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Autore: Silvar tales    10/05/2013    6 recensioni
Viserys sospirò, iniziando a sistemarle i capelli.
"Mi dispiace cara sorella, ora non posso offrirti nulla di meglio. Vedrai, verranno tempi migliori, te lo prometto". Detto questo, terminato di intrecciare la ciocca su cui stava lavorando, le prese con garbo le spalle e le diede un bacio sulla fronte.
Era il suo modo di chiederle scusa, e a Daenerys bastava.
Genere: Angst | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Daenerys Targaryen, Viserys Targaryen
Note: Lime | Avvertimenti: Incest
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[warning: incest, linguaggio volgare]

Capelli di cenere

Da bambina era stata sinceramente innamorata di lui, convinta che un giorno l'avrebbe condotta in sposa senza bisogno di rito o cerimonia, perché lei lo era già.
Erano sempre stati uniti, e poco valeva mutare il nome di fratello e sorella in marito e moglie.
Daenerys nutriva per Viserys la stessa soggezione che si doveva a un uomo col quale condividesse il talamo, lo stesso senso di dovere e di obbedienza.
All'età di dodici anni era del tutto disincantata. Suo fratello le aveva già riempito le orecchie di racconti scabrosi e insidie spregevoli, a suo dire per risparmiarle la spiacevole sorpresa della vita adulta. Più volte l'aveva toccata, dapprima sulla vita, sul ventre, sciogliendole la cintola, i capelli, camuffando quel contatto come un legittimo gioco fraterno.
Poi era andato oltre, con dovuta cautela e insolita tenerezza.
Daenerys doveva imparare a diventare adulta.

"Togliti i vestiti, voglio vedere quanto sei cresciuta".
"Perché devo spogliarmi per questo?"
"Ubbidisci, non vorrai che ti chiami viziata?"
Daenerys aveva sempre avuto timore di Viserys, ma si odiava perché, nonostante questo, continuava a provare una malsana attrazione per lui. Un'attrazione del tutto artificiale, data soltanto dal fatto di essere cresciuta con la convinzione di dover giacere con lui, un giorno. Si era abituata all'idea, ma accanto a questo sentimento in lei era cresciuto l'affetto fraterno. Due moti contrastanti e violenti, che le affaticavano il cuore.
Con lieve imbarazzo si sfilò la veste e rimase in piedi, nuda, di fronte allo sguardo sufficiente di Viserys. Lui la guardò per lunghi secondi, senza esserne coinvolto, quasi disprezzando le sue forme acerbe e allo stesso tempo ponderando se fosse già arrivato il tempo di offrirla in moglie.
Ma i radi peli pubici e i seni decisamente deludenti lo rinsavirono all'istante. Con un moto di rabbia, le gettò addosso un telo, quasi non resistesse oltre alla vista di quel corpo ancora bambino e, per questo, inutile e pesante.
"Se io fossi il tuo sposo mi si affloscerebbe all'istante, altro che venirmi voglia di scoparti. E guarda qui..."
Le girò attorno a semicerchio, toccandole le cosce e guardandole il sedere, come se fosse al mercato e dovesse scegliere il migliore cavallo da corsa in vendita. Daenerys, sentendosi minacciata, ubbidì all'istinto e si allontanò da lui.
"Niente sangue ancora. Fianchi dritti come fossi un maschio, ventre magro, moriresti alla prima gravidanza".
Le lacrime cominciavano a spuntare dagli occhi viola di Daenerys, non riusciva a sopportare quell'infinita violenza psicologica.
Eppure, credeva che fosse diventata brava a farlo. Ma questa volta non era in balia dell'ira del fratello, piuttosto del suo disprezzo e delle sue molestie.
Non era preparata a questo nuovo tipo di violenza. Eppure continuava a volergli bene, e questo la consumava, perché sapeva che anche lui l'amava. E allora perché comportarsi così?
La follia cominciava a fare capolino nella sua mente.
"Non sei tu il mio sposo?" Azzardò Dany speranzosa, deglutendo le lacrime. Viserys si bloccò di fronte a quella domanda; la guardò negli occhi, inghiottì la frase malevola che stava per sputarle addosso e magicamente il volto gli si rilassò. Ogni traccia d'ira scomparve per lasciare il posto alla dolcezza e all'apprensione. Daenerys era spaventata, ma abituata agli incomprensibili sbalzi d'umore del fratello. Ora tutto tornava normale.
"Dany, mia dolcissima Dany. Vorrei essere io a sciuparti, vorrei essere io a toglierti la verginità, e so che lo vorresti anche tu". Daenerys annuì frenetica dando credito alle sue parole. Sì, voleva rimanere con lui, non voleva essere venduta ad un signore che non conosceva, che sicuramente sarebbe stato anziano, puttaniere, irrispettoso e violento nei suoi confronti.
Temeva di giacere con un perfetto sconosciuto, temeva di abbandonare la vecchia via per la nuova, non aveva coraggio a sufficienza per rischiare.
"...ma?" Lo incalzò lei, leggendo il dubbio e l'esitazione nei suoi occhi.
Ma sarebbe un terribile spreco, pensò Viserys. Tuttavia ritenne di aver combinato abbastanza guai per un giorno, e preferì lasciare la questione in sospeso.
"Su ora, asciugati gli occhi, va' a lavarti nel fiume, stanotte dormiremo assieme".
Un brivido scosse la schiena di Dany a quelle parole. Dormire insieme, come lo intendeva il fratello, significava qualcosa di ben preciso. Qualcosa che a Dany piaceva immensamente, anche se ogni volta la privava di un grammo di innocenza, ogni volta le lasciava il dubbio e l'amaro tra i denti.
Si lavò nel vicino ruscello, storcendo il naso per il fondo limaccioso e per la mancanza di cespugli ove nascondersi; per ovviare il problema e l'imbarazzo di restare ritta e nuda in un luogo deserto ma potenzialmente frequentato da viandanti, si immerse completamente nell'acqua bassa del torrente, e quasi il respiro le si bloccò in gola per il freddo. Ogni volta sperava che l'acqua diventasse più calda con l'incedere dell'estate, e ogni volta si illudeva come una sciocca.
Restò immersa tra le rapide il minimo necessario, giusto il tempo di togliersi il sudore e la polvere di dosso, poi corse nella tenda dove si erano accampati.
Viserys si affrettò a avvolgerla in un telo di lino grezzo, massaggiandole la pelle con premura.
"Mi fai male", si lamentò Dany, che non amava la frizione del lino ruvido sulla pelle.
"No, ti fa bene", ribatté Viserys continuando imperterrito ad asciugarla. "Rinvigorisce la tua pelle acerba".
"Mi ha già rinvigorito abbastanza il bagno in quelle acqua ghiacciate", disse debolmente Daenerys, sempre stando ben attenta a misurare le parole.
Viserys sospirò, iniziando a sistemarle i capelli.
"Mi dispiace cara sorella, ora non posso offrirti nulla di meglio. Vedrai, verranno tempi migliori, te lo prometto". Detto questo, terminato di intrecciare la ciocca su cui stava lavorando, le prese con garbo le spalle e le diede un bacio sulla fronte.
Era il suo modo di chiederle scusa, e a Daenerys bastava.

La sera, come promesso, Viserys permise a Dany di venire nel suo giaciglio.
Lei non se lo fece ripetere due volte: si adagiò a fianco del corpo spigoloso e maturo del fratello, con ancora quella stupida idea in testa che, un giorno, il loro letto sarebbe stato legittimato.
"Verrà il giorno... Te lo prometto Dany..." Farfugliò Viserys allusivo, come se si sentisse in dovere di dire due parole di preludio prima di toccare la sorella sotto la veste, tra le gambe, con una delicatezza che non gli apparteneva.
Daenerys non tremò. Aveva imparato a gestire quelle sensazioni. Era convinta che Viserys volesse entrare in intimità con lei poco alla volta, era convinta che il suo fosse un gesto benevolo. In parte era stato così, all'inizio, ma ormai Viserys si era deciso. Avrebbe donato Daenerys in sposa, e questo in qualche modo si sarebbe volto a suo vantaggio. Ma era stata una decisione tutt'altro che semplice; voleva che almeno un pezzo dell'intimità della sorella gli appartenesse, per sempre.
Si limitava a toccarla, a farle bagnare un poco le cosce, a baciarla sulle labbra e a toccarla con foga crescente, mentre la sovrastava col corpo e si lasciava trasportare, incitato dai suoi sospiri freddi e sommessi. Era lei a bloccarlo, ogni volta, prima che il drago assopito dentro di lui si scuotesse definitivamente il sonno di dosso.
E Viserys si tratteneva con un gemito e due lacrime sulle guance che nascondeva nel buio, sempre ad un passo dal violarla, lasciando che lei consumasse il suo piacere, mentre la propria virilità rimaneva insoddisfatta e fremente.
"Grazie", disse Dany, come ogni volta, con voce spezzata. Si girava di spalle e lasciava che Viserys l'abbracciasse.
Viserys l'abbracciò, come ogni volta.
"I tempi cambieranno", disse di nuovo, accarezzando i capelli della ragazzina.
Forse sarebbero cambiati, ma avrebbe dovuto sacrificare Dany.
E Dany non sarebbe mai stata sua.
   
 
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