Un passo. Due.
E Carmen entrò nel salotto gremito.
I tacchi sbatacchiarono sul marmo, senza far troppo rumore. La musica assordante copriva il chiacchiericcio degli invitati.
Carmen li osservò uno a uno, stringendo tra le mani il bicchiere con il liquore recuperato in cucina. Tutti bevevano Champagne, ma lei adorava il whisky e la vodka. Il vestito di raso, rosso, le dava l’impressione di una vestaglia da notte, adorava l’effetto vedo non vedo sul suo seno appena pronunciato e i fianchi larghi ma piatti.
Era una festa qualsiasi. Quel party non significava nulla, solo ostentare la ricchezza materiale che la circondava grazie ai soldi dei suoi genitori…
Li identificò all’altro capo dell’ampia sala. La madre, di origini spagnole, splendeva nel suo abito blu notte, la pelle ambrata e i lunghi capelli neri la presentavano come una creatura eterea. Da lei aveva ripreso molti tratti del viso; labbra carnose e occhi grandi e scuri, un po’ come le protagoniste dei cartoni animati.
A chi non piaceva Carmen?
Non era normale non amarla. I ragazzi, le ragazze, a tutti piaceva Carmen.
Il vestito rosso le scivolava alla perfezione mentre ancheggiava verso gli ospiti.
Non vorresti essere come me?
Famosa e stupida nell’incoscienza della mia giovane età?
Ma che cosa ci faceva con un bel vestito, con i soldi e con la fama quando non aveva un posto dove andare?
Dove sentirsi realmente viva.
Qualcuno una volta le disse che la sua risata era paragonabile a quella di una Dea, non aveva dato peso a quel commento, ma con il tempo altre persone si aggiunsero a quel complimento, confermando l’armoniosità di quel suono. E Carmen dall’allora lo sfruttò affinché tutti potessero cascare ai suoi piedi. A finché il suo fascino ammaliasse chi desiderasse.
Si affidava alla gentilezza degli sconosciuti, si faceva domare, chiedendosi se stesse facendo un buon lavoro. L’idea che tutti avessero bisogno di lei, era strabiliante. La sua mente era come un diamante grezzo; incompresa ma così preziosa e rara al contempo.
“Cara, cara, hai un problema!” 
Le disse un giorno una sua amica, dopo aver ascoltato l’ultimo dei suoi racconti, riguardo una notte di sesso con un uomo molto più grande dei suoi diciassette anni.
“Prostituzione, vendere il tuo corpo senza dargli dignità. Squallido, tutto ciò è squallido, devi assolutamente smettere.”
“Ma io non vendo il mio corpo. Io dono ciò che gli altri vogliono da me e che li fa sentire bene.”
Come poteva smettere se tutto ciò la rendeva viva?
Menti a te stessa e ne pagherai le conseguenze, ma sarà tardi, cara, troppo tardi perché tu possa renderti conto di tutti i tuoi sbagli. E smettila di mangiare quel gelato in modo così…
“Così come?”
“Erotico… è disarmante come tu riesca a sembrare una regina, facendo anche la cosa più insignificante.”
E Carmen rise.
Rise, fino alle lacrime.
Ci penserò domani a cambiare, si disse.
Finché il liquore era a portata di mano, sulla mensola in alto in cucina, avrebbe continuato a mentire a se stessa.
Tutto era perfetto e le andava a genio così com'era.
Mentre moriva dentro come le foglie d’autunno che si rinsecchiscono sull’erba umida e fredda, in una notte qualsiasi di fine ottobre.
 
 
 
 
 
 
 
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Hola!
Questo è un piccolo esperimento che ho voluto fare e spero che anche a voi piaccia. Intendo creare una raccolta di shot ispirate alle canzoni di Lana Del Rey, esprimendo ciò che mi ha scatenato tutto ciò. Ovviamente le mie shot sono soggettive, possono piacere e non, ma desidero comunque condividerle con voi. Non potevo che iniziare con il singolo “Carmen” che io adoro!
Un bacione.