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Autore: Kyosukerui Aru Kygeraikao    09/05/2013    1 recensioni
L'ho scritta per scazzo e invidia dopo aver letto una storia della mia ragazza che mi è piaciuta abbestia (treni di Mattotoro). Comunque non lo so. Io sono partito a caso e poi ha cominciato a scriversi da sola. Non l'ho manco corretta, non mi va, però mi piaceva l'idea di farla leggere a qualcuno :3
Hope you'll like it :3
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il vento.

È la prima cosa che ricordo: mi ritrovai in un campo di grano.

Avevo i vestiti strappati, tagli sul corpo e un mal di testa assurdo.

Mi misi seduto e mi guardai intorno.

Grano, grano, grano, grano.

Sembrava che quel giallo mare volesse estendersi all'infinito.

Mi misi in piedi, sperando di poter avere una visuale migliore.

Grano.

Era un'enorme distesa colossale di grano.

Non è possibile, pensai, e decisi di mettermi in cammino, senza direzione, meta o altro.

Mi misi semplicemente in cammino verso un punto indefinito dell'orizzonte, che il mio istinto mi diceva essere quello giusto.

Camminai a lungo. Non ricordo nemmeno più quanto.

Ma non sentii sete, non ebbi fame, non provai stanchezza.

Continuai a camminare.

Il vento era il mio unico compagno di viaggio e mi spingeva verso la direzione, senza dubitare mai di me.

Mi parlava.

Mi sussurrava.

Lo tenni con me, ma non gli prestai mai orecchio.

Non potevo: mi avrebbe distratto dal mio cammino.

Il mio infinito cammino verso il nulla

Non una volta mi sono chiesto se sarei mai arrivato.

Non una volta me lo chiese il vento.

Non una volta me lo chiese il grano.

Avanzavo accompagnato dal vento, che danzava intorno a me, sulla mia via.

Incontrai una compagna.

Chiara come la neve.

Il vento danzava con me, spingendomi nel mio cammino e lei al mio fianco.

Sempre li, imperturbabile.

Mai ci scambiai parola

Mai lei interferì col mio cammino.

Ci furono molti altri compagni, durante la via.

Arrivavano, andavano, arrivavano, andavano, tornavano, sparivano.

Eravamo sempre noi tre: io, il vento e la mia compagna, bianca come la luna.

Una volta lei fermò un altro, che seguiva il nostro cammino.

Scomparvero e solo lei fece ritorno.
 

Un giorno fui troppo lento.

Troppo per seguire il vento, che andò per la sua strada.

Lei rimase con me.

Lei mi portò con sé.

Solo lei fece ritorno.

Si unì ad un altro, appena alzatosi in quel campo coi vestiti strappati.

Un ultimo nato

Un ultimo viaggiatore sospinto dal vento del tempo.

Un ultimo accompagnato dalla fedele morte.

Lui iniziò il suo cammino e io lo finii.

Finalmente.

Finalmente vidi la fine della mia strada.
 

Il vento.

È la prima cosa che ricordo: mi ritrovai in un campo di grano.

Avevo i vestiti strappati, tagli in giro per il corpo e un mal di testa assurdo.

   
 
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