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Autore: Emerald Latias    09/05/2013    1 recensioni
A volte, ci sono cose che ti infastidiscono in un modo tutto loro. A volte, ci sono altre persone che provano la stessa cosa.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Rinoa Heartilly, Squall Leonheart
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Disclaimer: Final Fantasy VIII e i suoi personaggi sono proprietà Square-Enix, e vengono qui utilizzati senza scopo di lucro: nessuna violazione del copyright è pertanto da ritenersi intesa.

PINPRICKS
scritta da Emerald Latias, tradotta da Alessia Heartilly

Era cominciato tutto con un regalo innocuo: un paio di semplici ma eleganti orecchini di onice, un regalo per il suo compleanno da parte di Rinoa.

Lui non si aspettava nulla (nessuno sapeva quando compisse davvero gli anni), ma lei aveva insistito a dargli qualcosa almeno quell'anno, avendo avuto un indizio sulla misteriosa data in questione. Si era un po' sbagliata - quel giorno era il trentuno, non il ventitré - ma era stato il pensiero (so che ho una possibilità su trentuno, stando alle mie fonti, di indovinare, quindi dato che probabilmente sono in ritardo, buon compleanno in ritardo) che contava.

"Ti piacciono?" gli chiese.

"Sì. Era da un po' che non compravo un orecchino."

Il suo uso preciso della parola attirò inavvertitamente la sua curiosità. "Oh, strano. Per qualche motivo pensavo che avessi buchi a tutte e due le orecchie. Immagino che dimostri quanto sono stata attenta."

"...Onestamente, mi preoccuperei se avessi una qualche specie di strana attrazione per le mie orecchie."

Lei lo colpì. "Sai che non intendevo questo, Signorino Compleanno In Ritardo. Quella bella zazzera che hai lo rende difficile da capire, a volte. Ma adesso sono curiosa, perché hai preso un orecchino?"

Lui scrollò le spalle. "...Non avevo abbastanza soldi ai tempi per farmele bucare entrambe."

"No, no," iniziò a spiegarsi lei. "Voglio dire, cosa ti ha dato l'idea di farti bucare qualcosa, in generale?"

Passò un secondo buono prima che lui dicesse qualcosa. "...Riderai."

"No invece. Mettimi alla prova."

Lui la guardò scettico prima di posare il suo regalo sulla scrivania. "Promesso?"

"Promesso." Lei gli porse la mano, come se volesse stringere la sua. "Ingoierò l'anello di mia madre se infrango la promessa."

L'espressione scettica sul viso di Squall si intensificò quando sollevò le sopracciglia, senza prenderle la mano. "Ehm... non devi farlo. Ti credo," rispose imbarazzato, ricordando quando Angelo aveva praticamente fatto la stessa cosa qualche mese prima con un altro dei suoi anelli. ...Non era stato bello da vedere, a dir poco. "...Il motivo per cui ce l'ho è Seifer."

"Oh." Lei sembrò più sorpresa che divertita. "E perché?"

Lui si passò istintivamente una mano tra i capelli. "È una lunga storia, ma... per farla breve, quando avevo sedici anni, lui fece un gran casino a lezione sul farsi un tatuaggio di una croce. Io feci l'errore di dirgli di chiudere la bocca al terzo giorno che ne parlava. Naturalmente, la sua risposta fu dirmi che non avevo le palle per farne uno io."

Rinoa lo guardò interrogativamente. "...Quindi sei andato dal tatuatore per questo?!"

Squall scosse la testa. "No. Non c'era nulla che volessi, soprattutto non per i soldi che sarebbe costato. Inoltre non avevo l'età minima, quindi non potevo comunque. Non intendevo dirlo a Seifer, però."

"Quindi hai lasciato che andasse al negozio per niente?" gli chiese con un sorrisetto. "Sei cattivo."

"...Non sono cattivo. Solo che non sono né il suo babysitter né il suo insegnante. Doveva imparare da solo. E così fu."

"Mi sembra onesto. Allora perché hai l'orecchino?"

"Onestamente... per quanto sembri stupido, una parte di me voleva dimostrare che si sbagliava," ammise. "Eravamo andati al negozio insieme, e quando lui non poté avere quello che voleva, il tizio mi chiese cosa volevo io. E subito dopo ero seduto a farmi bucare l'orecchio. Cosa ironica, Seifer se n'era già andato da parecchio. Non mi sono davvero accorto di averlo fatto se non dopo."

Il sorrisetto di Rinoa si allargò appena. "Tanto per chiarire, non sono affatto sorpresa. Ma perché lo tieni se è quello il motivo per cui ce l'hai?"

Lui scrollò le spalle. "...Credo di esserci abituato."

La Strega piegò la testa. "Io... non sono sicura di capito. Non avrebbe senso tenerlo solo se pensassi che ti sta bene?"

"Non necessariamente. Il modo migliore in cui posso descriverlo è che è come la cicatrice sulla fronte. Probabilmente starei meglio senza, ma sembrerebbe strano, forse, farmela togliere, perché ci sono abituato," spiegò.

"Ha senso," concordò lei, comprendendolo. "Allora... il Garden si arrabbiò, visto che si vedeva?"

Lui scrollò le spalle. "Se fosse stato un anellino, avrebbero potuto dirmi di toglierlo, ma una pietrina non si sarebbe incastrata in niente, quindi non c'era nulla che desse problemi. E il manuale non aveva regole al riguardo."

"Conosci davvero quel manuale come le tue tasche, vero?" lo stuzzicò lei. "Voglio sapere esattamente quanto eri annoiato ai tempi?"

"Probabilmente no," rispose lui disinvolto. Dopo averlo detto, un pensiero ricorrente - a dire il vero ormai gli capitava ogni due mesi - gli venne di nuovo in mente, mostrandogli la brutta faccia ancora una volta, dopo essere stato ripreso per caso nella conversazione. "...È da un po' che voglio farmi fare l'altro. Tanto vale farlo adesso, visto che mi hai dato un paio di orecchini."

Ancora una volta, il suo ragazzo la sorprese. "Oh. Già. Tanto vale. Ehm... possiamo andarci insieme, se vuoi."

"Non devi farlo se non vuoi," le disse lui. "So quanto odi gli aghi."

"No, no. Starò bene," lo rassicurò. "Inoltre è tipo colpa mia. Probabilmente dovrei restare nei paraggi... per supporto morale e cose così."

Squall non poté evitare un sorrisetto. "Se lo dici tu."

*~*~*~*~*

A dir poco, era stata una strana serie di eventi a portare Rinoa Heartilly sulla sedia nera e sterile in cui si trovava, ad aspettare l'impatto per cui aveva pagato.

Aveva i capelli tirati indietro e le orecchie già piene di disinfettante, e segnate dove sarebbe entrato l'ago, seduta proprio doveva aveva visto il suo ragazzo farsi bucare l'orecchio nemmeno quindici minuti prima. Lui l'aveva fatto sembrare così semplice, una passeggiata - l'idea di dargli supporto morale era stata una battuta. Lui avrebbe potuto farsi bucare la parte più spessa della cartilagine da bendato e senza essere avvertito, e non avrebbe fatto differenza - quel ragazzo ovviamente non era estraneo al concetto di dolore e gestione del dolore.

In breve, Rinoa avrebbe dovuto essere più sveglia.

Era già un fascio di nervi, e il pover'uomo che doveva bucarle le orecchie non aveva nemmeno fatto la parte difficile; era ancora in fondo alla stanza a prendere gli strumenti sterili. Comunque, lei aveva già pagato e si sarebbe dannata piuttosto che andarsene senza una semplice pallina di metallo per orecchio.

"Non devi farlo se non vuoi," le sussurrò dolcemente Squall nell'orecchio, ancora non-bucato.

Lei inghiottì l'ansia e si voltò a guardarlo, scuotendo la testa con un sorriso dolce. "Non preoccuparti, andrà bene."

Strano come le persone non pensassero che somigliasse minimamente al suo ragazzo. Proprio strano.

"Ok, ho quasi finito di preparare tutto, quindi siamo pronti," disse l'uomo, portando il vassoio al tavolo più vicino. "Iniziò dall'orecchio sinistro, quindi stringerò quello. Come ho detto al tuo ragazzo, sarà come un pizzicotto caldo quando ti passerò l'ago nel lobo, quindi ti chiedo di fare un respiro profondo ed espirare quando arrivo a zero. Pronta?"

Fedele alla sua parola, strinse l'orecchio poco dopo il cenno d'assenso di lei.

"Va bene, allora. Ecco. Tre... due... uno..."

*~*~*~*~*

Quando aprì gli occhi, la luce nella stanza era diversa. Non sapeva esattamente dov'era, era solo consapevole di essere stesa su sedia nera imbottita tutta reclinata, in una stanza verde. Ma quando l'odore acido di disinfettante le colpì le narici, e la vista di Squall e di uomo tatuato le apparve tra la cortina dei suoi capelli, fece due più due e si accorse che non era un sogno strano e folle - lei e Squall erano davvero nel negozio di un tatuatore a Balamb.

Si tirò lentamente su e stava per mettersi i capelli dietro le orecchie, quando Squall si allungò a fermarle la mano.

"Sarà meglio evitarlo per un po'," le disse piano, indicando un specchio. Rinoa si sporse in avanti, e infatti c'era una pallina di metallo nello specchio - precisamente, una. L'altro orecchio aveva ancora solo il segno.

"C'era già l'ago, quindi ti ho messo l'orecchino," spiegò l'uomo, allungandole un biglietto d'appuntamento con uno scarabocchio. "Non ti farò l'altro orecchio adesso perché non voglio che tu svenga di nuovo, ma se te la senti, un altro giorno, mostra questo biglietto al commesso e ti faranno l'altro buco gratis. O, se non pensi di sentirtela a fare l'altro buco, posso toglierti del tutto l'orecchino."

"Probabilmente tornerò un'altra volta a fare l'altro. Grazie."

Mentre lei e Squall uscivano dal negozio, Rinoa cominciò ad arrossire come fosse sotto un milione di soli.

"Dio, mi dispiace, non pensavo che-"

"Va bene."

"Ma-"

"Va bene, Rinoa," ripeté lui. "Non è raro che la gente svenga in queste situazioni. Non devi scusarti."

Rinoa emise un grosso sospiro. "È comunque imbarazzante. Si direbbe che a ventidue anni si abbia la capacità di controllare qualche secondo di dolore, ma nooo."

"È perché eri a stomaco vuoto," le disse lui in tono piatto. "Non dovresti. Ti rende più incline a svenire."

"Squall, se stai cercando di aiutarmi davvero non funziona. Mi sento solo più cretina."

Ci fu una breve pausa. "...Ti farebbe sentire meno cretina se ti dicessi che parlo per esperienza?"

Lei si fermò di colpo. "Quindi non ti sei fatto l'altro perché eri povero?"

Lui annuì. "Mi mandarono a casa con un biglietto, proprio come te. Non ebbi il tempo di fare il secondo. Non mi piaceva molto che Seifer mi prendesse in giro perché mi ci voleva un po' a fare il secondo... beh, prima che mi rendessi contro che non gliene fregava niente comunque."

"Solo l'unica a cui l'hai detto?"

Con un minuscolo sorriso che lo sminuiva, lui rispose, "pensavo che fosse abbastanza ovvio."

Con un caldo sorriso lei rispose, "grazie... per averlo condiviso con me."

"Di niente."

In quel momento, avrebbero potuto scegliere di tornare a camminare verso un caffè per mangiare qualcosa, in silenzio, ma Rinoa decise immediatamente di no, e scelse di respingere il silenzio con una sua confessione.

"Io... dovevo farmi bucare le orecchie il giorno che morì mamma. Lei pensava che far bucare le orecchie ai neonati fosse crudele, quindi non me lo fece mai fare. Immagino che volesse farmi prendere le mie decisioni, quindi non insistette mai davvero. Praticamente presi la decisione io stessa da piccola, quando vidi un paio di bellissimi orecchini rubino che non erano a pinza, e lei mi disse che solo le bambine con i buchi alle orecchie potevano indossarli. Dopo l'incidente, quel giorno... non ho mai avuto il coraggio o il tempo di farlo, fino ad oggi."

"...Cosa ti ha fatto cambiare idea?"

Lei scrollò le spalle. "Dopo aver sentito la tua storia, ho solo pensato che fosse ora. Diciassette anni è un tempo lungo per stare nel passato, sopratutto visto che sono cresciuta così tanto da allora."

Squall annuì, e rispose, "non potrei essere più d'accordo."

   
 
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