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Autore: Applejuice    11/05/2013    2 recensioni
- Mi guardi!
Stava urlando solo per far sembrare più sicura la sua voce.
Gli occhi gli iniziarono a bruciare. Ma in quel momento non poteva permettersi di piangere.
- Mi guardi!
Ma il signor Brooks non accennava a voltarsi.
Bertie iniziò a tremare. Prendendosi la testa tra le mani si risedette sulla poltroncina di cuoio nero.
- Io non sono pazzo – disse in un sussurro.
Genere: Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Mi guardi!
Stava urlando solo per far sembrare più sicura la sua voce.
Gli occhi gli iniziarono a bruciare. Ma in quel momento non poteva permettersi di piangere.
- Mi guardi!
Ma il signor Brooks non accennava a voltarsi.
Bertie iniziò a tremare. Prendendosi la testa tra le mani si risedette sulla poltroncina di cuoio nero, dove Brooks l’aveva fatto accomodare appena qualche minuto prima.
- Io non sono pazzo – disse in un sussurro.
- Forse no, forse si, ragazzo mio. Sta a te sceglierlo – finalmente lo psicologo si voltò – c’è una differenza abbastanza evidente tra realtà e irrealtà, Bertie. Non dovrebbe essere difficile capire a quale classe appartiene ciò che tu affermi di fare.
Lo fissò con insistenza, forse aspettandosi una risposta, o una reazione. Ma Bertie rimase lì, fermo, limitandosi a sospirare impercettibilmente.
Brooks si tolse gli occhiali da gufo e se li pulì con l’orlo della camicia.
- Qui in questo centro, noi..  noi siamo in grado di aiutarti, ragazzo. Saresti il benvenuto.
Bertie tacque.
Brooks gli poggiò una mano sulla spalla.
- Ti aiuteremmo a liberarti di tutte queste.. visioni che ti opprimono. Saresti libero. Non vedresti mai più neanche una di quelle cose. Te lo assicuro.
Il ragazzo alzò il capo e lo fissò.
- Lei non capisce – sbuffò alzandosi – Lei non capisce, e non potrà mai capire! Nessuno di voi può farlo!
- Bertie..
- No! Non mi tocchi! Non provi ad avvicinarsi. Sapevo che non mi sarebbe servito a niente venire qui. Me ne vado.
- Bertie Tyddle, si sieda. Qui abbiamo i mezzi per aiutare la gente come lei.
Bertie smise di urlare, si fermò e guardò lo psicologo. Ma non si sedette.
- La gente come me? – alzò un sopracciglio – Perché, cosa sono? Un mostro? Un matto? Senta io non so cosa fate in questo schifo di posto, ma le assicuro che qui non c’è nessuno come me. Vedere i morti non è una cosa divertente, ma che lei ci creda o no, questo è ciò che faccio. Detto questo, addio signor Brooks. A mai più.
Prese la giacca e uscì dalla stanza.
Passò davanti alla scrivania di una stupita segretaria, e non si fermò davanti alle sue intimazioni di tornare dentro lo studio.
Scese in strada, arrivò al pick-up e sbattè con forza la portiera. Appoggiò la testa allo schienale del sedile e chiuse gli occhi. E allora si permise di piangere. Lasciò che il suo viso venisse rigato da tutte le lacrime che riusciva a buttare fuori.
Adriane era là, nel sedile affianco, muta e immobile come sempre.
Ed era così bella.
Anche attraverso il velo delle lacrime Bertie la trovava la cosa più bella che avesse mai visto.
Provò ad allungare una mano verso il suo viso, per accarezzarle la guancia. Ma le sue dita accarezzarono l’aria, l’aria immateriale di cui Adriane era fatta.
E altre lacrime si aggiunsero a quelle che aveva versato, sotto gli occhi senza vita di Adriane.
Avviò il pick-up, ed arrivò a casa. Tremava di nuovo.
Andò in camera da letto, poi in bagno, poi in cucina, poi tornò nell’ingresso. Non si fermò un attimo. Adriane lo seguiva sempre e silenziosamente, guardandolo con occhi vitrei.
Bertie si fermò, e si sedette sul divano. Si passò una mano sul viso sudato, e fece un sospiro tremolante. Guardò Adriane.
Ogni volta che la guardava, era come se il suo cuore si fermasse. Cosa che lui avrebbe desiderato più di ogni altra cosa, dato che in lei il cuore aveva già smesso di battere.
Era magnifica. I capelli corvini, gli occhi verdi, le labbra sottili.
- Sei bellissima.
Glielo diceva sempre, quando la guardava. E ogni volta si chiedeva se lei lo avesse sentito.
Brooks non capiva, quell’idiota della segretaria non capiva!
Nessuno poteva capirlo. Neanche lui era sicuro di capirsi.
La sensazione che provava quando guardava Adriane, era qualcosa che non aveva mai provato prima.
Voleva solo stare con lei, solo con lei. Voleva conoscere il suono della sua voce, voleva parlarle, voleva sentirla ridere.
Bertie si alzò.
Si diresse verso il mobile del bagno ed aprì la cassetta dei farmaci.
Gli sembrò quasi che il barattolo di sonnifero gli saltasse in mano.
Se lo rovesciò sul palmo: dodici pillole. Sarebbero dovute bastare.
Se le mise in bocca tutte assieme, ed aspettò. Dopo qualche secondo il bagno cominciò a girare, tutto faceva le capriole. Ma l’unica cosa che Bertie vedeva era lo stupendo viso di Adriane.
Non era mai stata così bella. Sembrava quasi che gli sorridesse. E un immensa felicità si impadronì di lui.
Poi tutto si fece nero.
   
 
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