La ragazza scostò la ciocca castana dagli occhi con uno sbuffo, rigirandosi
nella coperta leggera.
Aprì un occhio, osservando il lenzuolo teso sul futon
della compagna di stanza, storcendo le labbra in una smorfia contrariata.
Si
girò ancora, facendo frusciare il lenzuolo scuro sul panno rigido della
coperta.
Serrò gli occhi, scontenta , ripetendosi per l’ennesima volta, in
quella notte, che il kazekage poteva chiedere di ricevere un suo sottoposto in
qualsiasi ora.
E considerando che il suddetto kazekage fosse proprio
Gaara-sensei, era quasi logico che le convocazioni avvenissero proprio di
notte.
- le solite scuse…- si ripeté, incrociando le braccia dietro la nuca,
sollevando gli occhi al soffitto crepato del piccolo appartamento per
kunoichi.
Cercò di concentrarsi sul crepitare dei passi dei ragazzi che,
forse brilli, si radunavano nell’ampio piazzale dell’accademia, così
tremendamente vicino alla sua finestra.
- tre volte…- mormorò poi, voltandosi
nuovamente verso il letto rifatto accanto a lei – l’ha chiamata tre volte in una
settimana…- si imbronciò poi, piegando le sopracciglia scure in quella smorfia
che Kankuro amava imitare facendola innervosire.
Tentò di distogliere lo
sguardo dall’abito dell’altra, gettato su una sedia proprio accanto lo specchio,
chiedendosi quante volte dovesse ripeterle di non lasciare in giro la sua roba,
senza riuscirci affatto.
Fu solo il cigolare del chiavistello che la
costrinse a lasciarsi ricoprire dal lenzuolo, mordendosi un labbro, serrando gli
occhi dolorosamente.
L’altra, ondeggiando sulle longilinee gambe, entrò nella
stanza, frustando l’aria con gli scuri capelli lunghi.
- hai fatto tardi
anche stasera…- biascicò la castana, uscendo dalle coperte, fingendosi
assonnata
- sei solo gelosa…- le rispose l’altra mostrandole un sorriso di
sfida - …sarai sempre e solo la sua allieva, Matsuri – rise la mora,
sciogliendosi la fascia che le raccoglieva i capelli
Matsuri strinse le dita
al cuscino, rischiando seriamente di danneggiare il tessuto già liso in quella
lunghissima settimana.
- e tu sei solo una stupida Ayako…- la fulminò con gli
occhi cerchiati dalla stanchezza- …lascia stare Gaara – rispose lapidaria,
infilando la testa nel cuscino
- e perché? – l’altra si sedette sul letto,
lasciandosi scivolare sul corpo esile il vestito
Matsuri represse l’insulto
che le era salito alla labbra, sospirando
- perché Gaara-sensei merita più di
una come te…- biascicò poi, confondendo la sua voce con il fruscio delle coperte
dell’altra - ..molto di più….-
Gaara firmò l’ennesimo figlio, osservando con la coda dell’occhio Kankuro
sbuffare stanco, con la penna presa ad ondeggiare nelle sue lunghe dita.
- mi
dispiace tenerti qui ad aiutarmi…ma Temari è a Konoha e sai bene che diventa
indisponente quando si trova in presenza di cattive compagnie…-
Kankuro
sollevò complice lo sguardo, lasciando ondeggiare la testa tra le mani ben
piantate a sostenergli il mento
- si, dovremmo eliminare Nara – sibilò poi,
con una luce sinistra negli occhi
- …non credo che Temari approverebbe…-
Gaara piegò le labbra in un sorriso forzato, mentre la risata dell’altro
invadeva prepotentemente l’aria secca della stanza.
- A proposito…- Kankuro
si sporse dalla finestra, osservando la corta capigliatura di Matsuri correre
dietro una risma di bambini dell’Accademia come impazziti - …come va con le
pretendenti?- sorrise subdolo, mostrando il classico volto del "micius
sornionis", leggendaria razza di gatti di cui lui era uno dei rari
esemplari.
Gaara spezzò la punta della matita, sollevando lo sguardo
- sai
una delle frasi che mi ha insegnato Naruto?- replicò, asciutto
Kankuro lo
fissò dubbioso
- No…quale?-
Gaara abbassò nuovamente lo sguardo, prendendo
a temperare la matita
- fottiti baka…-
- bene…- Kankuro uscì dalla stanza, dopo essere stato liquido con un
imperativo ordine dall’amato nii-chan.
Sbuffò, sollevando gli occhi,
scontento.
Forse sarebbe stato meglio partire con Temari. Il viaggio sarebbe
stato un inferno ( parlava incredibilmente tanto quella ragazza.) ma a Konoha il
sakè era ottimo ( non decente come a Suna) e forse avrebbe potuto riprendere a
corteggiare quelle due kunoichi medico…specialmente la biondina…non gli era
sembrato troppo difficile convincerla a andare a bere un goccio insieme…
-
Kankuro, stai bene? –
Il ragazzo mise a fuoco la figura minuta che gli si
era parata davanti, mani sui fianchi e fascia di Suna attorno al collo
abbronzato.
- Dicevi, Matsuri?- cercò di mantenere un contegno, scalciando
via dalla mente le immagini di una bionda ninjia medico che lo invitava
maliziosamente ad un’accurata visita
La ragazza lo scrutò severa
-
maiale!- lo schiaffeggiò poi, indignata
il ragazzo la fissò interrogativo –
ma che sei scema?!- strepitò poi, agitandosi
L’altra sorrise maliziosa –
Temari mi ha raccomandato di darti del maiale e una sberla ogni tanto, durante
la sua assenza. La chiama " prevenzione" – gli fece l’occhiolino, poggiando la
mano sul pomello della porta del kazekage.
- ci sentiamo miciotto!- disse
poi, dopo aver bussato leggermente.
Kankuro vide le sue gambe incredibilmente
snelle sparire dietro la porta scura del fratello, chiedendosi perché tutte le
fortune ( e un demone assetato di sangue) fossero capitate al minore.
Matsuri tentò di ravvivarsi i capelli sulle spalle, rendendosi conto, troppo
tardi, che Gaara aveva già preso a fissarla.
- allora?...cosa dovevi dirmi di
così importante?- le chiese, abbassando lo sguardo sul foglio, riprendendo a
scrivere
- volevo sapere perché Ayako è sempre…- abbassò la voce, che prese a
tremarle - …convocata da lei, sensei –
Il ragazzo si strinse nelle spalle,
sfogliando un grosso libro
- non credo che questo sia di interesse di una
semplice chunnin- rispose, lapidario, socchiudendo gli occhi.
Matsuri piegò
il volto, mordendosi la lingua tra i denti.
- …è a capo di una squadra di
chunnin e deve riferirmi personalmente, comunque – continuò il kazekage,
incrociando gli occhi scuri di lei.
La ragazza si lasciò sfuggire dalle
labbra un sorriso di trionfo – e allora non ti piace, Gaara?-
Il ragazzo
lasciò scivolare la penna sul foglio – Matsuri ne abbiamo parlato…sono il tuo
sensei, non puoi rivolgerti a me così…- sbottò, incrinando gli occhi
chiari
Matsuri si avvicinò sicura alla scrivania, sorridendo dolcemente
-
dimmi solo che non sei interessato a lei…-
Gaara rispose allo sguardo,
serio
- come ti ho già detto ci sono cose che non devono interessarti,
Matsuri-san – sibilò poi, indicandole con un cenno del capo la porta
La
ragazza sbuffò contrariata, voltandogli le spalle
- …e la cosa che odio di
più sono le oche che mi girano attorno. – sentenziò infine il ragazzo, mentre,
con un brivido, la giovane avvertiva un senso di freddo improvviso gravarle
addosso.
Matsuri osservò, appoggiata alla balconata, la piazza deserta a quell’ora del
meriggio, sotto di lei.
Quando era una bambina, veniva spesso a vedere i
falchi avvicinarsi alle loro piccole gabbie, più per semplice curiosità che per
frutto di una profonda riflessione.
Una volta, dopo un allenamento, vi aveva
trascinato Gaara, stringendogli la mano gelida nelle sue.
Il ragazzo, seppur
la stanchezza, l’aveva seguita e, insieme, avevano parlato, davvero, per la
prima volta.
Gaara era rimasto affascinato da quei falchi messaggeri, la cui
vita, un’eterna falsa libertà, era limitata dalla volontà degli altri, dal
volere del villaggio.
Si era commosso e Matsuri, quella volta, stringendosi
nel vestito leggero, si era chiesta come sarebbe stato asciugare le sue
lacrime.
Era una bambina e si era resa conto di essersi innamorata.
- ehi
Matsuri!- la ragazza si voltò, intravedendo la figura di Kankuro, preso a
lottare disperatamente con uno di quegli "uccellacci della malora", come stava
rabbiosamente appellando alcuni dei falchi.
Matsuri represse un sorriso,
osservandolo chiudere con un’imprecazione la gabbietta
- e tu che ci fai
qui?- chiese infine, osservandola giocherellare con le dita sottili con il
coprifronte
La ragazza alzò le spalle – pensavo…- rispose, voltandosi,
mostrando al ragazzo la lunga schiena longilinea, che si lasciava intravedere
dalla maglia di cotone grezzo, che al ragazzo, più che mai, sembrò fin troppo
sottile.
- sono un’oca con Gaara, Kankuro?- chiese poi, cercando di
nascondere la voce tremolante
Il ragazzo le si avvicinò, portandosi alle
labbra una sigaretta spenta
- quasi tutte sono oche con Gaara. – rispose,
incurante
- e io non sono neanche la più carina…- Matsuri ripensò con rabbia
al profilo perfetto di Ayako - …né la più interessante…-
Fissò in tralice
l’altro che, con vivo interesse, si osservava la curva dei sandali
- questo
non è vero…- Kankuro moderò la voce - …ti abbiamo vista crescere, ora sei una
donna –
Matsuri rispose con un sorriso poco convinto – e non credo che tu
sia una donna che passi inosservata…-
La ragazza lasciò la lacrima fermarsi
tra le ciglia – è un modo strano di dirmi che sono carina?-
- è un modo di
dirti che sei molto carina…e che mio fratello è un vero idiota – l’interruppe
lui, allontanandosi.
Matsuri lo fissò divenire sempre un punto più piccolo,
sospirando.
- Gaara…- sospirò, lasciandosi cadere a terra.
Ayako entrò come una furia nella stanza che divideva con Matsuri, andando
letteralmente a sbattere contro la coinquilina.
- che fai baka?!- strillò
questa, afferrando per i capelli scarmigliati l’altra
- Gaara sta scegliendo
una kunoichi che lo seguirà durante la celebrazione di Suna in veste di guardia
del corpo…- sorrise maliziosa – …nonché accompagnatrice –
Maturi la
fissò stralunata, prima di distogliere lo sguardo
- ah si?...bhe auguri…-
ripose solamente, stringendosi nelle spalle
La mora fissò la rivale negli
occhi, scettica
- non ti interessa? – chiese, con voce sottile
Matsuri si
voltò, riprendendo a piegare i pochi panni che prendevano lentamente posto
nell’armadio
- credo di no…sarete tante, a me non va proprio di fare ore di
fila per sentirmi dire un "grazie la richiameremo". Faccio la kunoichi, non la
modella…- continuò, apparentemente tranquilla.
Ayako si piantò in mezzo la
stanza, ostacolando uno dei suoi viaggi con la pila di maglie tra le
braccia.
- non credo che tu abbia capito: una ragazza, Gaara, una festa in
cui saranno protagonisti –prese fiato – praticamente la kunoichi scelta sarà la
fidanzata "ad interim" del kazekage per un’intera notte…- sospirò poi,
gettandosi sul futon
- so benissimo di cosa parli: lo scorso anno la
celebrazione è stata tenuta dai tre fratelli insieme, ma quest’anno Temari vuole
portarsi dietro quel citrullo del suo fidanzato di Konoha…- rispose,
accondiscendente -…è logico che Gaara si presenti in compagnia di almeno una
donna…è tradizione – continuò quasi spazientita dall’espressione inebetita ma
curiosa dell’altra
- bha tu sei tutta strana…io mi preparo, intanto…- rispose
Ayako, infilandosi nel bagno del piccolo appartamento - …e tu vedi di non farmi
qualche scherzo…-
Matsuri sbuffò, impilando le maglie nello scaffale – non ne
ho alcuna voglia, brutta oca…
- Gaara-sama non credo che ci siano altre pretende…ehm, kunoichi qui fuori…-
il segretario asciugò con i dorso della mano la stilla di sudore che gli
imperlava la fronte, agitando la mano destra, stanca a arrossata.
Gaara
squadrò la lista di nomi, stringendo appena gli occhi chiarissimi
- sono
sicuro che qualcuno non si è ancora presentato – rispose, algido, ritornando
seduto alla scrivania – aspetteremo per un’altra ora…- sentenziò poi, scrutando
severo dalla finestra.
La porta cigolò, trascinando con sé l’attenzione del
Kazekage che voltò, soddisfatto, la testa.
- nii-chan?- il faccione rubicondo
di Kankuro spuntò dalla penombra, entrando prepotentemente nella stanza -
…allora come è andata?- chiese infine, salutando con un cenno del capo il
segretario che continuava a massaggiarsi la mano indolenzita
- ma quante se
ne sono presentate? A forza di scrivere nomi ti sei distrutto la mano…- Kankuro
mostrò un’espressione tra l’invidioso e il divertito
- molte…- rispose
semplicemente il segretario, indicando i grosso volume aperto davanti a
Gaara
- accidenti fratellino…che sex appeal!- scherzò il maggiore, accettando
l’invito silenzioso del fratello di accomodarsi – a proposito…- gli porse una
pergamena – ho bisogno che tu mi approvi questo…-
Gaara afferrò il rotolo,
rigirandoselo tra le dita – cos’è?- chiese, afferrando la penna
- la
richiesta d’approvazione per la mia accompagnatrice…Temari e il suo stupido
bifolco ci hanno messo nei guai ad entrambi- sorrise, grattandosi la nuca, sul
volto un’espressione concentrata.
Il minore aprì il rotolo, leggendo
rapidamente il breve testo, prima di rabbrividire.
- lei?-
Matsuri strinse la fascia attorno al collo, lasciando scivolare le corte
ciocche ramate.
Ok, forse l’idea di accompagnare Kankuro l’aveva messa in un
guaio serio.
Passò per l’ennesima volta un dito tra la stoffa della fascia e
la pelle sottile del collo, storcendo le labbra, concentrata.
- non ho nulla
da mettere!- strillò poi, gettandosi sul futon.
Non era stato difficile
convincere Kankuro.
Era un ragazzo da molte considerato un po’strano,e
ciò, inoltre, si aggiungeva alla pessima nomea di gran provolone.
E niente
di tutto questo andava a suo favore nella considerazione femminile.
Sospirò
afflitta, ritrovandosi a pensare che Gaara sarebbe stato lì accanto a lei,
probabilmente in compagnia di chissà quale fortunata kunoichi.
Ma, in fondo,
si era ripetuta oramai centinaia di volte, lei era stanca di essere trattata
come l’ultima delle seccature dal kazekage.
Insomma, strinse i pugni con
rabbia, lei era stata la sua prima allieva, prima e unica, perché lei era
stata la prima a fidarsi completamente di lui.
E lui…ecco come la ricambiava,
pensò, afflitta, rovistando con la mano nella pila di kimono gettati
distrattamente sul letto.
Tre colpi alla porta la destarono, facendola
sobbalzare.
Osservò l’orologio glitterato di Ayako sul comodino, chiedendosi
chi potesse disturbarla a quell’ora di sera.
- avanti…- biascicò poi,
avvicinandosi sospettosa alla porta, quando i colpi si ripeterono chiari e
secchi.
Kankuro le si parò davanti, stringendo tra le braccia un pacchetto,
avvolto in una grezza carta chiara.
- ‘sera Matsuri…- sorrise, lievemente
imbarazzato.
Era senza trucco, cosa insolita, ma non rara.
- che ci fai
qui?- chiese lei, stringendosi nella maglia sottile, lasciata come vestito, che
le nascondeva a malapena una piccola porzione di gamba sopra il ginocchio.
-
Ti portavo un kimono…- le porse il pacco – non so se è di tuo gusto, ma…-
abbassò lo sguardo – sono sicuro che ti starà benissimo – continuò,
sorridendo.
Matsuri arrossì involontariamente, chiedendosi cosa fosse quella
fitta strana che avvertiva alla bocca dello stomaco.
- grazie…- mormorò poi,
sfiorando con lo sguardo gli occhi verdi del ragazzo.
Occhi nei quali si
poteva leggere, sempre più chiaramente, l’intenzione di non andarsene tanto
facilmente.
- sei da sola?- chiese il moro, appoggiando la mano allo stipite
della porta.
La ragazza indietreggiò, negando con la testa.
- no…- sospirò
- …è meglio che tu vada, sono stanca e ho voglia solo di buttarmi a
letto…-
Kankuro ghignò malizioso – allora condividiamo lo stesso desiderio –
disse, prima di voltarsi e incamminarsi per la strada polverosa.
Matsuri
rimase per un tempo indefinibile ferma sull’uscio, saldamente aggrappata al
pacchetto.
Fu Ayako, appena uscita dal bagno, a scuoterla dai suoi
pensieri
- e così il fratellone ci prova con la ragazzina innamorata?!- rise,
passandosi l’asciugamano chiaro tra i capelli - …buona fortuna, Matsuri-chan –
Kankuro ripose lo scalpello, asciugandosi il sudore dalla fronte.
Si
stiracchiò, sciogliendo la schiena piegata dalla lunga seduta di lavoro nel
laboratorio.
La marionetta davanti a lui lo fissava truce, con un solo occhio
aperto, mentre l’altro, chiarissimo, giaceva tra le sue dita, informe pezzo di
legno.
Sbadigliò, osservando distrattamente i trucioli caduti ai suoi piedi,
ondeggiando sulla vecchia sedia.
- KANKURO!-
Il ragazzo voltò lo sguardo
verso la porta, dalla quale, come una furia, era apparsa la sagoma di una
ragazza.
Quattro buffi codini, un enorme ventaglio tra le mani.
- ben
tornata Temari…- biascicò, passandosi una mano sugli occhi,
stropicciandoseli
La ragazza fece qualche passo in avanti, spostando, senza
molta grazia, alcune marionette che pendevano come sacchi dal soffitto del
laboratorio del fratello.
- te la sei già portata a letto?- chiese,
infuriata.
Il moro si passò una mano tra i capelli impolverati,
perplesso.
- ma chi? – chiese poi, intravedendo una seconda figura spuntare
dal corridoio.
Una figura che si portava dietro una terribile puzza di
nicotina – anche tu, Nara?- chiese poi, ignorando l’espressione omicida che si
stava lentamente dipingendo sul volto della ragazza.
- Matsuri! – Temari gli
era ormai davanti, ondeggiandogli un dito sotto al naso -…perché viene con te?-
Shikamaru sbadigliò, rompendo il silenzio che era sceso nel
laboratorio.
- perché me l’ha chiesto…- Kankuro sbuffò contrariato - …che
c’è, non posso ricevere un invito senza che si scateni un conflitto
internazionale? –
Temari si voltò, incrociando le braccia –combini sempre
guai! – fece poi, voltandosi, dirigendosi a passo spedito verso il
corridoio.
Kankuro sbuffò, osservando Shikamaru fare spazio per lasciarla
passare.
Fu proprio il ragazzo a parlare, poi – con le donne ci si mette
sempre nei guai – decretò, seguendo la scia della fidanzata.
E chi meglio del
ragazzo di Temari poteva saperlo?
- strega…-. Pensò Kankuro, infilando con
forza l’occhio di legno nell’orbita vuota della marionetta.
Kankuro uscì dalla stanza, scontrandosi con la figura esile del
fratello.
Non si era mai accorto prima quanto fosse incredibilmente leggero (
non che avesse avuto mai molte occasioni per provarlo, prima di allora).
-
ohi, scusa…- disse, ripulendosi con una manica la faccia imbrattata dalla
polvere di legno.
Il minore alzò lo sguardo, incrociando lo sguardo stupito
del fratello.
- niente – rispose, gelido, allontanandosi.
Kankuro lo vide
svoltare l’angolo, a testa china, le mani fermamente aggrappate alla sopravveste
bianca.
- ma che diavolo gli ho fatto ora?- si chiese, grattandosi la
nuca.
- Fregato la ragazza…-
- Ancora qui, signor "so tutto io"?- Kankuro
si voltò verso il giovane moro, affacciato dalla porta dell’ingresso che portava
alle camere.
- Sono la tua ombra…- rispose, sorridendo sornione.
- No, sei
un coglione, Nara…- Kankuro si strinse nelle spalle, cercando di ignorare lo
sguardo del moro – e comunque non era la sua ragazza – aggiunse,
acido.
Shikamaru sbuffò – non importa…Temari ne è convinta – rispose, facendo
rabbrividire il marionettista.
- allora sono nei guai…-
Matsuri si infilò nel kimono, aggiustando la scollatura nervosamente.
-
guarda che si chiama scollatura perché è scollata!- la riprese Ayako, dietro di
lei, sdraiata sul futon.
Matsuri la guardò in tralice, fermando con uno
spillo lo spacco.
- sei solo invidiosa perché io sarà sul palco e tu no…-
sorrise, prima di mostrarle la lingua.
Ayako sbuffò, sfogliando la rivista –
Gaara-sama ha deciso di presentarsi da solo…ma questo non vuol dire che ho meno
possibilità di te di mettermi insieme con lui…- un ghigno – credo che non gli
piaccia la minestra riscaldata del fratello maggiore, Matsuri-chan –
La
castana ringhiò sottovoce un insulto, ravvivandosi una ciocca di capelli.
-
però ha bei gusti in fatto di vestiti…non si direbbe, dato quello che indossa di
solito- Ayako la osservava con una punta d’invidia( diciamo che era quasi
verde).
- Chi?-
L’altra scoppiò in una risata – il tuo miciotto…-
-
fottiti, Ayumi-
Il campanello trillò nervosamente, attirando l’attenzione
delle due.
- vado io!- strillò Ayako scattando verso la porta.
Matsuri si
affacciò, osservando l’altra aprire la porta.
- è per te, Matsuri! – urlò
poi, ridendo
- speriamo bene…- sospirò la castana, sfilandosi il kimono e
mettendosi un vestito.
In fondo, se fosse stato Kankuro non voleva mica
rovinargli la sorpresa…oddio, ma che si ritrovava a pensare!
Arrossì,
avvicinandosi alla porta.
- Matsuri-chan…che diavolo combini?-
Temari la
fissava furente, mani sui fianchi e uno sguardo che ricordava quelli peggiori di
Gaara.
La minore abbassò lo sguardo, sorridendo tesa – ma se eri tu la prima
a dirmi di scordarmelo?-
La bionda scosse la testa decisa – vieni con
me…-
Si voltò e Matsuri, indecisa, si impalò alla porta.
- è un ordine,
Matsuri- le sibilò Temari, fissandola in tralice.
La castana chiuse la porta
alle proprie spalle, sospirando.
Temari rientrò poco dopo il tramonto, entrando nella stanza come al suo
solito.
Gettò a terra la maglia e si gettò sul letto, incurante che, come
sempre, Shikamaru vi stava dando il suo terzo riposino pomeridiano.
Il
ragazzo non si scompose, liberandosi con un agile movimento del piede ( leggi:
calcio) dal peso non proprio leggerissimo della fidanzata.
- come è andata?-
disse poi, sbadigliando.
Temari incrociò le braccia al petto – Matsuri andrà
con Kankuro- disse semplicemente, infilandosi tra le braccia del fidanzato.
-
missione fallita?- chiese, passandole un braccio lungo le spalle
-
perfettamente riuscita, invece…- sorrise, passandogli i capelli biondi sotto al
mento ispido.
Gaara impilò l’ennesimo foglio, sotto lo sguardo preoccupato
dell’assistente.
- Gaara-sama, Kankuro le ha chiesto udienza…di nuovo- osò
chiedere, mentre l’altro continuava imperterrito a firmare atti, sempre più
irritato
- credo per la celebrazione di domani…- continuò, coraggioso -
…vorrà chiederle riguardo la sua decisione di presentarsi solo…-
Gaara
sollevò lo sguardo, raggelandolo – continua a rispondergli che non posso
vederlo.-
Il segretario ingoiò rumorosamente, uscendo dalla stanza.
-
allora?- Kankuro era appoggiato alla parete, tra le labbra una sigarette ridotta
a un mozzicone.
- Niente…- l’altro scosse la testa, stringendo tra le mani
delle cartelline.
- Cavolo…- brontolò il marionettista, sputando fuori il
fumo.
Il segretario si scusò un’ennesima volta, lasciando Kankuro a fissare
la porta chiusa del fratello.
Temari si avvicinò al viso del fidanzato, leccandogli una guancia.
- Tem,
sei disgustosa!- mugolò lui
- Nara muovi il culone…- rise – siamo già in
ritardo per la festa…-
Il ragazzo brontolò infilandosi la maglia che la
ragazza gli aveva tirato violentemente in faccia.
- ma che hai per volerti
sbrigare tanto!- sbraitò, osservandola litigare con l’obi del kimono.
- Non
voglio perdermi un attimo di questa sera!- rise, sciogliendosi i capelli dorati,
che le ricaddero sulle spalle, a contrasto con il nero del kimono.
- È solo
una stupida celebrazione…- sibilò lui - …che, inoltre, mi costringe a rimanere
sveglio quasi tutta la notte…-
- Su…anche ieri notte sei stato sveglio…-
mormorò lei maliziosa
Il ragazzo arrossì – preferivo riposare un po’
stanotte, infatti…-
Gaara indossò il cappello, fissandosi allo specchio.
- magari prova a
sorridere, nii-chan – la voce di Temari lo colse di sorpresa.
Il kazekage si
inculcò con forza il copricapo, ghignando.
- gentile di preoccuparti per me,
sorellina…-
- perché non hai voluto che qualcuno ti accompagnasse?-
Gaara
si rabbuiò – perché non tutti sono fortunati, come te, ad avere qualcuno che li
ama…-
Temari sorrise materna – forse sono solo più brava di te a non far
scappare chi tiene a me-
Gaara tirò gli occhi a fessura.
- e non fare
quella faccia Gaara…- lo ammonì la sorella, con tono severo -…e sbrigati, che ti
stanno tutti aspettando, là fuori!- lo prese per i braccio, tirandolo verso la
porta.
- Si, immagino…- il kazekage scosse la testa, triste.
Temari lo
fissò in tralice, sciogliendo il sorriso.
- andiamo, Nii-chan…- sussurrò,
dolce.
Matsuri attendeva seduta sulla panchina dell’ingresso, torturandosi le dita
nervosamente.
Sospirò, leggendo l’ora sull’orologio appeso alla
parete.
Kankuro la fissava, appoggiato al muro di fronte a lei.
Matsuri
arrossì, seguendo con lo sguardo la linea dura della mascella, solida,
volitiva…virile…
Smettila Matsuri!
- vedo che il vestito ti sta davvero
benissimo…- Kankuro prese nervosamente la parola, cercando di mascherare
l’imbarazzo della situazione.
Quando era andato a prenderla, non erano stati
pochi quelli a sbirciare dalle finestre…il pettegolezzo trovava terreno fertile
anche in una landa desolata come Suna.
- si…grazie, non meritavo un regalo
così…- Matsuri osservò la seta aderirle ai fianchi stretti, rilucendo di
riflessi ambrati.
Kankuro si strinse nelle spalle – sei stata gentile ad
indossarlo…- socchiuse gli occhi e inclinò la testa, sorridendo.
La ragazza
lo fissò, stupita…anche Temari lo faceva spesso, quando rideva.
Per un
secondo si rese conto che di come sorridesse Gaara, al contrario, non ne aveva
la più pallida idea.
Una parte del suo cuore le si strinse, chiedendosi
perché si trovasse in quel posto, per lo più a flirtare con il fratello maggiore
dell’uomo che lei…
- buonasera Matsuri!-
Temari era entrata nel corridoio
da una delle porte laterali, trascinandosi dietro un assonnato fidanzato.
-
‘sera!- la ragazza le rivolse un sorriso, alzandosi, lottando per qualche
secondo con lo spacco del kimono.
La bionda sorrise, complice – Gaara ancora
non è arrivato?- chiese, fingendosi sorpresa.
A quel nome Kankuro e Maturi
trasalirono, chi impallidendo, chi arrossendo violentemente.
- che domanda
idiota…qui non c’è…- rispose Shikamaru, sbadigliando e evitando un pugno della
fidanzata ( come potesse fare tutto insieme è ancora un mistero per l’umana
scienza).
- non ho chiesto il tuo parere – sibilò Temari, aggiustandosi i
capelli nel nastro scuro che li raccoglieva.
Matsuri li osservava distratta,
quando un rumore attirò la sua attenzione.
- ora possiamo anche
andare…-
Temari si voltò, sorridendo – certo…Gaara –
Quando Gaara aveva deciso di entrare, Temari stava per sferrare un pugno
sulla testa vuota del fidanzato.
Sfortunatamente quel carciofo aveva dei
riflessi niente male, pensò, deluso, quando il pugno fu facilmente scartato dal
ragazzo.
Socchiuse gli occhi, entrando nel corridoio.
Meglio finirla
subito…e poi perché avercela tanto con Matsuri? In fondo era la sua allieva…solo
la sua allieva.
- ora possiamo anche andare…- ma la voce gli morì in gola
quando incontrò la figura snella della ragazza.
Era splendida, in quell’abito
aranciato, con i capelli raccolti.
Forse più bella di come lui l’avesse mai
potuta anche solo immaginare.
Matsuri incrociò i suoi occhi chiari,
stringendosi al braccio di Kankuro.
Scese un pesante silenzio sui giovani,
interrotto dal vociare della folla che si accalcava sotto la balconata del
palazzo del kazekage.
- hai ragione Gaara…è ora di andare…- Kankuro accarezzò
il braccio della giovane, facendola arrossire.
Il kazekage avvertì una fitta
dolorosa alla bocca dello stomaco.
Si mosse verso l’uscito, fermamente deciso
ad ignorarla.
Scosse la testa, scurendosi.
Che diavolo gli stava
succedendo?!
Matsuri guardava timidamente Temari abbracciare Shikamaru, mentre la folla,
sotto la grande balconata, urlava festosa.
La bionda affondò la testa nel
torace del fidanzato, fondendo la risata con il vento.
- sei nervosa?-
Kankuro le era accanto, continuando a fissare serio la calca, mentre l’aria gli
faceva ondeggiare i ciuffi castani davanti gli occhi.
La ragazza scosse la
testa, fremendo.
Scorse il viso del kazekage da sotto il largo cappello,
arrossendo.
Stava parlando da qualche minuto, arringando la folla con voce
decisa e tono gelido.
Il sole era ormai all’orizzonte e i riflessi rossastri
degli ultimi raggi gli colpivano il viso pallido.
- dovresti parlare con
lui…- Kankuro abbassò lo sguardo - …stiamo diventando ridicoli…tutti e tre-
aggiunse poi, amareggiato.
Matsuri spalancò gli occhi – non dire questo,
Kankuro-kun – ( da dove le veniva quel kun?)
Il ragazzo la fissò in tralice -
…parlagli – sussurrò serio, sciogliendosi dall’abbraccio.
Quando si erano
mostrati alla folla qualcuno aveva indicato maliziosamente le loro mani strette,
sorridendo.
- non credo che lui voglia parlarmi…- rispose la ragazza,
torturandosi le dita, fremendo.
Kankuro si strinse nelle spalle – fa come
vuoi…- si voltò, osservandola - …saresti stata la ragazza più bella che io
avessi mai amato…-
Matsuri arrossì - …e tu il ragazzo più dolce, Kankuro…-
gli posò una mano tra le sue.
La folla esplose in un boato.
Matsuri e
Kankuro sciolsero gli sguardi, voltandosi.
Gaara aveva finito di
parlare.
La ragazza deglutì.
Gaara stava fissando le loro mani.
- Gaara!- Matsuri lo rincorreva da alcuni minuti, scalpitando per i gradini
del palazzo.
Temari le aveva gridato di inseguirlo, quando lui si era
diretto, furioso, verso la finestra, rientrando nella sala.
Matsuri respirava
affannosamente, continuando a gridare il nome del kazekage.
- che vuoi?-
Gaara era spuntato da dietro un angolo scuro, facendo vorticare attorno a sé la
pallida veste.
La ragazza si portò una mano al petto, ansante – parlarti…-
disse, osservando le iridi verdi dell’altro.
- auguro a te e a mio fratello
una vita felice – sibilò lui, gelido.
Matsuri gli portò una mano alla bocca
zittendolo.
Non era la prima volta che lo toccava, ma mai la sua mano sembro
così bollente al giovane Kazekage.
- sta zitto – sibilò lei.
Nell’impeto
uno dei fermagli le era caduto e delle ciocche le cadevano sul viso
arrossato.
Il respiro di Gaara accelerò bruscamente, senza che lui sapesse
davvero spiegarsi il perché.
- lo sai che amo solo te- disse infine
lei.
Matsuri trattenne il fiato.
Si, era vero: Gaara lo sapeva da anni,
lei ne era certa.
Eppure, solo ora, per la prima volta, lei lo aveva
ammesso.
- Temari mi ha fatto capire che rischiavo solo di perderti…non
voglio – un singhiozzo - …ti prego, non allontanarmi…-
Gaara avvertì, con
dispiacere, la mano di lei staccarsi dal suo viso.
- ci tengo a te…sensei –
la ragazza abbassò lo sguardo, tremante.
Il kazekage rimase inebetito per
qualche secondo, prima di sollevarle il mento con una mano.
Non sapeva se
fosse la mossa giusta per farla smettere di piangere…ma quando Shikamaru lo
faceva a Temari lei finiva sempre per sorridere. Sempre.
- non vorrei ferirti
Matsuri ma io non…-
Furono le labbra di lei a fermare le sue.
Un bacio
salato. Un bacio triste. Un bacio che sapeva di deserto.
Matsuri si staccò,
lasciando le lacrime scivolarle lungo le guance.
- avrei dovuto farlo molto
tempo fa…- aggiunse, sorridendo.
Gaara era immobile, sconcertato.
- tu mi
ami davvero?- chiese infine, toccandosi con un dito le labbra.
Matsuri annuì,
allontanandosi di un passo.
- non andare…- Gaara l’afferrò per il polso,
guardandola negli occhi bruni
- perché?- chiese lei, scossa.
Gaara si
avvicinò a lei, poggiandole la testa rossastra sulla spalla.
- perché non
voglio allontanare l’amore…ora che l’ho trovato…-
Kankuro aspirò una boccata dalla sigaretta, camminando per le strade di
Suna.
Qualche ragazza lo fissò maliziosa. Forse volevano sapere se il suo
affascinante fratellino fosse ancora scapolo, pensò, amareggiato.
Si voltò
verso il palazzo, immaginando Gaara abbracciato alla bella Matsuri.
Sbuffò
irritato.
E pensare che si era già immaginato a farsi una bella cavalc…
-
ehy, micio del deserto…non saluti gli ospiti?-
Quando si voltò, la prima cosa
che incrociò fu uno sguardo malizioso, incorniciato da lunghe ciglia.
- e tu
che ci fai qui?- chiese, piacevolmente sorpreso.
La ragazza gli si avvicinò,
trascinando con sé l’odore fresco di Konoha.
- ambasciatrice ad
interim…almeno finché Shika sarà in veste di ospite…- sussurrò lei,
arrotolandosi una ciocca di capelli attorno al dito.
Kankuro sorrise,
prendendole il braccio – rendiamo piacevole questo soggiorno allora…- le
sussurrò all’orecchio, facendola rabbrividire.
- non chiedevo di meglio…-
Ecco la mia nuova ficcy! Piaciuta? E’ una richiesta della dolcissima
lilithkyubi.
Dedicato a lei e ad Arwen…che mi ha sopportato nei miei scleri
serali e ha saputo essere pazientissima! ^_^
Per l’identità della ragazza
finale…indovinate un po’? si accettano scommesse! XD
Scusate, non ce l'ho
fatta a non parlare un pò di Kankuro e Temari e Shika...io i fretelloni del
deserto li adoro nell'insieme ( e shika lo adoro e punto U_U...XD)..
Un
bacione a tutte, spero davvero che vi sia piaciuta…fatemi sapere, aspetto
trepidante i vostri commenti!
Roberta