Anime & Manga > TSUBASA RESERVoir CHRoNiCLE / xxxHOLiC
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Autore: Harriet    29/11/2007    4 recensioni
Dopo il dolore, il rimorso e la paura, una pace così improvvisa e nuova, da lasciare spiazzati e confusi.
Dopo gli eventi drammatici dell'ultima parte del viaggio, il mago si rende conto di quanto le cose siano cambiate...
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Fay D. Flourite
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Spoiler per i capitoli 150-167!!!!!!




Tra le braccia del domani

Lullaby for a healing soul


Mentre si prepara per la notte, ricorda la storia che ha ascoltato da poco, sussurrata tra le ombre da alcune dame della principessa. Lui non era invitato ad ascoltare: si è seduto in un angolo, ha rubato le parole del racconto, dimenticando per qualche istante tutto il resto.
Era una storia di demoni.
Durante il loro viaggio ne hanno incontrati, di demoni. Creature mostruose e infide di molti tipi, che loro hanno fronteggiato e sconfitto. Chissà, magari tramite la bocca e le parole di un narratore esperto, anche le loro cronache di viaggio potrebbero diventare un bel racconto per le notti troppo lunghe.
Chiude gli occhi, i pensieri vagano oltre. Nella sua terra non c’erano molte storie di demoni. Le leggende del suo paese bianco erano diverse, popolate da principi, spiriti della neve e regine dei ghiacci.
E ora la sua terra è muta per sempre, abbandonata solo alla neve e al canto incessante del vento. Nessuno più a raccontare leggende, nelle splendide sale bianche e azzurre del palazzo. Nessun canto malinconico. Neve e silenzio.
All’improvviso sente un dolore insopportabile da qualche parte, che sembra il petto, ma in realtà è molto più profondità. Tutto perduto per sempre. Quello che c’era prima è perduto per sempre.
Quella casa da cui era fuggito, non la rivedrà mai più.
E’ colto da uno smarrimento completo, assalito da quella tristezza che le parole mai più riescono sempre a provocare. Più che il desiderio di ritornare, è la sensazione di morte e abbandono che gli risvegliano in cuore le ultime immagini di quello che un tempo era il suo mondo.
Un tempo la neve era bianca e dolce, illuminata dalla luna. Non c’era ancora il sangue, a mischiarsi con il suo candore, e c’era il respiro dell’universo a riempire il suo cuore di piccola creatura, c’era un affetto forte a sostenerlo, c’era una piccola, fragile speranza, un futuro lontano che a volte brillava, nei suoi sogni.
Poi tutto si era infranto, ogni logica era svanita e la follia aveva conquistato la sua terra. Ed i rimorsi mai sopiti, il dolore incancellabile erano tornati, con l’inizio del suo viaggio senza speranza.
...e guarda dove sono arrivato ora.
Era partito, convinto che dopo la speranza, in quel viaggio avrebbe perso anche la vita. E invece, tutto si era capovolto, ogni cosa si era trasformata sotto i suoi occhi, ed era stato trascinato nella vita di nuovo, nonostante i suoi sforzi per rimanere nel suo silenzio.
Il viaggio lo aveva riportato a casa. Il luogo dove non sarebbe mai voluto tornare. Eppure, sapeva anche lui che era impossibile fuggire per sempre...
Un’altra stretta al cuore, al pensiero di ciò che ha perduto, lì.
Era già perduto per sempre da molto tempo.
Ed era la verità, inutile mentire ancora a se stesso. Non aveva mai sperato di vedere ancora gli occhi azzurri come i suoi aperti e vivi. Aveva preso il nome di suo fratello proprio perché era consapevole che quello era l’unico modo di farlo vivere di nuovo. Niente l’avrebbe riportato a lui. Forse ci aveva creduto quando era un bambino, una creatura ferita e sperduta. Ma pian piano suo fratello si era trasformato in un’ombra pallida, che camminava sempre alle spalle della sua anima. A volte lo sfiorava con dolcezza, regalandogli rari ricordi sereni. Più spesso sussurrava piano, riportandogli alla mente la colpa che lo avrebbe segnato per sempre.
E poi, il suo re, la persona che lo aveva salvato. Non lo aveva forse sempre saputo, non aveva sempre portato dentro di sé, in quel viaggio, la certezza terribile che il re avesse già perduto la mente e il cuore?
Si era illuso che fuggendo avrebbe risolto qualcosa. Magari sarebbe morto, in quella fuga insensata, così quando Ashura si sarebbe svegliato, quasi si fosse liberato di un incantesimo, avrebbe ritrovato se stesso e sarebbe tornato il sovrano buono e saggio di un regno risplendente.
Ma era un sogno, non meno vano delle promesse di rivedere suo fratello in vita. Era un sogno, come una specie di sogno era stata la creatura gentile nata dalle sue mani, un’amica nella solitudine, creata per illudersi di poter rivedere le fattezze che aveva amato in sua madre. Anche lei svanita. Anche di lei, sapeva che non l’avrebbe vista mai più.
Aveva viaggiato portando con sé un fardello di sogni vani e di morte. E l’aveva sempre saputo.
Nel suo regno non c’erano molte storie di demoni, ma lui i demoni li aveva sempre accanto: erano i volti dei suoi cari. Distorti dal suo senso di colpa. Nascosti dalla nebbia dell’illusione. L’avevano infestato, in ogni suo passo. I suoi ricordi e la sua incapacità di perdonarsi li avevano trasformati in ombre nemiche, e lui si era lasciato appesantire e ferire da loro, convinto che fosse l’unico modo per espiare ogni cosa.
Però, come nella storia che aveva sentito, erano arrivati i suoi cacciatori di demoni, e avevano abbattuto i suoi nemici, senza che lui nemmeno si accorgesse di ciò che stava accadendo.
Legami.
Fragili e meravigliosi. Inaspettati. Pericolosi, attraenti... Non aveva saputo resistere. E’ la magia dei legami. L’hitsuzen era stato più forte di lui, ovviamente. Gli aveva messo tra le mani sentimenti e responsabilità, e lui si era trovato a far parte di una piccola comunità di pellegrini dei mondi, col compito di vegliare, proteggere, sostenere, esserci.
Con che caparbietà avevano lottato per lui...
Ognuno di loro, a suo modo. Uno in particolare. Oh, la sua tenacia e la sua testardaggine lo avevano assediato davvero! Lui si ostinava a dire che lo stupido mago lo esasperava. Ma il contrario era molto più veritiero. Era quel guerriero con l’incredibile capacità di capire tutte le cose che non avrebbe dovuto capire, ad esasperare il mago. Perché non poteva semplicemente lasciarlo solo, oppresso dalle sue ombre, come meritava?
Perché aveva voluto a tutti i costi... ...insegnarmi a vivere?
I demoni erano stati sconfitti, la battaglia era finita. Il dolore resta sempre, dopo ogni grande battaglia.
Il solo pensiero di ciò che è perduto gli fa venire voglia di chiudere gli occhi e gridare. Per guarire da quella ferita, dovrà passare molto tempo. Però...
Però i demoni sono stati sconfitti. E per la prima volta vede qualcosa davanti a sé.
A volte, prima, si addormentava pensando sarebbe bello se potessi tornare indietro e cambiare le cose. Stanotte può addormentarsi tra le braccia del domani, certo che un domani ci sarà, e lui avrà la sua parte da giocare. E’ ancora nel mezzo di un viaggio che deve vedere la conclusione. Ora la sorte dei mondi gli sta a cuore, e più di tutto gli stanno a cuore quelli che hanno viaggiato con lui, e che hanno trasformato il suo cuore.
Si sente strano, confuso e fragile. Le ferite possono guarire, ma lui si sente ancora vulnerabile. Come uno che è stato appena salvato da un grande pericolo, ed è ancora convinto che la sua vita sia appesa ad un filo.
E’ in salvo ora, invece, ma non riesce a rendersene conto.
La principessa Tomoyo gli ha detto di riposare e di aspettare. Di non aver paura, di respirare e riprendere le forze. E lui può solo fare così, e per una volta dovrà fidarsi completamente degli altri.
E poi...
Poi c’è il futuro. Fa paura ed è così vago e distante, e promette ancora disperazione e scelte dolorose. Però adesso vuole davvero imparare a vivere, fino in fondo.
Fosse solo per quella persona testarda che ha rischiato la propria vita troppe volte, per lui, fosse solo per gratitudine nei sui confronti, deve imparare e deve vivere.
Si sono incontrati poco prima, ed è stato strano, difficile e semplice allo stesso tempo. Se l’è trovato davanti, e tutta la paura che aveva si è sciolta in un istante. E’ la persona che più di tutte gli ha gridato, con ogni gesto io voglio che tu viva. Se l’è trovato davanti, e ha pensato: sì, voglio vivere anch’io. Ti voglio davvero dimostrare che ho imparato!.
Potrebbe azzardarsi a dire che è sicuro di riuscirci. Sta scivolando nel sonno, con una serenità che non ha mai sperimentato.
Ci aspetta ancora una strada difficile. Però... forse... Magari c’è anche un po’ di luce... E lui desidera davvero un po’ di luce, per sé, per tutti quelli che ha incontrato, per la sua piccola e bizzarra famiglia. Un po’ di luce, una manciata di stelle per desiderare, un soffio di speranza per andare avanti, una direzione sicura.
E’ con questo desiderio che si addormenta, ed è la prima volta, dopo molto tempo, che i suoi desideri non sono avvelenati dai rimpianti e soffocati dalla disperazione. Ora che i demoni sono stati distrutti, ora che qualcuno davvero è venuto e l’ha portato via dalle sue ombre, ora che il futuro potrebbe anche sorridere...
Ora si concede una piccola speranza, e dorme, e sogna.



***



Dedicata a Leryu e Wren/Fengtianshi, le Fay e Kurogane del mio cuore. Perché con loro sono uno Shaoran realizzato, e perché sono due persone splendide. (E perché sono un’ottima pubblicità per Clamp Crack!...)
(Vieni a trovarmi al Worlds Hotel?)
   
 
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