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Autore: Hyrim    09/05/2013    2 recensioni
Il famosissimo romanzo di Alessandro Manzoni portato in scena come spettacolo di beneficenza da attori provenienti da tutto il mondo... Ovviamente le rispettive nazioni saranno lì, pronte a vegliare su tutto, pronti a risolvere qualsiasi problema...
Ma se il problema fosse proprio il mancato arrivo della compagnia?
Come faranno a mandare avanti la serata?
Beh, molto semplice: copione alla mano, un bel respiro e pronti ad affidarsi alle loro capacità interpretative e alla giusta direzione di Germania!
L'unico problema è... conoscono la storia? O ancor peggio, conoscono le parti degli altri compagni?
Riusciranno a salvare la serata seguendo il copione o improvviseranno?
Avanti! Lo spettacolo deve continuare!
Genere: Comico, Commedia, Parodia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Nel frattempo su in sala si stava respirando un’aria ben diversa.
Gli invitati erano tutti presenti, i vari spettatori stavano già prendendo posto.
A breve avrebbe avuto inizio il grande spettacolo da quel che sapevano.
I corridoi del teatro erano pieni di gente. Dalle porte si riusciva a stento ad entrare, mentre donne, uomini, giovani, vecchi da tutte le parti del globo prendevano posto, chi in platea, chi in alto sulla prima balconata, chi sulla seconda e così via.
Fuori la grande sala c’erano ancora dei gruppetti di persone che indugiavano nel chiacchierare, ragazze in attesa delle amiche intente a rifarsi il trucco, coppie di coniugi che si avviavano assieme verso i loro posti.
In tutto il teatro si poteva respirare quell’aria fremente di quando si attende che cominci qualcosa di bello. Il rosso del sipario e le luci sfuse accompagnate da quella musica di sottofondo appena percettibile sotto il brusio di un’intera platea rendevano il tutto ancora più verosimile.
E mentre tutti pensavano questo, un solo ragazzo, già comodamente seduto al suo posto -privilegiato, ovviamente- se ne stava del tutto in silenzio, non condividendo affatto tutta quell’eccitazione.
Probabilmente perché era una cosa già vista, probabilmente perché era già abituato a tanto… o probabilmente perché, in quanto nazione, era semplicemente diverso da tutte quelle persone intorno a lui, nonostante preferisse comunque tenersi a, come aveva detto lui stesso, “debita distanza dal volgo, dalla misera plebaglia.” Con sguardo quasi annoiato scrutava il sipario calato sul palco, ogni tanto lo spostava sulle persone che prendevano posto in platea. Gli sembravano soltanto una grande macchia di formiche. Avrebbe potuto schiacciarle allungando un piede… E non che non avesse voglia di farlo.
Con un mezzo sospiro portò di nuovo lo sguardo sul sipario, due dita che tamburellavano impazienti sul bracciolo della preziosa poltrona di velluto rosso.
Ma quanto ci mettevano lì dietro!?
Sospirò ancora. Evidentemente la pazienza doveva essere poca.
Stato Pontificio aveva sempre avuto poca pazienza,  ma mai povera quanto la sua dimestichezza nel mescolarsi con i “comuni mortali”, in un certo senso.
Forse era per questo che aveva scelto di non partecipare alla raccolta fondi per i paesi più poveri.
Che gli importava in fondo? Non era un suo problema.
E poi… La sua parte l’aveva fatta: aveva comprato il biglietto dello spettacolo.
Era beneficenza, no? Aveva fatto del bene così. E poi… La sorella minore Vaticano aveva aderito, e in un modo o nell’altro, anche se piuttosto riluttante, aveva acconsentito ad andarla a vedere.
Certo che però se l’avessero avvertito prima di quell’attesa così lunga…
- Un ritardo non era contemplato nell’accordo. -
Aveva sibilato socchiudendo gli occhietti da serpente.
Perché attendevano così tanto? Doveva per forza essere successo qualcosa.
I minuti passavano, e sembravano interminabili al ragazzo castano, sempre più spazientito dall’attesa.
- Signore, se non iniziano subito tiragli qualche fulmine-
Aveva sibilato di nuovo, sprofondando con aria stanca nella poltrona.
Fu solo dopo qualche altra manciata di minuti che le luci si spensero, fra un coro di stupore e felicità del pubblico e il successivo immediato silenzio.
Finalmente qualcosa di buono, pensò sporgendosi leggermente in avanti.
… E invece no. Era soltanto l’annuncio generale dell’evento. L’annuncio iniziale dello spettacolo.
Non aveva messo in conto anche quello.
- Ottimo. –
 Sbuffò lasciandosi ricadere contro lo schienale
– A quest’ora dovrebbero essere già tutti morti.-
 
Dietro le quinte era un continuo viavai di persone, fra tecnici delle luci, responsabili del trucco, dei costumi…
Una nazione con un copione ancora stretto in mano se ne stava lì, pronto ad entrare non appena avesse ricevuto il segnale.
Il primo ad entrare in scena… E figuriamoci se non poteva capitargli anche questa sfortuna, oltre al ruolo che aveva, ovviamente. Già quello gli era parso una notevole presa in giro di suo…
Tutto pronto. Il sipario si era alzato. Posò il copione… E via.
 
Incredibile. Qualcuno si era finalmente deciso ad entrare in scena.
Ovviamente, nonostante fosse riconosciuto come “Stato della Chiesa” in un certo senso era Italiano anche lui… E in fin dei conti durante la stesura dei Promessi Sposi di Alessandro Manzoni lui era vivo e vegeto.
Era quasi curioso di vedere quali attori avessero scelto…
Ma mai avrebbe potuto aspettarsi ciò che realmente vide.
Improvvisamente aveva capito che genere di problema avessero potuto avere lì dietro…
Un enorme problema, a quanto pare.
E poi… Che soluzione.
Lì, nel bel mezzo della scena, in abiti sacerdotali…
Insomma, vestito da prete c’era proprio…
- Oh buon Dio. –
Disse basito, ad occhi spalancati, mentre Austria percorreva il palco.
  
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