Tornerò domani per la visita di controllo. Magari sarai più loquace. " 
Fu l'ultima cosa che gli disse ed ovviamente non ottenne risposta.
 
Proprio come i giorni precedenti, Sakura si stava recando dal suo ultimo paziente. Anche quella mattina avrebbe finito il giro di visite con Sasuke. Purtroppo non era al massimo della sua forma. Il suo volto era segnato da profonde occhiaie e sbadigliava di continuo. Non era riuscita a togliersi dalla mente quei due occhi scuri infinitamente tristi. Nonostante il suo atteggiamento schivo e freddo, lei era riuscita a percepire il dolore dell'Uchiha e lo sentiva vicino, come se lo comprendesse.
Lui aveva perso tutto. Non aveva più niente e riusciva ad immaginare quanto si sentisse responsabile per la morte di suo fratello, quanto si sentisse colpevole. Era lo stesso che lei aveva provato anni ed anni prima.
" Buongiorno Sasuke. " disse la dottoressa, entrando nella sua stanza con un finto sorriso dipinto sulle labbra.
L'Uchiha, come ogni volta, tacque e non la degnò di un'occhiata.
Sakura si avvicinò alla flebo, controllando che fosse tutto in regola. Dopodiché prese la cartella con le analisi di Sasuke. I valori stavano tornando normali, anche se prima che potesse muoversi ci sarebbero volute almeno altre due settimane.
" Inizi a migliore. A breve potrai tornare a casa. " sibilò l'Haruno, dandogli una buona notizia.
Il moro non si scompose e persistette nel suo mutismo.
La donna sospirò. Si sedette nuovamente accanto a lui ed afferrò un giornalino che aveva comprato prima di recarsi a lavoro. Si trattava di parole crociate e giochi di logica con cui passare il tempo.
" Ho notato che non hai niente con cui intrattenerti. Le braccia puoi muoverle. Te lo lascio qui sul comodino, con una penna. " disse Sakura, mantenendo il suo finto sorriso.
" Non voglio la tua pietà. " ringhiò improvvisamente Sasuke, scostando lo sguardo verso di lei. Era gelido e carico di risentimento.
" Non è pietà. Semplicemente so cosa si prova in queste situazioni. " rispose a tono la dottoressa, forse in modo un po' infantile. Purtroppo non poteva farci niente, era sempre stata impulsiva.
" Tu non puoi capire. " mormorò con rabbia l'Uchiha, digrignando i denti.
" Posso, invece. " disse l'Haruno, secca. Non aggiunse altro, non lo ritenne necessario. Il suo sguardo gelido fu più che eloquente.
Sasuke la fissò perplesso, ma poi tornò a rinchiudersi nel suo mondo. Non gli importava nulla di quella stupida donna, la trovava insulsa ed irritante. Gli sarebbe piaciuto che si fosse limitata a svolgere il suo lavoro, senza cercare a tutti i costi di farlo parlare e di curare le sue ferite interiori, ferite a cui purtroppo la medicina non aveva mai trovato rimedio.
" Quello che volevo dire, Sasuke, è che so bene cosa si prova nella tua situazione perchè ci sono passata anche io. " proseguì la dottoressa, addolcendosi lievemente. 
Quelle parole attirarono l'attenzione dell'uomo che, stranamente, si voltò verso di lei, scrutandola con attenzione.
Sakura sorrise nel notare il suo sguardo e si decise a raccontargli tutto. 
Avrebbe sofferto nel rievocare quei ricordi, ma l'idea che, forse, in quel modo l'avrebbe aiutato la faceva sentire vagamente sollevata.
" Avevo compiuto da poco diciotto anni ed ero fresca di scuola guida. Come tutte le ragazzine di quell'età, credevo che bastasse poco per essere delle guidatrici esperte e due mesi d'esperienza mi sembravano un'enormità. " mormorò l'Haruno, abbassando lo sguardo. Non riusciva a raccontare quella storia senza piangere. Si sentiva ancora terribilmente in colpa. " Io persi i miei genitori quando avevo solo quattro anni ed allora fui adottata da una famiglia che aveva una bambina della mia età, Ino Yamanaka. Andammo d'accordo fin da subito e divenimmo inseparabili, proprio come due vere sorelle. Un giorno ci recammo ad una festa assieme e lei alzò il gomito, così mi misi io al volante e forse corsi un po' troppo. " proseguì, con la voce sempre più incrinata. " Non lo vidi, non me ne accorsi. Un camion ci prese in pieno e lei morì in ospedale. Poteva essere salvata, ma il medico commise un errore che le costò la vita. Tutt'ora i miei genitori adottivi sono in causa con quel dottore, ma non credo si arriverà mai ad una conclusione. Io rimasi ferita gravemente, ma me la cavai. Porto ancora i ricordi di quella notte, il rimorso per averla uccisa, perché so che è quello che pensi anche tu. Ti senti un assassino, ti senti macchiato di un crimine atroce. " terminò, stringendo una mano a Sasuke.
Senza che se ne fosse accorta, le lacrime le avevano inondato il suo viso e tutto il dolore di quel giorno tornò a farle visita. Se aveva intrapreso la via della medicina, era solo a causa di quel terribile episodio.
L'Uchiha la fissò freddamente. Lei poteva capirlo veramente, lei aveva vissuto una situazione molto simile alla propria. Tuttavia, non disse una parola per consolarla, non le strinse nemmeno la mano. Il suo sguardo bastò a farle comprendere che avesse tacitamente accettato il suo aiuto, che approvasse averla al suo fianco per uscire da quel terribile buco nero nel quale era finito. I suoi occhi parlarono per lui.
 
Sakura, come tutti i giorni ormai da settimane, si stava recando nella camera di Sasuke per visitarlo e portargli qualche libro con cui intrattenersi. Dopo quella triste conversazione, lui le faceva trovare ogni giorno le parole crociate ed i giochi di logica completati ed aveva anche iniziato a spiccicare qualche parola con lei.
Aveva scoperto che era il commissario di polizia del quindicesimo distretto di Tokyo, nonché un campione di arti marziali. Non era sposato, ma non aveva idea se avesse o meno una fidanzata. Parlavano principalmente del più e del meno, senza scendere troppo nel personale.
" Buongiorno Sasuke, come andiamo oggi? " domandò la dottoressa, entrando all'interno della sua stanza con un sorriso smagliante. In quel periodo si sentiva stranamente bene. Le capitava di frequente di risvegliarsi dopo aver sognato l'Uchiha ed aveva compreso che il suo cuore stesse iniziando a battere per lui. Aveva più di trent'anni, ma si sentiva come una tredicenne alla prima cotta, forse anche perché le sue relazioni avevano sempre lasciato a desiderare. Era una calamita per i bastardi.
" Ma cosa ...? " mormorò successivamente la donna, sgranando gli occhi nel vedere che Sasuke non fosse più nel suo letto.
Gli avevano tolto il gesso solo da pochi giorni e non era minimamente in grado di camminare da solo. Rischiava di cadere e rompersi nuovamente qualcosa. Necessitava di molta fisioterapia.
Poggiò i libri sul comodino, vagando con lo sguardo per la stanza, ma di lui nessuna traccia. Dove si era cacciato?
Si avvicinò alla porta del bagno, lievemente socchiusa, e l'aprì. Tirò un sospiro di sollievo quando vide Sasuke in piedi davanti lo specchio, poggiato al lavandino per evitare di cadere.
" Cosa fai qui? Non dovresti muoverti dal letto senza assistenza. " disse Sakura, avvicinandosi alla sua figura per aiutarlo a tornare a letto.
L'Uchiha brontolò qualcosa e lasciò che la dottoressa gli passasse un braccio dietro le spalle. Zoppicò fino al materasso, dove si sedette. Attese una ramanzina da Sakura che, però, non arrivò.
" Sai Sasuke ...stavo pensando che potremmo continuare a vederci anche quando ti dimetteranno. " propose l'Haruno, sorridendo.
Il moro la fissò perplesso. Gli sembrava strano che non l'avesse strigliato.
" Mmh, se avrò tempo. " rispose l'uomo, non volendo ammettere che in realtà gli avrebbe fatto piacere. Peccato che sarebbe stato impossibile. Lui non poteva avere relazioni di nessun genere e lo sapeva bene.
Puntò lo sguardo fuori dalla finestra, in modo malinconico. Il suo corpo stava guarendo, ma il suo animo non sembrava fare progressi. La ferita dentro il suo cuore non si sarebbe mai rimarginata.
" Ti ho portato qualche libro interessante, deve essere noioso stare qui tutto il giorno ed ho visto che le parole crociate ed i giochi di logica li finisci in poco. " mormorò Sakura, sedendosi al suo fianco.
Sasuke sbuffò. Detestava quando iniziava a parlare, non si fermava più. Era così dannatamente insopportabile ed irritante, ma allora perché quando non c'era sperava che venisse a fargli una sorpresa? Perché quando stava zitta sperava dicesse qualcosa, solo per udire di nuovo quella voce squillante? Probabilmente era masochista, non c'erano altre spiegazioni.
" E poi stavo pensando di portarti qualcosa di buono in questi giorni. Sono settimane che non mangi nulla di decente. Cosa preferisci, dolce o salato? " 
L'Uchiha sbuffò ancora ed iniziò a pensare che lei non conoscesse il significato del termine 'silenzio'. Se lui non rispondeva c'era un motivo.
" Vuoi chiudere quella bocca per cinque minuti? " disse il moro, afferrandola per un braccio ed attirandola a sé. Fu questione di un attimo. Le labbra di Sasuke si poggiarono su quelle di Sakura, in un bacio improvviso.
La donna sgranò gli occhi, non aspettandosi un simile gesto. Tuttavia, dopo lo sconcerto iniziale, ricambiò più che volentieri e dischiuse la bocca, così da permettere alle loro lingue di toccarsi e strusciarsi. Chiuse gli occhi, poggiando una mano sulla sua guancia ruvida.
L'Uchiha si sentì soddisfatto nel constatare come lei non l'avesse respinto e, al contrario, desiderasse la stessa cosa. Gioì interiormente per aver conquistato sia il suo cuore, che il silenzio tanto bramato.
 
 
Per Sakura quel giorno sarebbe stato il migliore della sua vita. Sasuke sarebbe finalmente stato dimesso e loro si sarebbero potuti comportare come una coppia normale, o quasi.
Da quando si erano baciati, i suoi sentimenti per quell'uomo piombato improvvisamente nella sua vita erano cresciuti fino a trasformarsi in qualcosa di molto simile all'amore.
Lei non aveva mai creduto al colpo di fulmine, non aveva mai creduto che delle persone potessero innamorarsi in poco tempo, eppure le era successo.
Finalmente aveva trovato un uomo che non fosse un bastardo, che non fosse uno stronzo come tutti i suoi ex.
Entrò raggiante nella stanza dell'Uchiha, avendo finito il suo turno di visite. L'avrebbe accompagnato fuori dall'ospedale ed avrebbero pranzato assieme. Quello era il loro progetto.
" Ehi, Sasuke? " 
La dottoressa entrò all'interno della stanza, inarcando un sopracciglio nel notare la sua assenza. Che fosse in bagno?
Ci si recò, ma di lui nessuna traccia. Oltretutto erano sparite tutte le sue cose.
Le sembrava strano che se ne fosse andato senza dirle nulla.
Si avvicinò al comodino posto vicino al letto e notò un foglio bianco ripiegato su se stesso.
Lo aprì ed iniziò a leggere quanto scritto sopra.
Le si raggelò il sangue nelle vene ed iniziò a boccheggiare. Quelle parole la ferirono e le ridussero il cuore in mille pezzi.
 
" Sakura, ho preso la mia decisione. Non ho tempo da perdere con una come te. Anche se hai vissuto un'esperienza simile alla mia, ciò non ti rende né in grado di capirmi, né una donna con cui potrei stare. Mi hai salvato la vita e questo non lo dimenticherò, ma il nostro rapporto rimane quello di un semplice medico con il proprio paziente. Forse le nostre strade si incroceranno di nuovo, ma spero di no. Detesto il tuo comportamento petulante e la tua voce squillante. Non cercarmi, addio. 
Sasuke "
Aveva sbagliato, ancora una volta si era fatta stravolgere la vita da un bastardo a cui non fregava nulla di lei, ancora una volta si era lasciata trasportare da un un turbinio di sentimenti, dalla sua emotività e pateticità. Ferita, umiliata ed abbandonata. Si sentiva una sciocca per aver realmente creduto che Sasuke provasse qualcosa per lei. Come aveva fatto ad essere tanto cieca? Lei gli aveva salvato la vita, l'aveva aiutato a non cadere in un buco nero senza fine e lui, per ringraziarla, la trattava come la peggiore delle persone.
Si abbandonò ad un pianto liberatorio, portandosi le mani dinnanzi al viso. Lui l'aveva fatta innamorare, per poi calpestare brutalmente il suo cuore.
Una sola domanda le girava per la testa: perché?
 
Sasuke camminava per le vie di Tokyo, con le mani nelle tasche e lo sguardo basso. Aveva un'aria infinitamente triste ed il suo sguardo urlava dolore.
" Sasuke, perché non mi hai aspettato? Stavo venendo a prenderti. " borbottò Naruto, arrivando dalla direzione opposta.
" Dovevo uscire prima. " rispose glacialmente l'Uchiha, senza degnarlo d'attenzioni.
" E perché? Cos'è successo? " domandò il biondo, all'oscuro di ogni cosa.
" Nulla di grave. " sibilò il moro, scorbutico.
" Comunque, Sasuke. Non ho avuto occasione di chiedertelo ... Mia moglie Hinata è sotto protezione. C'è ... c'è qualcuno di vicino a te che vorresti proteggere? Con la mafia non si scherza, lo sai bene. " mormorò l'Uzumaki, serio.
" Che credi? Sono il primo a conoscere i rischi della strada che ho deciso di intraprendere. Non c'è nessuno vicino a me, nessuno da proteggere. " disse l'Uchiha, serio e schietto. Sentì una morsa al cuore nel dire quelle parole, sentì di aver rinunciato ad una persona che aveva sconvolto il suo io più remoto, che gli aveva cambiato la vita. 
Tuttavia, avrebbe fatto di tutto per proteggere i suoi cari, coloro a cui voleva bene. Con Itachi non c'era riuscito, ma almeno Sakura avrebbe vissuto una vita felice, con qualcun altro, lontano da lui e da tutti i pericoli che lo seguivano costantemente. Sarebbe rimasto solo, come sempre.
Era meglio risultare il bastardo senza cuore di turno che mettere a rischio l'incolumità della donna che, in così poco tempo, aveva risvegliato un sentimento d'amore nel suo cuore. Forse in un'altra vita sarebbero stati felici assieme, perché era chiaro che fossero fatti l'uno per l'altra, che si completassero in modo così perfetto.
Per il suo bene, lui aveva scelto di farsi odiare.
 
 
The end

Ed eccomi qua con una nuova One Shot =) Una Sasu X Saku, ovviamente. Come avrete capito amo questi due! In attesa di aggiornare le mie due Long, pubblico questa! I più esperti capiranno che il titolo è palesemente tratto da una canzone di Ligabue.
Ne approfitto per ringraziare Sakura_e_Ino per il contest da lei indetto, per la pazienza ed i giudizi e faccio i miei complimenti alle altre partecipanti! Baci!

Sayuri_92
   
 
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