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Autore: Justfivebeats    10/05/2013    1 recensioni
Dal capitolo:
'Zayn allungó il braccio verso di me , quando la sua mano sfioró la mia sentii i brividi, era freddo.
Istintivamente gliela strinsi come per non farlo scappare, non volevo rischiare di perderlo di nuovo.
"Tranquilla, non ti lascio" disse abbozzando un sorriso, sembrava mi avesse letto nel pensiero.'
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Genere: Drammatico, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Con le ultime forze rimaste riuscģ ad aprire gli occhi, anche se molto lentamente. Un filo di luce via via si espandeva mentre sollevavo le palpebre, le sentivo pesanti come non mai.
 
Roteai gli occhi per avere una panoramica di quello che mi succedeva attorno.
Mi trovavo al centro di una stanza estremamente luminosa nonostante la poca luce fioca che entrava dalle finestre aperte. La mia attenzione si spostó su dei macchinari posizionati all'interno di quella stanza e alcune poltrone vicine alle pareti.
Feci un movimento lieve e sentii tirare qualcosa sull'avambraccio destro, abbassai pesantemente gli occhi per capire da cos'era causato quel fastidio e mi resi conto di due cose: prima di tutto ero stesa su un letto senza alcuna possibilitą di movimento e secondariamente avevo una grossa flebo nel braccio.
Cosa ci facevo lģ?
Chiusi gli occhi per concentrarmi e cercare di ricordare qualcosa, la mia mente vagó tra mille momenti e scene vissute.
Di colpo riaprii gli occhi, ora ricordavo perfettamente quello che era successo: ero in macchina con Zayn, il mio migliore amico di sempre, quando improvvisamente un camion ci taglió la strada; nel tentativo di evitarlo avevamo sbattuto contro un guardrail.
Ricordo che il braccio di Zayn era testo davanti a me nel tentativo di non farmi schiantare contro il vetro quando ci sarebbe stato l'impatto.
Una lacrima rigó il mio volto, potevo ancora sentire la sua voce che si faceva spazio tra i rantoli di dolore, non faceva altro che dire il mio nome, mi chiedeva se stavo bene.
Poi mi sono ritrovata qui.
Mi guardai le mani piene di piccoli tagli, il sangue ormai era secco.
Udii delle voci provenire dall'esterno della stanza, voci che si avvicinavano sempre di pił, che diventavano sempre pił chiare e distinte finché non si aprģ la porta ed entró una donna; senza degnarmi di uno sguardo inizió a spostare un paio di sedie verso l'angolo della stanza farfugliando qualcosa del tipo 'mettetelo qui'. Mettere qui chi?non c'erano altri letti a parte il mio.
Subito dopo entrņ un uomo che tirava un lettino munito di rotelle mentre un altro uomo lo aiutava spingendolo.
Cercai di mettermi il pił possibile seduta aiutandomi con le braccia per cercar di veder qualcosa.
Mi misi abbastanza comoda per cercare di capire meglio cosa stava succedendo, ma non feci in tempo a chiedere spiegazioni che gli infermieri se ne erano gią andati.
Mi voltai a guardare la persona che giaceva sul lettino.
Purtroppo riuscivo a vedere solo dalle spalle in gił, il resto non era visibile a causa di una stupida tendina che pendeva dal soffitto.
Osservai attentamente la figura. Aveva un colorito sbiadito e le mani graffiate.
Il mio sguardo si concentrņ sul braccio.
Trasalii quando vidi qualcosa di familiare, qualcosa che in questo caso non avrei mai voluto vedere: un tatuaggio con la scritta 'zap'
dannatamente inconfondibile.
Aprii la bocca per parlare ma non uscii alcun suono, iniziai cosģ ad agitarmi e a respirare affannosamente.
Sentivo i miei battiti aumentare vertiginosamente e penso fu quello a far suonare l'allarme di uno dei macchinari a cui ero collegata.
La porta si spalancó ed entró la donna di prima, si dirigeva velocemente verso di me gridandomi di calmarmi.
Non riuscivo a controllarmi, ormai il panico si era impossessato di me.
Vedendo che non seguivo i suoi ordini, l'infermiera mi conficcņ prontamente una siringa nel braccio.
Alla vista dell'ago mi agitai ancora di pił, ho sempre avuto la fobia degli aghi.
Lentamente, peró, la mia agitazione inizió a scemare, forse la roba iniettata era una specie di calmante..e devo dire che iniziava a fare effetto.
"Calmati tesoro" mi disse lei estraendo la siringa vuota dal mio braccio.
Mi calmai il pił velocemente possibile e iniziai a deglutire per riuscire a parlare:
"Zayn" riuscii a dire con un filo di voce.
Lei curvó la bocca in un dolce sorriso malinconico.
"Č qui, nel letto accanto" rispose asciugandomi le lacrime che scorrevano senza sosta sul mio volto.
"Tu sei Ivy giusto?"
Feci un leggero cenno con la testa.
"Bene, vorrai sapere cosa sta succedendo immagino. Tu e Zayn, come sai, avete fatto un incidente. Quando siete arrivati qui eravate messi piuttosto male: lui ha riportato molte lacerazioni profonde dovute all'impatto, mentre tu ne hai solo una a livello della gola, respiri grazie all'aiuto di questo piccolo tubicino" disse indicandolo.
Rimasi paralizzata, non avevo capito molto con tutti quei giri di parole. Con la mano cercai di toccarmi la gola ma la donna me lo impedģ.
"Non toccartelo per nessun motivo".
"I-Ivy" disse una voce che sembrava provenire dall'oltre tomba.
L'infermiera mi sorrise e andó a scostare la tendina che separava i due letti.
Ed eccolo: Zayn.
Non so descrivere cosa provai in quel momento nel vederlo: il viso aveva un colorito strano, qualche graffio quą e lą mi riportavano alla mente i brutti ricordi dell'incidente, la bocca era semi aperta mentre respirava pesantemente; era lģ che mi guardava con i due occhi pił neri e profondi che abbia mai visto.
"Sono contento di rivederti, stai bene?" disse prima di iniziare a tossire.
L'infermiera assisteva alla scena e presa dalla compassione si avvicinó al letto di Zayn.
"Non riesce a parlare.."gli disse "peró posso provare ad avvicinare i vostri letti, almeno non ti sforzi" e cosģ dicendo spinse il letto di Zayn accanto al mio.
Da vicino i suoi occhi luccicavano come non mai, ho sempre amato i suoi occhi..ma non solo: amavo anche i suoi lineamenti perfetti, i suoi capelli costantemente in disordine, la sua mania per i tatuaggi, il suo carattere tranquillo.
Amavo Zayn punto.
Sono sempre stata troppo codarda per farmi avanti, ci conosciamo da tanto e avevo paura di rovinare la nostra amicizia..avrei preferito morire piuttosto che perderlo.
Zayn allungó il braccio verso di me , quando la sua mano sfioró la mia sentii i brividi, era freddo.
Istintivamente gliela strinsi come per non farlo scappare, non volevo rischiare di perderlo di nuovo.
"Tranquilla, non ti lascio" disse abbozzando un sorriso, sembrava mi avesse letto nel pensiero.
"Ti amo" disse debolmente.
Quelle parole mi arrivarono dritte al cuore e una sensazione di calore pervase il mio corpo, sentivo il bisogno di esprimere i miei sentimenti verso di lui, anzi volevo urlargli tutto quello che non avevo mai avuto il coraggio di dirgli.
Raccolsi tutte le mie forze.
"T-ti.." balbettai non riuscendo a finire la frase prima di scoppiare in lacrime.
"Ssh, non ti sforzare" disse lui sfregando il pollice sulla mia mano.
"Anche se magari non provi la stessa cosa, non credo di riuscire a separarmi da te, scusa" ammise lui con sguardo triste.
Le mie lacrime iniziarono a bagnare anche il cuscino, ero disperata, non volevo che pensasse che non ricambiavo.
"Sai secondo me tu le piaci, e parecchio" si intromise l'infermiera che si era comodamente seduta su una poltrona lģ vicino.
Zayn la guardó con aria interrogativa.
"Quando le hai preso la mano i suoi battiti sono aumentati. Al momento del 'ti amo' gli hai quasi fatto venire un infarto" spiegó lei strizzando l'occhio.
Zayn arrossģ in modo adorabile prima di rivolgermi un sorriso.
Con fatica riuscģ a mettersi seduto.
Non capivo cosa volesse fare finchč non si sbilanció verso di me avvicinando il suo viso al mio, ormai potevo vedere il mio riflesso nei suoi occhi, non avevo mai visto niente di pił bello.
Le sue labbra si posarono sulle mie dando finalmente inizio al bacio pił atteso della mia vita.
Tutti i momenti pił belli passati con lui racchiusi nello splendore del nostro primo bacio.
Allontanó leggermente il viso.
"Sei sicura di voler stare con uno come me?" chiese speranzoso.
In tutta risposta lo baciai nuovamente incrociando le mie dita con le sue.
Soddisfatto ma stremato dalla posizione scomoda, appoggió la testa sul cuscino senza perdere il contatto con i miei occhi.
Improvvisamente peró perse tutto il colorito e il volto inizó a contorcersi dal dolore.
La donna si avvicinó per soccorrerlo.
"La ferita si č riaperta, l'arteria č recisa.. esce troppo sangue" disse lei preoccupata.
Io stringevo ancora la sua mano e non avevo intenzione di lasciarla.
Ero spaventata, il panico aveva di nuovo preso il sopravvento.
"Chiamo aiuto!" disse lei uscendo per poi tornare con altre due infermiere e un uomo in camice bianco.
"Mio dio, sta per morire dissanguato" si lasció scappare una di loro.
No. Non puó essere. Non ora, non lui!
"Dobbiamo fare il possibile" disse un'altra.
Pił Zayn perdeva sangue, pił io versavo lacrime.
Non ero mai stata cosģ terrorizzata in vita mia.
Sentivo la sua mano diventare sempre pił fredda, il suo bel colorito olivastro perdere quella poca vitalitą rimasta.
"Ferme." disse ad un tratto il dottore.
Il silenzio appena creato venne rotto da un orribile e prolungato 'bip'.
L'infermiera si voltó di scatto verso di me mostrando una lacrima sulla guancia destra.
A quel punto capii.
Guardai per l'ultima volta il suo volto mentre ancora stringevo la sua mano ormai senza vita.
Con l'altra mano presi saldamente il tubicino, era l'unico ostacolo che mi separava da Zayn ormai.
Lo tirai con tutte le mie forze.
Fu solo questione di secondi prima che il respiro si facesse sempre pił corto.
Cercarono di soccorrermi ma ormai era troppo tardi.
Un leggero sorriso affioró sul mio volto bagnato dalle lacrime finchč l'ultimo soffio di vita non uscģ dalla mia bocca.
 
  
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