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Autore: Ram92    10/05/2013    1 recensioni
Una delle tante versioni dell'inizio di un'avventura.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: I Malandrini, James Potter, Peter Minus, Remus Lupin, Sirius Black
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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-Oh cavolo!- esclamò James –E dire che mi sembravi a posto!-
Sirius ghignò
-Forse io andrò contro la tradizione.-
In quel momento un ragazzino dall’aria malaticcia si affacciò alla porta dello scompartimento.
-Posso?- chiese timidamente –Tutti gli altri scompartimenti sono del tutto occupati…-
-Non sarai anche tu un futuro Serpeverde, spero!- fece James
-Non saprei, ma non credo…- rispose il ragazzino con un sorriso triste, sedendosi accanto a James che gli aveva fatto posto.
-Mi chiamo James Potter -
-Io sono Remus, Remus Lupin.-
-E io sono Sirius-
-Un futuro Serpeverde…- lo canzonò James
-Ti ho detto che io non sarò mai un Serpeverde.- fece Sirius, irritato -Dove vorreste finire voi, se poteste scegliere?-
James alzò una spada invisibile
-“Grifondoro…culla dei coraggiosi di cuore!” come mio padre-
Un ragazzo pallido seduto accanto al finestrino  fece un verso sprezzante. James si girò verso di lui.
-Qualcosa che non va?-
-No- rispose l’altro, ma il suo ghigno diceva il contrario –Se preferisci i muscoli al cervello…-
-E tu dove speri di finire, visto che non hai nessuno dei due?- intervenne Sirius.
James scoppiò in una risata fragorosa. La ragazza accanto a lui si raddrizzò sul sedile, nervosa, e guardò James e Sirius, disgustata.
-Andiamo Severus, cerchiamo un altro scompartimento.-
James e Sirius imitarono la sua voce altezzosa; James cercò di fare lo sgambetto a Severus.
-Ci si vede Mocciosus!- gridò Sirius mentre la porta si chiudeva.
-Voi come pensate che sia Hogwarts?- chiese Remus
-Splendida- rispose James con aria sognante – Mio padre mi ha raccontato di non aver mai trovato un posto come Hogwarts.-
Poco dopo un prefetto venne ad avvertirli dell’ormai prossimo arrivo e nello scompartimento cadde il silenzio. Mentre indossavano le divise, l’ansia si fece palpabile.
Il castello si stagliava luminoso nella notte i ragazzi sentirono una stretta al cuore mentre scivolavano silenziosi sul lago. Erano ancora insieme quando raggiunsero la riva e salirono la bianca scalinata dietro alla professoressa McGranitt. La Sala Grande li accolse con il suo calore e gli sguardi incuriositi degli altri studenti. Gli stendardi delle quattro case dominavano la scena al fianco di ogni tavolata, mentre i fantasmi mostravano ai nuovi arrivati la tavolata della loro Casa, decantandone le lodi.
La professoressa McGranitt raggiunse un piccolo sgabello e, preso tra le mani un vecchio cappello rattoppato, indossò gli occhiali e lesse da una lunga pergamena.- Abbott, Charles-
Un ragazzino biondo si fece avanti e, sotto lo sguardo della Sala Grande gremita di studenti si sedette sullo sgabello e la McGranitt gli calò sulla testa il grande cappello.
Come questo sfiorò la testa del ragazzo, prese vita e, dopo essersi contorto per qualche istante, mosse alcune pieghe che somigliavano ad una bocca ed esclamò :- Tassorosso!-
-Quello è il Cappello Parlante- disse la voce di Severus in lontananza alla ragazzina che lo aveva accompagnato sul treno –Scruta nella testa alla ricerca delle qualità di ogni studente per assegnarlo nella giusta Casa. Lo Smistamento dipende unicamente da lui, non c’è modo di cambiare Casa una volta che il Cappello ha pronunciato il responso.-
-Black, Sirius!- esclamò in quel momento la professoressa.
Sirius avanzò fieramente verso il Cappello, ma nei suoi occhi, mista ad una forte determinazione, si leggeva anche una certa paura. James lo scrutò attentamente. Gli sguardi dei due ragazzi si incontrarono per un istante prima che il Cappello nascondesse gli occhi di Sirius. Il lungo silenzio che seguì era rotto soltanto dai borbottii del Cappello, che dopo lunga riflessione disse, con voce meno squillante del solito: -Grifondoro.-
Sorridendo Sirius si tolse il Cappello e corse verso il suo tavolo ricambiando allegramente lo sguardo felice dell’amico ancora in piedi nell’atrio.
-Te lo avevo detto- gli mormorò passandogli accanto.
Anche Remus gli sorrise.
-Ora vediamo di seguirlo anche noi.- disse James.
Poco dopo venne fatto il nome di Lily Evans e la ragazza del treno si avviò a passi incerti verso lo sgabello. Il Cappello gridò “Grifondoro” nel momento stesso in cui toccò i suoi bei capelli rosso scuro.
James sorrise, mentre lei lanciava un sorrisino triste in direzione di Severus e Sirius le faceva posto accanto a lui al tavolo dei Grifondoro.
-Lupin, Remus John- gridò la McGranitt.
-Buona fortuna- bisbigliò James, Remus sorrise incerto, avanzando a piccoli passi verso lo sgabello. Ma il suo sorriso fu ancora più grande quando la voce del Cappello esclamò di nuovo “Grifondoro”. Felice come non ricordava di essere mai stato in vita sua, corse a sedersi di fronte a Sirius e insieme aspettarono che venisse il turno di James.
Come previsto, Severus Piton venne assegnato alla casa di Serpeverde e cadde avviandosi verso il suo tavolo, accompagnato dalle risate di scherno di Sirius e James, come di gran parte dei Grifondoro.
Quando venne fatto il suo nome, James si fece prontamente avanti, impaziente. Il Cappello gridò “Grifondoro” prima ancora che la mano della McGranitt lo lasciasse ricadere sulla sua testa.
L’intera Casa lo accolse mentre Remus gli faceva posto sulla panca.
-Saremo nella stessa Casa, allora- commentò
-E faremo grandi cose insieme.- disse James eccitato.
-Del resto solo i migliori diventano Grifondoro.- disse Sirius in un tono tale che anche Lily potesse sentirli.
La ragazza gli lanciò uno sguardo corrucciato, ma venne presto distratta dalle mille novità che si aprivano davanti ai suoi occhi. Severus le aveva raccontato molte cose del mondo magico, ma vederlo faceva tutto un altro effetto. Le immagini nei quadri si muovevano e i fantasmi venivano a dare il benvenuto ai nuovi arrivati. Mentre osservava incuriosita Nick Quasi Senza Testa parlare con James, Remus e Sirius, una ragazza dai capelli rosso acceso e con molte lentiggini le sorrise.
-Vieni dal mondo dei Babbani, vero?- le chiese sorridendo – Io sono Molly Prewett. Sono al sesto anno, se vuoi ti posso presentare un po’ di gente.-
-Sei cresciuta tra i Babbani? Veramente?- intervenne un ragazzo seduto di fronte a Molly -Deve essere affascinante vivere tra loro, non è così?-
-Non saprei…- borbottò Lily confusa
-Oh, Arthur, non la stressare con questa storia...Non farci caso, lui è un fissato con Babbanologia.-
-Babbanologia?-
-Sì, è una materia che per fortuna avrai solo dal quinto anno in poi, una cosa per fissati, dammi retta.-
Più confusa che mai, Lily guardò verso il tavolo degli insegnanti dove il preside si era alzato provocando l’immediato silenzio nella Sala.
-Benvenuti ad un nuovo anno ad Hogwarts.- esordì –Prima che il banchetto abbia inizio vorrei ricordare a tutti e dire ai nuovi arrivati che lasciare il Castello di notte e addentrarsi nella Foresta Proibita oltre ad essere severamente proibito è anche molto poco saggio. Inoltre Mastro Gazza ci tiene a ricordare che è vietato introdurre nella Scuola oggetti magici quali Caccabombe o simili. Gli oggetti requisiti non saranno restituiti. Inoltre vorrei fare notare a tutti voi una novità nella Scuola: nel Parco è stato recentemente piantata una rara qualità di albero chiamata “Platano Picchiatore”. Vi sconsiglio caldamente di avvicinarglisi. Detto questo, ho un solo, ultimo consiglio per voi: abbuffatevi.-
Come finì di pronunciare l’ultima parola, i tavoli improvvisamente imbanditi si riempirono di ogni pietanza desiderabile.
-Avete mai sentito parlare di Gazza?- chiese James agli altri due afferrando una coscia di pollo
-E’ il custode, credo sia un magonò.- rispose Remus
-Non solo. E’ perfido. Probabilmente è invidioso del fatto che noi possiamo fare magie e lui no. In ogni caso non ha idea di quello che ho io.-
-Peggio delle caccabombe?- chiese Sirius divertito
-Molto peggio. Le caccabombe sono divertenti, ma non utili. –
-E che cos’è?-
James fece loro segno di avvicinarsi.
-Un Mantello dell’invisibilità- sussurrò
-Tutto qui?- fece Sirius
-Voi non sapete, non avete idea. Non è un Mantello qualunque, potete provare. Questo è speciale, non risponde a nessun incantesimo di appello, ce l’ho da anni e non si è certo consumato.-
-Dove l’hai preso?- chiese Remus accigliato.
-Era di mio padre. Lo teneva sepolto in un baule tra le cose appartenute a mio nonno.-
-E quando potremmo vedere le qualità “speciali” di questo Mantello?- chiese Sirius
-Anche stasera, dopo la cena, se volete.Vi andrebbe un giretto per conoscere Hogwarts?-
-Io ci sto.-
-Remus?-
Remus guardò gli amici titubante.
-Ma se ci scoprono…-
-Se il Mantello è davvero speciale come dice non ci scopriranno mai, e poi sei o non sei un Grifondoro?-
-“Grifondoro…culla dei coraggiosi di cuore”-gli ricordò prontamente James
-Ehm…ok- disse alla fine accennando un sorrisetto nervoso.
Subito dopo cena, i prefetti scortarono i nuovi arrivati verso le Case di appartenenza. Con grande sorpresa di Lily, la Signora Grassa rispose prontamente alla parola d’ordine e scattò in avanti lasciando aperto il passaggio su un’ampia sala circolare dominata dalle tinte rosse e oro.
-Proprio come me l’aveva descritta mio padre!- esclamò eccitato James.
Sirius sorrise compiaciuto all’idea di varcare una soglia mai varcata da nessun Black prima di lui. Remus guardò con affetto quella che già considerava la sua nuova casa. Insieme salirono ai dormitori e trovarono i loro bauli e tutte le loro cose già posate su tre dei cinque letti di una camera circolare.
James rovistò tra la sua roba per un po’ e, mentre i loro compagni di stanza Frank Paciock e Peter Minus non guardavano, fece un cenno a Sirius e Remus. Come si avvicinarono videro il lungo Mantello accuratamente ripiegato sul fondo del baule.
-Dovrebbe bastare per tutti e tre- mormorò.
Dopo aver scambiato due chiacchiere con i compagni di stanza, i tre si coricarono e attesero nel buio che la respirazione degli altri si facesse più regolare. Quando fu certo che si fossero addormentati, James balzò in piedi.
-Sbrigatevi!-
Sirius e soprattutto Remus cercarono di evitare il chiasso di James, sgattaiolando furtivi fino alla porta della stanza.
-Allora andiamo?- fece James non appena lo raggiunsero.
-Prima facci vedere il Mantello.- rispose Sirius
-Non ti fidi, eh?- disse James guardandolo con aria di sfida –State a vedere.-
Come lo indossò, sparì completamente, senza lasciare quell’alone di forma nell’aria che lasciavano gli altri Mantelli che i ragazzi avevano visto.
-Allora, adesso lo vedete che è speciale?-
-In effetti non è male.- commentò Sirius
-Ma sei sicuro che c’entriamo tutti?- chiese Remus, preoccupato.
Sirius e James risero e pochi minuti dopo erano tutti e tre sotto il Mantello a vagare per il castello. Dopo aver dato un’occhiata alla Sala Grande, percorsero tutto il pian terreno e videro Gazza aggirarsi per i corridoi mugugnando.
-Andiamo nei sotterranei?- propose Sirius
-Ci dovrebbe essere qualcosa di interessante?- chiese James
-Credo di aver letto che ci sono le Sale Comuni di Tassorosso e Serpeverde e la cantina.-  intervenne Remus, che era rimasto in silenzio per gran parte del tempo.
Così la loro piccola esplorazione continuò nella notte. Arrivati in cantina trovarono un Fantasma addormentato e rubarono un paio di mele stando attenti a non svegliarlo.
Sulla via del ritorno si resero conto di essersi persi.
-Dobbiamo arrivare alla Sala Grande e da lì tornare alla Torre di Grifondoro- bisbigliò James
-Non ci sarei mai arrivato.- commentò Sirius sarcastico – Non è che ti ricordi anche come, per caso?-
-Credo per di là.- tentò Remus.
Girarono alla ricerca della Sala Grande per una buona mezzora, l’umore sempre più irritabile, fermandosi ad ogni angolo per controllare se Gazza fosse nei paraggi.
Alla fine trovarono la Sala Grande e cominciarono a sentirsi più sollevati. Presero le scale di corsa, con il solo obiettivo di tornare nei loro letti il prima possibile. Fu così che non notarono il gradino evanescente e James sprofondò con un tonfo a mezza scala, tirando con se’ il Mantello.
-Tiratemi su- mormorò mentre i passi di Gazza si avvicinavano. Sirius e Remus si misero ai lati dell’amico e provarono a tirare, con scarsi risultati.
-Prendete il Mantello.- disse improvvisamente James.
-Cosa?- sbottò Sirius
-Ma sei matto? Così ti vedrà di sicuro!-
-Meglio che finisca nei guai uno solo di noi, giusto?-
-Potremmo sederci accanto a te con il Mantello sulle spalle.- propose Remus
-Il Mantello non si vede, ma se Gazza ci arriva addosso si accorgerebbe comunque di noi.- ribattè James.
-Dovremo tentare.- sentenziò Sirius
-Non ti lasciamo solo- concluse Remus in un bisbiglio, accovacciandosi a fianco dell’amico intrappolato.
Gazza era ai piedi delle scale, la lampada tesa ad illuminare una rampa vuota nel silenzio della notte.
-Già dal primo giorno a fare casini, questi giovani impertinenti.- bofonchiò all’indirizzo di un gatta grigia apparsa dal nulla accanto a lui.
-Ma se li trovo, se li trovo...- continuò Gazza iniziando a salire.
I ragazzi, sotto al Mantello trattennero il respiro. Ma il custode non aveva fatto che pochi passi che un tonfo ben più rumoroso di quello di James catturò la sua attenzione. Subito si gettò alla ricerca del responsabile, correndo a piccoli passi silenziosi.
Come la luce della sua lanterna sparì dalla loro visuale, i tre tirarono un sospiro di sollievo. Anche se bisbigliando, trovarono il coraggio di riprendere a tirare James per le ascelle. Dopo un paio di tentativi la presa cedette e Sirius riuscì a farlo uscire da quella trappola definitivamente.
-Sarà bene ricordare di saltare questo gradino d’ora in poi- commentò Sirius ansante.
-Già...- fece James rimettendosi in piedi
-Chissà cosa è stato a fare quel rumore.- mormorò Remus.
-Probabilmente Pix.-
-Fammi indovinare: te l’ha detto tuo padre?- disse Sirius. James sorrise.
-Adesso però andiamocene.- li pregò Remus
James e Sirius presero le bacchette –Lumos!-
Le luci rischiararono le scale
-Sbrighiamoci.-  sussurrò Sirius.
In quel momento, alle loro spalle, un miagolio acuto gelò il sangue ai tre.
-Accidenti, ci siamo dimenticati di Mrs Purr!- sbottò James
Capendo da soli chi fosse Mrs Purr gli altri due lo seguirono nella corsa a rotta di collo verso il quadro della Signora Grassa.
–Invisa columbris- sussurrò Remus.
-Non è carino cercare di entrare di nascosto, sai?-
-E dai sbrigati!- insistette James
-Ma quanti siete?-
-Tanti e di fretta- rispose Sirius
-Ti prego...- gemette Remus
-E va bene, va bene, passate...- disse lei scattando in avanti con voce annoiata.
Il quadro si chiuse alle loro spalle giusto in tempo, mentre i passi di Gazza si avvicinavano ad una rapidità impressionante.
-Comunque grazie.- ansimò James
Gli altri si limitarono a guardarlo interrogativi, mentre riprendevano fiato.
-Siete rimasti. Potevate andarvene e siete rimasti.-
-Siamo Grifondoro, no?- disse Remus in un sorriso
-“Grifondoro...culla di coraggiosi di cuore”- disse Sirius scimmiottando il tono solenne di James
 
  
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