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Autore: Infected Heart    09/05/2013    5 recensioni
L'ispirazione che potrebbe avere guidato Avril nella realizzazione del suo nuovo video. Premetto che non pretendo di sapere per certo cosa Avril ha provato o prova tutt'ora. Io, in questa breve storia, ho solo espresso la mia fantasia e la mia emozione nel rivedere il percorso della nostra Avie riassunto nel suo bellissimo nuovo video. Spero che vi piaccia :) Ogni commento, positivo o negativo, è ben accetto :) Grazie a chi sceglierà di leggere :)
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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10 Aprile 2013. Los Angeles.
Da sola, nella mia camera. Sono le quattro del mattino, e ancora non riesco a prendere sonno. Questa giornata è stata una scossa di emozioni che ancora mi pervade il corpo. Una nuova avventura sta per iniziare, e ci sono ancora tante decisioni da prendere. Il nuovo singolo è stato rilasciato ieri –oggi in altre parti del mondo- e non riesco ancora a percepire dentro di me i riscontri del pubblico, delle radio, del web. Le tante interviste già fatte, mi ronzano in testa, come se non sapessi neppure io che cosa ho detto ai vari giornalisti assetati di glorie e fallimenti. Mi rigiro nel letto, cercando di convincermi che andrà tutto bene, che come al solito la pazza skater tutta cuori e teschi sarebbe riuscita a conquistare il pubblico, con le sue gioie, e le sue debolezze. Nel delirio della giornata, tra paure e festeggiamenti, la nuova casa discografica non ha perso tempo, sollecitandomi a fare un video per la canzone. Questo, tra tutto il caos che ho in testa, è uno dei chiodi fissi che non mi stanno facendo dormire. Brutto vizio, quello di fissarsi sulle cose. Il punto è che io avevo già esposto a loro un’idea molto chiara del tipo di video che voglio fare: in fondo undici anni di carriera, non sono proprio pochi, e io l’anno passato non ho fatto nulla per “celebrare” il decennale. Io però su di me lo sento. E sicuramente lo sentono anche i miei fans. Sono cresciuti con me, e io con loro. GRAZIE a loro. Da qui l’idea di fare un video con i volti sorridenti, arrabbiati, maturi, freschi e decisi dei miei fans, che cantano quello che per me è un inno alla vita, alla vitalità: Here’s To Never Growing Up. Un piccolo regalo per loro, così presenti in modo costante nella mia esistenza. Da quando ero praticamente una bambina. Ma per la casa discografica non è abbastanza. Nonostante il tonfo al cuore che sento solo pensando ai miei sedici anni; per i nuovi responsabili non è abbastanza. Vogliono un nuovo video, con me protagonista, e mi hanno chiesto di pensare ad un’idea. "Qualcosa di intelligente e maturo", hanno specificato, con una palese occhiataccia. Certo. Io sono quella che non cresce mai. L’eterna nanetta bambina che ha sempre voglia di divertirsi. Non cambierò mai. Mentre penso a questo, mi raggomitolo tra le lenzuola, con i miei comodi, caldi e vecchi calzettoni a righe. Mi faccio quasi pena, a quasi trent’anni, con questa "coperta di linus" comprata nel 2000 a Napanee. Ho girato varie volte il mondo, ma me la sono portata con me, dovunque andassi. Ho sempre detestato quel paesello sperduto, ma amo tutt’ora portare qualcosa di esso con me, ovunque io vada. Piuttosto bizzarro, ma mi ricorda da dove nascono le mie radici. Napanee. Mamma, papà, mio fratello, Jess, Matt, Evan, Deryck, Brody, Chad, Shania Twain, cravatte, e poi microfoni. Tanti microfoni e tante chitarre. Cadute dallo skate e bottiglie di limoncello. La pizza alle tre di notte sul tour bus, e le camminate dopo il lavoro in friggitoria a Napanee. La partenza, i concorsi fatti per scherzo, l’impegno, New York, L.A Reid. Let Go. Andiamo…Lasciamoci andare alla vita. Il duro lavoro. Under My Skin. The Best Damn Thing. Goodbye Lullaby, e ora il nuovo album. Tutte queste esperienze iniziano a vorticarmi nella mente, in modo confuso. Ora ho un gran mal di testa e piango. Piango e non riesco a fermarmi. Tanto amore, e tanta nostalgia insieme. Gli anni pesano, ma in modo agrodolce. Il bello e il brutto insieme. Non cambierei la mia vita per nulla al mondo. Per la musica ho sempre dato tutto, e tutto darò. Ma adesso come adesso, darei oro per avere un ballo scolastico, un diploma, una classe di compagni un po’ pazzi con cui condividere le giornate. Magari gli stessi che hanno animato la mia vita durante questi meravigliosi dieci anni. Senza di loro nulla sarebbe lo stesso. In fondo ero così piccola. Non mi sono data tempo. La piccola e determinata Abbey. La spensieratezza dell’adolescenza normale. Ecco, forse, cosa vorrei provare. Eppure non mi manca nulla, sono felice. Con Chad, Evan, e soprattutto la mia musica. Poi chi ha detto che i sogni, seppur infantili, non si possono realizzare? Accendo la luce della lampada sul comodino a fianco del letto, e sorrido, passandomi le mani sugli occhi, per asciugare le lacrime. Scrollo le spalle, divertita, notando, che, come al solito, non mi sono struccata. Anche questa un’abitudine ereditata da mia madre, che ho fatto mia dall’età di quindici anni. Ed eccola, l’idea perfetta per il video. Lì, nella mia mente, che scorre come delle diapositive. Io, a fare rock, in un bell’abito, al ballo finale dell’ultimo anno di liceo. Con accanto gli amici di sempre. La mia parte irrisolta. E le mie piccole Avie che ho portato sempre con me. Presente, passato e futuro. Cresciuta, e allo stesso tempo sempre bambina. Ma a me va bene così, sono a posto. Con i miei mille capricci e contraddizioni. Io, eterna Alice In Wonderland, che esplode di musica, e di voglia di conoscere il mondo.
Prendo il telefono, e chiamo l’unica persona che sapevo che a me avrebbe risposto ad ogni ora del giorno e della notte:
“Evan? Pronto. Non ci crederai. Ho il video. E’…è semplicemente un sogno.”
  
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