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Autore: Stellina_chan    09/05/2013    5 recensioni
Allora.. è la mia prima ff di questo genere, perciò ditemi che ne pensate. Gli antichi credevano che i sogni fossero rivelatori del futuro, se saputi interpretare.
Chi di voi è disposto a crederci?
Genere: Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ultimamente in questa tranquilla cittadina diverse morti irrisolte gravavano la comunità.

Tutte donne, che come età andavano dai diciassette ai sessant'anni. Non sembrava esserci un modus operandi; semplicemente la sera c'erano e il mattino dopo erano accasciate da qualche parte della loro abitazione, con cause del decesso molto diverse tra loro: c'era chi aveva picchiato la testa, chi era annegata nella vasca da bagno o semplicemente sembrava come svenuta.

Avvolta nelle mie coperte ero irrequieta: mi immaginavo di vedermi comparire, all'improvviso, un uomo, deciso a uccidermi senza lasciare alcuna traccia.
Decisi che un veloce controllo della casa non poteva fare altro che tranquillizzarmi, perciò mi alzai.
Orientandomi nel buio arrivai alla porta d'ingresso e mi bloccai trovandola aperta di poco.

Un brivido mi percorse la schiena, visto che ero sicura di averla chiusa.
Mi convinsi che probabilmente era stato il venticello ormai estivo che soffiava già da un pò di tempo e, cercando di non farmi prendere dal panico e dandomi della stupida paranoica, tornai a letto.

Mi stavo già per addormentare quando sentii il rumore della porta che si apriva.... ma questa volta non era stato il vento: avevo sentito la maniglia che si abbassava.

Rimasi immobile, in attesa, ma pronta a reagire contro un eventuale intruso, prendendo il fermacarte dalla mia scrivania.

Non sentendo più niente mi alzai e richiusi la porta, ma tornando indietro i miei piedi incapparono in un ostacolo: sul pavimento c'era qualcosa di morbido, liscio, con piccoli peli e umido.
Mentre ero ancora accovacciata sentii una voce, calda e allo stesso tempo gelida.
Non riuscii a capire cosa mi stesse dicendo, ma mi venne la pelle d'oca.
Quando mi riconcentrai sull'oggetto ai miei piedi, mi resi conto che era un fiore, un papavero. Gli presi un vaso, anche se sapevo che sarebbe appassito prima del mattino, e lo portai in camera mia.
Lo guardia fino a quando il sonno mi portò via, tra le braccia di Morfeo.
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Quella notte feci un sogno strano: il papavero perdeva dei petali. Sembrava che ne avesse 7, 6 con quello che era appena caduto.
Quando mi risvegliai era mattina e il fiore rosso non era avizzito, come pensavo, ma era addirittura cresciuto.

Non ci diedi molto peso.

Le notti seguenti continuai a fare quel sogno, e ogni mattina il papavero era ancora più alto. Quattro giorni dopo aver trovato il fiore, mi accorsi che questo stava perdendo i petali, era evidente che ne aveva molti di meno.
La cosa che mi incuriosiva era però il fatto che dei petali caduti non c'era neanche l'ombra.
La settima notte sognai che l'ultimo petalo cadeva e volteggiava nell'aria fino a finirmi direttamente in bocca.
Quando mi svegliai il fiore era sparito, come unica prova della sua esistenza il vaso vuoto.
Mi veniva da vomitare e perciò mi alzai ma, disorientata, caddi nel vuoto.
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Pochi giorni dopo, sul giornale locale davano questa notizia: un'altra donna era stata torvata morta nella sua casa, a quanto pare per un avvelenamento causato da alcaloidi, sostanza tossica contenuta nei papaveri, pericolosa solo se ingerita. Questo le aveva probabilmente causato allucinazioni che l'avevano fatta cadere sulle scale, facendole rompere l'osso del collo.

Un' altra morte apparentemente accidentale.
Strano come la gente muoia.
Strano come la gente perda la ragione per un sogno.
Ma noi crediamo che sia lecito impazzire una volta ogni tanto.

Un Dio può impazzire?
Certo.

E se il pazzo fosse Morfeo?

Dormireste ancora?

 
  
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