Quella
mattina quando mi ero alzata dal letto avevo avuto una strana
sensazione, avevo
poggiato un piede sul freddo marmo e semplicemente mi ero ritrovata a
pensare
che c’era qualcosa di strano e di sbagliato. Ora, capita a
tutti di avere
strani pensieri per la testa, no? E mentre alcuni passano in un battito
di
ciglia altri restano a tormentarci finché non capita
qualcosa, giusto per avere
poi la soddisfazione di dire a noi stessi “ah ah, lo
sapevo!”.
Il pensiero che era nato in me la mattina non era arrivato nemmeno a
poggiare il
secondo piede a terra, una vita davvero breve per un così
brutto presentimento.
Mi ero
dunque alzata ed avevo aperto la finestra. Fuori v’era
l’esatta combinazione di
ciò che amavo sentire appena alzata: aria fresca che
preannunciava l’arrivo
dell’estate e di un acquazzone con tanto di tuoni. Quindi la
giornata iniziava
per il verso giusto, no?
Avevo
quindi
pensato al colore che quella giornata avrebbe preso e mi ero detta che
il lilla
sarebbe andato più che bene (trucco, intimo e forse anche la
maglietta sarebbero
stati di quel colore).
Quel
giorno
sarei
tornata a fare visita a Lei e
i
suoi occhi, il suo nome, la sua voce erano l’unica cosa a cui
riuscivo a
pensare.
Erano
passati anni dall’ultima volta e mi chiedevo come sarei
riuscita a riconoscerla
nel marasma di gente alla stazione, ma con Lei sarebbe bastato il caso,
era
sempre stato così. Me l’aveva detto anche Lei
più di una volta, l’aveva
ripetuto quasi fosse una specie di motto tutto suo:
“Le
coincidenze, my dearie, esistono. Tu potrai decidere qualsiasi cosa e
al tempo
stesso non potrai decidere mai nulla.” L’aveva
detto con un tono serio, nel
mezzo di un discorso stupido che nemmeno ricordo più, forse
proprio perché
rimanesse impressa nella mia memoria solo quella frase o forse per il
semplice
gusto di cogliermi di sorpresa.
“Oddio, spero di no, sarebbe orribile!” avevo
risposto stranita.
Lei aveva
riso e con lo sguardo perso chissà dove aveva detto
semplicemente “Oh, dearie. Life
is just one big coincidence... and not always wrong, look at us:
we’re a
beautiful coincidence. [1]
”
Quel
giorno
l’avevo abbracciata respirando a fondo il suo profumo come se
quella fosse
stata la mia ultima occasione d’averla lì tra le
mie braccia ed eravamo rimaste
una accanto all’altra con le mani intrecciate, sedute in
silenzio a guardare
davanti a noi senza davvero vedere nulla per un tempo che a me
sembrò
un’eternità, un momento di eterna perfezione.
Quella
mattina mi ero preparata in modo automatico, mentre la mia mente era
persa nei
ricordi ed ero arrivata non so come alla stazione. Era un discorso
quello che
ricorreva spesso la mattina presto a scuola, come le lamentele per i
compiti e
le verifiche, l’avevo sentito ormai centinaia di volte:
“quando hai la testa
persa via arrivi col pilota automatico in certi posti poi ti guardi
intorno e
ti stupisci d’esserci già.”
Ero
salita
sul treno che mi avrebbe riportata da Lei, ma non arrivai mai a
destinazione e
Lei non la rincontrai mai più.
Stranamente
il suo viso fu comunque l’ultima cosa che vidi, una sua foto
di tre anni prima,
uno stupidissimo ammasso di pixel sul mio Ipod.
Era stata questione di cinque minuti a dir tanto. Avevo sentito
all’improvviso
tornare prepotente quell’orribile sensazione che la mattina
stessa mi aveva a
mala pena sfiorata e per calmarmi l’unica cosa che mi era
venuta in mente era
stata far partire il casuale sul mio Ipod e andare a riguardarmi la sua
foto.
Poi c’era stato un rumore, una forte scossa, la musica si era
interrotta, la
foto che ritraeva Lei era uscita dal mio campo visivo e la mia testa
era andata
a sbattere contro qualcosa di incredibilmente duro e spigoloso con una
forza
tale che credevo la mia testa sarebbe andata in mille pezzi.
Non
furono
mille i pezzi, ma di certo non rimase intera.
Quel
giorno
non riabbracciai la mia Lei, non vidi il suo volto e nemmeno i suoi
bellissimi
occhi ed il colore non fu più il lilla, ma piuttosto un
rosso intenso.
Quel
giorno
io morii, insieme alle altre persone in viaggio sul mio treno e su
quello con
cui si era scontrato.
Da dove
sono
ora mi capita di pensare a quali incredibili coincidenze mi abbiano
portata sul
quel treno e devo dire che sono così tante che è
impossibile dire quale sia
stata quella che mi è costata la vita. Probabilmente dovrei
considerarle tutte
delle brutte e colpevoli coincidenze, tutte meno una... Lei.
“Sai
quella
cosa che mi dici sempre delle coincidenze? Forse hai ragione...
” le avevo
detto una sera di tre anni prima, mentre sdraiata nel suo letto accanto
a lei
osservavo una piccola crepa sul muro.
“Oh, ma davvero” e
nel dirlo non poté
far a meno di ridere. Rideva spesso con me, diceva che sono
l’unica capace di
farla ridere veramente ed è un peccato perché la
sua risata è qualcosa di
stupendo e magico.
“Smettila,
dico sul serio... dopotutto noi ci siamo conosciute per caso.
L’unica cosa che
non voglio includere nelle coincidenze penso sia la mia morte, sarebbe
orribile
se morissi perché è capitato così e
basta, senza una vera ragione o senza poter
decidere nulla.” dissi più alla crepa sul muro che
a Lei.
“That’s
what
people do, they die and caring is not an advantage.[2]
” Non credo
di averla mai sentita più seria e cupa come quando mi diede
questa risposta,
sembrava crederci davvero ed ora mi chiedo se saprà andare
oltre anche alla mia
di morte, se quella sua convinzione resterà in piedi.
No, aspetta,
che domanda stupida! Deve proprio essere stata forte quella botta in
testa... È
ovvio che non ci riuscirà, non con me, io sono fuori dai
suoi schemi, sono la
sua bellissima coincidenza in un mondo fatto di orribili
casualità... beh, lo
ero.
_
Salve a
tutti! Spero che questo racconto non vi
abbia schifati troppo... In ogni caso grazie mille a chi l’ha
letto fino alla
fine XD
Lasciate
pure un commentino (o quel che volete) se ne avete la voglia e il
tempo! ;D
Note:
1- Nata e
cresciuta con la convinzione che tutti
conoscono l’inglese (o almeno google translate) non sapevo se
mettere la nota
con la traduzione, per sicurezza eccola qua: “Oh, cara. La
vita non è che una
grande coincidenza... e non sempre sbagliata, guarda noi: siamo una
bellissima
coincidenza.”
2- Due citazioni
prese dal telefilm della BBC
“Sherlock”. Scusate, ma non ho resistito.