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Autore: Rivqah    10/05/2013    4 recensioni
SPOILER!!!
Prendendo spunto dallo Sneak Peek della 5x24 procedo con questa storia, sperando che possa piacere.
Una Detective che per la prima volta vedrà sfuggirsi realmente le cose di mano e che dovrà veramente faticare per riavere l'amore dell'unico uomo che l'ha mai veramente adorata.
Lui dall'altra parte si troverà a fare i conti con la coscienza e con il desiderio di voler riabbracciare quella donna che ora tentava di punire.
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alexis Castle, Kate Beckett, Martha Rodgers, Quasi tutti, Richard Castle | Coppie: Kate Beckett/Richard Castel
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Quarta stagione, Nel futuro
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Uno- Away.

“Non ci credo, stai andando via.”
Un Castle più triste del solito era appoggiato allo stipite della porta e la guardava chinarsi per mettere gli ultimi accessori in valigia.
“Sarà solo per una settimana!” continuava a ripetere lei.
“Si, ma sai che sono molto nostalgico.”
Si avvicinava e abbracciandola da dietro la baciava imprimendo il suo sapore nella mente.
“Questo mi dovrà bastare per sei giorni!” disse lui sorridendo e la lasciava finire di preparare il tutto.
 
Uscendo dalla stanza provò un senso di disagio nel dover mandare via la sua amata. Aveva accettato poi, alla fin fine pacatamente quel suo desiderio di provare il nuovo lavoro, ma sentiva di non aver fatto la scelta giusta. Lei avrebbe fatto la pendolare fra New York e Washington, alla fine si sarebbero visti.
Lui aveva anche pensato di comprarsi una casa lì, ma poi ci aveva ripensato.
 
“Ti accompagno?”
“No salutiamoci qui, sono già in ritardo”.
Alcune volte Castle aveva l’impressione che Kate non si fosse ancora abituata alla situazione di coppia o che forse volontariamente soprassedeva ad alcune importanti routine. Castle salutò la sua donna a malincuore stringendola fra le braccia. Avrebbe forse voluto quasi piangere.
 
Kate salì in taxi e si affacciò dal finestrino guardando la figura del suo uomo allontanarsi sempre di più. Si stava chiedendo se ne valesse la pena e la risposta era sempre si.
Cosa c’è Kate ora tentenni?
 
Quando non riuscì più a distinguerlo tirò dentro la testa proseguì verso l’aeroporto.
 
L’agente dell’FBI si era presentato qualche settimana prima e tutto da lì era trascorso più velocemente. Era l’occasione di una vita che aveva sempre sperato e mai immaginato: arrivava solamente nel momento meno giusto, forse.
 
Kate Beckett si era spesso chiesta se quella fosse la soluzione giusta per quella storia di un anno che sperava da altrettanti quattro.
Faceva ancora fatica a credere di avere una fortuna così grande davanti a lei: un lavoro che l’avrebbe resa felice e un’altrettanta appagante storia d’amore. Se si fosse potuta definire felice lo avrebbe senza dubbio fatto, se non fosse per l’unico problema della lontananza.
La donna scosse la testa per non pensarci e chiese al tassista di aumentare il passo. Aveva fatto il check-in on-line, ma era comunque in ritardo.
 
Il numero del suo volo riecheggiava già negli altoparlanti dell’aeroporto. Voci metallizzate ripetevano i numeri e le destinazioni dell’aereo in partenza.
 
“To flight KL 1230, travelling to Washington DC, please proceed to gate 32. To flight KL 1230, travelling to Washington DC, please proceed to gate 32.”
La voce lo ripeteva un paio di volte in americano, poi in altre lingue.
Correva a perdi fiato e superava ogni controllo.
 
“This is the last call for passenger Beckett travelling to Washington DC, please proceed immediately to gate number 32”.
Doveva sempre farsi riconoscere, pensò.
Cinque minuti dopo era seduta in prima classe e guardava il suo staccarsi dai suoi piedi.
 
In quel momento Castle era fuori dall’aeroporto. Voleva comunque sentire l’aereo della propria ragazza staccarsi dal suolo. Si sentiva morire a mano a mano che il suono si faceva meno forte e si cercava di convincere che quella cosa fosse giusta, che tutto questo avesse un senso.
 
Prese l’Iphone e mise la sveglia per 7 giorni a venire, alle 18 di sera.
 
Rincasò un’ora dopo, giusto il tempo di fare lo slalom nel traffico newyorkese.
 
“Ciao figlio!”
Una Martha raggiante leggeva un libro davanti all’ultimo sole cittadino.
“Madre…” e lasciò in sospeso la frase, era triste. Si sedette vicino a lei e guardò i palazzi di vetro di fronte a lui.
“Sei triste?”
“Si.”
“Tornerà fra una settimana!”
“Ho una brutta sensazione madre!”
“Ah, Richard, i segni della vecchiaia si fanno sentire! Cominci a diventare paranoico!” Martha si alzò e fece ondeggiare il bicchiere di vino rosso facendo una giravolta scenica su se stessa. Posò il libro assicurandosi che ci fosse il segno e posò il liquore sul bancone.
“Dici che sono paranoico, Madre?” Si stava quasi convincendo che fosse così, che fosse colpa sua.
“Lei ti è fedele, ti ama, ti vuole e lo sai. Scaccia via i brutti pensieri e vienimi a dare una mano ai fornelli, prima che faccia esplodere casa.”
 
Richard si alzò e cominciò ad affettare pomodori.
Di tanto in tanto cercava di non pensare alla sua donna e talvolta ci riusciva anche.
 
La sua giornata finì alle 23:30, con un messaggio della buonanotte da parte della sua detective preferita.
 
“Buonanotte, ti amo, K.”
“Buonanotte, ti amo, R.”
 
Si dice che quando si è a chilometri di distanza bisogna guardare la luna affinchè ci si senta meno soli. La luna è sempre la stessa e quindi, forse, non si è davvero così lontani.

Angolino'R.

Nuova storia, nuova me.
Spero vi piaccia e che possa essere una bella idea.
See u soon.
Byeee

  
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