Kuroko no Basket, 'Anormale' di Illbewaiting

Abbiamo camminato sulle pietre incandescenti,

Abbiamo risalito le cascate e le correnti,

Abbiamo attraversato gli oceani e i continenti,

Ci siamo abituati ai più grandi mutamenti,

Siamo stai pesci e poi rettili e mammiferi;

L’uomo è una gran cosa, sì.

E’ il re del mondo.

Sulla vetta di ogni schema universale. L’uomo “normale”. L’uomo che si è spinto verso ogni limite per dare una risposta a tutti quegli interrogativi, i quali tutt’ora non hanno una risposta completa.

E tu, tu che ogni giorno ti svegli e ti fissi allo specchio, senza vestiti, ti dici che sei insieme agli altri una gran creazione e una gran cosa. Sei tutto.

O sei niente?

Sei un grande?

Un vincitore? Perdente, forse?

Ti avvicini alla superficie riflettente e la sfiori con i polpastrelli, sentendola fredda.

Chi sei? Cosa fai? Dove vai? Conta tutto, conta tutto. Conta quando sei quel riflesso lì, che non è come altri, no. Che non è come quei riflessi senza anima e interessi. Che non è come quello delle anime disperate che vagano senza sogni e che pensano che la vita, la vita non valga la pena di essere vissuta.

Che non ti dà nulla e tutta è illusione.

Abbiamo scoperto il fuoco e inventato i frigoriferi,

Ebbiamo imparato a nuotare poi a correre,

E poi a stare immobili,

Eppure ho questo vuoto tra lo stomaco e la gola;

Sì che sei come gli altri. E sì che sei speciale.

Ma nella vita conta anche come fai le cose.

Come nuoti, come corri, come parli. E sei un campione. E sei un mito e sei leggenda, poi.

Il tuo nome sulla bocca di tutti, il tuo nome sulle riviste e sui quotidiani.

Wao, hai battuto tutti i record. Hai sfondato la barriera dell’ordinario e l’hai mandata in frantumi. Sei un uomo come gli altri e allo stesso un uomo speciale che fa le cose “normali” in maniera “speciale”.

Nessuno si disseta ingoiando la saliva;

Ma a chi basta sapere che si è “anormali”? A chi basta sapere che si è diversi da tutti e uguale a tutti?

Dite chi si accontenta di guardarsi allo specchio la mattina e autodefinirsi un Miracolo.

Forse tu?

O forse tu, lì?

E tu ti accontenti?

E poi? E che c’è oltre il fatto di aver accettato la diversità-uguaglianza? Inclini la testa di lato, davanti a te stesso. Di che abbiamo bisogno, poi? Di che siamo fatti? Di che cosa è fatto l’uomo Miracolo?

Ci vuole pioggia,

Vento e sangue nelle vene

E una ragione per vivere

Per sollevare le palpebre

E non restare a compiangermi

E innamorarmi ogni giorno

Ogni ora

Ogni giorno

Ogni ora di più;

Sei di acqua, sei d’ossigeno e sei di carne e ossa.

E a quattordici anni, quasi quindici, sai cosa voglia dire vivere? Sai che scopo hai nel mondo? Sai a che servi?

Non basta sentire le urla della gente dagli spalti.

Non basta sentirsi chiamare.

"Kise! Kise!".

Non basta l’essere visto, lo stare al centro dell’attenzione con quella palla arancione in mano. Non basta strappare un punto all’avversario.

Vuoi aprire gli occhi? Vuoi essere contento di te stesso? Allora cosa puoi fare? Perché la gloria, tempo che te ne rendi conto, non c’è più e tu sei già passato di moda, come un vestito della stagione scorsa. Poi sei solo da buttare e se qualcuno avrà ancora sulla sua bocca il tuo nome, allora sì che devi considerarlo davvero un Miracolo.

Non trovi che manchi qualcosa al tuo riflesso? Lo senti che non sei completo, vero? Lo senti che non hai tutti gli attrezzi del mestiere.

Abbiamo confidenza con i demoni interiori

Sappiamo che al momento giusto poi saltano fuori

Ci sono delle macchine che sembrano un Miracolo;

Sai che dentro di te c’è quella bestia che tiri fuori solo quando hai i piedi in campo. Sai che puoi sfruttarla quando ti pare, sai che c’è bisogno di lei che fa parte di te, per essere quel Miracolo.

Quella macchina imbattibile che rende uomo normale e speciale.

Kise Ryota e il Miracolo che ha dentro di sé quella caratteristica di umana bontà e disumana bravura.

La gentilezza, l’affidabilità, il talento, la costanza, la pazienza e tutti i tuoi difetti. . . Ma anche tanta rabbia, tanta rabbia repressa che è tuo demone piazzato in un cantuccio del tuo cuore, in un angolino riservato solo a lei, piccolo abbastanza da poterla gestire nel momento necessario.

Grande abbastanza da tener dentro quel potere distruttivo, miracoloso.

Sappiamo come muoverci nel mondo dello spettacolo.

Eppure ho questo vuoto tra lo stomaco e la gola

Voragine incolmabile

Tensione evolutiva

Nessuno si disseta ingoiando la saliva.

Lasciamo questo interrogativo a domani, quando riaprirai i tuoi occhi pieni di sogni, ti guarderai allo specchio e ti domanderai cosa c’è che non va? Ma stai indietro. Sei troppo indietro.

Kise è l’uomo Miracolo, l’uomo normale-anormale, l’uomo solo.

Note dell'autore:

Ah.... Ahahah! Che dire? La mia primissima pubblicazione qui. Una persona mi ha convinta (che tu sia dannato, Kam!) a superare il mio trauma e la sto odiando tantissimo, ma d'altra parte non posso fare altro che dedicargliela. <3
Ho scritto questa....cosa mentre ero furiosa (già sto facendo una bellissima impressione, scommetto! X') e avevo la radio accesa. La canzone in questione è Tensione Evolutiva di Jovanotti. Mi è piaciuto moltissimo il testo e così ho iniziato a scrivere. L'ho abbandonata in un angolo remoto del mio povero pc e solo ieri l'ho riletta assieme alla suddetta persona-che-detesto. ;_; Ho modificato un paio di cose e... e niente! XD Ora sono qui. Spero vi piaccia.
Sono tesissima visto che mi reputo una caprona! (LOL)