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Autore: MerasaviaAnderson    10/05/2013    4 recensioni
{Dalla testo}
Lei era forte in qualsiasi situazione ma quando era Ulrich a stare male non comandava più lei, comandava il suo cuore,non riusciva a trattenere le lacrime. Lui invece era forte sempre, dopotutto era un uomo e quella era una legge umana, gli uomini erano sempre più forti delle donne,ma Yumi per essere donna era già molto più forte di quanto dovesse e Ulrich si chiedeva se fosse davvero quello che le facesse male.
Genere: Drammatico, Guerra, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Aelita, Jeremy, Odd, Ulrich, Yumi
Note: AU, Missing Moments, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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CAPITOLO 1: È SOLO L'INIZIO

Erano nel bel mezzo di una grande guerra, lei tremava, forse per il freddo, anche, ma perché guardava lui combattere con onore contro il nemico, e lei, impotente, non poteva aiutarlo. Il nemico, quel maledetto, l'aveva ferito, le se lo vide venire incontro. Corsero verso un piccolo rifugio dove li aspettavano i suoi amici,poi lei.
-Come stai? Sei ferito? Ti fa male?
-No, sta tranquilla, è tutto a posto, lo sai che è solo l'inizio vero?
Lei abbassò lo sguardo. Piangeva. Poi lui le alzò il viso e le disse.-Hai avuto paura?
-Si, tanta.
-Di cosa?
-Di perderti. Non riuscivo ad avvicinarmi per aiutarti e mi sono sentita il cuore frantumarsi.
-Ma io sono qui, perché piangi allora?
-Perché lo hai detto tu, questo è solo l'inizio, e lo sanno tutti:una guerra si sa quando inizia,ma non si sa quando finisce.
Lei continuava a piangere.-Ehi, Yumi, piccola non fare così, no.
Lui la strinse forte come se quelle lacrime potessero esserle fatali, poi parlò lei.
-Ulrich, tu mi ami, vero?
-Certo, ma che domande sono?
-Allora ti prego, non andare a combattere. Il solo pensiero che non potresti ritornare mi impaurisce troppo.
-Tu non devi aver paura per me, a me ci penso io, tu devi solo preoccuparti di stare bene.
-Come faccio a non preoccuparmi per te?
-Credimi, no ne vale la pena
-Ma tu perché combatti?
Quel rifugio era piccolino, ma vivevano in cinque. C'era solo un letto: quello occupato da quel ragazzo che per anni era stato il migliore amico di Ulrich, quest'ultimo si voltò a guardarlo, poi Yumi capì...
-è per Odd, non è vero?
Lui abbassò gli occhi - Sì, da quando l’hanno ferito, non riesco a darmi pace, devo vendicarlo.
Il giovane ragazzo di appena quindici anni aveva le lacrime agli occhi e strinse forte la sua fidanzata, tre sole parole.
-Ti amo, piccola.
-Anche io, ma tu non mi lascerai mai, vero? Tu non morirai mai?
Lui non sapeva cosa dirle, qualunque fosse la risposta poteva essere una bugia: c'era una sola verità...
-Non lo so, piccola, non lo so ...
 
Era un nuovo giorno,una nuova mattina. Ulrich era partito, di nuovo. Yumi si voleva accertare delle condizioni di salute del suo amico, si avvicinò a Jeremy ed Aelita.
-Odd? Come sta?
-Dovremmo portarlo in ospedale, ma uscire significherebbe sfidare la morte e poi non sappiamo neanche dove si trova.
Yumi distolse lo sguardo, pensava ad Ulrich; era partito la mattina presto, senza armi, si basava solo sulle sue forze fisiche  e sulla conoscenza delle arti marziali, Jeremy guardando Yumi capì.
-Vedrai, starà bene. Te l’ha detto lui di non preoccuparti, no?
-Si, è vero, ma …
-Allora non hai nulla da temere.
Ma la giornata passava, era già il tramonto, Ulrich non tornava e Yumi cominciò a preoccuparsi.
-Jeremy?
-Si?
-Ulrich non torna, io lo vado a cercare.
-Da sola? Sei matta?
-L’ho fatto anche ieri,non mi è successo niente.
Jeremy era preoccupato, aveva giurato ad Ulrich che nessuno sarebbe uscito di lì.
-No, mi dispiace Yumi, tu non uscirai, non da sola.
Nel frattempo era calata la sera e non avevano altra scelta: dovevano cercarlo. Uscirono Jeremy e Yumi mentre Aelita rimase al rifugio con Odd.
Trovarono Ulrich, stava combattendo, Yumi voleva andare da lui ma Jeremy non le permise di avvicinarsi, sapeva che era un rischio e non gli andava di avere altri amici feriti, ma non fu così. Fu solo un attimo, un momento di distrazione del giovane Ulrich per guardare i suoi due amici che lo ingannò. Partì un colpo diretto verso di lui, lo prese alla costola destra. Yumi si sentì morire, voleva andare da lui ma Jeremy la tratteneva, le diceva che se la sarebbe cavata da solo, ma lei sapeva che non era così, allora si scansò e sfidando i bombardamenti si avvicinò a Ulrich in lacrime. Il dolore che provava era più grande dello sforzo fisico che doveva fare: sollevò Ulrich da terra e aiutata da Jeremy lo portò al rifugio.
 
Quando lui si svegliò Yumi era in lacrime che gli carezzava dolcemente i capelli e il viso.
-Una principessa non piange,dovresti saperlo.
Lei lo guardò e gli fece un’altra carezza.
-Ma io non sono una principessa, tesoro, tu lo sai.
-Forse non lo sarai per gli altri, ma per me lo sarai per sempre.
Lei piangeva e tramava, poi si rivolse a Jeremy.
-Einstein c’è speranza, vero?
Il giovane amico si avvicinò a loro un po’ perplesso.
-Lo possiamo salvare solo se lo operiamo adesso.
-Ma come andiamo in ospedale?
-Non possiamo andarci, non c’è tempo, se lo portiamo in ospedale morirà durante il viaggio, fuori fa freddo e poi l’ospedale non sappiamo neanche dove si trova.
-E allora cosa facciamo?
-Lo operiamo noi.
Lei rimase scioccata da quella risposta, il padre di Jeremy era un medico, questo era vero, forse gli aveva potuto insegnare qualcosa, ma non erano bravi come dei medici non avevano alcuna conoscenza sul campo.
-Jeremy, sei sicuro? Se qualcosa dovesse andare storto cosa faremo? Non siamo medici!
-Noi no, ma mio padre lo era, mi aveva detto che quando studiava all’università gli hanno insegnato anche le tecniche antiche,sono le più semplici ma in sostanza anche le più pericolose.
-E allora perché le devi usare?
-Perché è sempre meglio di tenergli quel proiettile lì dentro!
Lei non disse nulla, andò a prendere il kit medico e lo porse a Jeremy.
-Jeremy, mi raccomando sii prudente
-Certo.
-C’è dell’anestetico? Non voglio che soffra.
Jeremy girovagò dentro la scatola.
-No, non ce n’è più
Yumi andò a sedersi vicino a Ulrich e gli fece appoggiare la sua testa sulle sue gambe, sapeva che la sua presenza non gli avrebbe alleviato il dolore che avrebbe provato, ma pensava che sentirsela vicino gli avrebbe dato più coraggio, ma lei piangeva, avrebbe preferito trovarsi lei nella situazione di Ulrich, era convinta che avrebbe sofferto di meno.
Jeremy si infilò i guanti, poi prese una pinza e accese un fiammifero per cominciare a bruciarla.
-Cosa stai facendo, Jeremy? – domandò Aelita.
-Sto bruciando la pinza.
-Per renderla più salda?
-No, per disinfettarla.
Yumi aveva molti dubbi in testa, si chiedeva se avrebbe funzionato, in fondo avevano solo quindici anni, era una vera e propria follia cercare di operare qualcuno, ma una parte di sé sperava che funzionasse, sperava che Ulrich potesse riaprire gli occhi stando meglio.
-Gli farà male? – chiese a Jeremy.
-Si, molto, deve essere pronto a tutto.
Jeremy individuò il proiettile e glielo sfilò. Sentirono un urlo alto e lacerante, era Ulrich.
 
La piccola Aelita era in lacrime, ma non quanto lo fosse Yumi.
La giapponese si porto una mano alla bocca, mentre con l’altra stringeva quella di Ulrich, il suo viso e i suoi occhi erano pieni di lacrime, per lei piangere era inevitabile.
-Ulrich! … Jeremy, ce la farà? Ti prego dimmi di sì!
-Sì, ce la dovrebbe fare, sta tranquilla, sembra essere tutto a posto, almeno credo.
Jeremy gli pulì e disinfettò la ferita, lasciò a Yumi il compito di fasciarlo, lui aveva sempre detto di non essere tanto bravo a farlo, ma tutti sapevano che in realtà il motivo era un altro, voleva lasciare Ulrich e Yumi per un po’ da soli, magari Yumi avrebbe voluto sfogarsi e piangere più di prima e non esisteva nessuna persona al mondo che non sapeva che a Yumi non piaceva mostrarsi debole agli occhi degli altri, era anche vero, però, che l’amore di Ulrich l’aveva resa più fragile, forse perché con lui al suo fianco sapeva di potersi lasciar andare, o forse perché non sentiva più il bisogno di proteggersi.
Quando lei sfiorava la sua pelle calda lui rabbrividiva.
-Yumi, le tue mani, sono così fredde …
-Lo so, ma non ti preoccupare.
-Sei sicura di stare bene?
-Si, sta tranquillo, va tutto bene.
Mentì, nulla le andava bene, la sofferenza che aveva dentro le bruciava come un fuoco ardente e implacabile.
Lei li diede un bacio, poi si alzò e andò a prendere una coperta e gliela ripose di sopra.
-Adesso dormi, fa freddo e sei stanco, hai bisogno di riposare.
Non ci volle molto che si addormentasse, così Yumi si alzò e andò accanto ad Odd.
-Odd?
-Dimmi giapponesina, cosa succede?
-Come va? Ti senti bene?
-Non molto, ma cosa succede?
La voce di Odd era bassa e tremante, ma riusciva a parlare comunque con la sua amica, forse in un certo senso aveva intuito cosa volesse dirgli, ma aspettò e non volle essere troppo impulsivo, riusciva, più o meno, a capire come si sentiva, lui più degli altri, forse anche più di Ulrich stesso.
-Vedi, si tratta di Ulrich, lui … è stato ferito gravemente e quando si riprenderà, continuerà a combattere e tutto questo solo per vendicarti, quindi io …
-Vuoi che ci parli?
-Si, per favore, ma non adesso, magari quando starete meglio entrambi, ok?
-Si, certo, ma come sta?
-Jeremy gli ha estratto il proiettile e adesso dorme, non si sente molto bene, ma è plausibile.
-Ok.
Lei stava per andare ma poi si ricordò una cosa.
-Ah! Odd!
-Dimmi.
-Grazie.
-E di cosa?
-Per avermi capito.
-Ah, di nulla, provo la stessa sensazione, comunque l’ho sentito gridare prima.
Lei abbassò lo sguardo cercando di trattenere le lacrime.
-Non voglio neanche immaginare il dolere che ha provato
Odd si sforzò un po’ e le fece una piccola carezza.
-Eh, no giapponesina, non è da te piangere.
-Si, ma Odd vedi, io …
Lui sorrise -Non perder tempo in lacrime,vagli vicino, ne ha bisogno.
-Va bene, grazie ancora.
Lei si sedette accanto a lui e se lo appoggiò alla spalla, lo guardava. Ulrich: quel dolce angelo che gli aveva riempito e salvato la vita adesso era in pericolo ed era lei che doveva salvarlo.
 
I giorni passavano e Ulrich continuava a dormire, era disidratato e se avrebbe dormito ancora la situazione sarebbe peggiorata, erano tutti preoccupati, ma una notte qualcosa cambiò.
-Yumi … - Ulrich si era svegliato, la sua voce era stanca.
-Ulrich! Ti sei svegliato! Come ti senti?  Hai fame? Sete?
-Quanto ho dormito?
-Tre giorni. Hai bisogno di qualcosa adesso?
-Io ho bisogno solo di te …
-Non fare l’eroe quando non devi, ti vado a prendere dell’acqua e qualcosa da mangiare, ti sei disidratato.
Lei ritornò con acqua e cibo, ma lui era più preoccupato per Yumi che per sé stesso, la vedeva stanca.
-Io ho dormito per tre giorni, ma tu? Quando hai intenzione di farlo? Da quanto tempo non dormi?
-Da quando sei stato ferito, non ce la faccio, temo che ti possa sentire male e non ti senta nessuno …
-Ma tu sei pazza! Non dormi da tre giorni!
-Dormirò quando mi pare, ok?!
Ma dopo pochi minuti lei era già crollata sulla sua spalla,lui la guardò e le sussurrò.
-Sembri così testarda, ma in realtà sei così fragile …
In effetti aveva ragione. Lei era forte in qualsiasi situazione ma quando era Ulrich a stare male non comandava più lei, comandava il suo cuore,non riusciva a trattenere le lacrime. Lui invece era forte sempre, dopotutto era un uomo e quella era una legge umana, gli uomini erano sempre più forti delle donne,ma Yumi per essere donna era già molto più forte di quanto dovesse e Ulrich si chiedeva se fosse davvero quello che le facesse male. Poi rifletté: loro non erano né uomini né donne, erano solo ragazzi e ragazze, e forse era proprio il fatto di essere giovani che gli faceva avere quello spudorato coraggio di partire in guerra da soli. C’era anche da dire che quella situazione li stava facendo crescere troppo in fretta: due di loro, due ragazzi di appena quindici anni, avevano già provato l’immenso dolore di essere feriti da un proiettile durante una guerra; l’altro ragazzo, invece, si era trovato a sfilare un proiettile dal corpo di un suo amico senza nemmeno averlo anestetizzato; Yumi,la ragazza più grande, aveva visto il suo fidanzato essere sparato da un proiettile e vederlo ferito gravemente; la piccola Aelita, invece ,era proprio quella che soffriva di più,vedeva i suoi amici feriti,altri che soffrivano ancora più di lei e le faceva male,molto male.
 
Passò una settimana e mezzo da quella brutta esperienza Odd e Ulrich stavano meglio, Odd almeno si reggeva in piedi al contrario di Ulrich che ancora non riusciva a rimettersi in sesto.
Odd si ricordò della promessa fatta a Yumi la settimana prima e decise di parlare a Ulrich.
-Ulrich … ?
Odd si sedette al fianco dell’amico del cuore per fargli capire che quello che voleva lui non era una vendetta, ma stare accanto a tutti i suoi amici, specialmente a Yumi.
-Dimmi, cosa succede?
-Volevo solo parlarti.
-Quando riuscirò a rimettermi in piedi ripartirò per la guerra,devo assolutamente trovare quel maledetto che ti ha ferito.
-La sai una cosa? Io no ne ho bisogno, non ho bisogno di una vendetta,ho bisogno solo che resti qui accanto a noi.
-No ne hai bisogno tu, ma ne ho bisogno io.
-E per che cosa? Per una questione di orgoglio? Ti rendi conto di quello che stai facendo?
-Non è una questione di orgoglio è una questione di vita o di morte.
-Certo, è una questione di vita o di morte perché ogni volta che esci da qui rischi di morire!
-E a me cosa importa? Potremmo morire tutti! Non ricordi? Quando dobbiamo fare la scorta di cibo e acqua dobbiamo uscire a turno, quindi la rischiamo comunque la vita e poi ci siamo giurati di proteggere le ragazze, ad ogni costo.
-Ma tu non pensi a Yumi? Non pensi a quanto stia soffrendo nel vederti ridotto in questo modo?
-Io sto solo cercando di proteggerla.
-Se tu la cerchi di proteggere le staresti vicino e non le faresti pesare questa guerra al posto di andare gironzolando a cercare vendetta e rischiando la vita, tu non capisci, Yumi senza di te non vive e hai idea di cosa accadrà se tu morissi? Se tu un giorno durante questa guerra dovresti morire uccideresti anche lei,lo capisci o no?
Ulrich riuscì a tirarsi in piedi, come un eroe, ma lui non lo era,gli eroi non piangevano e lui lo stava facendo. Solo allora Odd si rese conto di essere stato troppo brusco. Dopotutto anche lui aveva passato quello che stava passando lui, e poi era il suo migliore amico,come faceva a non capirlo, abbassò tristemente lo sguardo.
-Perdonami, non dovevo essere così diretto …
-Non fa niente, hai ragione tu, su tutto.
I due amici si abbracciarono, era tanto che non lo facevano, ma era proprio nelle situazioni peggiori che si vedeva la loro amicizia. I due sorrisero e si diedero la mano come fanno sempre i ragazzi e poi la famosa spallata, questa volta più leggera per via dei vari ammaccamenti di qua e di là.
Yumi, che li aveva visti da lontano, sorrise. Era bellissimo vederli entrambi di nuovo pieni di vita com’erano sempre stati. Accanto a lei vennero Jeremy e Aelita e insieme si diressero vicino a Odd e Ulrich. Stavolta non era bellissimo, era meraviglioso vederli tutti e cinque lì a sorridere dopo tante sofferenze e brutti ricordi. Sapevano che ancora non era finito niente e che tutto stava solo cominciando, non solo la guerra ma stava cominciando anche la speranza, la speranza in un modo migliore, fatto di più sogni e meno proiettili, dopotutto, il vero motore della vita era quello, la speranza. I cinque ragazzi speravano che quella stupida guerra avrebbe potuto avere anche un lato positivo, radere al suolo tutti i brutti ricordi e poi, mano a mano, dopo la fine di tutto riaccendere quelli belli, quelli che avrebbero ricordato per sempre, quelli dove sarebbe bastato uno sguardo per riaccenderli nella memoria.

*Angolo scrittrice*
Ciao a tutti coloro che hanno appena letto ... Allora? Com'è stata questa One-Shot .... Uhmm .... non sono molto sicura sul rating ...... sinceramente ero un po' indecisa tra verde e giallo, ma ok. Ad ogni modo .... Lo so che state pensando ... Lo so ... Lo so ... è un po' surreale, ma non ricordo bene come mi sia venuta in testa .... nell'ora di storia mi sembra .... (Dovete sapere che io le lezioni le seguo! ;) ) Ad ogni modo .... Potete farmi sapere cosa ne pensate ...... ? Magari con qualche recensione .... anche se non sarà positiva andrà sempre benissimo ... :3 .... Grazie per aver letto ... :D
   
 
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