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Autore: Larathia    11/05/2013    0 recensioni
Squall e Rinoa danno uno sguardo dieci anni circa nel futuro.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Rinoa Heartilly, Squall Leonheart
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Disclaimer: Final Fantasy VIII e i suoi personaggi sono proprietà Square-Enix, e vengono qui utilizzati senza scopo di lucro: nessuna violazione del copyright è pertanto da ritenersi intesa.

SHORE LEAVE
scritta da Larathia, tradotta da Alessia Heartilly

Si incontrarono in un caffè sul mare, a Balamb. Il sole del pomeriggio era caldo ma non rovente, coperto da una piccola nuvola ogni tanto, e le onde erano quel filo troppo piccole per fare surf. Una leggera brezza arruffava le frange degli ombrelloni lilla sui tavoli, portano l'odore del sale e del pesce fritto.

Rinoa era lì da trenta minuti, a godersi un drink dai colori accesi e ghiacciato, e a guardare i bambini che giocavano sulla spiaggia... ma aveva scelto di arrivare prima. Le diede il tempo di ricomporsi, di pensare a cosa voleva dire e come dirlo, e di sistemare tutto nella sua mente così da potersi concentrare solo sul momento. Indossava una gonna azzurro cielo fino alla caviglia, piena di frange, ma leggera, e l'orlo si voltava e svolazzava al vento. L'aveva scelta con attenzione, così come la maglietta e i gioielli. Non era esattamente la principessa che una volta l'avevano accusata di essere, ma era contenta del risultato.

Si imparava a custodire i momenti, quando si amava un SeeD. Si imparava a non perdere tempo, o creare rimpianti. Squall poteva non mostrarlo - anzi, probabilmente non l'avrebbe fatto - ma sapeva che l'avrebbe notato e ricordato.

Lui arrivò lungo il sentiero, con la giacca dell'uniforme sbottonata e una borsa da viaggio sulla spalla. Era sempre snello di costituzione, ma il tempo aveva dato alla morbidezza della gioventù una flessibilità più scolpita. Lui alzò una mano in un gesto a metà tra il saluto e il cenno per farle sapere che l'aveva vista, e lei si alzò salutarlo quando si avvicinò.

Squall la strinse brevemente, posando la borsa a terra, e lei si alzò sulle punte per baciarlo nello stesso momento. "È bello vedere che stai bene," sorrise Rinoa, e indicò il tavolo e l'altra sedia. "Immagino che sia andato tutto bene, allora?"

Squall annuì lasciandola andare, sedendosi sulla sedia che lei gli aveva indicato, e prese il menù con espressione dubbiosa. "Servono drink che non brillino al buio?"

"Giralo, c'è qualche specialità di Deling sul retro," rispose Rinoa, divertita. Chiamò un cameriere con un cenno della mano, sapendo che non ci sarebbe voluto molto a Squall per decidersi. "Non vedo nuove cicatrici. Successo clamoroso o stavolta avevi un medico migliore?"

A questo Squall grugnì, con una specie di breve risata, posando il menù. "Una birra di Deling," disse al cameriere. "E pinne di Focaral bollite. E tutte e due le cose," rispose poi a Rinoa. "Siamo quasi caduti in un'imboscata a ovest di Timber, ma Irvine li ha visti in anticipo." Il cameriere se ne andò, e lui studiò Rinoa con occhi grigi in cui c'era una gioia tranquilla. "Stai bene."

Rinoa sorrise; avere commenti simili da Squall era un raro apprezzamento affettuoso. "Ho avuto un aumento," disse allegra. "Abbiamo capito come trasformare le magie in unità di immagazzinamento trasferibili. Dovresti vedere i risultati tra qualche mese. Nel frattempo, mi sono viziata." Fece scorrere una mano inanellata lungo le increspature della sua gonna, compiaciuta. "Quanto tempo hai?"

"Il fine settimana, penso," rispose Squall, prendendola l'altra mano nella sua; mosse il pollice in cerchio sul suo palmo, in una carezza. "Ho dei rapporti da esaminare, e missioni da assegnare, ma stasera e domani almeno sarò libero.""

"Sono contenta che stavolta sei tornato tutto intero," disse piano Rinoa, con le parole piene d'amore. "E per adesso c'è bel tempo. Potemmo passeggiare dopo mangiato?"

"Dovrò mettere via le mie cose, prima," rispose seccamente Squall. "Dove stai?"

"Oh - l'albergo vicino ai Dincht," rispose Rinoa, arrossendo brevemente. "Scusa. Si pensa che me ne ricorderei, visto quello che c'è ai miei piedi e tutto. Ma - l'albergo, sì. Quanto è durato il viaggio?"

Che era un modo indiretto di chiedergli quanto lontano era andato; a volte il Garden sceglieva di risparmiare qualche soldo mandandolo in missioni più piccole mentre era in licenza. Aveva imparato a chiederglielo sin da quando quello che avrebbe dovuto essere un viaggio di alcune ore era finito con Squall che arrivava in orario, ma con occhiaie nere, un barcollare insonne nel passo, e la licenza passata completamente sotto le coperte a recuperare sonno. A Squall venivano garantiti solo giorni di licenza - non c'era nulla nel contratto che garantisse che sarebbe stato sveglio o abbastanza sano da goderseli.

La domanda strappò un breve mezzo sorriso a Squall. "Solo mezz'ora di traghetto da Dollet. Penso che le 'cose' di cui hai parlato al Supremo abbiamo fatto effetto." Le strinse dolcemente la mano, con divetimento e approvazione. "Non mi scocciano le missioni. Mi irrito però quando la gente cerca di sfruttare troppo i contratti. Quindi, grazie."

Rinoa sorrise, sollevata. E un po' imbarazzata. Non c'erano molti posti al mondo dove poteva sfruttare il suo potere di Strega e non far diventare immediatamente la cosa una guerra internazionale. Spiegare al Garden che in futuro avrebbe apprezzato che i giorni di licenza con suo marito includessero stati di salute fisica e coscienza era stata un po' una scommessa. Ma tutto quello che doveva dire era, "sono contenta di dare una mano."

Squall dovette lasciarle la mano quando arrivò il suo ordine; come richiesto, pinne di Focaral bollite e una bitta di Deling. Lui mangiò in silenzio, e Rinoa lo aggiornò allegramente su ciò che andava detto; come andava il suo lavoro ad Esthar, riguardo lo studio sui poteri della Strega e le sue potenziali applicazioni. E le lettere che aveva ricevuto dal resto della squadra, quando i loro impegni lasciavano il tempo di scrivere, e il prevedibile invito a cena dai Dincht, dato che erano in città. Chiacchierò per riempire il silenzio, per evitare che Squall si perdesse nei suoi pensieri mentre mangiava, e bevve ogni tanto il suo drink.

Quando lui ebbe finito, lasciò abbastanza soldi per il pasto e la mancia, e si alzò, prendendo la borsa mentre si alzava anche Rinoa. "Allora. Albergo, eh?" chiese lui, e mentre si incamminavano, strinse di nuovo la mano di Rinoa.

Lei intrecciò le dita con lui e sorrise. "Vista sull'oceano," disse. "Letto matrimoniale. Hanno risistemato da quando ci siamo stati l'ultima volta."

Squall alzò brevemente gli occhi al cielo, divertito. "Ogni cinque anni, come un orologio. È la moglie del proprietario. Pensa di essere alla moda."

Camminarono in silenzio lungo il sentiero, mano nella mano, con una stretta ogni tanto e un cenno verso qualcosa di interessante; aquiloni nella brezza marina, la nuova collezione di costumi sui più giovani frequentatori della spiaggia. L'albergo non era lontano dalla spiaggia, e Rinoa lo guidò in camera. Aveva programmato tutto, ovviamente; il letto matrimoniale e una chiave in più, e un balcone con una bella vista sull'oceano che lasciava entrare la brezza.

Squall posò la borsa su un tavolino, si tolse la giacca dell'uniforme e - ora che la privacy era assicurata - sollevò prontamente Rinoa e si lasciò cadere sul letto con lei in braccio e una risatina. "Mi sei mancata."

Rinoa lo abbracciò felice con una risata più forte, e lo baciò. "Anche tu mi sei mancato. E sono contenta che tu stia bene stavolta." Gli picchiettò il petto, ora coperto solo da una vecchia maglietta bianca. "Abbiamo ore prima di cena."

Rinoa chiuse la mani, lasciando che la visione svanisse. "Questo è circa dieci anni da adesso," disse con un sorriso. "Vorresti che provassi in un futuro più lontano?"

Squall si appoggiò all'indietro, pensieroso e piuttosto stupefatto. "...Da quanto tempo riesci a farlo? A guardare nel futuro così?"

"Non lo so," ammise Rinoa. "Ma ho scoperto di poterlo fare quando ti ho cercato. Sai... dopo Artemisia. E l'ho chiesto alla Madre, e lei ha detto di aver visto anche lei alcune cose, ma ha scelto di non farlo dopo la prima volta che ha visto... beh, quello che le sarebbe successo. Ha detto che era per via del cerchio temporale. Il futuro non è incerto - almeno per un po'. Quindi, siccome è fisso, possiamo vederlo." Piegò la testa. "Pensavo che tu volessi vedere."

"Quindi... è proprio dove sarò tra dieci anni?" domandò lentamente Squall. "E... tu sarai da un'altra parte? Non ti dà fastidio?"

Rinoa scosse la testa. "Non proprio," ammise lei. "Voglio dire, sì, sarebbe bello se possiamo stare insieme per tutto il tempo... ma puoi capire perché non succederà, proprio come posso capirlo io."

Poteva farlo davvero. La sua vita era sempre stata legata ai Garden, al lavoro da SeeD. Non era psicologicamente equipaggiato per qualcosa che somigliasse alla vita civile; lo avrebbe fatto impazzire tentare un lavoro da ufficio. Allo stesso tempo, Rinoa, come unica Strega rimasta al mondo, doveva stare molto attenta a non impaurire la gente - anzi, sarebbe stato meglio se la gente non avesse saputo affatto della sua esistenza. Il risultato del tentativo di Artemisia di vincere aveva lasciato un sacco di brutte sensazioni in tutti il mondo, e per molti non importava che Rinoa avesse aiutato a liberare il mondo da Artemisia; era comunque una Strega.

I due bisogni proprio non si incontravano. Era solo... strano... che si svolgesse così, come se le scelte fossero già state fatte. E ancora più strano era che a Rinoa non sembrava dar fastidio. "E se cambiamo idea, facciamo scelte diverse?" domandò Squall.

"Non è come quando Cid ti dà ordini, sai," disse dolcemente Rinoa. "Siamo io e te, che facciamo scelte. Solo... possiamo vedere dove ci porteranno le scelte che facciamo. Se vogliamo. È... non ti piace quello che ti ho mostrato?"

Quella era davvero una domanda troppo complessa per rispondere con facilità, così Squall attirò semplicemente Rinoa in un abbraccio per farla smettere di preoccuparsi riguardo a cosa ne pensava lui. Non era che non gli piacesse quel futuro, davvero. Solo che non era quello che si era aspettato, e c'era quella sensazione da far tremare le ginocchia di scelte in qualche modo già fatte per lui. Pensandoci, però... lui aveva già fatto le scelte. Solo non aveva pensato alle conseguenza di quelle scelte.

Il tempo, come una fila di tessere da domino che cadono. Le scelte creano nuove situazioni e nuove scelte, ma se si conoscono le persone che scelgono, non è difficile predire la direzione in cui cadranno le tessere del domino. Era tutto quello che faceva la magia; mostrare dove erano cadute le tessere da domino. Nulla di cui aver paura. Ma restava una parte che non capiva. "Perché... a te non dà fastidio?" chiese. "Se siamo insieme solo qualche giorno per volta?"

Rinoa lo abbracciò e sorrise. "Sei venuto da me anche quando ero nello spazio, Squall. E mi hai trasportata sull'Horizon Bridge. Quando ho bisogno di te, ci sei sempre... e so che non ti piace avere la vita programmata, che ti si tolgano le scelte. È come... per i falchi, credo? Devi lasciarli volare, non puoi tenerli in gabbia. Ma se ti amano i falchi tornano sempre. Era tutto quello che avevo bisogno di sapere, quando ho guardato al futuro... che saresti tornato."

Strano, davvero, che la cosa di cui era preoccupata lei fosse l'unica di cui lui era sicuro. Ma forse quelle erano scelte che non avevano ancora finito di far cadere le tessere, perché si era chiesto se il suo bisogno di restare nei SeeD l'avrebbe allontanata, e sembrava che questa non fosse una domanda che la preoccupava. Avevano ancora molte cose da conoscere l'uno dell'altra, un sacco di scelte da fare prima che quel futuro lontano diventasse il presente. Cosa che, a pensarci, aveva senso.

Comunque, c'era una cosa da dire. "Eri davvero carina con quella gonna. Hai gonne come quella?"

"Oooh, cerchio temporale," rise Rinoa. "No, non ancora. Ma potrei. E penso che lo farò. Che ne dici di andare a fare shopping dopo?"

"Solo se convinci Zell a dare una mano con le borse," disse con fermezza Squall. "Non intendo destreggiarne - quante erano, quattordici? - in due mani un'altra vola."

*****
Nota dell'autrice: il mio contributo alla challenge Where I Belong.

   
 
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