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Autore: Elsa Maria    12/05/2013    1 recensioni
Quale passato si nasconde dietro la coppia Stein e Spirit? Come i due sono diventati partner. Cosa ha spinto Spirit, terrorizzato dalla mente perversa di Stein, a fare coppia con lui? Cinque anni di collaborazione, spezzati da cosa?
Con questa fan Fiction, ho rivisitato il passato della coppia, meister e weapon, più duratura.
-Dal testo-
. . .
“Franken Stein?” Lo chiamai mettendomi davanti. Dopo un po' mi volse lo sguardo, ma non la sua attenzione, almeno così mi sembrava. “Accetto di diventare tuo partner.” Gli dissi, ma lui mi ignorò.
“Sto parlando con te.” Lo chiamai ancora. Si permetteva pure di non ascoltarmi.
“Le nuvole hanno una forma ambigua e insolita, mi viene voglia di riordinarle... Ma sarebbe inutile.” Ridacchiò. “Non lo trovi anche tu, partner?”
. . .
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Franken Stein, Maka Albarn, Marie Mjolnir, Sommo Shinigami, Spirit Albarn
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mi diressi nel luogo. Seduto a terra, con le gambe una distesa e l’altra piegata -su cui aveva posato il braccio- e la testa che toccava il tronco, con lo sguardo dritto verso il cielo.
“Le nuvole hanno una forma ambigua e insolita, mi viene voglia di riordinarle... Ma sarebbe inutile.” Disse. Perché quella frase? “Non lo trovi anche tu, partner?” Aggiunse. Io non dissi nulla, rimasi in piedi a guardarlo. Lui sospirò.
“Dopo cinque anni di collaborazione sei tornato a fare i capricci, si può sapere che ti prende?”
Io strinsi i pugni. Aveva anche il coraggio di farmi quella domanda con tanta leggerezza, quando il problema era lui?
“A me cosa prende? Hai un bel coraggio per dirlo.” Sbuffai innervosito.
“Non posso sapere qual è il tuo problema se non sei tu a parlarmene.”
“Pensaci un attimo Stein?!”
“Ti riferisci alle cicatrici sul tuo corpo? Okay, lo ammetto. Sono stato io, scusami, ma la tua pelle così liscia, con quel colorito perfetto, era troppo attraente.”
Arrossii vistosamente. Attraente, aveva detto? Attraente?! Dentro di me sentii uno strano calore… Quasi fossi, eccitato.
“Attraente…” Sussurrai involontariamente. Poi mi ripresi subito, mettendo in scena la faccia più arrabbiata che conoscevo “Ma che dici! Mi hai marchiato a vita! Ti pare il modo? Sei così … Così… Insopportabile! Non puoi usare il corpo altrui, diamine!”
Stein si strinse fra le spalle.
“Sono fatto così. Come se non lo sapessi.”
“Tu sei il peccato fatto persona, ecco cosa sei!”
“Vorrà dire che mi confesserò a Justin uno di questi giorni.” Ridacchiò ironico. Anche il sarcasmo faceva?  
“Quindi era questo il problema?” Chiese lui, poco sicuro.
“Si…” Balbettai io. Non so perché, ma non volevo dirgli perché ero arrabbiato. Se non mi diceva nulla, probabilmente mi ero sbagliato io.
“Non ti credo, sai.” Mi disse, sempre tenendo lo sguardo verso l’azzurro. “Sei un pessimo bugiardo.”
“Io me ne vado. A dopo.” Stavo ancora scappando? Perché dentro di me sentivo una sensazione di disgusto, perché desideravo tremendamente che Stein mi fermasse prendendomi per il polso? Feci un passo in avanti e lentamente ne feci un altro. Niente, non reagiva. Strinsi i pugni e digrignai i denti. Mi voltai furioso.
“Perché passi tanto tempo con Marie? Preferisci la sua compagnia alla mia? Se è così perché non diventate partner?!” Dissi tutto d’un fiato. Stein si voltò verso di me, stupito da quella reazione.
“Che intendi dire con q…”
Non lo lasciai finire che urlai: “Se mi devi parlare, alzati almeno!”
Lui, facendosi leva con le braccia, si alzò. Incrociò gli arti superiori al petto e mi fissò, ripetendo: “Che intendi dire con questo?”
“Mi sembra che sono stato chiaro. Stai sempre in sua compagnia ed è un’arma, sareste perfetti. Per cui, se vuoi rompere il nostro rapporto, fallo adesso!” Le mie parole, le mie emozioni erano incontrollate. Un calore crescente pervase tutto il mio corpo. Stein mi si avvicinò, mancava poco che i nostri petti si toccassero.
“Hai sentito la proposta di Marie immagino.” Io arrossì. Ammettere? Mentire? Stare zitto e lasciar intendere la risposta?
“Mi ha chiesto solo di essere il suo meister provvisorio, e questo non mi vieta di essere il tuo. Senpai, sappi che non ti lascerò mai.” Mi mise una mano sul petto.”So leggere le anime e percepire le sensazioni altrui, ma la tua… Non riesco proprio a capirla. Una cosa, però, l’ho compresa: tu hai sempre amato tutte le donne che ti giravano attorno, però, ultimamente, la tua anima ha subito un cambiamento, come se si concentrasse solo verso una persona. Ovviamente per qualcun altro questo non vorrebbe dire nulla, neanche si noterebbe, ma in te è un fatto estremamente singolare. Che sia per questo che il tuo modo di essere, ultimamente, è più eccessivo, sia nel positivo che nel negativo?” Quelle parole dette con un tono serio, professionale, ma con un tocco di dolcezza, mi fecero venire brividi anche nei luoghi più nascosti. Cos’era? L’avrei definita eccitazione, ma stavo parlando con Stein, non era possibile. Era come dire che mi piaceva, che lo amavo. No, non era così! Non potevo amare…
“Senpai, chi ami?” Avvicinò di poco il volto.
“Nessuno…” Sembrava una bugia, eppure era una verità. Forse amavo lei, ma dentro di me sentivo che non era così. Chi allora? Non riuscivo a pensare ad altri se non Stein, ma, come ho già detto e ripetuto, non era possibile!
“Nessuno? Ne sei sicuro, pensaci un attimo. A chi appartiene il volto di cui la tua mente è pervasa?”
“Ma che farnetichi… Non c’è nessuno.” Continuai a negare, sperando che l’avrebbe finita presto.
“Senpai?” Voleva una risposta. Non sapevo se quel comportamento era infantile o estremamente furbo. Chi mi piaceva, chi? Se conoscessi la risposta, probabilmente glielo avrei detto. Senza pregiudizi, senza farmi prendere dal panico, svuotai la mente e ci pensai. Se poi Stein diceva che la mia anima aveva subito un cambiamento perché amavo una persona, c’era sicuramente qualcuno. Ma l’unico a cui pensai fu lui… Solo e soltanto Stein. Lo amavo? Se questa era la verità si capivano molti miei comportamenti, tutti direi. Quella verso Marie era gelosia, quella verso il tocco di Stein era eccitazione, quello nei suoi confronti era amore. Quella era: La vera Pura Verità.
Non c’era scampo.
Lo guardai negli occhi. Sempre glaciali, sempre così lontani, porte chiuse ermeticamente che celavano dietro di se i sentimenti del ragazzo.
“Te…” Sussurrai così lievemente che sembrava un verso. Non potevo dirlo. Come avrebbe reagito lui?
Tese l’orecchio per sentire meglio.
“Chi?”
Mi avvicinai a lui.
Gli presi il volto.
Aprì lievemente la bocca.
Toccai le sue labbra unendole alle mie.
Con la lingua entrai nella sua bocca, sfiorando così la sua.
Lui arcuò la schiena, preso alla sprovvista. Io feci scivolare le mani, così posandole dietro la schiena -la destra fra le spalle, la sinistra tra i fianchi-. Lui non mi scansò. Teneva le braccia sciolte, lungo il proprio corpo.
Quando mi staccai, facendo schioccare le labbra, ansimavamo entrambi. Lui era spiazzato, con il volto rosso -questo particolare mi lasciò stupito-. Non disse nulla, e questo mi preoccupò. Deglutii.
“Stein, me ne vado. Ci vediamo domani!” E scappai via. Sentii solo lui che mi chiamava: “Senpai.” Ma ero troppo lontano. Perché mi ero comportato così? Non dovevo baciarlo, che diamine mi era preso! Infantile, sciocco, impaziente, codardo, egoista. Avevo fatto un pacchetto tutto compreso di aggettivi negativi. Non sapevo se Stein ricambiava e che ho fatto? L’ho baciato. Da segnalare è il fatto che lui, come me, è un uomo e per giunta io non so se questi sentimenti sono veri, magari mi sono lasciato trasportare dal momento, così baciando un uomo; il mio meister. Era finita, completamente, non avevo più alcuna speranza di potergli parlare. Poi con quale coraggio avrei mai potuto guardarlo negli occhi. Seppellirmi, ecco cosa volevo!
Senza troppi indugi me ne andai a casa, dove sfogai tutto sullo studio, che, in verità, si rivelò a tarda sera poco fruttifero a causa dei mille pensieri per la testa.
La mattina seguente andai a scuola. Anche se l’umore non me lo permetteva. Stanco e stravolto, non avevo chiuso occhio ed avevo la luna storta. Questo è l’amore? Fa veramente schifo allora. Oppure questa è la prova assoluta che sono un’idiota e che non ha più un maestro a causa di un gesto infantile e sconsiderato. Sospirando e triste andai al bivio.
Appena arrivai lui non c’era ed era un fatto insolito, era sempre il primo. Mi misi ad aspettarlo, anche se temevo che la sua assenza era colpa mia.
10 minuti… 20 minuti… 30 minuti… Neanche l’ombra di Stein. L’avevo fatta grossa, troppo. Mi sentii il cuore in una morsa. Che diamine di situazione avevo creato? Ero tremendamente in colpa.
Andai a scuola, trascinandomi.
“Spirit.” Mi chiamò lei. “Hai saputo di Stein?” Il tono mi sembrava preoccupato. Cosa dovevo sapere?
“Shinigami ha inviato lui, ed altri meister in una specie di missione senza termine. Marie mi ha detto che ieri pomeriggio, quando l’aveva incontrato per caso in città, è arrivato questo messaggio di massima urgenza.” Spiegò. Partito? Così, senza né ma né perché? No, questo era uno scherzo.
“Vado da Shinigami, ci vediamo dopo in classe.” E andai nella camera della morte.
In cinque anni era rimasta la stessa, nulla era cambiato. Le ghigliottine, le croci, il cielo, lo specchio del’aspetto del Dio. Quella stanza non era solo soffocante, ma anche fuori dal tempo e dal mondo.
“Sommo Shinigami!” Esordii, facendo un inchino. “Dov’è stato mandato il mio partner?”
“In una missione importantissima, di cui non posso rivelare i dettagli.” Rispose contento. Era felice?
“Io adesso che farò?”
“Cercati un altro meister, semplice.” Ero letteralmente senza parole. Feci di nuovo un inchino per congedarmi.
“Grazie sommo Shinigami, a rivederla.” Ed uscii. Quindi ero senza partner? Non avevo problemi a trovarne uno nuovo, però… Uno come Stein… Sarebbe stato difficile. Andai alla balconata della scuola. Poggiai le mani sul bordo della ringhiera di pietra; guardai il cielo. Le nuvole bianche, che sembravano cotone, si muovevano modificando le loro linee, da tonde ad allungate, creando forme indefinibili.
“Riordinarle, eh? No, Stein, non trovo a fatto…” Ridacchiai malinconicamente. La prima frase che mi aveva rivolto. Non era normale allora e non lo era neanche adesso. Strinsi la presa sul bordo. Perché, così tutto d’un tratto?
Le mie lacrime bagnavano la pietra grigia, lasciando la forma della goccia. Stavo di nuovo piangendo a causa sua. Se mai fosse tornato gliel’avrei fatta pagare al bastardo, giuro che l’avrei fatto.
“Spirit…?” Era lei. “Tutto bene?” Mi asciugai velocemente le lacrime.
“Si.” Le sorrisi. Le ricambiò con un altro sorriso, che giudicherei finto. Sapeva bene che stavo male, ma a quanto pare preferì non chiedere nulla, ed io apprezzai questa sua decisione.
Mi passò una lettera.
“Aprila.” Mi disse. Io la guardai interrogativo e, curioso, lessi il messaggio.
-“Caro Spirit, … Volevo chiederti, … Diventeresti la mia arma?”- Tornai a guardarla e, dopo un attimo di riflessione, ripiegai il testo, lo rimisi nella busta, che le porsi dicendole:
“Sarà un onore.” Ci demmo la mano e da quel gesto aprii un nuovo capitolo della mia vita.
Feci molto per non pensare a Stein, di cui non ci furono più notizie. Il matrimonio e la figlia che ebbi mi fecero dimenticare tutta la questione del bacio e del mio amore verso quel sadico. Amore… In verità non ne ebbi mai la certezza.



N.d.A.
Dopo una vita e mezza, ecco qui che pubblico il seguito! Ragazzi è il penultimo capitolo, queste si che sono conquiste °u° Ed ecco la parte Shonen-ai! E da questo momento in poi nessuno mi seguì più... Lo so, mi spiace, veramente... Però il momento era troppo, si ecco... Ci stava! Forse il finale lascia a desiderare... Anche i personaggi che sono un po' OOC... Oh insomma! Spero vi sia piaciuto, e mi scuso per non aver risposto alla recensione: Caroline_T_Stein, grazie di aver detto il tuo parere (e non fa nulla il ritardo, io sono peggio u.u)
E' tutto, mi fermo qui. Alla prossima!
Here we Go!
   
 
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