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Autore: Andy_Is_Hot    12/05/2013    0 recensioni
Ciao a tutti! Questa è la prima storia che pubblico, perciò sono un po' nervosa!! Tutto ruota intorno ad un ragazzo che ha perso totalmente fiducia nelle donne e nell'amore, ma un incontro cambierà il suo modo di pensare e anche il suo modo di amare...
Siete curiosi?? Bene, spero che vi piaccia e fatemi sapere che ne pensate!! Bacioni! *^*
Genere: Erotico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Contesto generale/vago
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L'amore non è semplice. Non è quella favoletta tutta rose e fiori che si aspettano le ragazzine: è fatto di lacrime e dolore, sacrifici e tristezza. L'amore è determinazione, è la forza di non mollare e di andare avanti.

Molte persone non l'hanno trovato, non è facile prenderlo: si fa vedere e delle volte sembra anche di averlo raggiunto, ma poi lui scappa, lasciandoci ancora più soli e tristi di prima.

Io nemmeno so che aspetto abbia l'amore, si è sempre tenuto alla larga da me: molte ragazze mi hanno confessato i loro sentimenti, ma lui non mi ha accolto, nè permesso di avere la stessa stupida aria felice di quelle ragazze.

In questi casi si hanno solo due opzioni: vivere in amara solitudine, piangendosi addosso o ignorare l'amore e vivere tra la gente.

Io ho scelto la seconda: ho creato un cuore e ho iniziato ad uscire con quelle ragazze che si erano confessate, sperando di poter imparare qualcosa.

Quello che però ho scoperto era ben lontano dalla mia idea di amore: tenersi mano per mano, aspettare ore solo per vederla, accompagnarla ovunque, ascoltare ogni sua lamentela...era questo ciò che rendeva tutti felici? Come si poteva provare qualcosa di diverso dall'irritazione?

Avevo capito che era inutile continuare ad aspettare una risposta: l'amore che cercavo non era in quelle ragazze.

Non mi pento di aver tagliato i ponti con loro dopo il liceo: la loro frivolezza era irritante e stupida.

Solo una cosa mi mancava, una cosa che mi impediva di addormentarmi: il calore di un corpo accanto al mio, quel calore che riempiva il vuoto dentro di me...

Allora avevo iniziato ad andare per locali, e trovare una ragazza che mi facesse compagnia di sera si era dimostrato più facile del previsto: la superficialità, dopotutto, è donna.

Notte dopo notte il calore che quelle donne mi donavano diminuiva sempre di più e con la sua scomparsa anche la mia voglia di donne si era istinta.

Delle volte, in quelle notte insonni, sotto il consiglio della luna, ripenso a tutto quello che ho fatto e un po' me ne vergogno: per soddisfare la mia richiesta avevo fatto soffrire tante persone, ma in amore non può esistere l'ingenuità, bisogna essere pronti a lottare e, a volte, anche a perdere.

Avevo deciso di rinunciare all'amore, non mi serviva ed io non servivo a lui, ed ho scoperto il piacere di suonare la chitarra e la calma che provavo mentre cantavo.

Questi erano i miei strumenti per essere libero dalla trappola dell'amore, per essere solamente me stesso, senza fingere.

Il parco vicino all'università era il mio posto segreto, e le persone lì accettavano la mia musica, perchè in quei minuti in cui la mia voce risuonava tra gli alberi, le loro maschere crollavano ed erano semplicemente loro stessi.

Avevamo un patto, io e il mio pubblico: io sarei stato lì tutti i pomeriggi e loro dovevano essere lì con me, altrimenti la magia della musica non avrebbe funzionato.

Prima non me ne rendevo conto, ma adesso riesco a vedere quanto fossi solo e come stessi chiedendo aiuto con la mia voce, come cercassi di trovare qualcuno di speciale, qualcuno che vedesse chi fossi realmente.

Riponevo la speranza di trovare il mio "principe azzurro" in quelle visite al parco, eppure non avrei mai immaginato che l'avrei davvero trovato lì, in quella università.

L'università era per me l'obbiettivo che non avevo raggiunto, un qualcosa che non mi aveva accettato, come tante cose in quel mondo...

Forse un po' ero geloso delle persone che lì avevano trovato un posto, che avevano capito il loro scopo nella vita, ma per quanto ammirassi tutto ciò, non avevo nessuna intenzione di diventare come loro: io ero diverso, solo che non sapevo se ciò fosse un bene o un male.

  
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