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Autore: Lothiriel_Indil    12/05/2013    1 recensioni
Sono passati mesi da quanto Belle è stata costretta a seguire Tremotino, la sua vita è cambiata e si ritrova a dover imparare a convivere con questa nuova situazione.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Belle, Signor Gold/Tremotino
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ormai erano passati mesi da quanto Tremotino l’aveva portata con sé al castello oscuro. Spesso si chiedeva se tutto questo fosse successo a causa di quel continuo desiderio che la tormentava quando ancora viveva con suo padre, la voglia di nuove avventure che interrompessero quella monotonia resa sopportabile solo dalla presenza dei libri che allietavano le sue giornate facendola viaggiare con la fantasia. Anche se in realtà la sua immaginazione le aveva sempre mostrato scene di tutt’altro genere.

“Dearie, ti sei addormentata?”
Belle trasalì riprendendosi, era ferma in mezzo al corridoio con il vassoio tra le mani, da quanto si trovava lì?
“Il thè, Dearie.”
Non era da lei incantarsi a causa di simili pensieri, che non dormisse abbastanza? La cosa non era da escludere dato che la notte faticava a chiudere occhio.
Belle si affrettò a percorrere il breve tragitto che la separava dalla sala da pranzo, ssentiva su di sé  lo sguardo indagatore del suo carceriere, che fosse preoccupato? Impossibile.
“Ero pensierosa…”, ammise posando il vassoio sul grande tavolo e versando con attenzione l’infuso nelle tazze.
“Anche uno stupido se ne sarebbe accorto, Dearie.”
L’Oscuro si avvicinò per prendere la propria tazza. Solitamente si allontanava dall’arcolaio solo per bere il thè in sua compagnia o per svolgere i suoi affari fuori dal castello. Forse lui non se ne rendeva conto ma Belle non aveva potuto non accorgersene, un giorno dopo l’altro quell’uomo le faceva dono di piccoli gesti, che fossero brevi momenti o regali che all’apparenza potevano non avere alcun valore. Pian piano la ragazza stava imparando a conoscerlo e a capire il significato di ogni sua singola azione.
Lui non era quello che voleva far credere a tutti.
Sedendosi, Belle, aggiunse due zollette di zucchero nella tazze e con il cucchiaino argentato finemente decorato iniziò a girare il thè.
“Siete occupato dopo?”, azzardò nel tentativo di aprire un discorso sensato.
“In realtà…”, Tremotino alzò l’indice della mano destra,”Avevo intenzione di dedicarmi alla lettura, Dearie.”, e Belle sapeva che non aveva la minima intenzione di leggere, da qualche tempo aveva preso la l’abitudine di ascoltarla mentre lei si immergeva in quei mondi che solo i libri potevano mostrarle. Non sapeva perché lo facesse, probabilmente sentiva solo il bisogno di distrarsi per qualche oretta dalle sue solite faccende.
Cosa avrebbe potuto leggere questa volta? Erano così tanti i libri della biblioteca che spesso non sapeva cosa scegliere. Questa volta avrebbe dovuto optare per un racconto che sarebbe potuto piacere anche a lui, chissà che genere preferiva…
Fece vagare lo sguardo per l’intero salone per poi soffermarsi sulla grande finestra ormai priva di tende, fuori splendeva il sole e le pareva tanto un chiaro invito a non rimanere chiusa entro quelle quattro mura che raramente abbandonava.
“E se andassimo a leggere fuori?”, domandò la principessa tornando a posare gli occhi sulla figura dell’uomo. Molto probabilmente non avrebbe accettato, non sembrava apprezzare particolarmente le belle giornate come quella e tantomeno stare all’aria aperta.
Anche lui si voltò a guardare la finestra, sembrava contemplare quel cielo azzurro che si estendeva al di sopra dei boschi che circondavano il castello. Infine rivolse nuovamente lo sguardo su di lei, non occhi freddi, Belle riuscì a leggervi una trepidante attesa che l’Oscuro cercava di nascondere con il suo solito comportamento:”Ottima idea, Dearie, ne approfitterò per raccogliere delle erbe.”
Sul viso di Belle si stampò un sorriso dolce, aveva previsto una scusa del genere nel caso avesse accettato la sua proposta. Bevve l’ultimo sorso di thè e alzandosi posò la tazza sul vassoio che in seguito avrebbe riportato in cucina.
“Andiamo?”
Belle si voltò di scattò non appena sentì quella voce alle sue spalle, quando si era mosso? In effetti non avrebbe più dovuto stupirsi per quel genere di cose, Tremotino lo faceva spesso e ogni volta si spaventava.
Sospirando si portò una mano sul petto e socchiuse gli occhi, non voleva mostrargli quel genere di reazioni, aveva il sospetto che dopotutto l’altro lo facesse apposta.
Voltandosi si trovò ad annuire, prima sarebbe andata in biblioteca per prendere qualche volume che poi gli avrebbe fatto scegliere… O almeno queste erano le sue intenzioni.
L’uomo le afferrò la mano e Belle sentì una del calore provenire da essa, una sensazione piacevole che l’avrebbe portata a non lasciare quella mano se non fosse stato per l’altro che la ritirò non appena la sala da pranzo sparì per farli ritrovare in giardino.
Sul volto della ragazza si era dipinto un lieve rossore, non seppe dire se fosse per quell’improvviso cambio di temperatura o per l’emozione del momento, o meglio cercò di giustificarsi cercando di nascondere a sé stessa quell’imbarazzo all’apparenza inspiegabile, ma Tremotino sembrava non averlo notato e questo bastò per rincuorarla.
Sotto un albero vi era sistemata una pila di libri che l’Oscuro doveva aver fatto comparire insieme a loro. Belle afferrò la gonna per alzarla quel tanto da non infastidirla mentre si trovava a camminare sul prato dominato da piccole margherite bianche.
Era davvero una bella giornata, la temperatura calda era contrastata da quel venticello primaverile che le scompigliava i lunghi capelli castani. Era davvero felice di aver fatto quella proposta.
Sedendosi composta sotto l’albero prese a studiare i titoli dei volumi, erano tutti racconti d’avventura, proprio i suoi preferiti.
“Raccontami, Dearie…”, disse l’uomo sedendosi al suo fianco. Belle non riuscì a trattenere un sorriso, sperava tanto di poter godere al meglio di quelle poche ore che avrebbe passato in sua compagnia.
Allungando una mano afferrò il primo volume della pila e, dopo averlo posato sulle gambe, sfogliò le pagine appena ingiallite per poter raggiungere l’inizio del racconto.
“C’era una volta…”

  
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