Esme si era da poco resa conto di essere stata trasformata in una vampira, quando decise che era ora di tornare a casa propria, per cercare aiuto dai suoi genitori, certa che non si serebbero sconvolti poi così tanto. Dopotutto si trattava di due maghi, perdipiù due maghi detidi alle arti oscure. Arrivata al Mannor, le venne aperto da un elfo domestico.  le disse l’elfo balbettando e tremando. disse Esme crcendo di essere il più rassicurante possibile. gli chiese dolcemente.  le rispose l’elfo che aveva smesso di tremare nel frattempo. disse per poi sparire di sopra. Si cambiò, levandosi di dosso i vestiti sporchi, di sangue, suo, dell’uomo che l’aveva trasformata e di animali, sporchi di terra, fango e di tanto altro. Per poi mettersi un semplice paio di jeans, una t-shir e un paio di converse. Scese di nuovo di sotto, alla velocità della luce, per poi rallentare una volta raggiunta la sala da pranzo. tossì Esme, per far si che la sua famiglia si acorgesse di lei. Entrò con clama nella sala, guardandosi attorno per poi incrociare lo sguardo con la sorella, che rimase pietrificata quando vide i suoi occhi rossi. Ma Esme intuì dal suo sguardo che era preoccupata e spaventata, la conosceva troppo bene, dopotutto erano gemelle, c’era un legame speciale tra loro. Sperò che questo rimanesse intatto pure dopo ciò, anche perché non era minimamente sua la colpa. Okay forse un pochino, ma non era questo il problema principale. Il problema principale e che lei avrebbe avuto 13 anni per sempre, menomale che sembrava più grande di quello che era in realtà; e che rischiava di perdere la sua famiglia. disse Esme con tutta la calma di questo mondo, ma non andò come sperava. Se lei era la calma fatta persona, i suoi genitori erano il più totale opposto. Fumavano per la rabbia. le gridò contro la madre, ma Esme non perse il controllo, rimase con la schiena dritta, in piedi e con la testa alta, era uno dei pochi insegnamenti che mise a frutto. Un Crawford non si scompone mai, cosa che la madre si era scordata.  il padre invece non si scompose, rimase fedele alla regola numero uno della loro famiglia. rispose Esme alla madre cercando di guardarla negli occhi ma questa distolse lo sguardo rispose questa volta al padre guardandolo negli occhi, senza che trasmettessero entrambi alcun sentimento, ma Esme sapeva che il padre era convinto delle sue idee, e che era triste di aver perso una figlia. Dopotutto lei era la preferita di papà. La cosa che le mise più tristezza di tutte fu vedere la sorella, che parlava sempre, che la difendeva sempre, che doveva sempre dire la sua, restare in silenzio pietrificata. E Nate, non si esprimeva, continuava a fissare il ritratto di loro tre assieme.  le disse alla fin fine la madre. Esme fece come detto se ne andò senza proferire parola, le parole dei suoi genitori, le facce dei suoi fratelli l’avevano uccisa. Faceva più male questo che la morte stessa. Andò in camera sua, prese una borsa bella capiente e ci buttò dentro dei vestiti a caso e la sua bacchetta. Per poi andarsene via da quella che una volta quella era camera sua, da quella che era casa sua, da quella che era la sua famiglia, da coloro a cui voleva e che le volevano bene, dall'altra metà di lei,Hedel, e dal suo protettore, Nate. Come uscita dal maniero cominciò a correre e a piangere. Si era sentita dire dai suoi genitori di essere un mostro, di essere senza anima… Avrebbe preferito che fosse veramente morta, non che fosse in un qualche qual modo “resuscitata”. Non se il prezzo da pagare era perdere la sua famiglia e la sua vita. Ora si che era definitivamente morta

Esme's Corner
Allora prima di tutto: grazie mille per aver letto la mia storia
Questa storia nasce come flashbak sulla storia di un mio personaggio (Esme Kathrin Crawford) sul un gdr di harry potter (FIM) ma ho deciso di publicarla qui perchè secondo me ha senso anche così estemporanea :D
Detto ciò, se lasciate una recensione non vi azzanna nessuno lol 
XoXo Esm