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Autore: Chilemex    10/05/2013    2 recensioni
"Ed è quando vieni chiamato per compiere una missione per il futuro del canale, che devi dimostrare di essere un vero Bro!"
Michele, semplicissimo adolescente appassionato di videogiochi, si ritroverà all'improvviso nel canale di PewDiePie, in compagnia di PewDiePie stesso, e gli verrà richiesto un aiuto molto significativo, dal quale dipenderà il vero e proprio futuro dell'intero canale e di tutti coloro che lo popolano.
È il momento, per Felix e Michele, di affrontare un'avventura nuova, pericolosa... Ed esilarante!
Genere: Avventura, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: CutiePieMarzia, PewDiePie
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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PewDiePie rimase in quella posizione, mantenendo la stessa espressione, per un bel po’. Il mio sguardo, automaticamente, si posò su ciò che lui stava guardando: era effettivamente una papera.
Una normalissima papera dalle penne viola e la testa verde scuro. Accanto a lei ce n’erano altre due, assolutamente identiche, e tutte stavano a loro volta fissando PewDiePie, immobili.
 
A rompere il silenzio fu nuovamente Felix, che rimanendo sempre immobile con la stessa faccia mormorò: «You… Fucking ducks!»
E, con una sorpresa che mi stupì non poco, una delle papere spalancò il becco e rispose. Aveva una voce stridula, la voce più tipica che si potrebbe attribuire ad una papera, parlava velocissimamente e… in inglese.
«È davvero incredibile che tu ci sia riuscito, PewDiePie… Non l’avrei mai detto! Voi l’avreste mai detto?»
Immediatamente dopo, un’altra delle papere rispose alla prima, parlando nello stesso modo.
«No, non l’avrei mai detto! E tu l’avresti mai detto?»
La terza papera parlò a sua volta.
«No, non l’avrei mai detto! E tu…»
La loro stupidissima conversazione venne interrotta da un’esclamazione di PewDiePie stesso, urlata: «Stop!»
Le papere si zittirono, e si creò un attimo di silenzio. Se fino a poco prima credevo di avere le idee chiare, ora ero di nuovo molto confuso. Papere? Nel bagno della casa di PewDiePie? Era la loro ombra che avevo visto poco prima? Ma soprattutto… Che diavolo c’entravano delle papere parlanti in tutta quella storia?
PewDie aveva riacquisito un’espressione normale, ma sembrava comunque allarmato e molto furioso.
«Uuh…» riprese una delle papere, con lo stesso tono, stavolta pieno di sarcasmo «Il piccolo Felix è arrabbiato… Ma vorrei avvertirti, prima che tu faccia mosse azzardate…»
Un’altra papera mosse il piccolo muso verso una zona libera del bagno, e in quel preciso punto comparve, all’improvviso…
«Marzia!» urlò PewDie, correndo immediatamente verso la zona in questione senza pensarci due volte.
«Pewds, aspetta!» esclamai, finalmente parlando per la prima volta negli ultimi momenti. Marzia si trovava effettivamente lì, in piedi, ma aveva qualcosa di strano… Sembrava più trasparente del normale, come se fosse un fantasma. Nonostante tutto, era visibilmente spaventata.
«Marzia, stai bene?» chiese Felix, preoccupato, lanciandosi verso Marzia come per abbracciarla. Ma ciò che accadde poco dopo confermò i miei dubbi: PewDie, invece di abbracciare Marzia, si schiantò rumorosamente sul muro che si trovava dietro di lei; era appena passato attraverso il suo corpo.
«What the… Che sta succedendo?!» urlò, massaggiandosi il naso e guardando di nuovo Marzia. Lei iniziò a muovere le labbra, come se volesse rispondere qualcosa, ma la sua voce non si sentiva; stava parlando a vuoto.
«Non ti sento!» sbottò Felix, ancora piuttosto preoccupato.
«E ci credo!» interruppe una delle papere, che attirò immediatamente l’attenzione di tutti. «La tua amichetta non si trova qui, è rinchiusa in una prigione situata in un’altra dimensione… Alla quale tu non puoi certo accedere! E finché noi starnazziamo, tu non puoi certo arrivarci!»
I tre animali iniziarono a ridere fragorosamente, in modo molto fastidioso, con la loro voce stridula, acuta ed odiosa.
«Hai detto bene…» mormorò PewDiePie, spostando il suo sguardo dal “fantasma” di Marzia alle tre papere «Solo finché voi starnazzate… E non preoccuparti, non lo farete ancora a lungo!»
A quel punto, PewDie si scaraventò sul punto in cui si trovavano le tre papere, per acchiapparle, ma queste furono più veloci di lui e si spostarono svolazzando dall’altra parte del bagno, facendo schiantare Felix per una seconda volta, stavolta sulla tavoletta del WC. La risata dei tre pennuti divenne ancora più forte e fastidiosa.
«Sono insopportabili!» esclamai, aiutando Pewds ad alzarsi «E mi domando ancora perché nel tuo bagno ci sono delle papere che parlano!»
«Non credo che ci sia tempo per pensare e ragionare…» sospirò lui, alzandosi e guardando di nuovo verso Marzia. Lei era lì, ancora confusa e spaventata, che lo guardava negli occhi cercando di dire qualcosa. E accanto a lei, più in basso, si trovava Maya, anche lei leggermente trasparente, che cercava inutilmente di abbaiare.
«So solo…» riprese PewDiePie «Che per quanto la cosa possa sembrare assurda, dobbiamo provare seriamente a sconfiggere queste fucking bithces se vogliamo avere una minima speranza di rivedere Marzia. Non so a quanto possa servire, ma dobbiamo provare. Sei pronto?»
«E come dovremmo fare?» chiesi, notando che stavolta PewDiePie era veramente molto serio.
«Non lo so… Dobbiamo provare a fare qualcosa!» rispose lui.
Rimanemmo per qualche secondo in silenzio, mentre le papere dall’altra parte continuavano a ridere.
«E va bene» dissi ad un certo punto «Facciamole fuori!»
Pewds annuì, ci scambiammo un piccolo Brofist e, dopo aver guardato Marzia ancora per un attimo, corremmo verso le papere cercando di nuovo di afferrarle.
 
Non appena le bestiacce ci notarono, spiccarono nuovamente il “volo” e ci evitarono, tornando dall’altra parte del bagno.
«You fucking…» sbottò PewDie, sempre più adirato, mentre le papere ricominciavano a ridere.
La scena si ripeté per ben tre volte: noi due che cercavamo di afferrarle  e loro che continuavano a svolazzare via, ridendo e prendendoci in giro.
«E daaai, questo è tutto quello che sa fare il grande Felix Kjellberg e il suo piccolo aiutante?»
Lanciai uno sguardo fulminante alle papere, quindi mi rivolsi a PewDiePie: «Beh, se non altro sanno essere molto fastidiose… Cosa credi che dovremmo fare?»
Lui rispose: «Non ne ho idea… Continuare a cercare di afferrarle ed avere pazienza. Se ci riusciremo, le butteremo fuori da questo posto. Dai, ripartiamo!»
Stavolta cercammo di avere un minimo di strategia e di far incastrare le papere da in qualche punto; continuammo a farle volare da una parte all’altra, finché non si posizionarono esattamente al centro del bagno, mentre io e Pewds ci trovavamo dalle parti opposte. Era il momento perfetto.
«Go!» urlò Felix all’improvviso, e subito ci mettemmo a correre verso il punto in cui si trovavano i tre animali. Sembrava il piano perfetto, dato che non avevano dove scappare… E invece ci fregarono di nuovo.
Una di loro scivolò alle mie spalle (come diavolo abbia fatto, non ne ho idea), un’altra alle spalle di Pewds e la terza si alzò ancora in “volo”, passando sulle nostre teste. Risultato: una testata e un regalino appiccicoso a ciascuno.
«Aaargh, che schifo!» urlai, senza avere il coraggio di toccare l’enorme macchia bianca che mi era rimasta sulla spalla.
«Fucking ducks…» ripeté ancora PewDiePie, grattandosi la testa a causa del colpo ricevuto.
«Ho paura che questo non sia il modo giusto per sconfiggerle!» dissi, frustrato.
Mentre ci riprendevamo, le tre papere si erano sistemate per bene lontano da noi. Sembravano voler finalmente reagire, invece di scappare.
«Bene, bene… Credo sia arrivato il momento di fare sul serio! Vero?» strillò una delle papere.
«Vero!» risposero in coro le altre due. Poi, senza che loro facessero niente, vennero improvvisamente avvolte da un fumo nero che comparve dal nulla, e che le nascose dalla nostra visuale per qualche secondo. Dopo un po’, quando il fumo sparì, al posto delle papere c’era qualcun altro.
C’erano tre ragazzini, decisamente più piccoli di me, di bassa statura. Il primo aveva i capelli biondo scuro, più che altro molto sporchi, indossava una tuta da ginnastica blu ed era il più basso dei tre. Quello al centro era invece il più alto (relativamente, visto che comunque era più basso di me), coi capelli castani anch’essi molto scuri, maglietta rossa e pantaloncini jeans. Il terzo, infine, aveva i capelli di un rosso acceso, la faccia piena di lentiggini e l’abbigliamento molto simile al ragazzino in centro. Tutti e tre avranno avuto più o meno sette anni ciascuno, e se ne stavano lì, a fissarci con il classico sorrisetto malvagio di un bambino pestifero che sta per combinarne una delle sue.
«Who the fuck are you?» sbottò PewDiePie, molto schiettamente.
Nessuno dei tre rispose, e rimasero tutti esattamente com’erano.
«Che espressioni stupide…» commentai.
Non appena cercammo di fare un passo, però, i tre ragazzini reagirono.
 
Il primo dei tre, quello biondo, batté un piede a terra e cacciò un urlo: «pewdipie e una merdaa!!!!!»
Dalla bocca del ragazzino uscirono letteralmente le parole che aveva urlato: scritte a caratteri cubitali e molto visibili, queste andarono a schiantarsi proprio addosso a PewDiePie.
«Che diamine…!» esclamai, stupito. Non avevo mai visto una persona vomitare le sue stesse parole, e di certo non me lo sarei mai aspettato, nonostante la situazione.
Anche se le parole andarono a colpire PewDie, egli non sembrò danneggiato fisicamente. Però, pareva molto arrabbiato.
«Shut up! Sei un bambino, perché dici queste cose stupide?!» urlò Felix, rivolto al bambino che intanto se la stava ridendo insieme ai suoi due compagni.
Avrei voluto dire anch’io qualcosa (i bambini che si comportano in quel modo mi hanno sempre dato molto fastidio), ma il più alto dei tre ragazzini mi precedette: anche lui urlò qualcosa, e le parole si materializzarono fuori dalla sua bocca: «pewdipoi fa schifo e deve morire!!!»
Anche stavolta, le parole “volanti” finirono addosso a PewDiePie, e lui apparve ancora più arrabbiato e particolarmente offeso. 
A dire qualcosa però fui io: «Smettila, idiota! Avrai sì e no sei anni e vai in giro a sfottere gli adulti? Ma piantala…»
Anche in questo caso, però, la mia reazione (quasi esagerata) non fece altro che far ridere e divertire ancora di più i tre scemotti.
«Bisogna immaginare che siano ancora delle stupide papere e buttarle fuori di qui!» esclamò PewDie, per poi correre verso i ragazzini pronto ad afferrarli e dargli una bella strigliata come un padre a dei figli.
Ma questi non si lasciarono toccare, e con un’agilità del tutto innaturale schivarono Felix tornando tutti e tre dall’altra parte del bagno.
A quel punto il terzo ragazzino sparò un’altra cattiveria, stavolta rivolta a me: «chimelex e un ghei ke difende il suo amiketto pewshitpie!!!!»
PewDiePie si rivolse a me: «Are they fucking serious?!»
Per il momento rimasi fermo, rispondendo a denti stretti: «Credo di sì, ed è quello che mi dà più fastidio…»
Poi, dopo aver visto che i tre avevano ricominciato a ridere in quel modo così provocatorio, non riuscii a trattenermi e corsi verso di loro. Non avrei avuto il coraggio (né la forza) di colpirli, ma sicuramente di dirgliene quattro. E di nuovo questi mi fecero schiantare sul muro del bagno semplicemente spostandosi di solo qualche centimetro.
 
La stessa scena continuò a ripetersi, tristemente, per più di cinque minuti; e nulla cambiava.
I ragazzini dicevano qualcosa di cattivo ed odioso («pewdiepie merda», «pewdiepie poveraccio», «la fidanzata di pewdiepie è una puttana»…), io o Pewds correvamo verso di loro per afferrarli (elaborando le strategie più assurde ed imprevedibili, tutte fallite) e loro schivavano, ricominciando a ridere.
«Non è possibile…» sospirai, col fiatone «Ci stiamo facendo battere da dei ragazzini! Anzi, da delle papere!»
«Damn you, Ducks… Sembrano godere della nostra rabbia!» esclamò Pewds, rassegnato.
«Detesto quelli che si comportano così. Odiano a prescindere e si divertono con poco…» mormorai, anch’io molto giù di morale.
A quel punto, PewDiePie cambiò del tutto. Il suo viso passò da triste ed arrabbiato ad “illuminato”, e un sorrisetto un po’ furbo fece inarcare leggermente la sua bocca.
«Haters gonna hate… Ducks gonna duck!» lo sentii dire tra sé e sé.
«Cosa?» chiesi, guardandolo incuriosito.
«Mio caro Chilemex…» sussurrò lui, in modo che potessi sentirlo solo io, sempre con la stessa espressione sul volto «Ho capito perfettamente cosa dobbiamo fare con questi ragazzini!»
«Davvero? Cosa?» domandai, sempre più impaziente.
«Non so se te lo ricordi, ma “dalle mie parti” Duck è riferito a quelle persone che odiano me ed i miei video, e lasciano commenti stupidi e cattivi. Qual è la prima cosa che tutti fanno o vorrebbero fare?»
«Rispondere a quel commento insultando a propria volta» risposi, sinceramente.
«Esatto. Ma qual è invece la cosa che si dovrebbe fare?»
Allora mi “illuminai” anch’io, poiché avevo capito tutto.
«Ignorarlo» dissi, come un alunno che si fa suggerire le risposte al test dal professore.
«Ed è proprio quello che dobbiamo fare anche noi!» esclamò soddisfatto PewDiePie, sempre a bassa voce «I cosiddetti “troll”, in questo caso Ducks, si nutrono della rabbia degli altri utenti di Internet, e spesso sono bambinetti che si nascondono dietro allo schermo del PC. La cosa migliore per fargli abbassare la cresta è ignorarli. Ora tu fai finta che loro non stiano dicendo niente; fatti gli affari tuoi, girati i pollici, fai un pisolino… Ma non rispondere a ciò che loro diranno! Va bene?»
«Va bene!» risposi io, finalmente convinto. Un altro Brofist, e dopo un rapido sguardo provocatorio ai tre ragazzini, io e PewDiePie iniziammo a guardarci intorno con assoluta indifferenza.
 
I tre ragazzini non tardarono a ricominciare a stuzzicarci: partì quello più alto, che urlò con voce stridula: «non sai giocare a niente fai skifooooo sfighatoooooo!!!»
Le parole andarono, ovviamente, a colpire PewDiePie… Ma lui non si mosse di un centimetro. Continuò a fissare la parete ed il soffitto del bagno.
‘Ottimo!’ pensai, rimanendo anch’io indifferente. Evidentemente il piano di PewDie aveva funzionato, perché i tre ragazzini sembrarono, per la prima volta, sconcertati e delusi dal loro attacco fallito.
Confabularono qualcosa tra di loro, poi tornarono all’attacco: «vigliacco non mi rispondi xke hai paura di me!!!!!»
Altre parole che colpirono PewDiePie… Senza causare nessuna reazione.
I ragazzi sembrarono ancora più innervositi dalla situazione. L’attacco successivo era rivolto a me: «stronzo che cazzo fai finta di niente??? Vuoi dare un bacio in bocca a pewdiepie???»
Le parole arrivarono fino a me e sparirono non appena mi toccarono. Subito dopo, venni preso da un potentissimo impulso di rispondere qualcosa, rispondere in maniera decisamente poco cortese… Ma dovevo assolutamente combattere quell’impulso.
E ci riuscii. Per poco, ma ci riuscii.
Mentre i tre bulletti sembravano sempre più seriamente preoccupati e continuavano, disperatamente, a sparare insulti e provocazioni, io e Pewds restavamo completamente inermi e strafottenti. Discutemmo del tempo che fa fuori, facemmo scorrere l’acqua del lavandino senza nessuno scopo, facemmo il giochino del battimani… Tutto pur di distrarci da quei tre patetici ragazzini.
 
E alla fine funzionò. Dopo l’ennesimo insulto sparato a vuoto, i tre ragazzini sembrarono tremendamente stanchi e sconsolati.
Lo stesso fumo che prima li aveva trasformati in umani tornò a trasformarli in misere e ridicole papere.
«Abbiamo… Fallito…» mormorò una di queste, con la voce stanca ma sempre stridula ed inascoltabile.
«Non era mai successo prima, nel canale di PewDiePie…» sospirò una seconda papera.
«Eppure… Ha scoperto la nostra più grande debolezza…» concluse la terza, con lo stesso tono di voce.
Le tre papere urlarono un tristissimo «Quaaaaaaack!», e quindi sparirono lentamente nel nulla, con una dissolvenza molto drammatica.
Le papere erano state sconfitte.
 
«I know a Duck when I see one, bitch!» disse soddisfatto Pewds, rivolto alle papere che stavano svanendo.
«Incredibile… Ci siamo riusciti!» esclamai io, e finalmente in quel maledetto bagno ritornò un’atmosfera allegra.
«Genius Pewds strikes again!» annunciai solennemente, mentre PewDie si esibiva in un inchino molto esagerato.
«Siamo stati dei grandi, diciamocelo!» rise lui, mentre ci scambiavamo un altro Brofist.
«Queste papere erano molto più stupide di quanto sembrassero… Ma io ero convinto che gli Haters fossero rappresentati da… Sai… Barrels!» titubai io.
Pewds per un attimo tornò molto serio, e mi disse: «Oh, no… Gli Haters non sono il problema più grande del canale… I Barrels rappresentano una minaccia incredibilmente più grande, una potenza nemica inimmaginabile ed indistruttibile… Bisogna fare attenzione, quelli ti acchiappano quando meno te lo aspetti! Fucking Barrels…»
‘Wow, la cosa è molto più seria di quanto sembri!’ pensai, senza aggiungere altro.
«Beh, l’importante è che abbiamo sconfitto questa prima minaccia, sebbene molto debole!» ripresi io.
PewDiePie stava per rispondere, ma un’altra voce lo interruppe, una voce che entrambi conoscevamo già: «Hey, Felix!»
Era una voce femminile, molto dolce, che proveniva dal lato opposto del bagno, a cui noi due stavamo dando le spalle. Ci voltammo all’improvviso, contemporaneamente, e il viso di PewDiePie venne nuovamente illuminato da un sorriso, stavolta un sorriso felice e commosso.
«Marzia!»
 
Felix corse immediatamente verso la sua fidanzata, che lo stava guardando con gli occhi bagnati da lacrime di felicità, e in un attimo i due si ritrovarono abbracciati, baciandosi e stringendosi amorevolmente.
«Oh, Marzia… Meno male che stai bene! Mi ero preoccupato moltissimo… Dove diamine eri finita?» le domandò PewDie, senza lasciarla andare, come se non volesse che da un momento all’altro tornasse trasparente e sparisse di nuovo.
«Non lo so nemmeno io… So solo che una mattina mi sono svegliata e mi sono ritrovata in un posto completamente buio, dal quale non riuscivo a scappare!» spiegò Marzia, tra un singhiozzo e l’altro «Ho urlato, ti ho chiamato… Ma non sentivo né vedevo nulla! Non so chi mi abbia portato lì e come abbia fatto, ma è stato orribile!»
«L’importante è che tu stia bene e che nessuno ti abbia fatto del male. E che ora siamo di nuovo insieme» le sussurrò Felix, calmandola.
Io intanto ero rimasto dov’ero, a guardare la scena, mentre un senso di dolcezza mi assaliva e mi attraversava il cervello facendomi sorridere. Quei due erano davvero una coppia perfetta ed adorabile.
Marzia indossava un vestito rosa che le arrivava fino alla vita, dei leggins neri e delle semplici scarpe bianche. Da dietro le sue gambe si fece finalmente vedere qualcuno.
«Oh, Maya!» esclamò Pewds, prendendo in braccio la cagnolina che fremeva di felicità e dandole un affettuoso bacio sulla testa, che lei ricambiò con qualche leccatina.
«Già, meno male che c’era anche lei con me… Se fossi stata da sola sarei impazzita!» esclamò Marzia, finalmente calma e sorridente.
PewDie tenne Maya in braccio, e girò lo sguardo verso di me, come se volesse che Marzia mi notasse; ed infatti così fu. La ragazza mi guardò, incuriosita, ma non mi disse nulla; piuttosto, si rivolse di nuovo a Felix: «E… Questo ragazzo chi è?»
Lui si avvicinò a me, e Marzia lo seguì, sebbene un po’ incerta. Io intanto stavo morendo dall’imbarazzo.
«Marzia, lui è Michele, ovvero Chilemex. È un Bro che ho fatto venire con me in questa missione per salvare te e tutti gli altri nostri amici, e che finora mi ha aiutato moltissimo dimostrandosi un Bro a tutti gli effetti!»
‘Esagerato!’ pensai, comunque lusingato. Poi, lentamente, porsi la mia mano a Marzia sperando che la stringesse.
«C-ciao…» balbettai, sembrando stupido ma sperando di non apparire troppo goffo.
«Ciao!» mi rispose lei, stringendomi calorosamente la mano e sorridendo. Avevo dimenticato che era di origine italiana, e che quindi poteva parlare la mia lingua.
«Davvero hai aiutato Felix, voglio dire, PewDiePie? Oh, ti ringrazio moltissimo! Io sono Marzia, o CutiePie, piacere!»
Quella sua accoglienza mi rallegrava davvero molto, e il suo modo di parlare italiano era grazioso e dolce quanto quello inglese.
«Oh, figurati, è stato molto divertente!» risposi a mia volta «E vorrei aggiungere che, oltre ad un Bro, sono anche un Marzipan!»
Wow, dove trovavo tutta quella scioltezza? Sembrava che la mia timidezza assassina che mi aveva sempre accompagnato fosse sparita insieme alle papere, poco prima.
«Oh, non ci credo! Sei proprio da stimare, allora!» esclamò Marzia, e con mia sorpresa anche lei mi diede il Brofist.
Dalle braccia di Pewds, Maya stava cercando si spingersi verso di me per esaminarmi. Io avvicinai la mia faccia al suo muso.
«Oh mio Dio, dal vivo sei ancora più adorabile!» le dissi, accarezzandole la testa, cosa che lei sembrò gradire molto (e ricambiò con una bella slinguazzata sul naso).
 
Avremmo voluto rimanere lì a chiacchierare ancora per un bel po’, ma…
«Ora però dobbiamo proseguire. Io e Chilemex dobbiamo attraversare un altro Portale ed andare nel luogo in cui si trovano gli altri personaggi da salvare!» spiegò PewDiePie, rimettendo Maya tra le braccia di Marzia «Marzia, tu usa il computer nel salotto di questa finta casa e torna nella realtà semplice, lì sarai al sicuro!»
Marzia inarcò le sopracciglia, e sfoderò una delle sue espressioni facciali determinate, per poi dire: «Felix… Credi davvero che ora io lascerò voi due andare avanti da soli mentre io me ne starò comodamente seduta a casa a pensare chissà quando tornerai? Dovrei fare la principessa nullafacente della storia? Scordatelo! Io vengo con voi!»
Pewds non sembrava affatto convinto.
«Dai, non posso perdermi quest’occasione! Sarà divertente!» supplicò Marzia, facendo gli occhi dolci al fidanzato.
«Oh, right! Allora vieni con noi!» si arrese Felix, molto prima del previsto.
«È stato facile, eh?» commentai io, e Marzia scoppiò a ridere.
Ovviamente, anche Maya non vedeva l’ora di seguirci in quell’avventura, quindi anche lei si sarebbe unita alla troupe.
PewDiePie agitò il braccio come aveva fatto la prima volta, e un altro portale bianco luminoso si creò sulla parete del bagno.
 
«Allora, proseguiamo? Prima le signore!» disse, spostandosi per lasciar passare Marzia. Lei non ci pensò due volte e, tenendo stretta Maya tra le sue braccia, saltò nel Portale sparendo dalla nostra vista.
«Pronto a proseguire?» mi domandò PewDiePie, ed io annuii più convinto che mai.
Presi una piccola rincorsa e spiccai un salto nel Portale, e Felix mi seguì saltando pochi secondi dopo.
L’avventura doveva ancora cominciare.


 


 
 
Ta-dà! E così si conclude quest’altro capitolo, in cui avete trovato la prima, ehm… “Battaglia” della storia. Lo so che non era niente di appassionante, anzi molto probabilmente vi ha annoiati, ma credo che da ora in poi le cose saranno più interessanti… Vedrete.
Piccola spiegazione per quanto riguarda i capitoli successivi: quando troverete un intero discorso («  ») scritto in corsivo, vuol dire che il personaggio l’ha detto in inglese (e che l’ho scritto io in italiano per semplificare le cose). Se invece il corsivo è scritto tra due apostrofi (‘ ‘) significa che il personaggio ha pensato qualcosa, senza dirla ad alta voce. Inoltre, tutte le parole scritte in inglese da ora in poi saranno in corsivo. Ho usato questi metodi già in questo capitolo, per vedere come funzionano. 
Ecco, volevo solo chiarire questo :3
Vi prego di scusarmi se ci ho messo così tanto a pubblicare questo capitolo nonostante la sua cortezza, ma è stata una settimana piena di Fire Emblem Awakening impegni e non ho avuto molto tempo per continuarlo…
Bene, spero che vi sia piaciuto! Se vi va, lasciate pure una recensione perché mi fanno sempre piacere ^^ 
Alla prossima!
  
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