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Autore: FlyChick    09/05/2013    0 recensioni
..."Non puoi sempre ottenere tutto quello che vuoi Shannon."
"Cos'è? Sei diventata una fan dei Rolling Stones? You can't always get what you want..." si mise a canticchiare.
"Lo sono sempre stata e lo sai. Non cambiare discorso."
Shannon prese una sigaretta. Un'altra.
"Perché fai tutto questo?" chiese lei osservandolo mentre la portava alla bocca.
"Questo cosa?"
"Questo. Fumare, bere... e tutto il resto."
"Il resto?"
"Si, portarti a letto ogni ragazza che incontri. O quasi."
"Perché? Perché lo faccio, mi chiedi? Perché é una tortura. E' una tortura Evelyn."
"Cosa?"
La guardò, meravigliato e deluso da quell'ennesima domanda di ovvia risposta...
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Shannon Leto, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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58.Turn The Page
-I'm A Selfish Bastard. But At Least I'm Not Alone.-

Turn The Page

Los Angeles,
quel tardo pomeriggio...

Natalia sentì la porta di casa chiudersi, rivelando la figura di Evelyn all'entrata. L'una di fronte all'altra, si guardarono dritto negli occhi. Sconforto negli occhi di Evelyn. Ansia in quelli di Natalia.
Evelyn cercò di dire qualcosa, senza successo. Natalia sospirò sperando che qualunque cosa volesse dirle, fosse qualcosa che avrebbe potuto cambiare le cose, capovolgere la situazione e magari riportarla a com'era prima.
Evelyn pensò da dove poter cominciare. Si sarebbe scusata, o le avrebbe detto di Shannon, o magari entrambe le cose; non voleva più scappare nella sua stanza in silenzio come aveva sempre fatto in quegli ultimi tempi.
Natalia continuava a guardarla speranzosa.
Si, era giunta l'ora di fare il primo passo.
"Nat."
"Si?" esitò la messicana.
Evelyn mosse qualche passo verso di lei, di nuovo cercando le parole giuste.
"Nat mi dispiace. Mi dispiace tantissimo per quello che è successo."
L'altra guardò in basso, ricordando le forti parole di Evelyn nei suoi confronti.
"Non ti ritengo ciò che tu ho definito. Te lo garantisco. Ti chiedo scusa, è stato tutto a causa del nervosismo."
Natalia annuì.
"Ti chiedo scusa. Sono stata una sciocca. Ed un'arrogante. Perdonami, ti prego."
"Si." fece l'altra, "Si, ti perdono Eve." e l'abbracciò; prima con esitazione e poi con amicizia. La loro amicizia.
"Ti chiedo di nuovo scusa anche io, Eve. Per aver detto a Shannon di..."
"No, no, no." l'interruppe l'altra guardandola di nuovo negli occhi, le mani sulle sue spalle, "Se non fosse stato per te nulla sarebbe potuto succedere. Nulla. La mia vita sarebbe rimasta il fallimento che era, non sarei mai riuscita ad andare al di là delle apparenze, non sarei mai stata capace di rendermi conto del fatto che Shannon è ciò di cui ho realmente bisogno."
Aveva sentito bene?
"Perché lo è Nat, lo è, avevi ragione!"
Natalia rimase a bocca aperta, assolutamente incredula di ciò che aveva appena ascoltato.
"Non posso crederci. Come hai detto?"
"Quello che hai appena sentito Nat. Avevi ragione su di lui. Avevi ragione." e sorrise.
"Davvero?" la studiò Natalia.
"Davvero."
"Davvero davvero??" insistette.
"Davvero davvero."
Dopo qualche attimo di riflessione Natalia esplose in un grido trionfale abbracciando Evelyn e saltellando per la gioia.
"Oddio, non posso crederci! Non posso crederci!! Sono felicissima per voi, Eve. ¡Estoy tán feliz!" (*)
"Lo sono anch'io Nat. Credo di poter dire che finalmente sono veramente felice anch'io."
"Da quanto volevo sentire queste parole. Da quanto volevo sentirle."
"Già." sorrise Evelyn guardando verso il pavimento con il sorriso di una ragazzina innamorata sulle labbra, quel sorriso sincero, gioioso, meraviglioso. Il sorriso che si meritava da tempo.
Si, era proprio innamorata. Accidenti, doveva per forza esserlo! In ogni suo movimento, nel suo sguardo, Natalia riusciva a percepire che qualcosa era cambiato, qualcosa finalmente si era sprigionato in lei. Shannon aveva sicuramente fatto breccia nel suo cuore, nella sua mente e nella sua vita. Finalmente aveva giocato le carte giuste, finalmente stava riuscendo a tirare fuori la parte migliore di Evelyn.
"Beh raccontami. Che cos'ha detto quando ha visto le foto? Gli hai raccontato di tuo padre?"
Evelyn ritornò alla realtà, ricordandosi che di tutto il suo contorto passato Natalia sapeva soltanto che suo padre era sempre stato contrario alle sue scelte e che l'aveva cacciata di casa. Non sapeva di Damon, il suo ex-fidanzato, o meglio sapeva che era stato un semplice fidanzato con cui non le era andata bene. Tutto qui.
"Ehm..." cercò di prendere tempo la rossa, "Si, gli sono piaciute le fotografie. E... si. Si, gli ho raccontato di mio padre." tagliò corto.
"E come ha reagito?"
Evelyn sospirò appoggiando la schiena al muro ed incrociando le braccia.
"Ha preso le mie difese, convincendomi che tutte le scelte che ho fatto nella mia vita, l'università, il lavoro, eccetera, sono state scelte giuste. E mi ha rimproverato il fatto di non avergliene parlato prima. E di non aver chiesto il suo aiuto quando ne avevo bisogno."
"Pensa se l'avessi fatto."
"No, non sarebbe stato lo stesso. Ne sono certa." rispose Evelyn.
"Perché no?"
"Non lo so, so che non voglio più pentirmi di niente. Shannon dice che nel gioco della vita non ci sono regole prestabilite. Siamo noi a farle. Io voglio guardare soltanto avanti d'ora in poi, senza rimpianti e pentimenti. Questa è la mia regola."
"¡Así se habla, amiga mía! Devo ammettere che ti ha fatto un vero e proprio lavaggio di cervello! Gli sono veramente grata!" (**)
"Oh, grazie Nat!" rise Evelyn, "Ah, senti. Dovrei chiederti una cosa per questa sera." e si avviò nella sua camera da letto, portando con se l'amica.
"Aspetta lo so già. Dovete uscire e vuoi che ti presti le mie scarpe col tacco fucsia."
"No, io..."
"No, ho capito. No, il vestito di Dolce & Gabbana non te lo presto!"
"Nat?"
"Vuoi la macchina per stasera quando sai benissimo che serve a me. Ma insomma hai un uomo, potrebbe fare l'uomo e guidare lui, no??"
"Nat, stammi a sentire per favore! Avrei soltanto bisogno che stasera rientrassi un pò più tardi."
Natalia alzò un sopracciglio, guardando Evelyn stupita dalla richiesta.
"Cioè, avrei bisogno che tu rientrassi tipo... domattina." si corresse l'altra.
"Cosa? Cioè... fammi capire. Tu." e la indicò, "Shannon. E casa libera fino all'alba? E' questo che vuoi?"
Evelyn annuì.
Un respiro strozzato da parte di Natalia, che si portò le mani al viso con gli occhi sgranati.
"Oh mio dio! Oh mio dio!! Tu, lui... Oh mio dio Eve! Oh. Mio. Dio!"
La solita.
"Nat calmati. Insomma, gli ho solo chiesto di cenare insieme." dissimulò Evelyn in lieve imbarazzo.
"Ha!" rise Natalia, "Cenare insieme e vuoi la casa vuota fino a domattina? Non ci credo neanche se è vero! Ed ora mi tolgo di mezzo."
Prese le chiavi di casa e della macchina dalla borsa, diretta verso la porta.
"Grazie Nat." disse Evelyn, seguendola.
"Oh, figurati!" ed aprì la porta, "Bene, ora vado. Non ti auguro la buonanotte perché so che stanotte non dormirai affatto."
"Ehm..." arrossì Evelyn.
"Hahaha! Colpita e affondata. Mi raccomando Eve, sii te stessa stasera."
"Certo, perché me lo dici?"
"Perché ho la certezza che questo è un grande inizio per te e per lui. E' finalmente il grande inizio per voi."
"Tu dici?"
"Certo accidenti! Non ne sei convinta anche tu??"
"Io? Io... Io so che sono felice ora. So che Shannon è ciò di cui ho bisogno, e ti confesso che si, credo che lui possa essere un uomo fantastico con cui condividere le mie giornate. Sono convinta che ora vedrò le cose in modo diverso. Anche se a volte lui è..."
"E'?"
"E' molto... molto possessivo."
Natalia sbuffò ruotando gli occhi.
"Oh, Eve! Ma cosa c'è di meglio di un uomo innamorato e possessivo?"
"Dipende, lui è..."
"Lui," l'interruppe Natalia, "lui è così perché ti vuole tutta per sé e vuole che tu sia felice. Vuole fare il possibile per renderti felice."
Evelyn dovette ammettere a sé stessa che Natalia aveva proprio fatto centro.
"Godetevi la serata. Ciao Eve." la salutò.
"Ciao, ciao Nat! Grazie!" e chiuse la porta mentre l'altra scendeva le scale.
Evelyn, finalmente sola, tirò un lungo respiro di sollievo. Finora tutto secondo i piani.
Guardò l'ora. Le 18:40.
"Bene."
Si fece una doccia, mentre ciò che aveva preparato cuoceva nel forno. Cercò di vestirsi nel modo più normale possibile, e di non truccarsi in un modo troppo appariscente. Voleva essere la Evelyn di tutti i giorni, voleva essere così come Shannon l'aveva sempre incontrata in negozio, voleva provare il gusto di essere con lui una sera qualsiasi, in un giorno qualsiasi. Voleva avere giusto un assaggio di ciò che sperava sarebbe stata la sua vita d'ora in poi. Una vita normale. Per quanto una vita insieme a un elemento singolare come Shannon potesse essere definita 'normale'. Forse, una vita normale con un pizzico di follia. Si, era esattamente questo che intendeva. E ciò di cui aveva bisogno.
Le 20:00. Shannon sarebbe arrivato di lì a poco. Slacciò dal polso sinistro il braccialetto che le aveva regalato Adam. L'osservò, nel palmo della sua mano. Aveva ancora varie questioni in sospeso con Adam e voleva risolverle. Ma ci avrebbe pensato a suo tempo. Ripose il sottile filo d'argento nella sua scatolina, e la chiuse nel cassetto del suo comodino. Indossò un paio di orecchini che le aveva regalato Shannon un Natale di qualche anno prima e si assicurò che tutto fosse pronto. La tavola, il caminetto, la casa tutta quanta in ordine. Il cuore sembrava volerle uscire dal petto, batteva fortissimo, e più passava il tempo più l'ansia e la curiosità crescevano.
Le 20:30, un'auto sportiva nera entrò nel cancello del palazzo, dirigendosi di fronte al garage di Evelyn e Natalia. Era lui. Era stata lei a dirglielo.

Dopo mesi sono di nuovo qua! Mi scuso :( Al prossimo. Baci, Flychick.
(*) sono così felice!
(**) così si parla, amica mia!
  
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