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Autore: giraffetta    12/05/2013    3 recensioni
-“Tornerai presto, mamma?” domandò, posizionandosi meglio nel letto.
“Certo, prestissimo. Sarò qui non appena riaprirai gli occhi.” lo rassicurò sorridendo.-
...
-Nero.
Tommy vedeva solo e soltanto nero intorno a lui, sopra di lui, dentro di lui.-
Primo esperimento Child!Tommy e TommyxLaurel!
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Tommy Merlyn
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                                             Nightmare
                                                 

“…e così l’orsetto Berry visse felice con i suoi fratellini nel bosco incantato.”
Una giovane donna chiuse il libro di favole e sorrise con tenerezza al visino vispo che occhieggiava dalle coperte.
“È già finita, mamma?” chiese il bambino, guardandola riporre il libro sulla mensola.
“Sì, tesoro. Adesso devi dormire, è tardi.” sussurrò la donna, cercando di convincere il figlio a chiudere gli occhi.
“Ma tu sei ancora vestita bella. Dove vai?” insisté il piccolo.
“La mamma deve uscire per una commissione. Niente di importante.” spiegò, accarezzandogli il capo.
Tommy annuì, sbattendo lentamente le palpebre assonnate.
“Tornerai presto, mamma?” domandò, posizionandosi meglio nel letto.
Sua madre gli rimboccò le coperte, scompigliandogli i corti capelli neri.
“Certo, prestissimo. Sarò qui non appena riaprirai gli occhi.” lo rassicurò sorridendo.
“E… e non mi lascerai mai, vero?” chiese ancora il bambino, aggrappandosi forte a una mano della donna.
“Mai, Tommy. Sarò sempre con te. Adesso dormi, sei stanco.”
Gli lasciò un bacio sulla fronte e una carezza sul viso, prima di avviarsi alla porta.
“Buonanotte, Tommy.” gli augurò, aprendo la porta.
“Buonanotte, mamma. Ti voglio bene.” sussurrò tra uno sbadiglio e l’altro il bambino, accoccolandosi su un fianco, gli occhi già chiusi e il respiro pesante.
“Sei tutta la mia vita, tesoro mio.” bisbigliò la donna dandogli un’ultima occhiata, prima di richiudere la porta con un tonfo secco.
 
 
Nero.
Tommy vedeva solo e soltanto nero intorno a lui, sopra di lui, dentro di lui.
Spalancò gli occhi il più possibile, ma non riuscì a mettere a fuoco niente. Era come essere inghiottiti dal nulla.
Poi, uno strano rumore.
Uno sparo.
Due spari.
Tre spari.
E ancora il devastante e claustrofobico nero dappertutto.       
 

 

 “…e così l’orsetto Berry visse felice con i suoi fratellini nel bosco incantato.”
Una giovane donna chiuse il libro di favole e sorrise con tenerezza al visino vispo che occhieggiava dalle coperte.
“È già finita, mamma?” chiese il bambino, guardandola riporre il libro sulla mensola.
“Sì, tesoro. Adesso devi dormire, è tardi.” sussurrò la donna, cercando di convincere il figlio a chiudere gli occhi.
“Ma tu sei ancora vestita bella. Dove vai?” insisté il piccolo.
“La mamma deve uscire per una commissione. Niente di importante.” spiegò, accarezzandogli il capo.
Tommy annuì, sbattendo lentamente le palpebre assonnate.
“Tornerai presto, mamma?” domandò, posizionandosi meglio nel letto.
Sua madre gli rimboccò le coperte, scompigliandogli i corti capelli neri.
“Certo, prestissimo. Sarò qui non appena riaprirai gli occhi.” lo rassicurò sorridendo.
“E… e non mi lascerai mai, vero?” chiese ancora il bambino, aggrappandosi forte a una mano della donna.
“Mai, Tommy. Sarò sempre con te. Adesso dormi, sei stanco.”
Gli lasciò un bacio sulla fronte e una carezza sul viso, prima di avviarsi alla porta.
“Buonanotte, Tommy.” gli augurò, aprendo la porta.
“Buonanotte, mamma. Ti voglio bene.” sussurrò tra uno sbadiglio e l’altro il bambino, accoccolandosi su un fianco, gli occhi già chiusi e il respiro pesante.
“Sei tutta la mia vita, tesoro mio.” bisbigliò la donna dandogli un’ultima occhiata, prima di richiudere la porta con un tonfo secco.
 
Tommy si svegliò di soprassalto, gli occhi sbarrati e il respiro accelerato. Si appoggiò allo schienale del letto, spostando le lenzuola bianche madide di sudore, e tentò di calmare i battiti del cuore e di respirare rilassato.
Accanto a lui, Laurel dormiva profondamente, il capo reclinato su un braccio e un lieve sorriso ad incresparle le labbra.
Stando attento a non fare rumore, il giovane uomo poggiò i piedi sul freddo pavimento e si prese la testa tra le mani, cercando di mettere ordine tra i pensieri.
Erano passati anni, parecchi anni ormai, ma quel sogno continuava a tormentarlo con violenza. Riviveva la scena in maniera nitida e perfetta, risentiva il tono di voce della madre mentre parlava, rivedeva il suo sorriso dolce e i suoi capelli sempre in ordine e riusciva perfino a sentire il leggero profumo al mughetto che sua madre adorava. Col tempo, aveva focalizzato tutti i particolari, i dettagli, le sfumature, cristallizzandoli in una successione ordinata, e ciò gli faceva ancora più male.
Poi arrivava quel black-out, quel buio che sembrava inghiottirlo e avvolgerlo come un mostro vorace, e infine i rumori degli spari che lo facevano tornare bruscamente alla realtà.
Ogni volta era la stessa identica scena che si ripeteva con precisione millimetrica. Non c’era mai un nuovo dettaglio o qualche frammento in più: era sempre la solita sequenza, che si ripeteva e ripeteva e ripeteva. E lui, unico spettatore di quel triste film, non riusciva a mettere in pausa o a cambiare canale, e rimaneva lì, inchiodato ai ricordi, prigioniero dell’incubo.
Ancora immerso nei suoi pensieri, non si accorse di un leggero movimento alle sue spalle e così sobbalzò spaventato, quando Laurel gli toccò piano una spalla.
“Ehi, sono io. Che ci fai sveglio a quest’ora?” domandò la ragazza, fissandolo in volto.
Tommy cercò di sorriderle, accarezzandole la mano.
“Un incubo, ma è passato.” spiegò.
Laurel annuì, attirandolo a sé e abbracciandolo stretto.
“Va tutto bene, Tommy. Ci sono io con te, adesso. “ gli sussurrò tra i capelli, cullandolo piano.
Tommy si abbandonò tra le sue braccia, chiudendo gli occhi e adagiando il capo sulla sua spalla.
Sentì il torpore avvolgergli il corpo e la familiare sensazione di sonno poggiarsi sulle sue palpebre.
Pochi istanti prima di sprofondare nel mondo dei sogni, avvertì distintamente un bacio sulla fronte e la voce di Laurel che gli sussurrava poche parole all’orecchio.
“Sei tutta la mia vita, Tommy.”
 
 


Note:
Ho amato il personaggio di Tommy fin dalla prima volta che è apparso e non potevo non scrivere qualcosa su di lui! La sua storia mi ha colpito e ho provato a tratteggiare un Tommy bambino in parallelo con un Tommy adulto, che nei suoi incubi rivive la perdita della madre. 
È la prima cosa che pubblico in questo fandom, spero vi piaccia! :)

Un bacio,Giraffetta 


 

  
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