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Autore: ArizonaRobbins    10/05/2013    2 recensioni
Arizona Robbins quella mattina si era svegliata con le migliori intenzioni del mondo e aveva preso una decisione epocale; dal momento che Callie sarebbe tornata da un momento all’altro dal suo turno di notte in ospedale, e che era un giorno speciale, aveva deciso di prepararle la colazione.
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Arizona Robbins, Callie Torres
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Alla mia Calliope,
che mi ha insegnato a respirare.

 
 





Accidenti, pensò mentre osservava il caffè fuoriuscire inesorabile dalla moka: si era creata una piccola cascata di liquido scuro e denso che si allargava poi sul ripiano della cucina formando un laghetto dall’odore forte e penetrante.
“Accidenti!”, gridò a se stessa quando un’odore ben più acre, di toast bruciati, le arrivò alle narici.
Arizona Robbins quella mattina si era svegliata con le migliori intenzioni del mondo e aveva preso una decisione epocale; dal momento che Callie sarebbe tornata da un momento all’altro dal suo turno di notte in ospedale, e che era un giorno speciale, aveva deciso di prepararle la colazione. Peccato che fosse proprio Calliope l’addetta alle colazioni. E ai pranzi. E alle cene. E a merende e spuntini vari. In effetti Arizona non cucinava molto, la sua presenza nella zona cucina era più che altro decorativa e partecipava attivamente solo quando c’era da mangiare; d’altro canto, a Callie piaceva molto cucinare, la rilassava, si divertiva, così si era sacrificata più che volentieri nel cederle lo scettro di Regina dei Fornelli.
 




 

Si incantava a guardarla, Arizona.
Si incantava nel vedere le sue mani muoversi sinuose, agili,
tutte prese dal mescere,

assaggiare, sperimentare sapori, creare.
Si  frenava, Arizona,
come un lupo in gabbia,
perché non poteva starle lontano
nemmeno di poco.
Aveva bisogno di toccarla,
sfiorarle la pelle, respirarne l’odore,
aveva bisogno del calore che quel corpo irradiava
e resisteva, distoglieva lo sguardo,
la lasciava lavorare, ma era incantata Arizona,
attratta come le falene dalla luce.
Le scivolava vicino lentamente,
abbracciandola da dietro,
le poggiava le labbra nell’incavo del collo,
e restava così Arizona, stretta a lei, attaccata,
mentre lei continuava a lavorare, sorridendo.
 
 

 
 
Di solito, quando si svegliava, la colazione era già pronta, e quando il suo chirurgo ortopedico preferito non c’era, semplicemente non faceva colazione, andando poi alla ricerca di qualcosa di commestibile una volta arrivata in ospedale; ma quello, era un giorno speciale.
Quanto potrà essere difficile prepare la colazione?Si era detta.
Sono un chirurgo, santo cielo!Si era convinta.
Ed ora la risposta le si presentava d’avanti in tutta la sua brutalità: il piano cucina era un autentico disastro. Pieno di pentole ed elettrodomestici, sporco come mai prima, cosa che in realtà aveva messo da conto, ma pensava che il disastro sarebbe stato mitigato dall’ottima colazione che avrebbe preparato. Peccato che di colazione non c’era nemmeno l’ombra! Prima si era messa in testa di preparare dei buonissimi muffin al cioccolato, ma aveva dovuto rinunciare all’impresa dopo aver usato tonnellate di sale, pensando fosse zucchero; poi aveva deciso di preparare delle ottime crepes ma rese inutilizzabile il composto facendo cadere la ciotola che aveva usato, con ovviamente tutto il suo contenuto, per terra. A quel punto, presa dalla disperazione, aveva deciso di passare a qualcosa di più semplice: french toast.
Veloci, semplici da fare, praticamente si preparavano da soli e Callie li adorava, così si mise all’opera; peccato però, che nel momento di maggior attenzione, ovvero quando i toast erano i padella a cuocere, ebbe la brillante idea di andare a fare la doccia, dimenticando completamente quello che aveva lasciato in cucina.
 
 


Distratta era, Arizona,
da quando lei era entrata nella sua vita.
Distratta dalle sua labbra, dal suono della sua risata,
dalla sua voce armoniosa, dal suo corpo,
distratta dal suo profumo, dal suo essere,
dai piccoli segni ai lati della sua bocca
quando sorrideva,
dall’espressione che assumeva
quando difendeva le sue idee.
Distratta, eppure più concentrata,
su stessa, per se stessa per la prima volta nella vita.
Non respirava, Arizona,
prima di incontrare lei.
Era sempre sott’acqua, in apnea,
sempre concentrata su tutto e tutti,
tranne che su se stessa.
Tim, i suoi genitori, i piccoli umani.
Solo questo era, ma non esisteva Arizona.
Non sapeva cosa fosse la felicità, l’amore,
non credeva di poter avere amore,
di essere in grado di dare amore.
Non sapeva più ridere di cuore,
né piangere con tutta l’anima,
non poteva essere se stessa,
né concedersi debolezze,
non aveva complici in questa vita.
Non respirava, Arizona.
 

 



“Ora del decesso: 6.45…” proclamò solennemente decretando la morte dei toast, del caffè e della colazione in generale. Quando si era ricordata della cucina era schizzata via dalla doccia alla velocità della luce, ma era ormai troppo tardi, così si ritrovava tutta bagnata con solo l’asciugamano addosso, a contemplare il disastro finale.
“Non può andare peggio di così…” si disse un po’ sconsolata. Ma gli dei sanno essere malvagi; infatti, in quel preciso momento, sentì girare la chiave nella toppa della porta e lei alzò gli occhi al cielo, ringraziando mentalmente l’universo per il tempismo perfetto della sua fidanzata.
“Buongiorno Ari..- diede un’occhiata fugace a lei e alla cucina - ..zona. Che è successo qua?”
“Ti posso spiegare Calliope, davvero…” la povera Robbins le si parò d’avanti cercando di arginare l’ira funesta che da lì a poco sarebbe scoppiata. Se c’era una cosa che Callie Torres detestava dopo aver passato un’intera notte all’ospedale, era trovare la casa ridotta a un porcile.
“Io volevo prepararti la colazione… - iniziò a dirle leggermente in imbarazzo – Ma lo sai, io…io io sono un disastro in cucina e allora…ho fatto un casino..!Ma sistemo tutto prima di andare, giuro!”
Callie la guardò stupita, ma poi le si avvicinò sorridendo.
“E come mai hai deciso di prepararmi la colazione?”
“Bè…oggi è il nostro anniversario, ma saremo lontane tutto il giorno…tu a casa, io in ospedale…”    Arizona abbassò lo sguardo per un attimo, e quando tornò a guardarla le luccicavano gli occhi, si sentiva mortificata per non essere riuscita nel suo intento.
“Volevo farti una sorpresa, Calliope…fare colazione insieme, ritagliarci un po’ di tempo per noi…per festeggiare…ma sono un disastro..!Lo sai che sono un disastro…”
Callie la guardò intensamente per un po’ senza dire nulla, poi allungò le mani per accarezzarle i fianchi e attirarla a sé, incurante del fatto che così si sarebbe bagnata i vestiti.
 “Tu sei meravigliosa Arizona, e hai avuto un pensiero dolcissimo…” le disse senza staccare gli occhi dai suoi.
“Si, giusto il pensiero…” rispose la bionda mettendo su un broncio che fece completamente liquefare il cuore della sua ragazza.
“Intanto la colazione non c’è…”
“Oh si che c’è!” le rispose Callie, staccandosi un attimo da lei e andando a recuperare il sacchetto che aveva lasciato sul divano. “Ho preso delle brioches…sono calde, appena sfornate…”
Arizona la guardò leggermente perplessa, ma il chirurgo ortopedico  la strinse di nuovo a sé, perdendosi nei suoi occhi azzurri. “A quanto pare abbiamo avuto la stessa idea, amore…” Entrambe scoppiarono a ridere a di cuore e si baciarono a lungo.
 
 
 
 
 
 

Moriva Arizona.
Moriva dentro ogni volta che la baciava.
Sentiva qualcosa sciogliersi dentro di lei.
Il cuore, le viscere, le ossa.
Si sentiva in pace, al sicuro,
si sentiva completa, Arizona.
Sentiva di aver trovato il suo posto nel mondo,
tra le sue braccia, mentre la baciava.
Voleva vivere e morire così, Arizona.
Baciando lei.
Respirando lei.
Amando lei.
 

 


Si staccarono per un attimo e Arizona la contemplò come se la vedesse per la prima volta; la sua bellezza la sconvolgeva ogni volta e si chiedeva puntualmente come fosse possibile che una donna come Calliope avesse scelto proprio lei.
“Quanto sei bella… - le disse con lo stesso sguardo di una triglia- Ti amo… lo sai si?”
“Si, lo so. – rispose languida la sua ragazza - Anche io ti amo.”  
 
 
 

 








Ho scritto questa piccola cosa per la mia personale Calliope, ma spero piaccia anche ad altri. Il titolo si riferisce ad Arizona che come sappiamo, è un buon marinaio nelle tempeste.
  
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