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Autore: Justice Gundam    27/11/2007    4 recensioni
[FATAL FURY - GAROU DENSETSU] Una storia pensata contro la pena di morte. Dopo la sua ultima battaglia, Geese Howard si vede tendere la mano proprio da chi mai si sarebbe aspettato... e nei suoi ultimi istanti, dà un'estrema dimostrazione di umanità...
Genere: Triste, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Ultimi Pensieri

Ultimi Pensieri di un Assassino, Ultimi Pensieri di un Uomo

Una fanfiction one-shot di Fatal Fury scritta da: Justice Gundam

Buonasera.

Forse chi ha già letto alcune delle mie storie sarà un pò sorpreso che io, adesso, inizi questa one-shot in maniera così seria... vedete, il fatto è che sto scrivendo questa storia ora, in questo momento, dopo aver saputo dell'ennesima condanna a morte, in Cslifornia, di un assassino.

A me l'America piace molto. Gli Stati Uniti sono un paese stupendo... ma hanno i loro difettucci anche loro! E uno di questi è proprio la pena di morte. Posso capire che qualcuno dica che stanno uccidendo degli assassini... ma è un buon motivo per seguire il loro esempio? E' con un torto che lo Stato deve far valere il suo diritto? Secondo me, proprio perchè quelle persone hanno commesso un crimine così odioso, noi non possiamo permetterci di abbassarci al loro livello. E' facile dire 'occhio per occhio, dente per dente'... ma noi esseri umani, non siamo capaci di pensieri e azioni ben più elevate? Perchè dobbiamo comportarci da barbari, sentendoci giustificati dal fatto che abbiamo a che fare con dei barbari? Si può capire la rabbia, l'indignazione, il sentimento di vendetta... perchè anche questi fanno parte della natura umana... ma noi esseri umani non abbiamo l'intelligenza, il raziocinio per dominare i nostri istinti più primitivi?

Così, per esprimere il mio punto di vista, ho deciso per stasera di lasciar perdere le mie storie di Digimon - solo per stasera, non preoccupatevi! - e scrivere una breve storia introspettiva, giusto per far sentire quello che ho dentro. Forse è un pò di cattivo gusto usare dei personaggi di un videogioco per cercare di trasmettere questo messaggio che sento... ma la cosa, ve lo posso assicurare, ha un suo senso...

Fatal Fury è sempre stato uno dei miei videogiochi preferiti... ma quello che me l'ha davvero fatto adorare è stato il bellissimo gesto di Terry Bogard nell'introduzione di 'Mark of the Wolves'. Di cosa sto parlando? Beh, continuate a leggere e lo saprete... Vi avverto che questa storia contiene degli spoilers della serie Fatal Fury (che, detto per inciso, è slegata da King of Fighters... sono due linee temporali diverse, nel caso vediate delle incongruenze!), quindi... leggetela a vostro rischio e pericolo.

Non ho altro da dire. Spero di aver fatto un lavoro decente.

 

----------

 

 

"POWER... GEYSER!"

Quasi... quasi non ci credo...

Questo combattimento è finito... è finito con la mia sconfitta. Io, Geese Howard, l'uomo più temuto di South Town, al vertice di un vasto impero del crimine che per anni ha terrorizzato la costa Ovest... sono stato sconfitto. Una realtà che ora mi pare fin troppo evidente, mentre le energie sprigionate dal Power Geyser del mio avversario dilaniano il mio corpo...

Già, il mio avversario...

Terence Bogard, il figlio adottivo del mio più odiato nemico, Jeff Bogard... quel piedipiatti che ha sempre cercato di ostacolarmi, e che il maestro Tung Fu Rue ha sempre preferito a me... quell'ostacolo che io stesso, quattordici anni fa, ho schiacciato con queste mani... Heh... che ironia... tolgo di mezzo un Bogard... e dieci anni dopo, me ne ritrovo davanti altri due... due lupi famelici assetati di vendetta...

E oggi, qui, in questo mio dojo all'ultimo piano del grattacielo che domina South Town, Terry mi ha sconfitto... proprio quando ero ad un passo dal mio obiettivo. Proprio quando stavo per decifrare le pergamene dei fratelli Jin, le pergamene che contenevano il segreto dell'immortalità... quelle che mi avrebbero reso l'uomo più potente mai esistito... il mio piano, coltivato per tanto tempo, e finalmente pronto per essere colto... sfumato così...

Avevo il vantaggio... avevo le tecniche, la forza, l'esperienza... ma ancora una volta, quel ragazzo mi ha sorpreso. Ad ogni colpo che gli davo, lui riusciva sempre a rialzarsi. Il mio Reppuken ha pian piano pero di efficacia... la mia Seoi Nage non è più riuscita a difendermi... persino la mia Raging Storm, la mia tecnica più potente, non è riuscita ad atterrarlo definitivamente... in qualche modo, Terry si è sempre rialzato... esausto, ma mai sconfitto... ha sempre continuato a lottare, anche quando era chiaro che ero in vantaggio schiacciante... e alla fine... alla fine sono stato io a perdere le forze... e ad abbassare la guardia quel tanto che bastava per farmi colpire...

Sento il mio corpo schiacciato in una tremenda morsa di dolore... sento di aver perso il controllo dei miei movimenti, e per un attimo mi sembra di fluttuare senza peso... sì in effetti è proprio così... quell'ultimo colpo mi ha sollevato da terra, diretto verso la balconata del mio dojo...

Heh. Che ironia. Quattro anni fa, in occasione del mio terzo torneo King of Fighters, Terry mi ha sconfitto nello stesso modo... spedendomi oltre il bordo del balcone, e facendomi precipitare al suolo. Quella volta, mi sono salvato per un pelo... e sono tornato dall'inferno per prendermi la mia rivincita sui Bogard... ma questa volta... questa volta non avrò la stessa fortuna...

Maledizione... e pensare che c'ero così vicino... così vicino...

E ora... il combattimento mi ha sfibrato... non ho più la forza... di fare nulla...

Al diavolo. Se devo morire, morirò. Non sia mai detto che Geese Howard è andato incontro alla morte da vigliacco...

Lo sento già. Il vetro che si sfonda sotto il mio peso e l'impeto di quell'ultimo colpo... e il vento che ulula attorno a me... e il terreno, decine di metri più in basso, pronto ad accogliere la caduta del boss di South Town...

...

...

Cosa?

Perchè... perchè mi sono fermato? Perchè non sto cadendo?

Sono sospeso in aria, appena oltre la balconata... e non sto cadendo? Perchè? Il dolore c'è, è sempre presente. Il mio corpo mi sta urlando addosso tutta la sua fatica e la sua esaustione... quindi sono ancora vivo...

E... e cos'è questa calda sensazione sul mio polso? Questa morsa d'acciaio che mi tiene?

I miei occhi si alzano, cercando di vedere qualcosa tra il sangue di cui sono iniettati...

E vedo lui, Terry Bogard, lì sull'orlo della balconata, i suoi occhi verdi che mi fissano con rabbia, fierezza... e allo stesso tempo, con un qualcosa che così, su due piedi, non riesco a definire... vedo la sua bocca che accenna appena alla fatica che sta facendo, i denti serrati dietro le labbra... e vedo la sua mano guantata tenere stretto il mio polso, nel frenetico tentativo di non farmi cadere...

Per un tempo che non riesco a quantificare, rimaniamo così, fermi, squadrandoci rabbiosamente. Poi, la mia voce rompe il silenzio, levandosi sopra l'ululato del vento.

"Perchè?"

Lui non risponde. Continua a fissarmi, con quell'espressione fiera che ha sempre avuto, anche nei suoi momenti peggiori...

"Perchè l'hai fatto, Terry Bogard?" chiedo di nuovo, stavolta con più rabbia. "Perchè mi vuoi salvare la vita? Io e te siamo nemici... io ho ucciso tuo padre, ti ho costretto a vivere una vita d'inferno per tanti, lunghissimi anni, ho minacciato di distruggere tutto ciò che ti è più caro... e non me ne pento! Non provo alcun rimpianto per quello che ho fatto! Se avessi vinto io, non avrei esitato ad uccidere anche te... e allora dimmi, perchè tu vorresti salvarmi la vita?"

Finalmente, lo sento rispondere.

"Sì, quello che dici è vero, Geese... e io me ne rendo conto benissimo." dice, senza la minima esitazione. "Io ti odio, e continuerò ad odiarti per quello che hai fatto a me, ad Andy, a Joe, Mai, Mary, al maestro Tung... non l'ho dimenticato, e ancora non lo perdono..."

Ghigno. Per una volta, una sola, siamo d'accordo su qualcosa...

"E tuttavia..." riprende, mentre il vento fa volare selvaggiamente i suoi lunghi capelli. "Non ti ucciderò. No, Geese Howard, la morte non è mai la risposta giusta... e la vendetta, alla fine me ne sono reso conto, non è giustizia. Nessuno di noi può arrogarsi il diritto di decidere della vita degli altri. Tu vivrai... vivrai per scontare i tuoi crimini, e per renderne conto a te stesso e a tutti gli abitanti di South Town. Se ti uccidessi... non sarei meglio di te."

Queste parole. Queste parole, dette con una tale sicurezza, una tale rabbia e determinazione... queste parole mi colpiscono più di qualsiasi pugno lui mi abbia mai sferrato. Per una volta in vita mia, non so cosa dire. Non ho nulla da dire, non so cosa rispondere... come fa ad avere ancora tanta considerazione nei miei confronti? Io, che ho ucciso la persona più cara che aveva e tuttora non provo alcun rimorso per averlo fatto... com'è possibile che provi ancora compassione per me? Che mi consideri ancora un essere umano? Lui mi odia... mi odia con tutto sè stesso, lo sento... da come mi stringe, mi sembra che voglia spezzarmi le ossa... e quello sguardo, che sembra poter bruciare la pelle, esprime tutta la sua condanna nei miei confronti...

Eppure, c'è qualcosa di più... qualcosa che gli impedisce di fare quell'unica, piccola mossa che significherebbe la mia morte...

Ancora una volta, sento le mie labbra che si sollevano.

"Le storie a lieto fine... sono disgustose, non è vero?" gli chiedo, sorridendo amaramente.

La mia non è mai stata una storia allegra, lo so. Tante perdite hanno segnato la mia vita, fin da quando ero bambino... un bambino che, man mano, ha perso tutte le persone che amava, e con esse, ha dimenticato come si fa ad amare... Ma ho ancora una cosa da fare, prima che tutto finisca...

"Bogard... so di essere l'ultima persona che ha il diritto di chiedertelo..." gli dico, ogni parola uno sforzo terribile. "Ma... prenditi cura di Rock... di mio figlio... so che tu... sarai un padre molto migliore di quanto io... avrei mai potuto essere..."

Lui, per la prima volta da quando il nostro ultimo scontro è iniziato, rimane sbalordito... Heh. E come biasimarlo? Chi potrebbe credere che Geese Howard abbia potuto dare la vita a qualcuno, dopo averla tolta a chissà quante persone? Chi potrebbe mai pensare che il crudele Geese Howard, il tiranno dal pugno di ferro che dominava South Town... sia stato capace di fare qualcosa di puro? Rock, quel figlio che io, nella mia cieca sete di potere, ho rifiutato... e che ciò nonostante, per l'unica volta in questa mia vita, ha risvegliato in me un senso di rimpianto per quello che avrebbe potuto essere e non è stato?

Ma ormai è tardi per guardarsi indietro.

"Addio... Terry Bogard..."

Usando per l'ultima volta quelle nozioni di aikido che ho imparato dal maestro Tung, ruoto il polso verso l'esterno... e Terry, nonostante i suoi sforzi, non riesce più a mantenere la presa...

Vedo la sua bocca spalancarsi in un grido silenzioso, mentre il mondo riprende a sfrecciare attorno a me... Che strano... ora non sento dolore... non provo paura... per una volta, in questa mia vita dannata, provo una sensazione di pace... non ho mai creduto in nessuna giustizia oltre al mio tornaconto e al mio potere... e ciò nonostante... sento uno strano calore, in fondo a questo mio cuore che credevo di non saper più usare...

Si dice che quando una persona sta per morire, la sua vita gli scorre davanti al rallentatore... Heh. Ora lo so per certo... il mondo attorno a me è svanito, sostituito da indistinte luci di tanti colori... e in un solo istante, un mare di ricordi si avvicenda davanti ai miei occhi.

Mi rivedo da bambino, a cavalcioni sulle spalle del mio papà... gli chiedo di farmi vedere ancora le sue mosse di karatè... ci alleniamo assieme, ridiamo, scherziamo... come una famiglia... Sì... quelli sono stati gli anni più felici della mia vita... Tutto il potere che ho guadagnato... l'impero che ho costruito e che crollerà dopo la mia morte... nulla di tutto questo è mai riuscito a riprodurre la gioia di quegli anni... ha soltanto messo a tacere il dolore che provavo per averli persi...

E poi, quel giorno che mio padre ci ha detto, in lacrime, che non poteva più stare con noi... avevo quattordici anni all'epoca... e non capivo il perchè facesse così... l'avrei scoperto soltanto dopo, dopo la morte della mia mamma... avrei saputo di quella nobildonna tedesca di cui era la guardia del corpo, che lo aveva costretto a lasciarci... e più avanti, avrei saputo di quel mio fratellastro, l'uomo che a tutt'oggi è conosciuto nel mondo della lotta come Wolfgang Krauser, Conte di Strolheim...

Gli anni del mio allenamento... quando gli altri discepoli del maestro Tung mi guardavano con paura e rispetto per la mia spietatezza. Mi ricordo del piacere che provavo nel vederli scansarsi quando io arrivavo. Tutti loro avevano paura di me, e mi rispettavano... tranne quell'unico, Jeff Bogard...

Il mio impero criminale, costruito dall'ambizione e dalla rabbia che proiettavo sul mondo esterno... e il giorno in cui ho finalmente ucciso il mio odiato nemico, e sono diventato il re di South Town...

E poi, un'immagine...

Una donna. L'unica donna per la quale io abbia mai provato qualcosa. Marie Heinlein... a dire la verità, avevo pensato di usarla per ottenere maggiori appoggi economici per la mia organizzazione, visto che era di famiglia nobile... eppure, tutti i miei calcoli, come sempre così precisi e freddamente logici, non mi hanno avvertito che alla fine, anch'io avrei finito per provare qualcosa verso di lei... No, non amore... non ne avevo il tempo... non c'era posto per l'amore nella vita di Geese Howard. L'amore... fa soltanto soffrire, no? Io lo sapevo già fin troppo bene... Così, quando è venuto il momento, l'ho abbandonata. Ma, per la prima volta dopo tanto tempo, sentivo qualcosa agitarsi nel profondo del mio petto... anche se all'epoca, l'ho lasciato perdere. Avevo ben altro a cui pensare... e poi, un giorno, lei mi avrebbe dimenticato...

Un volto giovanile, la testa cinta da una bandana, e un sansetukon rosso tra le mani. Billy Kane, il mio servitore più fedele. Lui, che era sempre pronto ad eseguire ogni mio ordine, e che mi considerava quasi un amico, piuttosto che un superiore. In fondo, sono stato io ad offrirgli quel posto come mia guardia del corpo... e grazie ai soldi che ha guadagnato, ha potuto salvare sè stesso e la sua sorellina dalla miseria... Heh... ironico come anche la persona più egoista possa fare del bene, anche quando pensa solo ai propri interessi...

So di non avertelo mai detto, Billy... comunque, grazie per tutto quello che hai fatto per me...

E poi, quel bambino biondo che, tempo fa, si è presentato nel mio ufficio... implorandomi di venire a vedere, per l'ultima volta, la sua mamma che stava per morire... un bambino che mi ha ricordato parecchio me stesso, in qualche strana maniera... e tutti i pezzi sono andati al loro posto quando ho scoperto che era proprio Rock, il figlio mio e di Marie...

Ma non avevo tempo per queste sciocchezze sentimentali. Stavo per decifrare le pergamene dei fratelli Jin... e poi, Marie era un capitolo chiuso. Ma, ancora una volta, quella strana sensazione di vuoto quando quel bambino se n'è andato via, sconfitto davanti al mio rifiuto.

Solo ora mi rendo davvero conto... quante cose... quante cose avrei potuto fare diversamente... strano come si rifletta così profondamente proprio nei nostri ultimi istanti... Quante occasioni in cui, forse, avrei potuto riempire un pò quel buco che mi era rimasto nell'anima. Avevo perso tanto, ma avevo ancora così tanto a portata di mano... ma ero troppo cieco per accorgermene...

Ma quel che è fatto, è fatto.

Io, Geese Howard, sono giunto alla fine della mia vita. Cosa mi aspetta? Il nulla? O forse le fiamme dell'inferno?

Qualunque cosa sia, ormai è questo il mio destino.

Il terreno si avvicina sempre di più, e il mondo ormai è svanito attorno a me. Chiudo gli occhi, lasciando che il buio eterno mi avvolga...

E un attimo dopo, senza un suono, senza un lamento...

Tutto finisce.

 

----------

 

Terry Bogard rimase a guardare, senza parole, la figura ghignante di Geese Howard che sfuggiva alla sua presa... e precipitava nelle tenebre, verso quella morte che lo aveva già sfiorato una volta... e che in questa occasione era tornata a riprenderselo. La sua mano guantata rimase protesa verso di lui, come in un estremo, disperato tentativo di salvargli la vita...

Poi, lentamente, Terry abbassò il braccio in segno di resa, e il frontino del suo berretto rosso calò sui suoi occhi, nascondendo la rabbia e la tristezza che si riflettevano in quelle iridi di giada. Per triste ironia della sorte, il più forte dei Lupi Famelici, in quel momento, avrebbe desiderato più di ogni altra cosa che Geese Howard, il suo nemico giurato, la persona che lui più odiava al mondo... non fosse morto.

"Riposa in pace... Geese Howard." mormorò Terry con dignità, una singola lacrima di umana compassione che scorreva dal suo occhio destro e seguiva la caduta del signore del crimine.

Purtroppo, il lieto fine non ci sarebbe stato per tutti.

 

FINE

 

"Una persona è veramente malvagia, solo quando nessuno piangerà per lei." -- Anonimo

"Fino alla fine... non si può giudicare come una persona abbia vissuto la sua vita..." -- Daba Myroad, "Heavy Metal L-Gaim", episodio 24

 

Tutto quello che avevo da dire, l'ho detto all'inizio. So che probabilmente questa storia non la leggerà nessuno, e che Fatal Fury è ormai una gloria del passato... ma spero comunque di aver espresso i miei sentimenti sulla sacralità della vita umana... e su come penso che ognuno di noi rimanga pur sempre un essere umano con un cuore e dei sentimenti, e che nessuno abbia il diritto di spegnerli in nome di una cosiddetta "giustizia". Il momento in cui Terry si rende conto di questo, e cerca di salvare la vita al suo più odiato nemico, nell'intro di 'Mark of the Wolves', è stato uno dei momenti più toccanti della mia carriera di videogiocatore.

Questa storia non è un granchè, lo so. Comunque, spero di non essere andato troppo OOC, e lascio a voi ogni giudizio.

 

Con affetto,

Justice Gundam

  
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