Vola, la rondine vola nel cielo alto senza cure inghiottita dall'azzurro, e giù tra l'aria immobile agguanta una pozzanghera mezza seccata.
Ma vedi come solitaria sen va tra l'azzurro fatto a pezzi senza termine e senza gemella si rintana sotto le irti braccia d'un ligustro.
Ma odi come il canto suo risuona di solitudine e non arriva alle altre che indifferenti tornano all'affannato nido, quando il giorno più languisce.
Arrivano, arrivano le nere nubi ch'abbattono sui tetti il tedio dell'inverno quando l'anima si secca e la luce più si fa avara e l'azzurro ormai grigio saettato dalla collera di qualche divinità.
Ahime! disgraziata rondine cosa mai ti avrà destinato il fato vita? Dolore? Morte ?
Ma mentre s'attende la fatal logica vola, vola più in alto che mai.