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Autore: bambi88    29/11/2007    17 recensioni
Perchè Matsuri non riesce più a dormire al pensiero di lui. Perchè Gaara non riesce più a dormire al pensiero di loro.
Piccola ficcy tra amori e gelosie nel palazzo del kazekage. Tra sorelle protettive e fratelli provoloni, una sola domanda: sei solo il mio sensei, Gaara?
Spero di avervi incuriosito. Fatemi sapere cosa ne pensate!
Ficcy su richiesta di lilithkyubi.
Pairing Gaara/Matsuri/... citazione Shika/Tema e una piccolo cameo finale.
Roberta
Genere: Romantico, Commedia, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kankuro, Sabaku no Gaara , Temari, Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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gaaramatsuri

La ragazza scostò la ciocca castana dagli occhi con uno sbuffo, rigirandosi nella coperta leggera.
Aprì un occhio, osservando il lenzuolo teso sul futon della compagna di stanza, storcendo le labbra in una smorfia contrariata.
Si girò ancora, facendo frusciare il lenzuolo scuro sul panno rigido della coperta.
Serrò gli occhi, scontenta , ripetendosi per l’ennesima volta, in quella notte, che il kazekage poteva chiedere di ricevere un suo sottoposto in qualsiasi ora.
E considerando che il suddetto kazekage fosse proprio Gaara-sensei, era quasi logico che le convocazioni avvenissero proprio di notte.
- le solite scuse…- si ripeté, incrociando le braccia dietro la nuca, sollevando gli occhi al soffitto crepato del piccolo appartamento per kunoichi.
Cercò di concentrarsi sul crepitare dei passi dei ragazzi che, forse brilli, si radunavano nell’ampio piazzale dell’accademia, così tremendamente vicino alla sua finestra.
- tre volte…- mormorò poi, voltandosi nuovamente verso il letto rifatto accanto a lei – l’ha chiamata tre volte in una settimana…- si imbronciò poi, piegando le sopracciglia scure in quella smorfia che Kankuro amava imitare facendola innervosire.
Tentò di distogliere lo sguardo dall’abito dell’altra, gettato su una sedia proprio accanto lo specchio, chiedendosi quante volte dovesse ripeterle di non lasciare in giro la sua roba, senza riuscirci affatto.
Fu solo il cigolare del chiavistello che la costrinse a lasciarsi ricoprire dal lenzuolo, mordendosi un labbro, serrando gli occhi dolorosamente.
L’altra, ondeggiando sulle longilinee gambe, entrò nella stanza, frustando l’aria con gli scuri capelli lunghi.
- hai fatto tardi anche stasera…- biascicò la castana, uscendo dalle coperte, fingendosi assonnata
- sei solo gelosa…- le rispose l’altra mostrandole un sorriso di sfida - …sarai sempre e solo la sua allieva, Matsuri – rise la mora, sciogliendosi la fascia che le raccoglieva i capelli
Matsuri strinse le dita al cuscino, rischiando seriamente di danneggiare il tessuto già liso in quella lunghissima settimana.
- e tu sei solo una stupida Ayako…- la fulminò con gli occhi cerchiati dalla stanchezza- …lascia stare Gaara – rispose lapidaria, infilando la testa nel cuscino
- e perché? – l’altra si sedette sul letto, lasciandosi scivolare sul corpo esile il vestito
Matsuri represse l’insulto che le era salito alla labbra, sospirando
- perché Gaara-sensei merita più di una come te…- biascicò poi, confondendo la sua voce con il fruscio delle coperte dell’altra - ..molto di più….-

 

Gaara firmò l’ennesimo figlio, osservando con la coda dell’occhio Kankuro sbuffare stanco, con la penna presa ad ondeggiare nelle sue lunghe dita.
- mi dispiace tenerti qui ad aiutarmi…ma Temari è a Konoha e sai bene che diventa indisponente quando si trova in presenza di cattive compagnie…-
Kankuro sollevò complice lo sguardo, lasciando ondeggiare la testa tra le mani ben piantate a sostenergli il mento
- si, dovremmo eliminare Nara – sibilò poi, con una luce sinistra negli occhi
- …non credo che Temari approverebbe…- Gaara piegò le labbra in un sorriso forzato, mentre la risata dell’altro invadeva prepotentemente l’aria secca della stanza.
- A proposito…- Kankuro si sporse dalla finestra, osservando la corta capigliatura di Matsuri correre dietro una risma di bambini dell’Accademia come impazziti - …come va con le pretendenti?- sorrise subdolo, mostrando il classico volto del "micius sornionis", leggendaria razza di gatti di cui lui era uno dei rari esemplari.
Gaara spezzò la punta della matita, sollevando lo sguardo
- sai una delle frasi che mi ha insegnato Naruto?- replicò, asciutto
Kankuro lo fissò dubbioso
- No…quale?-
Gaara abbassò nuovamente lo sguardo, prendendo a temperare la matita
- fottiti baka…-

 

- bene…- Kankuro uscì dalla stanza, dopo essere stato liquido con un imperativo ordine dall’amato nii-chan.
Sbuffò, sollevando gli occhi, scontento.
Forse sarebbe stato meglio partire con Temari. Il viaggio sarebbe stato un inferno ( parlava incredibilmente tanto quella ragazza.) ma a Konoha il sakè era ottimo ( non decente come a Suna) e forse avrebbe potuto riprendere a corteggiare quelle due kunoichi medico…specialmente la biondina…non gli era sembrato troppo difficile convincerla a andare a bere un goccio insieme…
- Kankuro, stai bene? –
Il ragazzo mise a fuoco la figura minuta che gli si era parata davanti, mani sui fianchi e fascia di Suna attorno al collo abbronzato.
- Dicevi, Matsuri?- cercò di mantenere un contegno, scalciando via dalla mente le immagini di una bionda ninjia medico che lo invitava maliziosamente ad un’accurata visita
La ragazza lo scrutò severa
- maiale!- lo schiaffeggiò poi, indignata
il ragazzo la fissò interrogativo – ma che sei scema?!- strepitò poi, agitandosi
L’altra sorrise maliziosa – Temari mi ha raccomandato di darti del maiale e una sberla ogni tanto, durante la sua assenza. La chiama " prevenzione" – gli fece l’occhiolino, poggiando la mano sul pomello della porta del kazekage.
- ci sentiamo miciotto!- disse poi, dopo aver bussato leggermente.
Kankuro vide le sue gambe incredibilmente snelle sparire dietro la porta scura del fratello, chiedendosi perché tutte le fortune ( e un demone assetato di sangue) fossero capitate al minore.

 

 

Matsuri tentò di ravvivarsi i capelli sulle spalle, rendendosi conto, troppo tardi, che Gaara aveva già preso a fissarla.
- allora?...cosa dovevi dirmi di così importante?- le chiese, abbassando lo sguardo sul foglio, riprendendo a scrivere
- volevo sapere perché Ayako è sempre…- abbassò la voce, che prese a tremarle - …convocata da lei, sensei –
Il ragazzo si strinse nelle spalle, sfogliando un grosso libro
- non credo che questo sia di interesse di una semplice chunnin- rispose, lapidario, socchiudendo gli occhi.
Matsuri piegò il volto, mordendosi la lingua tra i denti.
- …è a capo di una squadra di chunnin e deve riferirmi personalmente, comunque – continuò il kazekage, incrociando gli occhi scuri di lei.
La ragazza si lasciò sfuggire dalle labbra un sorriso di trionfo – e allora non ti piace, Gaara?-
Il ragazzo lasciò scivolare la penna sul foglio – Matsuri ne abbiamo parlato…sono il tuo sensei, non puoi rivolgerti a me così…- sbottò, incrinando gli occhi chiari
Matsuri si avvicinò sicura alla scrivania, sorridendo dolcemente
- dimmi solo che non sei interessato a lei…-
Gaara rispose allo sguardo, serio
- come ti ho già detto ci sono cose che non devono interessarti, Matsuri-san – sibilò poi, indicandole con un cenno del capo la porta
La ragazza sbuffò contrariata, voltandogli le spalle
- …e la cosa che odio di più sono le oche che mi girano attorno. – sentenziò infine il ragazzo, mentre, con un brivido, la giovane avvertiva un senso di freddo improvviso gravarle addosso.

 

Matsuri osservò, appoggiata alla balconata, la piazza deserta a quell’ora del meriggio, sotto di lei.
Quando era una bambina, veniva spesso a vedere i falchi avvicinarsi alle loro piccole gabbie, più per semplice curiosità che per frutto di una profonda riflessione.
Una volta, dopo un allenamento, vi aveva trascinato Gaara, stringendogli la mano gelida nelle sue.
Il ragazzo, seppur la stanchezza, l’aveva seguita e, insieme, avevano parlato, davvero, per la prima volta.
Gaara era rimasto affascinato da quei falchi messaggeri, la cui vita, un’eterna falsa libertà, era limitata dalla volontà degli altri, dal volere del villaggio.
Si era commosso e Matsuri, quella volta, stringendosi nel vestito leggero, si era chiesta come sarebbe stato asciugare le sue lacrime.
Era una bambina e si era resa conto di essersi innamorata.
- ehi Matsuri!- la ragazza si voltò, intravedendo la figura di Kankuro, preso a lottare disperatamente con uno di quegli "uccellacci della malora", come stava rabbiosamente appellando alcuni dei falchi.
Matsuri represse un sorriso, osservandolo chiudere con un’imprecazione la gabbietta
- e tu che ci fai qui?- chiese infine, osservandola giocherellare con le dita sottili con il coprifronte
La ragazza alzò le spalle – pensavo…- rispose, voltandosi, mostrando al ragazzo la lunga schiena longilinea, che si lasciava intravedere dalla maglia di cotone grezzo, che al ragazzo, più che mai, sembrò fin troppo sottile.
- sono un’oca con Gaara, Kankuro?- chiese poi, cercando di nascondere la voce tremolante
Il ragazzo le si avvicinò, portandosi alle labbra una sigaretta spenta
- quasi tutte sono oche con Gaara. – rispose, incurante
- e io non sono neanche la più carina…- Matsuri ripensò con rabbia al profilo perfetto di Ayako - …né la più interessante…-
Fissò in tralice l’altro che, con vivo interesse, si osservava la curva dei sandali
- questo non è vero…- Kankuro moderò la voce - …ti abbiamo vista crescere, ora sei una donna –
Matsuri rispose con un sorriso poco convinto – e non credo che tu sia una donna che passi inosservata…-
La ragazza lasciò la lacrima fermarsi tra le ciglia – è un modo strano di dirmi che sono carina?-
- è un modo di dirti che sei molto carina…e che mio fratello è un vero idiota – l’interruppe lui, allontanandosi.
Matsuri lo fissò divenire sempre un punto più piccolo, sospirando.
- Gaara…- sospirò, lasciandosi cadere a terra.

 

 

Ayako entrò come una furia nella stanza che divideva con Matsuri, andando letteralmente a sbattere contro la coinquilina.
- che fai baka?!- strillò questa, afferrando per i capelli scarmigliati l’altra
- Gaara sta scegliendo una kunoichi che lo seguirà durante la celebrazione di Suna in veste di guardia del corpo…- sorrise maliziosa – …nonché accompagnatrice
Maturi la fissò stralunata, prima di distogliere lo sguardo
- ah si?...bhe auguri…- ripose solamente, stringendosi nelle spalle
La mora fissò la rivale negli occhi, scettica
- non ti interessa? – chiese, con voce sottile
Matsuri si voltò, riprendendo a piegare i pochi panni che prendevano lentamente posto nell’armadio
- credo di no…sarete tante, a me non va proprio di fare ore di fila per sentirmi dire un "grazie la richiameremo". Faccio la kunoichi, non la modella…- continuò, apparentemente tranquilla.
Ayako si piantò in mezzo la stanza, ostacolando uno dei suoi viaggi con la pila di maglie tra le braccia.
- non credo che tu abbia capito: una ragazza, Gaara, una festa in cui saranno protagonisti –prese fiato – praticamente la kunoichi scelta sarà la fidanzata "ad interim" del kazekage per un’intera notte…- sospirò poi, gettandosi sul futon
- so benissimo di cosa parli: lo scorso anno la celebrazione è stata tenuta dai tre fratelli insieme, ma quest’anno Temari vuole portarsi dietro quel citrullo del suo fidanzato di Konoha…- rispose, accondiscendente -…è logico che Gaara si presenti in compagnia di almeno una donna…è tradizione – continuò quasi spazientita dall’espressione inebetita ma curiosa dell’altra
- bha tu sei tutta strana…io mi preparo, intanto…- rispose Ayako, infilandosi nel bagno del piccolo appartamento - …e tu vedi di non farmi qualche scherzo…-
Matsuri sbuffò, impilando le maglie nello scaffale – non ne ho alcuna voglia, brutta oca…

 

- Gaara-sama non credo che ci siano altre pretende…ehm, kunoichi qui fuori…-
il segretario asciugò con i dorso della mano la stilla di sudore che gli imperlava la fronte, agitando la mano destra, stanca a arrossata.
Gaara squadrò la lista di nomi, stringendo appena gli occhi chiarissimi
- sono sicuro che qualcuno non si è ancora presentato – rispose, algido, ritornando seduto alla scrivania – aspetteremo per un’altra ora…- sentenziò poi, scrutando severo dalla finestra.
La porta cigolò, trascinando con sé l’attenzione del Kazekage che voltò, soddisfatto, la testa.
- nii-chan?- il faccione rubicondo di Kankuro spuntò dalla penombra, entrando prepotentemente nella stanza - …allora come è andata?- chiese infine, salutando con un cenno del capo il segretario che continuava a massaggiarsi la mano indolenzita
- ma quante se ne sono presentate? A forza di scrivere nomi ti sei distrutto la mano…- Kankuro mostrò un’espressione tra l’invidioso e il divertito
- molte…- rispose semplicemente il segretario, indicando i grosso volume aperto davanti a Gaara
- accidenti fratellino…che sex appeal!- scherzò il maggiore, accettando l’invito silenzioso del fratello di accomodarsi – a proposito…- gli porse una pergamena – ho bisogno che tu mi approvi questo…-
Gaara afferrò il rotolo, rigirandoselo tra le dita – cos’è?- chiese, afferrando la penna
- la richiesta d’approvazione per la mia accompagnatrice…Temari e il suo stupido bifolco ci hanno messo nei guai ad entrambi- sorrise, grattandosi la nuca, sul volto un’espressione concentrata.
Il minore aprì il rotolo, leggendo rapidamente il breve testo, prima di rabbrividire.
- lei?-

 

 

Matsuri strinse la fascia attorno al collo, lasciando scivolare le corte ciocche ramate.
Ok, forse l’idea di accompagnare Kankuro l’aveva messa in un guaio serio.
Passò per l’ennesima volta un dito tra la stoffa della fascia e la pelle sottile del collo, storcendo le labbra, concentrata.
- non ho nulla da mettere!- strillò poi, gettandosi sul futon.
Non era stato difficile convincere Kankuro.
Era un ragazzo da molte considerato un po’strano,e ciò, inoltre, si aggiungeva alla pessima nomea di gran provolone.
E niente di tutto questo andava a suo favore nella considerazione femminile.
Sospirò afflitta, ritrovandosi a pensare che Gaara sarebbe stato lì accanto a lei, probabilmente in compagnia di chissà quale fortunata kunoichi.
Ma, in fondo, si era ripetuta oramai centinaia di volte, lei era stanca di essere trattata come l’ultima delle seccature dal kazekage.
Insomma, strinse i pugni con rabbia, lei era stata la sua prima allieva, prima e unica, perché lei era stata la prima a fidarsi completamente di lui.
E lui…ecco come la ricambiava, pensò, afflitta, rovistando con la mano nella pila di kimono gettati distrattamente sul letto.
Tre colpi alla porta la destarono, facendola sobbalzare.
Osservò l’orologio glitterato di Ayako sul comodino, chiedendosi chi potesse disturbarla a quell’ora di sera.
- avanti…- biascicò poi, avvicinandosi sospettosa alla porta, quando i colpi si ripeterono chiari e secchi.
Kankuro le si parò davanti, stringendo tra le braccia un pacchetto, avvolto in una grezza carta chiara.
- ‘sera Matsuri…- sorrise, lievemente imbarazzato.
Era senza trucco, cosa insolita, ma non rara.
- che ci fai qui?- chiese lei, stringendosi nella maglia sottile, lasciata come vestito, che le nascondeva a malapena una piccola porzione di gamba sopra il ginocchio.
- Ti portavo un kimono…- le porse il pacco – non so se è di tuo gusto, ma…- abbassò lo sguardo – sono sicuro che ti starà benissimo – continuò, sorridendo.
Matsuri arrossì involontariamente, chiedendosi cosa fosse quella fitta strana che avvertiva alla bocca dello stomaco.
- grazie…- mormorò poi, sfiorando con lo sguardo gli occhi verdi del ragazzo.
Occhi nei quali si poteva leggere, sempre più chiaramente, l’intenzione di non andarsene tanto facilmente.
- sei da sola?- chiese il moro, appoggiando la mano allo stipite della porta.
La ragazza indietreggiò, negando con la testa.
- no…- sospirò - …è meglio che tu vada, sono stanca e ho voglia solo di buttarmi a letto…-
Kankuro ghignò malizioso – allora condividiamo lo stesso desiderio – disse, prima di voltarsi e incamminarsi per la strada polverosa.
Matsuri rimase per un tempo indefinibile ferma sull’uscio, saldamente aggrappata al pacchetto.
Fu Ayako, appena uscita dal bagno, a scuoterla dai suoi pensieri
- e così il fratellone ci prova con la ragazzina innamorata?!- rise, passandosi l’asciugamano chiaro tra i capelli - …buona fortuna, Matsuri-chan –

 

Kankuro ripose lo scalpello, asciugandosi il sudore dalla fronte.
Si stiracchiò, sciogliendo la schiena piegata dalla lunga seduta di lavoro nel laboratorio.
La marionetta davanti a lui lo fissava truce, con un solo occhio aperto, mentre l’altro, chiarissimo, giaceva tra le sue dita, informe pezzo di legno.
Sbadigliò, osservando distrattamente i trucioli caduti ai suoi piedi, ondeggiando sulla vecchia sedia.
- KANKURO!-
Il ragazzo voltò lo sguardo verso la porta, dalla quale, come una furia, era apparsa la sagoma di una ragazza.
Quattro buffi codini, un enorme ventaglio tra le mani.
- ben tornata Temari…- biascicò, passandosi una mano sugli occhi, stropicciandoseli
La ragazza fece qualche passo in avanti, spostando, senza molta grazia, alcune marionette che pendevano come sacchi dal soffitto del laboratorio del fratello.
- te la sei già portata a letto?- chiese, infuriata.
Il moro si passò una mano tra i capelli impolverati, perplesso.
- ma chi? – chiese poi, intravedendo una seconda figura spuntare dal corridoio.
Una figura che si portava dietro una terribile puzza di nicotina – anche tu, Nara?- chiese poi, ignorando l’espressione omicida che si stava lentamente dipingendo sul volto della ragazza.
- Matsuri! – Temari gli era ormai davanti, ondeggiandogli un dito sotto al naso -…perché viene con te?-
Shikamaru sbadigliò, rompendo il silenzio che era sceso nel laboratorio.
- perché me l’ha chiesto…- Kankuro sbuffò contrariato - …che c’è, non posso ricevere un invito senza che si scateni un conflitto internazionale? –
Temari si voltò, incrociando le braccia –combini sempre guai! – fece poi, voltandosi, dirigendosi a passo spedito verso il corridoio.
Kankuro sbuffò, osservando Shikamaru fare spazio per lasciarla passare.
Fu proprio il ragazzo a parlare, poi – con le donne ci si mette sempre nei guai – decretò, seguendo la scia della fidanzata.
E chi meglio del ragazzo di Temari poteva saperlo?
- strega…-. Pensò Kankuro, infilando con forza l’occhio di legno nell’orbita vuota della marionetta.

 

Kankuro uscì dalla stanza, scontrandosi con la figura esile del fratello.
Non si era mai accorto prima quanto fosse incredibilmente leggero ( non che avesse avuto mai molte occasioni per provarlo, prima di allora).
- ohi, scusa…- disse, ripulendosi con una manica la faccia imbrattata dalla polvere di legno.
Il minore alzò lo sguardo, incrociando lo sguardo stupito del fratello.
- niente – rispose, gelido, allontanandosi.
Kankuro lo vide svoltare l’angolo, a testa china, le mani fermamente aggrappate alla sopravveste bianca.
- ma che diavolo gli ho fatto ora?- si chiese, grattandosi la nuca.
- Fregato la ragazza…-
- Ancora qui, signor "so tutto io"?- Kankuro si voltò verso il giovane moro, affacciato dalla porta dell’ingresso che portava alle camere.
- Sono la tua ombra…- rispose, sorridendo sornione.
- No, sei un coglione, Nara…- Kankuro si strinse nelle spalle, cercando di ignorare lo sguardo del moro – e comunque non era la sua ragazza – aggiunse, acido.
Shikamaru sbuffò – non importa…Temari ne è convinta – rispose, facendo rabbrividire il marionettista.
- allora sono nei guai…-

 

Matsuri si infilò nel kimono, aggiustando la scollatura nervosamente.
- guarda che si chiama scollatura perché è scollata!- la riprese Ayako, dietro di lei, sdraiata sul futon.
Matsuri la guardò in tralice, fermando con uno spillo lo spacco.
- sei solo invidiosa perché io sarà sul palco e tu no…- sorrise, prima di mostrarle la lingua.
Ayako sbuffò, sfogliando la rivista – Gaara-sama ha deciso di presentarsi da solo…ma questo non vuol dire che ho meno possibilità di te di mettermi insieme con lui…- un ghigno – credo che non gli piaccia la minestra riscaldata del fratello maggiore, Matsuri-chan –
La castana ringhiò sottovoce un insulto, ravvivandosi una ciocca di capelli.
- però ha bei gusti in fatto di vestiti…non si direbbe, dato quello che indossa di solito- Ayako la osservava con una punta d’invidia( diciamo che era quasi verde).
- Chi?-
L’altra scoppiò in una risata – il tuo miciotto…-
- fottiti, Ayumi-
Il campanello trillò nervosamente, attirando l’attenzione delle due.
- vado io!- strillò Ayako scattando verso la porta.
Matsuri si affacciò, osservando l’altra aprire la porta.
- è per te, Matsuri! – urlò poi, ridendo
- speriamo bene…- sospirò la castana, sfilandosi il kimono e mettendosi un vestito.
In fondo, se fosse stato Kankuro non voleva mica rovinargli la sorpresa…oddio, ma che si ritrovava a pensare!
Arrossì, avvicinandosi alla porta.
- Matsuri-chan…che diavolo combini?-
Temari la fissava furente, mani sui fianchi e uno sguardo che ricordava quelli peggiori di Gaara.
La minore abbassò lo sguardo, sorridendo tesa – ma se eri tu la prima a dirmi di scordarmelo?-
La bionda scosse la testa decisa – vieni con me…-
Si voltò e Matsuri, indecisa, si impalò alla porta.
- è un ordine, Matsuri- le sibilò Temari, fissandola in tralice.
La castana chiuse la porta alle proprie spalle, sospirando.

 

 

Temari rientrò poco dopo il tramonto, entrando nella stanza come al suo solito.
Gettò a terra la maglia e si gettò sul letto, incurante che, come sempre, Shikamaru vi stava dando il suo terzo riposino pomeridiano.
Il ragazzo non si scompose, liberandosi con un agile movimento del piede ( leggi: calcio) dal peso non proprio leggerissimo della fidanzata.
- come è andata?- disse poi, sbadigliando.
Temari incrociò le braccia al petto – Matsuri andrà con Kankuro- disse semplicemente, infilandosi tra le braccia del fidanzato.
- missione fallita?- chiese, passandole un braccio lungo le spalle
- perfettamente riuscita, invece…- sorrise, passandogli i capelli biondi sotto al mento ispido.

 

Gaara impilò l’ennesimo foglio, sotto lo sguardo preoccupato dell’assistente.
- Gaara-sama, Kankuro le ha chiesto udienza…di nuovo- osò chiedere, mentre l’altro continuava imperterrito a firmare atti, sempre più irritato
- credo per la celebrazione di domani…- continuò, coraggioso - …vorrà chiederle riguardo la sua decisione di presentarsi solo…-
Gaara sollevò lo sguardo, raggelandolo – continua a rispondergli che non posso vederlo.-
Il segretario ingoiò rumorosamente, uscendo dalla stanza.
- allora?- Kankuro era appoggiato alla parete, tra le labbra una sigarette ridotta a un mozzicone.
- Niente…- l’altro scosse la testa, stringendo tra le mani delle cartelline.
- Cavolo…- brontolò il marionettista, sputando fuori il fumo.
Il segretario si scusò un’ennesima volta, lasciando Kankuro a fissare la porta chiusa del fratello.

 

Temari si avvicinò al viso del fidanzato, leccandogli una guancia.
- Tem, sei disgustosa!- mugolò lui
- Nara muovi il culone…- rise – siamo già in ritardo per la festa…-
Il ragazzo brontolò infilandosi la maglia che la ragazza gli aveva tirato violentemente in faccia.
- ma che hai per volerti sbrigare tanto!- sbraitò, osservandola litigare con l’obi del kimono.
- Non voglio perdermi un attimo di questa sera!- rise, sciogliendosi i capelli dorati, che le ricaddero sulle spalle, a contrasto con il nero del kimono.
- È solo una stupida celebrazione…- sibilò lui - …che, inoltre, mi costringe a rimanere sveglio quasi tutta la notte…-
- Su…anche ieri notte sei stato sveglio…- mormorò lei maliziosa
Il ragazzo arrossì – preferivo riposare un po’ stanotte, infatti…-

 

Gaara indossò il cappello, fissandosi allo specchio.
- magari prova a sorridere, nii-chan – la voce di Temari lo colse di sorpresa.
Il kazekage si inculcò con forza il copricapo, ghignando.
- gentile di preoccuparti per me, sorellina…-
- perché non hai voluto che qualcuno ti accompagnasse?-
Gaara si rabbuiò – perché non tutti sono fortunati, come te, ad avere qualcuno che li ama…-
Temari sorrise materna – forse sono solo più brava di te a non far scappare chi tiene a me-
Gaara tirò gli occhi a fessura.
- e non fare quella faccia Gaara…- lo ammonì la sorella, con tono severo -…e sbrigati, che ti stanno tutti aspettando, là fuori!- lo prese per i braccio, tirandolo verso la porta.
- Si, immagino…- il kazekage scosse la testa, triste.
Temari lo fissò in tralice, sciogliendo il sorriso.
- andiamo, Nii-chan…- sussurrò, dolce.

 

Matsuri attendeva seduta sulla panchina dell’ingresso, torturandosi le dita nervosamente.
Sospirò, leggendo l’ora sull’orologio appeso alla parete.
Kankuro la fissava, appoggiato al muro di fronte a lei.
Matsuri arrossì, seguendo con lo sguardo la linea dura della mascella, solida, volitiva…virile…
Smettila Matsuri!
- vedo che il vestito ti sta davvero benissimo…- Kankuro prese nervosamente la parola, cercando di mascherare l’imbarazzo della situazione.
Quando era andato a prenderla, non erano stati pochi quelli a sbirciare dalle finestre…il pettegolezzo trovava terreno fertile anche in una landa desolata come Suna.
- si…grazie, non meritavo un regalo così…- Matsuri osservò la seta aderirle ai fianchi stretti, rilucendo di riflessi ambrati.
Kankuro si strinse nelle spalle – sei stata gentile ad indossarlo…- socchiuse gli occhi e inclinò la testa, sorridendo.
La ragazza lo fissò, stupita…anche Temari lo faceva spesso, quando rideva.
Per un secondo si rese conto che di come sorridesse Gaara, al contrario, non ne aveva la più pallida idea.
Una parte del suo cuore le si strinse, chiedendosi perché si trovasse in quel posto, per lo più a flirtare con il fratello maggiore dell’uomo che lei…
- buonasera Matsuri!-
Temari era entrata nel corridoio da una delle porte laterali, trascinandosi dietro un assonnato fidanzato.
- ‘sera!- la ragazza le rivolse un sorriso, alzandosi, lottando per qualche secondo con lo spacco del kimono.
La bionda sorrise, complice – Gaara ancora non è arrivato?- chiese, fingendosi sorpresa.
A quel nome Kankuro e Maturi trasalirono, chi impallidendo, chi arrossendo violentemente.
- che domanda idiota…qui non c’è…- rispose Shikamaru, sbadigliando e evitando un pugno della fidanzata ( come potesse fare tutto insieme è ancora un mistero per l’umana scienza).
- non ho chiesto il tuo parere – sibilò Temari, aggiustandosi i capelli nel nastro scuro che li raccoglieva.
Matsuri li osservava distratta, quando un rumore attirò la sua attenzione.
- ora possiamo anche andare…-
Temari si voltò, sorridendo – certo…Gaara –

 

 

Quando Gaara aveva deciso di entrare, Temari stava per sferrare un pugno sulla testa vuota del fidanzato.
Sfortunatamente quel carciofo aveva dei riflessi niente male, pensò, deluso, quando il pugno fu facilmente scartato dal ragazzo.
Socchiuse gli occhi, entrando nel corridoio.
Meglio finirla subito…e poi perché avercela tanto con Matsuri? In fondo era la sua allieva…solo la sua allieva.
- ora possiamo anche andare…- ma la voce gli morì in gola quando incontrò la figura snella della ragazza.
Era splendida, in quell’abito aranciato, con i capelli raccolti.
Forse più bella di come lui l’avesse mai potuta anche solo immaginare.
Matsuri incrociò i suoi occhi chiari, stringendosi al braccio di Kankuro.
Scese un pesante silenzio sui giovani, interrotto dal vociare della folla che si accalcava sotto la balconata del palazzo del kazekage.
- hai ragione Gaara…è ora di andare…- Kankuro accarezzò il braccio della giovane, facendola arrossire.
Il kazekage avvertì una fitta dolorosa alla bocca dello stomaco.
Si mosse verso l’uscito, fermamente deciso ad ignorarla.
Scosse la testa, scurendosi.
Che diavolo gli stava succedendo?!

 

Matsuri guardava timidamente Temari abbracciare Shikamaru, mentre la folla, sotto la grande balconata, urlava festosa.
La bionda affondò la testa nel torace del fidanzato, fondendo la risata con il vento.
- sei nervosa?- Kankuro le era accanto, continuando a fissare serio la calca, mentre l’aria gli faceva ondeggiare i ciuffi castani davanti gli occhi.
La ragazza scosse la testa, fremendo.
Scorse il viso del kazekage da sotto il largo cappello, arrossendo.
Stava parlando da qualche minuto, arringando la folla con voce decisa e tono gelido.
Il sole era ormai all’orizzonte e i riflessi rossastri degli ultimi raggi gli colpivano il viso pallido.
- dovresti parlare con lui…- Kankuro abbassò lo sguardo - …stiamo diventando ridicoli…tutti e tre- aggiunse poi, amareggiato.
Matsuri spalancò gli occhi – non dire questo, Kankuro-kun – ( da dove le veniva quel kun?)
Il ragazzo la fissò in tralice - …parlagli – sussurrò serio, sciogliendosi dall’abbraccio.
Quando si erano mostrati alla folla qualcuno aveva indicato maliziosamente le loro mani strette, sorridendo.
- non credo che lui voglia parlarmi…- rispose la ragazza, torturandosi le dita, fremendo.
Kankuro si strinse nelle spalle – fa come vuoi…- si voltò, osservandola - …saresti stata la ragazza più bella che io avessi mai amato…-
Matsuri arrossì - …e tu il ragazzo più dolce, Kankuro…- gli posò una mano tra le sue.
La folla esplose in un boato.
Matsuri e Kankuro sciolsero gli sguardi, voltandosi.
Gaara aveva finito di parlare.
La ragazza deglutì.
Gaara stava fissando le loro mani.

 

- Gaara!- Matsuri lo rincorreva da alcuni minuti, scalpitando per i gradini del palazzo.
Temari le aveva gridato di inseguirlo, quando lui si era diretto, furioso, verso la finestra, rientrando nella sala.
Matsuri respirava affannosamente, continuando a gridare il nome del kazekage.
- che vuoi?- Gaara era spuntato da dietro un angolo scuro, facendo vorticare attorno a sé la pallida veste.
La ragazza si portò una mano al petto, ansante – parlarti…- disse, osservando le iridi verdi dell’altro.
- auguro a te e a mio fratello una vita felice – sibilò lui, gelido.
Matsuri gli portò una mano alla bocca zittendolo.
Non era la prima volta che lo toccava, ma mai la sua mano sembro così bollente al giovane Kazekage.
- sta zitto – sibilò lei.
Nell’impeto uno dei fermagli le era caduto e delle ciocche le cadevano sul viso arrossato.
Il respiro di Gaara accelerò bruscamente, senza che lui sapesse davvero spiegarsi il perché.
- lo sai che amo solo te- disse infine lei.
Matsuri trattenne il fiato.
Si, era vero: Gaara lo sapeva da anni, lei ne era certa.
Eppure, solo ora, per la prima volta, lei lo aveva ammesso.
- Temari mi ha fatto capire che rischiavo solo di perderti…non voglio – un singhiozzo - …ti prego, non allontanarmi…-
Gaara avvertì, con dispiacere, la mano di lei staccarsi dal suo viso.
- ci tengo a te…sensei – la ragazza abbassò lo sguardo, tremante.
Il kazekage rimase inebetito per qualche secondo, prima di sollevarle il mento con una mano.
Non sapeva se fosse la mossa giusta per farla smettere di piangere…ma quando Shikamaru lo faceva a Temari lei finiva sempre per sorridere. Sempre.
- non vorrei ferirti Matsuri ma io non…-
Furono le labbra di lei a fermare le sue.
Un bacio salato. Un bacio triste. Un bacio che sapeva di deserto.
Matsuri si staccò, lasciando le lacrime scivolarle lungo le guance.
- avrei dovuto farlo molto tempo fa…- aggiunse, sorridendo.
Gaara era immobile, sconcertato.
- tu mi ami davvero?- chiese infine, toccandosi con un dito le labbra.
Matsuri annuì, allontanandosi di un passo.
- non andare…- Gaara l’afferrò per il polso, guardandola negli occhi bruni
- perché?- chiese lei, scossa.
Gaara si avvicinò a lei, poggiandole la testa rossastra sulla spalla.
- perché non voglio allontanare l’amore…ora che l’ho trovato…-

 

Kankuro aspirò una boccata dalla sigaretta, camminando per le strade di Suna.
Qualche ragazza lo fissò maliziosa. Forse volevano sapere se il suo affascinante fratellino fosse ancora scapolo, pensò, amareggiato.
Si voltò verso il palazzo, immaginando Gaara abbracciato alla bella Matsuri.
Sbuffò irritato.
E pensare che si era già immaginato a farsi una bella cavalc…
- ehy, micio del deserto…non saluti gli ospiti?-
Quando si voltò, la prima cosa che incrociò fu uno sguardo malizioso, incorniciato da lunghe ciglia.
- e tu che ci fai qui?- chiese, piacevolmente sorpreso.
La ragazza gli si avvicinò, trascinando con sé l’odore fresco di Konoha.
- ambasciatrice ad interim…almeno finché Shika sarà in veste di ospite…- sussurrò lei, arrotolandosi una ciocca di capelli attorno al dito.
Kankuro sorrise, prendendole il braccio – rendiamo piacevole questo soggiorno allora…- le sussurrò all’orecchio, facendola rabbrividire.
- non chiedevo di meglio…-

 

Ecco la mia nuova ficcy! Piaciuta? E’ una richiesta della dolcissima lilithkyubi.
Dedicato a lei e ad Arwen…che mi ha sopportato nei miei scleri serali e ha saputo essere pazientissima! ^_^
Per l’identità della ragazza finale…indovinate un po’? si accettano scommesse! XD
Scusate, non ce l'ho fatta a non parlare un pò di Kankuro e Temari e Shika...io i fretelloni del deserto li adoro nell'insieme ( e shika lo adoro e punto U_U...XD)..
Un bacione a tutte, spero davvero che vi sia piaciuta…fatemi sapere, aspetto trepidante i vostri commenti!

Roberta

  
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