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Autore: Roxanne Potter    11/05/2013    3 recensioni
Una delle tante notti di John a Los Angeles, nel periodo passato lontano da Yoko, con la mente stordita dall'alcol. Una delle notti in cui John ha solo bisogno di sentirsi amato. Una telefonata oltreoceano.
-Pronto?
-Paul. Sono John.
Un tuffo al cuore. Un sorriso che per un attimo va a illuminare il viso stanco dell'uomo.
Genere: Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Lennon , Paul McCartney
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La sua stanza sembra essersi trasformata in un circolo confuso di colori, ombre e luci. Il rosso delle tendine sembra più forte e intenso che mai, il verde delle foglie della pianta nell'angolo quasi irreale nella sua vividezza.
Trattenendo i conati di vomito che l'hanno colto, John si lascia cadere sul letto del suo piccolo appartamento di Los Angeles. Ma la testa, pur affondata sul cuscino morbido e fresco, continua a girargli, le braccia sono debolmente abbandonate lungo i fianchi, i suoi occhi sbarrati e annebbiati sono fissi sulle venature scure del soffitto.
Ha bevuto troppo, come al solito. Chissà, per come si sta sentendo si è probabilmente fatto anche una canna: non riesce a ricordare.
E ora, una volta passato l'effetto corroborante dell'alcol che lo porta a ridere incontrollabilmente e a cantare per strada, senza neanche accorgersi degli sguardi che gli vengono rivolti, non resta che il malessere: non solo quello fisico, ma anche e soprattutto la tristezza che, alla fine delle sue sbronze, viene a tormentarlo, a scavargli dentro senza mai mollare la presa su di lui.
Sono solo., si ritrova a pensare. Yoko non c'è. Non c'è nessuno per me qui. Sono solo.
I suoi occhi scorrono sulla stanza e si poggiano sul telefono accanto al letto. John sbatte le palpebre, mentre un'idea si fa strada nella sua mente e, per un attimo, torna a scaldargli il cuore.
Forse sa cosa fare per non sentirsi solo.

Il telefono squilla nel buio della camera. Paul apre di scatto gli occhi, accorgendosi solo in questo momento che ha rischiato letteralmente di addormentarsi sulla poltrona, mentre cercava inutilmente di scrivere le parole di una nuova canzone.
Si alza e barcolla, la mente annebbiata dal sonno, verso il telefono. Lascia cadere a terra la penna e il foglio pieno di cancellature. Chi diavolo può essere, alle undici e mezza di sera passate?
-Pronto?
-Paul. Sono John.
Un tuffo al cuore. Un sorriso che per un attimo va a illuminare il viso stanco dell'uomo.
-John. Mi hai impedito di addormentarmi mentre scrivevo... cercavo di scrivere una canzone. Perché mi stai chiamando?
Un attimo di silenzio.
-Non c'è nessuno qui, Paul. Sono solo, capisci? Non vedo Yoko da... non lo so, ho perso il conto dei giorni. Forse sono settimane. Avrei potuto chiamare lei, ma...
-È successo qualcosa?
Ma Paul sa che non è successo niente. Ha imparato a riconoscere la voce di John quando è ubriaco, John quando è triste, John quando ha solo bisogno di qualcuno che gli tenda una mano e lo tiri fuori dalla sua solitudine.
-No. Sono semplicemente solo, come sempre. È bello sentire la tua voce, sai? È come se tu fossi qui in questo momento...
-Hai bevuto, vero?
-Sì, certo.
Una risata amara dall'altro capo del telefono.
-Devo anche aver fumato qualcosa. La luce del lampadario è così gialla, capisci? Sembra quasi dorata. Mi acceca se tengo gli occhi aperti.
-Perché mi hai telefonato, John?
Silenzio da entrambe le parti.
-Di solito chiamo sempre Yoko, in questi momenti. Ho sempre chiamato lei, ho sempre voluto parlare con lei...
La mano di Paul, stretta intorno alla cornetta del telefono, inizia a tremare.
-E allora perché stasera hai chiamato me?
-Perché ho bisogno di sentirmi amato.
Un altro silenzio, carico di consapevolezza, ricordi e parole non dette.
-Allora è questo che stai cercando da me? Non posso, John. Non posso essere con te in questo momento, lo sai. Non posso prendere un volo per Los Angeles...
-Lo so. Mi basta poter sentire la tua voce.
Paul sorride, suo malgrado. Sorride, e un feroce moto di soddisfazione e felicità si fa strada nel suo cuore. Perché nonostante tutto, nonostante John ami lei, nonostante abbia scelto lei, alla fine è da lui che è venuto quando ha avuto bisogno di amore.
-Tu mi ami ancora, Paul?
John sta parlando con il tono triste e stanco di cui si è già arreso, di chi sa che la persona davanti a lui non prova più nulla e che formulerà un falso “Ti amo” solo per accontentarlo.
Ma Paul, quando gli risponde, sa di non essere mai stato più sincero di così.
-Sì, John. Ti amo.
Potrebbe giurare di sentire il sorriso che si sta facendo strada sulle labbra di John e che sta riportando la luce nei suoi occhi spalancati e vacui.
-Grazie. È lo stesso per me. Non volevo sapere altro.
Un click. Gli occhi di Paul si perdono nel buio della stanza, un sorriso forse stupido aleggia sulle sue labbra, la mano stringe ancora la cornetta del telefono.
E, anche se quella sera non ha bevuto neanche un goccio, arriva anche per lui il malessere: perché non può fare nulla per aiutare John. Non può aiutarlo ad affrontare i suoi demoni, non può strapparlo via dalla sua tristezza, non può essere lì per lui.
Può solo amarlo, amarlo da lontano, amarlo di un amore che è distante un oceano e che, nonostante il corso incessante degli anni, non si è ancora consumato.
Finalmente, Paul riattacca a sua volta il telefono e si china per afferrare la penna e il foglio che ha lasciato cadere a terra. Quando torna a prendere posto sulla poltrona, sa perfettamente quali sono le parole che scriverà per la canzone che è appena nata in lui.

Note.

Buonasera, gente del popolo di EFP e McLennoniani. Avete presente il documentario sugli anni passati da John Lennon a New York che è stato trasmesso in tv qualche giorno fa? Ecco, in una parte di quel documentario si dice che John, durante il periodo trascorso lontano da Yoko, era solito telefonarle quando era ubriaco e si sentiva triste e solo, perché "avevo bisogno di sentirmi amato."
Il mio cervelletto ha subito colto un ottimo spunto per scrivere una McLennon, naturalmente. Ormai vedo McLennon ovunque, vivo di McLennon, mi nutro di McLennon, respiro McLennon. Insomma, si è capito.xD
Spero che vi piaccia, a presto!
   
 
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