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Autore: Hi Ban    11/05/2013    5 recensioni
Era da almeno un quarto d’ora a quella parte che Mikoto Uchiha se ne stava immobile a pochi metri da un cespuglio, dietro cui si erano eroicamente accampati due Uchiha. Sasuke, in braccio a lei, smaniava per raggiungere i due consanguinei, ma la madre non sembrava intenzionata a lasciarlo unire a Shisui e Itachi. Già ne doveva riprendere due, un terzo sarebbe stato troppo anche per lei.
Tra i due, comunque, Shisui era quello che aveva reali intenzioni bellicose, Itachi si limitava a fargli da spalla. Non gli interessava realmente tutto quel che stava succedendo, ma era pur sempre suo cugino e aveva richiesto il suo appoggio; poteva forse lui abbandonarlo nel momento del bisogno, ignorando l’orgoglio Uchiha?
[...]«Non ci arrenderemo mai!» strillò lui, mentre Itachi faceva leva sui gomiti per alzarsi.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Fugaku Uchiha, Itachi, Mikoto Uchiha, Sasuke Uchiha, Shisui Uchiha
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Prima dell'inizio
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La rivolta degli Uchiha





Era da almeno un quarto d’ora a quella parte che Mikoto Uchiha se ne stava immobile a pochi metri da un cespuglio, dietro cui si erano eroicamente accampati due Uchiha. Sasuke, in braccio a lei, smaniava per raggiungere i due consanguinei, ma la madre non sembrava intenzionata a lasciarlo unire a Shisui e Itachi. Già ne doveva riprendere due, un terzo sarebbe stato troppo anche per lei.
Tra i due, comunque, Shisui era quello che aveva reali intenzioni bellicose, Itachi si limitava a fargli da spalla. Non gli interessava realmente tutto quel che stava succedendo, ma era pur sempre suo cugino e aveva richiesto il suo appoggio; poteva forse lui abbandonarlo nel momento del bisogno, ignorando l’orgoglio Uchiha?
Mikoto sorrise di nuovo, quando vide la chioma scura di Shisui fare capolino sopra i cespugli per l’ennesima volta, prima di scomparire ancora tra il verde delle foglie.
Entrambi i ragazzini erano coperti ovunque di fango, essendosi rotolati per almeno mezz’ora nel campetto in cui si trovavano in quel momento, totalmente incuranti del fatto che avesse piovuto per una settimana intera e il terreno non fosse esattamente asciutto.
Mikoto era andata a cercarli per farli rincasare e, quando aveva notato lo stato in cui si erano ridotti, aveva concluso che per i due aspiranti ninja fosse il caso di fare un bel bagno. Al che Shisui si era opposto, sbandierando la sua riluttanza a usare sapone e acqua, qualsiasi fosse l’utilità di essi.
Itachi non si era espresso proprio, ma Shisui l’aveva repentinamente trascinato dietro al cespuglio, perciò aveva deciso di assecondarlo.
Adesso erano ancora lì, sdraiati a terra e con il fango che si stava asciugando sulla loro pelle, dandogli una lieve sensazione di pizzicore che Shisui stava bellamente ignorando. Un ninja sopportava quello ed altro.
«Shisui-chan, non sarebbe il caso di abbandonare la causa?» chiese con un sorriso Mikoto, mentre Sasuke si appoggiava alla sua spalla, vagamente assonnato, e osservando fratello e cugino nascosti dall’ammasso verde.
«Non ci arrenderemo mai!» strillò lui, mentre Itachi faceva leva sui gomiti per alzarsi.
Shisui lo bloccò prontamente, prendendo a sibilare: «Non puoi andare adesso, cugino! È la nostra missione!» disse con tono cospiratore, come se affettivamente starsene lì sdraiati fosse un compito assegnatogli dall’Hokage in persona. Una vera missione di livello S, senza dubbio.
«Non fare il bagno?» chiese poco convinto Itachi, ma ricevette un cenno d’assenso risoluto, perciò decise di non indagare oltre.
Si rimise completamente appiattito per terra e vide sua madre sorridergli intenerita.
Non era minimamente arrabbiata, probabilmente trovava la cosa assai divertente.
Shisui comunque non gli rivelò che la sua presenza era strettamente necessaria nel caso in cui avesse avuto bisogno di un ostaggio per ottenere quel che voleva.
Era un bambino che pensava a tutto, lui.
«Devo considerarla una rivolta, questa?» si informò gioviale la donna, prendendo meglio il piccolo Uchiha tra le braccia.
Shisui sbucò di nuovo al di sopra del cespuglio; i suoi occhi brillarono quasi come se a quella possibilità non avesse pensato e dare quella nuova sfumatura alla vicenda lo interessasse parecchio.
«Ovviamente! È la rivolta degli Uchiha!» disse con fierezza, mentre Itachi lo osservava di sbieco. C’erano buone possibilità che il cugino non avesse nemmeno capito quel che aveva detto, ma si premurò di non dirgli nulla.
Almeno erano in due che si stavano divertendo.
In più erano solo in due, perciò rivolta degli Uchiha era un po’ esagerato, ma se a lui andava bene così, Itachi non avrebbe distrutto i suoi sogni rivoluzionari.
«Siamo anche armati» e così dicendo, senza ricomparire al di sopra del groviglio di foglie, Shisui sventolò un rametto spezzato, che nell’immaginario del bambino di sei anni e mezzo qual era doveva avere le fattezze di un appuntito kunai mortale.
Il fatto che fosse bagnato indicava che era intriso del più potente dei veleni, chiaramente.
Mikoto avrebbe seriamente voluto avere con se una macchina fotografica per immortalare quel momento. C’erano buone speranze che un giorno avrebbe potuto mostrarle ai nipotini con orgoglio e divertimento.
«Siete in svantaggio numerico, però» gli fece presente e Shisui comparve per un attimo, osservandola con fare indagatore. Si prese anche qualche minuto per contare.
Si indicò e poi puntò il dito contro Itachi. Guardò Mikoto-san e un sorrisetto furbo gli si dipinse in volto.
«Non è vero! Noi siamo in due!» protestò con forza, utilizzando il ramoscello per scacciare un moscerino fastidioso.
«Io ho Sasuke, Shisui-chan, e sono più grande di voi» disse benevola, osservando le foglie del cespuglio agitarsi freneticamente.
«Quel marmocchio di Sasuke non conta! È troppo piccolo, non sa nemmeno parlare!» ribatté offeso Shisui, infastidito che si prendesse in causa anche quella sottospecie di tappo bavoso che non faceva altro che dormire, piangere, mangiare, sbavare e piangere di nuovo.
Non ci volle un ninja leggendario per capire che Shisui era ancora geloso del piccolo cuginetto. Era da quando era entrato in famiglia che non l’aveva visto di buon occhio, quando poi Sasuke aveva capito che Itachi era il suo fratellone e aveva acquisito le capacità intellettive per iniziare ad adorarlo come un bambino può fare con una figura di riferimento, beh, semplicemente Shisui aveva iniziato ad essere geloso di lui.
Gli portava via il suo compagno di giochi, a momenti Itachi non stava quasi più con lui! In verità, poi, le sue erano lamentele infondate: passavano insieme lo stesso tempo che passavano prima, infatti loro si vedevano durante il pomeriggio e Sasuke amava farsi grandi dormite in quell’arco di tempo, salvo rare eccezioni.
Era solo terribilmente geloso, cosa che Hiada-san e Mikoto-san trovavano molto tenera.
«E comunque… comunque non ci arrenderemo!» disse, arrampicandosi sugli specchi in maniera impressionante.
Non aveva un reale motivo per non voler andare a fare il bagno, ma era una questione di principio.
A sei anni e rotti un principio per lui non valeva più di una ciotola di riso, ma era una di quelle frasi fatte che gli piaceva riprendere da sé.
«Ho anche tua madre dalla mia parte, sai? Lo sarà di certo quando ti vedrà in quelle condizioni» gli fece presente e Itachi sentì chiaramente Shisui deglutire rumorosamente. Hiada-san era una donna… come dire, molto severa, ecco, utilizzando un eufemismo per definire la peculiarità principale del carattere della madre di Shisui.
A Konoha tra lei e Yoshino-san non si sapeva scegliere tra chi fosse la più inflessibile.
«Coditioni» mormorò Sasuke con un sorrisetto, come se anche lui trovasse parecchio divertente il mettere alle strette il cugino. Chiaramente l’avversione che Shisui mostrava per lui, anche se aveva poco più di un anno, non era passata inosservata al piccolo Uchiha.
Shisui avrebbe seriamente voluto prenderlo per i piedi e appenderlo all’albero lì vicino, giusto per fargli sentire le ‘coditioni’ del tempo quel giorno.
Quando poi il bambino si sporse dalle braccia della madre e prese a sbracciarsi verso i due, chiaramente intenzionato a chiamare nel proprio modo il suo aniki, Mikoto rise di cuore e Shisui fu quasi certo che il tappo volesse far saltare la sua missione.
Stava forse dimostrando che anche lui poteva dare il suo contributo in quella lotta?
Brutto marmocchio con quattro peli in testa. Gliel’avrebbe fatta pagare.
Parve anche riuscire a distruggere il suo battaglione d’assalto, composto da una misera diade, perché uno dei due membri, ovvero Itachi, fece di nuovo per alzarsi, quasi il mezzo verso del fratello fosse stato un richiamo che lo aveva spinto a muoversi.
«Itachi! Non avrai intenzione di difertare per un bambino, spero!» lo accusò con fare sconvolto, mentre Itachi lo osservava incuriosito.
«È disertare» lo corresse, per poi aggiungere un semplice: «È mio fratello.»
Quella frase avrebbe dovuto essere più che eloquente, almeno dal punto di vista di Itachi. Per Shisui, invece, sarebbe stata la stessa cosa dirli che Mikoto teneva in braccio un sacco di onigiri andati a male o di takoyaki senza polipo.
Senza senso, perciò.
«Ma io sono tuo cugino!»
«Lui è piccolo, tu no» ribatté, ma per Shisui quell’argomentazione non aveva il minimo senso.
Avrebbe potuto ribattere che anche lui era piccolo, ma adorava sentirsi dire che era già grande, perciò optò per un semplice: «Ma io sono tuo cugino!»
Il brillante discorso portato avanti dai due rivoluzionari nascosti dietro ad un cespuglio fu interrotto da una Mikoto estasiata dalla portata intellettuale delle battute che si stavano scambiando.
Itachi tornò a stendersi per terra, mentre sul viso di Sasuke compariva un’espressione poco convinta.
«Perciò questa rivolta ha intenzione di continuare senza scendere ad armistizi o compromessi?» si informò la donna, utilizzando un registro piuttosto formale, visto che il giovane Shisui Uchiha si sentiva un vero e proprio capitano in armi.
Shisui, in effetti, non afferrò proprio tutto tutto il senso del discorso, ma annuì comunque: «Sì!»
«Capisco. Cosa ne pensa il tuo vice lì con te?» e si riferì a Itachi, che preferiva rimanere nell’anonimato, facendo condurre al cugino la sua battaglia persa. Shisui si voltò verso di lui: «Nh?»
Itachi rispose con un’alzata di spalle e l’altro Uchiha interpretò tutto a modo suo: «Dice che la rivolta continua!»
Mikoto sorrise ancora una volta a quella risposta; poi, facendo caso a Sasuke, si ricordò che era quasi ora di dare da mangiare anche a lui, oltre a dover preparare la cena anche per loro.
«Credo sia ora di abbassare le armi, Shisui-chan. Se lo fai ora, prometto che Hiada-san saprà solo che sei scivolato nel fango, non che ti ci sei rotolato» promise, mostrando quella che effettivamente era una proposta più che allettante.
Ma ancora non era del tutto convinto, Mikoto lo vedeva bene.
«Ometterò anche quest’ultimo tentativo di insurrezione» aggiunse sorridendo, mentre lo vedeva confabulare con Itachi.
«Non faremo mai il bagno!» disse infine, in tono un po’ meno convinto.
Shisui diede quella risposta alle trattative, basandosi sul fatto che solitamente Mikoto non faceva mai presente i disastri che combinava a sua madre. Quando Hiada-san si informava sul suo comportamento, lei eludeva la domanda con un semplice «come al solito».
A trovare la soluzione a quel dramma fu proprio Sasuke, che si volto tra le braccia della madre, poggiando la testa sulla sua spalla. A quel punto, prese a sbracciarsi di lato, borbottando qualcosa con la sua vocetta meravigliata.
Mikoto si voltò in quella direzione solo quando tra i mormorii del figlio sentì qualcosa di vagamente comprensibile.
«Tou» fu l’unica cosa che comprese, ma voltandosi comprese a cosa si riferiva.
«Shisui-chan, permettimi di sedare la rivolta chiamando il capo in carica» e così dicendo fece un cenno con la mano nella direzione indicata da Sasuke.
Sdraiati dov’erano dietro a quel cespuglio, i due ragazzini non videro subito ciò a cui la donna si riferiva e solo quando videro arrivare Fugaku Uchiha compresero più o meno la situazione.
Itachi si chiese come avrebbe reagito il padre, perdendosi in una serie di ipotesi che non espose ad alta voce, mentre Shisui sbiancò e prese in considerazione l’ipotesi di diventare parte di quel rigoglioso cespuglio.
Forse c’era spazio anche per lui, perché se c’era qualcuno di cui Shisui aveva paura era Fugaku Uchiha.
Era un po’ il suo uomo nero, quello che temeva di trovarsi nell’armadio o di vedere spuntare fuori non appena avesse spento una luce. Il terrore di ogni bambino, se sua madre avesse voluto spaventarlo per qualche oscura ragione gli avrebbe sicuramente detto «Fugaku Uchiha ti osserva».
Terrificante.
E poi aveva le branchie. Era una cosa che aveva notato subito, da quando aveva memoria l’Uchiha ricordava lo zio per quelle due fossette sotto al mento.
Quando l’uomo giunse, guardo interrogativo la moglie, che spiegò: «Fugaku, caro, la rivolta si è scatenata a seguito della mia pacifica richiesta di fare il bagnetto. Hai voglia di mettere fine ai conflitti? Armati, sono conflitti armati» aggiunse, facendo riferimento alla frase di Shisui di poco prima.
Fugaku decise che per quel giorno non avrebbe fatto ulteriori domande, né su come quella vicenda si era sviluppata né su altri ameni dettagli, si limitò a portarsi a pochi passi dal cespuglio.
Shisui per poco non si strozzò con la sua stessa saliva, nella foga di deglutire.
«Va’ a fare il bagno, nipote. Anche tu, figlio
Erano bastate poche parole per far alzare entrambi i ragazzi e farli uscire dal loro accampamento improvvisato.
Itachi lo avrebbe fatto fin da subito, ma la solidarietà di sangue non poteva essere ignorata. Shisui invece si tirò in piedi con gesti meccanici, gettando a terra la sua arma e dirigendosi a passo spedito verso Mikoto, che li attendeva entrambi per andare a fare il tanto dibattuto bagno.
Mikoto sapeva che non ci sarebbe stata nessuna reazione ad un intervento di Fugaku.
Itachi la affiancò, facendo qualche carezza a Sasuke, che si sporse verso di lui.
«Ciao, otouto» disse, come se essere stati a nemmeno dieci metri di lontananza fosse stata una tragedia di proporzioni epiche.
«Fine della rivolta, ragazzi, il bagno ha vinto la guerra!» e così dicendo rise all’espressione imbronciata di Shisui.
«Brutto despota marmocchio, te la farò pagare!» così dicendo, dopo aver lanciato un’occhiataccia al cuginetto sorridente, si avviò con Itachi verso casa.
E sì, si sentiva anche particolarmente fiero di sé per aver usato la parola despota, essere quasi certo di conoscerne il significato e non averla sbagliata. Mikoto seguì i due ragazzini affidando Sasuke a Fugaku.
Il bambino gli rivolse un sorriso sdentato a cui il padre rispose con un mezzo sbuffo divertito.
«Rivolta degli Uchiha» borbottò burbero, prima di ritornare alle sue precedenti occupazioni.



Scritta un sacchissimo (?) di tempo fa e avrei dovuto pure postarla il 5 maggio (quattro anni here, ma mi pesava il culo, lo ammetto :/), diciamo che oggi avevo taaanta tristezza in circolo e avevo voglia di postare qualcosa anziché studiare, so... ecco qua XD
  
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