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Autore: fede3333    28/11/2007    10 recensioni
*ambientata dopo Eclipse* Cosa sarebbe successo se Bella avesse scelto Jacob, decidendo di abbandonare Edward? Dopo tredici anni, Edward torna a rivederla... piccola oneshot scritta una vita fa (quando ho letto Eclipse in inglese, quindi se ho sbagliato qualche nome qualcosa ditemelo) e ritrovata oggi!
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Eccola, finalmente. La aspettava da tanto… aveva passato mesi e mesi a riflettere se gli avrebbe fatto bene rivederla, o se gli avrebbe procurato solo dolore, e poi aveva trascorso le ultime settimane a progettare tutto con cura: il coprire le sue tracce, il luogo dove nascondersi, il mettersi sotto vento per non allertare l’olfatto del nemico… aveva previsto tutto. Tutto. Ma ancora non sapeva che effetto gli avrebbe fatto rivederla.

Per primi vide i bimbi. Erano tre maschi. Il colpo che aveva ricevuto quando li aveva scorti lo aveva travolto come una palla da bowling abbatte un birillo. Erano i loro figli, senza dubbio. Erano la copia del padre, ma con influssi della madre, e la cosa rendeva il tutto bizzarro. I loro capelli erano lunghi, nerissimi e lucenti, del padre, i lineamenti spigolosi – mento appuntito, zigomi sporgenti – erano completati da una pelle chiarissima, quasi diafana, e la corporatura piccola e fragile. Dimostravano intorno ai nove, dieci, forse dodici anni, ma non ne poteva essere sicuro. Avevano un’aria innocente e maliziosa al tempo stesso, come persone che sanno di far parte di un grande affare, ma non te lo diranno mai, e in ogni caso, non ci pensano poi molto. Snobbando le giostrine che c’erano nel piccolo parco, tirarono subito fuori un pallone e iniziarono a giocare, gridando.

Poi arrivò lei. Lo shock di aver visto i bimbi fu niente al confronto. Era cambiata, ovviamente: si era fatta donna, rifletté lui con uno strano misto di orgoglio e amarezza. In sé non aveva ormai niente dell’adolescente che era stata: i capelli erano più lunghi, l’espressione più tranquilla, seno e fianchi più morbidi… “Sei invecchiata, Bella… ma sei sempre splendida” pensò Edward. Bella si aprì la giacca – era primavera e nonostante le nuvole, faceva caldo – e fu allora che Edward notò il suo pancione. Quinto mese, constatò velocemente lui. Quindi ne aspetta un altro… il dolore lo trafisse di nuovo.

Per ultimo arrivò lui. Edward dovette fare uno sforzo sovrumano per reprimere il ruggito che sentiva in gola. Lui era sempre uguale, non era cambiato di una virgola, se non forse nell’espressione del viso, che era più matura. La luce nei suoi occhi, e i suoi pensieri pieni d’amore erano tremendamente dolorosi per il vampiro.

Bells, amore, è meglio che ti sieda, non stancarti” disse Jacob passando un braccio attorno alle spalle della moglie. Moglie, perché Edward non trovò difficoltà nel distinguere la fede dorata sul suo anulare. Notò con chiarezza che Bella stava per ribattere, forse per dire che non era stanca – almeno quella caratteristica non l’aveva persa – ma poi la donna si diresse verso la panchina e si sedette, guardando i figli.

“Matt, stai bene? Cosa è successo?” Il bambino più piccolo era cascato a terra di colpo; si alzò a fatica tremando e si sistemò i vestiti con un gesto veloce. Bella fece per alzarsi, preoccupata, ma Jacob la fermò e si diresse a grandi passi verso i figli. Lei sbuffò e alzando la voce chiede se si era fatto male. “Non è niente mamma, sono solo inciampato!” gridò il piccolo Matt in risposta. Jacob controllò, lo lasciò andare e tornò da Bella.

“A volte ho la sensazione che ti preoccupi troppo per Matt” le disse.

“Non dire sciocchezze, è solo perché è più piccolo.”

“Farà dieci anni fra due settimane, può permettersi di inciampare ogni tanto.”

“E’ un po’ goffo, come me. Potrebbe farsi male sul serio.”

Jacob sospirò. “Se lo dici tu…

Bella chiuse gli occhi e si appoggiò sulla spalla del marito, che le accarezzava i capelli mentre continuava a guardare i figli. Edward era stregato da quelle tre creature che, pur semplici e ingenue, gli facevano un male d’inferno. Tornò a rivolgersi con lo sguardo alla coppia, che non era però di conforto rispetto agli altri.

“A cosa pensi?” Jacob si rivolse alla moglie.

“Penso a quanto tempo è passato” rispose lei. Lui la guardò in modo interrogativo. “Sì, quanto tempo è passato da quando è nato Matt. Mi è tornato in mente come erano contenti Charlie e Billy… ti ricordi? Sono tornata a casa e tu e lui avevate organizzato quella grandiosa festa, quando io volevo solo dormire!” Bella ridacchiò. “E quanto piangeva da piccolo! Iniziava lui e dopo continuavano Zach e Gabriel… erano un’associazione a delinquere! E quei due gemelli continuano ancora l’opera.” Rise.

“Ti amo” le sussurrò Jacob.

Dopo un attimo, Bella alzò gli occhi verso il marito. “Anche io” gli mormorò in rimando. Aveva esitato, o Edward lo aveva solo immaginato? Si mosse nervosamente sopra al ramo su cui era seduto, cercando di calmarsi: non doveva farsi vedere. Si immaginò mentre scendeva dall’albero, si dirigeva verso i due, eliminava Jacob con un gesto, prendeva la mano di Bella e le dichiarava che non importa quanto quel cane l’avrebbe mai amata, perché lui l’avrebbe sempre amata di più, e che era stato uno stupido, no, un coglione in piena regola a farsi tutti quei problemi sulla sua salute, che avrebbe dovuto essere egoista, fregarsene della sua anima e farla sua, trasformala per poter vivere sempre con lei… scosse la testa per cercare di schiarirsi le idee e tornò a rivolgere lo sguardo su di lei.

“… e non vedo l’ora che nasca! Avremo anche una femmina, sarà fantastico, no? Non sarai più l’unica donna in casa! Un nome potrebbe essere Margaret, che ne dici? Oppure Angela, o Kirsten…

Bella si morse un labbro. “Sai…. Vorrei chiamarla… beh, vorrei chiamarla Alice.” Jacob si immobilizzò, ma poi si riprese in tempo per fare un sorriso. “Se per te è importante, possiamo anche chiamarla Alice, certo.”

Edward pensò a come avrebbe reagito Alice, quando e se glielo avesse detto. Sapeva che la sorella non demordeva ancora, e cercava di vedere il futuro di Bella appena Edward non la teneva sotto controllo per un po’. Era stato un dolore troppo grande per lei, perdere quella che era praticamente la sua unica amica… Edward poteva vederlo, sentirlo, quando lei, frustrata, pensava di sfuggita al suo ultimo fallimento: Sta troppo vicino a quel cane, continuava a ripetere, ogni volta, e lui faceva finta di non sentire.

Si riscosse nuovamente per osservare, col cuore sempre più straziato, Jacob che abbracciava Bella. Era immerso nella contemplazione di quella coppia quando uno dei due gemelli, Zach o Gabriel, non sapeva quale dei due, calciò il pallone in una goffa rimessa in gioco e colpì la spalla del padre. Con un gemito di sorpresa, Jacob si staccò dalla moglie per raccogliere il pallone, e fu in quel momento che Edward notò i peli sul suo avambraccio, rizzati, come in all’erta. Allarmato, prestò più attenzione ai suoi pensieri, che aveva cercato disperatamente di ignorare fino ad un momento prima: ora poteva distinguere chiaramente, sotto la coperta di pensieri amorevoli, una vecchia rivalità, la gelosia che cercava di mantenere nascosta.

Sa che sono qui! pensò improvvisamente. Neanche a farlo apposta, in quel momento la coltre di pensieri d’amore si ruppe e una voce grossa gli risuonò nella mente: Vattene, Edward! Sparisci e non farti vedere ne da lei, ne dai bambini! Vuoi rovinare quella serenità che stiamo cercando di costruire? Vattene e non rovinare tutto!

Si immobilizzò istantaneamente, come un animale sorpreso da una trappola. Gli faceva male da morire, ma Jacob aveva ragione. Non avrebbe dovuto presentarsi lì, rivederli, mettersi a spiarli, e per cosa poi? Solo altro dolore. Ricordava perfettamente il momento in cui si era separato da Bella, il momento in cui lei aveva detto basta e aveva accettato Jacob. Ricordava quello che gli aveva detto “Edward, non posso vivere così. Tu vuoi proteggermi, e facendo così non puoi vivere con me. Sei sempre così preoccupato, così ossessionato dalla mia sicurezza che non posso andare avanti. Per quanto tu prometta e prometta, alla fine non avrai il coraggio di cambiarmi… preferisco lasciarti ora e rinunciare, piuttosto che essere lasciata più tardi, senza preavviso. Mi spiace, Edward… ti amo, ma non posso vivere con te, tu non me lo permetti.” Ricordava di non aver detto nulla, di averla lasciata andare. Dopotutto aveva ragione, lui non aveva il coraggio di cambiarla, per quanto la amasse… non voleva essere egoista. E ora eccolo, lì che pagava. Alla fine aveva ragione lei, avrebbe dovuto fare quello che diceva lei. Quello che tredici anni prima gli sembrava difficile e impossibile, ora lo vedeva come semplice e ovvio. Doveva andarsene subito.

Aveva perso, e non poteva fare più niente.

Rivolse l’ultima occhiata alla famigliola, lasciando per ultima lei. La fissò così intensamente che non si stupì quando le si rizzarono i peli sugli avambracci… o forse era il fresco primaverile? No l’avrebbe mai saputo. Si girò, fece un respiro profondo e spiccò un balzo, pronto a correre nel bosco, il più lontano possibile.

Sentì lontano, nella sua mente, prima di perdersi nella corsa, l’ultimo pensiero di Jacob… Addio, Edward, e un inconfondibile sentimento di vittoria.

 

  
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