Affronta la paura
Me ne salto fuori con l'idea del Bungee-jumping. Nessuno vuole accompagnarmi, Pete mi aveva pure vietato di farlo. Già, se mi sarei fatto male gravemente, per il film sarebbe stato un problema. Ma non importa! Ho deciso, 120 metri di altezza e qualcuno da portarmi dietro come testimone e aiuto in caso di pericolo. Nessuno vuole. Ma perchè? Viggo, Lij, Billy, Sean.... Nessuno. Un momento... Ecco Dominic! Mica vorrà deludere così un amico, no?
Avevo sentito che Orlando aveva
la fissazione per gli sport pericolosi, ma così è troppo! Passeggio tranquillo
quando mi arriva vicino e, dal tono che assume, capisco già che vuole qualcosa
da me.
-Ciao Dom!-
-Ehilà Orlando, ti vedo su di
giri, cos'hai?-
-Volevo chiederti un favore, un
favore enorme! So che tu non rifiuterai perchè una persona altruista, vero?-
-Se lo dici tu... Comunque, di
cosa si tratta?-
-Devi venire con me a fare
Bungee-jumping!-
-Ma sei matto?!... Dico, è
pericoloso! E da quell'altezza, poi!-
Sembra terrorizzato mentre
parla. Motivo in più per portarlo! Non ascolto nemmeno le sue ragioni per
rifiutare, gli do una pacca sulla spalla e lo ringrazio per la sua amicizia.
Credo sia rimasto lì bloccato a fissare il vuoto per un po' con la bocca
spalancata.
Ho paura dell’altezza! Smetto di
parlare, mi accorgo che non mi sta ascoltando. Mi congeda con una pacca sulla
spalla esclamando qualcosa su che grande amico io sia. Rimango a bocca aperta
come un deficiente in mezzo alle persone che passano per almeno una ventina di
minuti.
Qualche giorno dopo noleggio
l'attrezzatura, la carico sul sedile posteriore della macchina, ci trascino
dentro Dom e parto per Queenstown! Magnifico!
Qualche giorno dopo, vedo
Orlando che mi cerca e tento di nascondermi, ma mi trova. Mi trascina e mi
sbatte in macchina, sul sedile posteriore noto elastici, corde e altra roba
adatta solo a fare una cosa: Bungee-jumping.
Eccoci arrivati! Monto l'attrezzatura controllandola bene, non badando a Dominic che parla, credo stia dicendo qualcosa riguardo al non avere un esperto. Ma l’esperto sono io! L'ho scoperto solo ora, pare che lui abbia paura dell'altezza. Gliela faccio passare io! Mi lego l'elastico e mi volto verso di lui.
Non so neanche dove siamo. So
solo che è alto e che non mi piace. Orli controlla e monta l'attrezzatura. Gli
parlo cercando di dissuaderlo, insistendo sul fatto che non c'è nessuno
esperto, un addetto. Gli confesso la mia paura per l'altezza, ma continua a non
prestarmi attenzione.
Si alza, si lega bene all'elastico
e mi guarda.
-Dimmi un bel buona fortuna!-
-Tu sei pazzo...-
-Va bene lo stesso, grazie.-
E mi butto. Urlo di gioia. Cado
a una velocità incredibile, non c'è nulla, solo io, il vuoto e un elastico che
si tenderà da un momento all'altro. E’ incredibile, stupendo. Pochi attimi di
libertà prendono il sopravvento su una vita terrena. E’ ora. L’elastico si
tende, rimbalzo un po' andando su e giù, felice di averlo potuto fare. Dominic
mi riporta su con l'altra corda e allora gli dico di provare.
Sto per aggiungere qualcosa, ma
lui si volta, si dirige verso il bordo e si butta. Non guardo, lo sento urlare,
fisso l'elastico pregando che non si rompa o simili. Lo recupero e mi propone
di andare.
-Vai, tocca a te!-
-Cosa?!-
-Dai, Dom! Non dirmi che hai paura...-
-Bè, è una cosa del tutto
normale...-
-Allora, chiamo un addetto, magari
ti sentirai più sicuro.-
-Come? Non cambierà!-
Prendo il cellulare e compongo
il numero del negozio dove ho noleggiato la roba. Dom mi fissa, poi
rabbrividisce e si sporge un po' per guardare nell'abisso dove si sarebbe
gettato. Si accascia a terra sospirando e gemendo.
Lo fisso attendendo una
risposta, ma lui ha già preso il cellulare. Mi sento sollevato: se propone un
addetto vuol dire che prima mi ascoltava. O mi sentiva di striscio. Sento un
brivido lungo la schiena che si propaga per tutto il corpo: paura. Orlando
sembra deciso, mi sporgo per vedere il vuoto dove cadrò e istintivamente mi
butto a terra gemendo e sospirando. Povero me!
L'addetto è qui. Leghiamo Dom
all'elastico e lo prendo per le spalle.
Ecco l'esperto. Mi legano e Orli
mi prende per le spalle, un gesto alquanto rassicurante. Non per me.
-Pronto?-
-Sono nato pronto ma non a
questo.-
-Allora vai!-
Si avvicina titubante al bordo,
sembra che stia per lanciarsi ma... Si blocca. Si getta indietro e si siede con
la testa tra le mani scotendola. Sospiro e lo alzo.
Non aggiungiamo altro. Mi volto
e vado sul bordo della mia paura, con molti dubbi. Faccio per lanciarmi, ma una
voce dentro di me mi dice che non posso farcela. Non posso, ho troppa paura.
Sono proprio un fifone. Mi siedo cadendo indietro e scuoto la testa tra le
mani. Orli mi raggiunge.
-Problemi?-
-Orlando, non ci riesco! E' così
alto...-
-Sei assicurato all'elastico! Da
quando sei così pessimista?-
-Orli, non credo che sarei mai
riuscito ad ammetterlo, ma ho paura. Una paura matta!-
Davvero non ho mai ammesso una
mia paura.
-L'unico modo per liberarsi delle
paure è affrontarle! Vai!-
-Orli, io...-
-Dominic! Sarà come volare!
Proverai una libertà che non hai mai provato, anche se sarà spezzata
dall'elastico che, quando sarà giunto al limite, si tenderà... Forza, abbi
fiducia, andrà tutto bene.-
Annuisce e si volta. Fa alcuni
respiri profondi. So che tirerà per le lunghe con i sospiri di preparazione,
quindi voglio aiutarlo. Si volta per dirmi di nuovo che non può farcela e io,
appoggiandogli le mani sul petto, lo spingo, dalle sue paure.
Mi infonde una certa dose di
coraggio questa frase. Faccio un cenno di sì con la testa, mi giro e mi ritrovo
sul bordo. Alto. Vuoto. Terrore. Ecco, non è paura, è terrore.
Sospiro per incoraggiarmi più e più volte, ma proprio non mi decido. Mi volto
verso Orlando per dirgli che sono terrorizzato, che non intendo farlo, ma non
ho il tempo di parlare che mi appoggia le mani sul petto e mi spinge.
Lo sento sospirare, mi pare che
il tempo sia rallentato. Lentamente Dominic cade indietro, pronto o no, per
affrontare una delle paure più comuni, sento che la supererà, ma per ora
attendo solo che riesca a tornare per dirmi: è stato bello.
Reprimo il terrore e attendo,
un'attesa corta e terribile prima di essere completamente abbandonato a una
libertà mai sperimentata, un sogno interrotto dalla brusca tensione
dell'elastico. Ma cosa sto a pensare, questa pausa è solo una quiete. Mi basta
aspettare, la tempesta che segue il docile momento non tarderà ad arrivare.
Spero solo di riuscire tornare per dire a Orlando: è stato bello.