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Autore: Mirae    13/05/2013    3 recensioni
Una verità sconcertante torna a galla dopo diciannove anni per sconvolgere la vita di molte persone, in particolare di Hermione Granger e Draco Malfoy, mentre una nuova minaccia incombe sul Mondo magico.
Anthony Brandt ha scritto: "Altre cose possono cambiarci ma cominciamo e finiamo con la famiglia". (Episodio 1*19 Criminal Minds, “Machismo").
Si tratta di una Blamione.
Nota importante, visto che mi dimentico sempre di inserirla nelle note finali: nel prologo ho inserito la traduzione in latino (ottenuta col traduttore di Google - quindi con tutte le limitazioni del caso) della poesia "Initium" di Federico Garcia Lorca.
Genere: Angst, Drammatico, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Blaise Zabini, Draco Malfoy, Famiglia Malfoy, Hermione Granger, Il trio protagonista
Note: Lime, OOC, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Da Epilogo alternativo
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- Questa storia fa parte della serie 'I 5 Sensi'
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Disclaimer: i personaggi principali della saga di Harry Potter appartengono a J. K. Rowling e alla casa editrice che ne detengono i diritti. Questa storia non è scritta a scopo di lucro, ma esclusivamente con intenti ludici, al fine di divertire chi l'ha scritta e che ha voglia di leggerla.



Capitolo 5 – 1a. parte

 

Madre Teresa di Calcutta ha detto:

La vita è un gioco, giocala.

La vita è preziosa, abbine cura”.

(Episodio 5*13 Criminal Minds, “Giochi pericolosi”)

 

“Voglio che la sorveglianza degli Auror sia estesa anche al resto della mia famiglia, naturalmente nel modo più discreto possibile” chiede Lucius al Ministro.

“Non capisco il perché”, il Ministro si finge sorpreso da questa richiesta all'apparenza assurda.

“Sai benissimo il motivo, Kingsley. I tuoi Auror sono peggio di un branco di vecchie pettegole. E sai perfettamente che se si tratta di qualche Mangiamorte latitante, come tutti al Ministero credete, anche se non lo date a vedere, mia moglie e i miei figli sono dei bersagli più che probabili per una possibile vendetta”.

“Non sappiamo per quale motivo stanno avvenendo questi strani omicidi, Lucius, ma per quale motivo temi una vendetta? Hai in mente qualche nome?” Gli chiede il Ministro.

“Gli stessi che conoscete già voi. In quanto al motivo degli omicidi, le mie fonti dicono che il pazzo si diverte a cucire gli occhi delle vittime con del fil di ferro. Come dicono i Babbani? Ah, sì: occhio non vede, cuore non duole. E poi ti ricordo che Narcissa ha mentito a Tu-sai-chi e permesso quindi a Potter di vincere; inoltre, ti ricordo che quando i tre ragazzi sono stati portati a Malfoy Manor, Draco si è rifiutato di riconoscerli. E devo anche ricordarti il ruolo di Hermione nella guerra?”, è la risposta dell'uomo.

“Prenderò in considerazione la tua richiesta, ma sai che non dipende solo da me, bensì da tutto il Wizengamot”, promette Shaklebolt.

 

§ § § § § § § § § §

 

Alle dieci di domenica 19 luglio, Theo si presenta ai cancelli del Manor. Spera solo che questa storia non comprometta il suo rapporto con Daphne. Sa che Draco ha parlato con Hermione. Era presente, e spera nel cuore grifone della ragazza; in fondo, lui non si è mai unito agli altri suoi compagni di Casa quando la schernivano.

La ragazza lo sta aspettando davanti al camino del salone principale; assieme, tramite Metropolvere, si smaterializzano al Paiolo magico, dove una Daphne impaziente li sta aspettando. La sera prima, poco prima di lasciare la festa, Hermione le ha spiegato che, sebbene per mantenere la facciata deve comunque frequentare Theodore per almeno dieci giorni, vorrebbe che lei sia presente; come scusa per i suoi genitori ha pensato di dire che non voleva dare adito al gossip facendosi vedere ogni dieci giorni con un ragazzo diverso. In questo modo, anche i due fidanzatini possono trascorrere del tempo insieme, senza causare fraintendimenti. Inoltre, cosa ugualmente importante, essendo sia i Greengrass che i Nott famiglie di Mangiamorte, Hermione spera di cancellare alcuni pregiudizi.

Una volta usciti dal locale, i tre si ritrovano sulla Charing Cross Road della Londra babbana: “Allora, per oggi ho pensato di fare un regalo a Daphne: shopping!”

Daphne strilla divertita saltellando come una bambina, mentre Theo, rassegnato, si passa una mano sugli occhi. Era disposto a tutto, anche una full immersion di librerie e musei, ma quello no, lo shopping no!

“Ma”, continua la riccia, alzando il dito indice, “si tratterrà di shopping alternativo, ovvero: moda babbana a partire dagli anni Quaranta a oggi, quindi si va a Beyond Retro Brick Lane. Oh, avanti Theo, non fare quella faccia, ti devi abituare, in fondo una volta che avrai sposato Daphne”, e qui i due ragazzi arrossiscono, “verrai trascinato a destra e a manca per negozi, quindi prendi questi dieci giorni come allenamento”.

“Di... dieci giorni di shopping? Chi sei tu! Che ne hai fatto di Hermione Gr....”, si blocca, si è accorto appena in tempo della gaffe che stava commettendo.

Un'ombra passa negli occhi della ragazza, che si affretta a scacciarla, ma si vede benissimo che il suo sorriso non arriva agli occhi.

“Dicevo”, riprende a parlare Hermione, “che visto che il negozio in questione si trova piuttosto lontano da qui, dovremo salire su uno di quelli” e indica il caratteristico bus rosso a due piani.

“Che ci fa il Nottetempo nella Londra babbana?” Chiede Theo, curioso.

“Quello non è il Nottetempo, è un semplice bus a due piani, caratteristico della Londra babbana e per salirci sopra, dobbiamo comprare dei biglietti. Seguitemi, la fermata più vicina si trova in New Oxford Street. Per i soldi, non preoccupatevi. Ve li presto io, che ho già provveduto a cambiare la valuta, visto che mentre noi abbiamo i Galeoni, i Falci..., i Babbani hanno le lire sterline e i penny. Mi restituirete la somma equivalente questa sera. E ora: avanti, marsh!”

I due non hanno capito molto della sua spiegazione, ma vedendo la ragazza incamminarsi la seguono, non senza rischiare di attraversare la strada col semaforo rosso, fermati prontamente da Hermione: “Le persone che si muovono a piedi, come noi, attraversano la strada solo in questi punti”, e indica delle strisce bianche dipinte sulla pavimentazione stradale, “e solo quando la luce che vedete in quell'aggeggio là di fronte a voi sull'altro lato della strada è verde; quando è rossa non si può attraversare”.

“E perché?” Chiede Daphne. Certo che i Babbani sono proprio strani.

“Perché quando per noi è rosso, per quei veicoli che stanno sfrecciando davanti a noi è verde, e attraversare in quel momento è molto pericoloso: nella migliore delle ipotesi si finisce all'ospedale, e nella peggiore si va direttamente all'altro mondo. È un sistema ingegnoso che hanno inventato i Babbani per regolare il via vai della gente nelle città”, spiega Hermione, paziente.

Intanto il semaforo pedonale è scattato sul verde e i tre amici si dirigono finalmente verso New Oxford Street. A un altro incrocio, però, Hermione si ferma, anche se i due ragazzi non vedono alcun sem... sef... vabbé, quella cosa lì, dall'altra parte della strada.

“Siamo arrivati?” Chiede Daphne.

“No”, spiega ancora Hermione, “vedete quell'uomo in mezzo all'incrocio vestito in quella maniera strana?”

“Ma... è matto!?” Esclama ancora Daphne, cercando di non farsi udire dai Babbani. Non ci tiene a essere presa in giro perché non conosce le loro usanze.

“No, tranquilla, lui non corre pericolo di essere investito. Lui si trova lì per dirigere il traffico in quegli incroci dove non ci sono i semafori. Vedi come muove le braccia? Quei gesti hanno le stesse funzioni dei colori del semaforo. Quando vedi che tende le braccia verso di te, come se volesse abbracciarti vuol dire che ti devi fermare, è come se ci fosse un semaforo che per te è rosso... Ecco, adesso che gira le braccia in quel modo, vuol dire che per noi il semaforo è verde e possiamo attraversare. Comunque”, ci tiene a precisare, “ci sono sempre dei pazzi che cercano di fare i furbi e passare anche col semaforo rosso, per questo bisogna sempre fare attenzione quando si attraversa la strada, anche se per noi è verde”.

Ok, ora è ufficiale. Una volta sposati, né Daphne e né Theo andranno a vivere in quella bolgia che è il mondo babbano.

Finalmente giungono alla fermata e la ragazza lancia un'ultima raccomandazione agli amici: “Mi raccomando, ragazzi, fate parlare solo me”, e ciò detto sale.

Dopo circa una mezz'ora, arrivano a Brick Lane, da dove proseguono a piedi fino al numero 110 di Cheshire Street.

Daphne non crede ai propri occhi: lì dentro ci saranno qualche migliaia di capi d'abbigliamento e accessori di tutte le fogge. Adora i Babbani.

Dopo un paio d'ore in cui un annoiato Theo segue due ragazze possedute da chissà quale entità magica, vanno a mangiare in un vicino McDonald; prima, però, in un vicolo lontano da sguardi indiscreti, Hermione provvede a rimpicciolire le varie borse e a riporle nella sua borsetta di perline. Soprattutto Hermione, si è rivelata una vera sorpresa: più volte si è trovato a domandarsi chi sia quella ragazza dai capelli ricci che si diverte con la sua fidanzata a provare vestiti e accessori dalla foggia alquanto improbabile.

Dopo aver pranzato con una bella insalata mista per tutti e tre (meglio evitare di fare brutte figure con i maxi sandwich), Hermione li accompagna alla Brick Lane Gallery, giusto per riequilibrare.

Il giorno dopo, come anche i successivi, sono destinati alla visita dei più importanti musei cittadini, a cominciare dal Science Museum, giusto per far notare come negli ultimi trecento anni i Babbani abbiano sopperito alla mancanza della magia inventando e perfezionando vari congegni scientifici.

L'ultimo giorno, decide di regalare una pausa ai due ragazzi stremati dalla full immersion culturale babbana, portandoli a Hide Park e in quell'occasione si sente per la prima volta terzo incomodo.

In quei giorni si è completamente dimenticata di pensare a chi invitare con Pucey, se vuole continuare a mantenere quella facciata. Ha pensato a Ginny, ma non vuole rovinare quel rapporto appena nato e già traballante tra la sua migliore amica e il Ragazzo sopravissuto. Un'alternativa sarebbe Luna, ma anche il suo rapporto con Neville è all'inizio; certo, Nev non è geloso come Harry, ma comunque non vuole mettersi in mezzo. Un'altra opzione sarebbe chiedere a suo fratello e ad Astoria, ma un'uscita a quattro sarebbe decisamente sospetta. Ultima scelta, Pansy.

Al solo pensiero di passare dieci giorni con quella vipera, anche se in compagnia di una terza persona, le si contorcono le viscere. E poi non è detto che Faccia di carlino sia disposta ad aiutarla.

Uff... proprio lei, sempre così ligia al dovere, si è improvvisamente ridotta a fare le cose all'ultimo momento, e ora ne paga le conseguenze. Sì, decisamente è sempre meglio svolgere i compiti in anticipo.

“Daphne, scusami”, prova a chiedere alla sua nuova amica, “tua sorella sarebbe disposta a trascorrere dieci giorni senza mio fratello tra i piedi?”

“Mmmm”, pensa un'attimo la bionda, “credo di sì, quando le ho fatto vedere i vestiti che ho comprato in quel negozio di Brick Lane è andata in visibilio, ma temo che tuo fratello ti impiccherà se solo osi proporle di passare dieci giorni con un altro ragazzo, anche se in tua compagnia. Perché non chiedi a Pansy?” Suggerisce infine.

Hermione storce il naso.

“Dai, prova a darle una possibilità come hai fatto con me, e noterai che è una persona di gran cuore”.

“Perché non sono molto convinta di questo?” Risponde, ricordandosi come al quinto anno la bruna si comportava da perfetta viscida serpe, e anche quella sera a cena non è che si sia comportata molto bene con lei. “E sia”, si decide infine, “ma sia chiaro che questa è l'ultima possibilità che le offro, sempre ammesso che decida di aiutarmi”.

“Scusa, ma ti fa così paura uscire da sola con un ragazzo?” Chiede divertito Theo.

“No, è che mi serve una copertura per giustificare come mai in questi dieci giorni c'era Daphne con noi”.

Fa appena in tempo a finire la frase che la bionda si fionda tra le sue braccia: “Grazie, grazie, grazie. E non angosciarti per Pansy. A lei ci penso io. Dimmi solo dove deve trovarsi domani mattina e questa sera le spedisco un gufo con le istruzioni per l'appuntamento. Tu dovrai premurarti solo di informare Adrian”.

“Grazie Daphne. Il fatto è che tu mi hai offerto spontaneamente la tua amicizia e io non rubo il fidanzato alle amiche. Io non sono quel tipo di persona”, ci tiene a precisare, e l'abbraccio della bionda diviene, se possibile, ancora più stritolante.

“Ehm ehm”, Theo richiama l'attenzione delle due con due colpetti di tosse che ricordano incredibilmente quelli della Umbridge, “ragazze si è fatto tardi, forse è meglio rientrare” e il terzetto si dirige in un luogo appartato per smaterializzarsi al Paiolo magico, dove ognuno va per la propria strada.

Il giorno dopo, alle dieci in punto, Adrian viene fatto accomodare nel salotto azzurro di Villa Malfoy, dove Hermione lo sta aspettando davanti al camino. Insieme, via Metropolvere, i due raggiungono il Paiolo magico, dove li sta aspettando un'alquanto indispettita Pansy.

“Finalmente! Ancora un minuto e me ne sarei andata”, sbotta la mora.

“E avresti fatto nascere delle strane chicchiere su Daphne?” Chiede sarcastica Hermione.

“Vuoi farmi credere che faresti tutto questo per coprire Daphne e Theo?” ironizza acida Pansy.

“Sai, Pansy, ti svelo un segreto: sì”, la voce le è risultata tagliente quanto basta per zittire l'altra, per un secondo. Infatti, dopo essere rimasta un attimo interdetta, Pansy ribatte sarcastica: “Cuore e anima Grifondoro fino in fondo, eh?”, ma a quest'ultima battuta, Hermione decide di soprassedere e accompagna i due all'uscita, in Charing Cross Road.

“Stai scherzando, spero?” Ma a certe vipere, il veleno non finisce mai? “Io in questo posto non ci vengo”, e fa per rientrare nel locale, ma viene prontamente fermata da Hermione: “Oh, tu ci verrai eccome, invece. E anche tu!” Esclama, poi, rivolgendosi al ragazzo.

“Ma... veramente, io non ho ancora fiatato”, risponde Adrian.

“Comunque, dicevo, oggi sarà una giornata dedicata allo shopping!” Riprende Hermione.

Pansy strabuzza gli occhi: forse quei giorni non saranno male.

Anche Adrian rimane a bocca aperta: chi è quella ragazza che andava in giro per la scuola carica di libri e con gli abiti della divisa di due taglie più grandi?

Come già dieci giorni prima, Hermione accompagna i due ragazzi alla fermata del bus che li porterà vicino a un negozio di abiti vintage. Non ha mai amato seguire la moda, ma da qualche anno a questa parte, gli abiti vecchi stanno spopolando tra i giovani anglosassoni e nemmeno lei ne è rimasta immune. È una ragazza anche lei, dopotutto. Inoltre, cosa più importante vuole fare conoscere i Babbani anche a loro due, che sembrano più irriducibili di Daphne e Theodore.

Più volte ha dovuto spiegare loro come funziona la regolazione del traffico in una grande metropoli babbana quale è Londra, anche se a volte la tentazione di spingere Pansy sotto qualche veicolo è stata molto forte. No, si dice tutte quelle volte, io sono una Grifondoro, non una Serpe, ma sul bus, stipato come sempre, quando vede la mora fare apertamente una smorfia di disgusto quando viene sfiorata da un bambino un po' troppo vivace, rischia seriamente di mandare sotto le ruote del mezzo sia i suoi buoni propositi che la mora.

Finalmente, dopo più di mezz'ora, riescono ad arrivare al negozio e qui a Pansy per poco non cade la mascella a terra: “Chi sei tu? Che ne hai fatto di Hermione?” E si fionda nel negozio. Anche Adrian è rimasto spiazzato. Cioè, è vero che era stato avvisato che sarebbe stata una giornata di shopping, ma quello è veramente la fiera dell'assurdo. Tutti quei vestiti. No. Quella ragazza non è Hermione Granger.

Appena formulato il pensiero, si dà una pacca sulla fronte. Ma certo che quella non è Hermione Granger. Hermione Granger non è mai esistita. Esiste Hermione Malfoy. Malfoy. E si vede. Ancora incredulo, si trascina all'interno, accanto a Hermione, alla quale non è fuggito il gesto del ragazzo: “A cosa pensi?”

“A niente. Sul serio”, risponde un po' troppo in fretta.

“Lo sai che per essere un Serpeverde, sei un pessimo bugiardo?”

“Non tutti ci chiamiamo Draco Malfoy”

“Il principe dei bugiardi”, conclude Hermione, “E comunque, l'Adrian Pucey che ho conosciuto in questi anni non è molto diverso da mio fratello Furetto-cuore-di-ghiaccio”. Forse è stata un po' troppo tagliente.

“Non ci siamo mai frequentati abitualmente perché tu possa affermare di conoscermi bene”, risponde stizzito.

“Certo non per colpa mia”, ribatte piccata lei, “comunque, se è vero che sei diverso da come ti sei sempre comportato con me e i miei amici, dimostramelo”, e gli indica con le braccia allargate il negozio.

Adrian capisce che quel dialogo altro non è stato che una trappola, e lui c'è caduto in pieno. Ora ha un'unica possibilità di rifarsi agli occhi della ragazza, ma gli interessa veramente quella ragazza, o è un'altra che gli fa battere il cuore? Ha dieci giorni di tempo, per scoprirlo.

 

§ § § § § § § § § §

 

Mi vuole umiliare. Vuole dimostrare che lei è migliore di me. Guardala come ride e scherza con Adrian. Lo sanno anche i sassi che lui mi piace. E molto, anche. Si, è vero, negli anni mi sono nascosta dietro alle chiacchiere che mi volevano infatuata di Draco, ma la mia era solo una tattica per fare ingelosire Adrian, e poco mi importa se i miei mi hanno promessa a Flitt. E ora, ecco che arriva la prima oca e me lo ruba. Sfido chiunque a contraddirmi sul fatto che Hermione sia un'oca. Tutta ligia, perfettina, sempre con la mano alzata e poi, appena scopre di essere una purosangue, una Malfoy per giunta, diventa un'altra persona. Io l'ho sempre detto che quella ragazza era tutto fumo e niente arrosto.

Ehi, Pansy, hai finito di svaligiare il negozio? Così possiamo andare a mangiare”. La voce, calda, sensuale, di Adrian mi riporta alla realtà. Maschi. Pensano solo a due cose.

Sbuffando mi avvicino a Hermione che mi accompagna alla cassa per pagare con gli str... ster... quei cosi lì. Solo a una come lei poteva venire in mente di venire a fare acquisti tra i Babbani. Però, devo ammettere che la loro moda è migliore della nostra, sicuramente più comoda. Però sono strani. Venendo qua, ho visto parecchi ragazzi con capelli di tutti i colori, e non credo fossero dei metamorfomagus. Anche il loro abbigliamento è molto diversificato. Noi, al loro confronto, sembra che giriamo sempre in divisa, come se fossimo eterni studenti di chissà quale scuola.

Ci porta a mangiare in un posto orribile che si chiama McDon... McGonnall, oh, insomma, qualcosa del genere e ci suggerisce i comprare delle insalate. Per una volta, decido di darle retta, ed effetivamente non me ne pento, visto che accanto al nostro tavolo c'è un ciccione che sta mangiando una specie di pane imbottito con della carne dentro e della salsa rossa che gli cola sui vestiti. Bleah, che schifo! Sono davvero degli incivili questi Babbani, magari ritornasse Voldemort a sterminare questi primitivi!

Dopo pranzo, ci porta in una Galleria d'arte che si trova dall'altra parte della città. Ecco, mi sembrava strano che potesse cambiare dall'oggi al domani.

Per raggiungerla, ci spiega che dobbiamo prendere il Tubo. Eh?

Vedendo le facce mia e di Adrian ci spiega che per i Londinesi il Tubo altro non è che la metropolitana, una specie di treno che attraversa la città sottoterra, e qui parte la spiegazione che durante l'ultima guerra mondiale (anche i Babbani hanno dovuto combattere contro i Goblin e i Folletti?) nemmeno i bombardamenti dei Tedeschi (ma di che sta parlando?) hanno fatto desistere i Londinesi dal servirsene e spiega ancora (forse prima avevo parlato troppo in fretta, pensando che finalmente era diventata normale) che, invece, durante gli anni '80, a causa di un attentato terrostico (ma parlare come mangia, mai?) causato dall'IRA, il Primo Ministro babbano la chiuse per alcuni giorni.

Ok, di questa spiegazione ho capito quanto durante l'ora di Ruf.

Devo ammettere a malincuore che questo Alex Katz ci sa fare, quasi quasi compro un suo quadro. Mi piace particolarmente “La banda rossa” del 1975. A prima vista sembra una cosa semplicistica, ma quello che mi fa strano è il fatto che la donna ritratta è immobile, non si muove... eppure, l'occhio della donna che guarda lo spettatore, sembra volergli leggere l'anima. Chissà se si possono acquistare? Detesto doverlo fare, ma so che è l'unica alternativa possibile, così mi piego a chiederlo a Hermione.

No, purtroppo mi dice che è impossibile perché si tratta di una collezione privata, un po' come i libri che noi custodiamo gelosamente nelle nostre biblioteche, comunque, mi spiega che la donna ritratta non si muove in primo luogo perché non ritrae una donna reale, è semplicemente un'opera di fantasia e poi perché nelle opere babbane, i soggetti ritratti sono sempre e comunque immobili, anche nelle fotografie.

Che gente strana!

Finalmente la giornata in questa bolgia infernale è finita e stremati - io e Adrian, perché Hermione pare fresca come una rosa, come tutte le Malfoy, del resto – ritorniamo al Paiolo magico, dandoci appuntamento per l'indomani.

Uff... mi aspettano altri nove giorni con quella pazza invasata so-tutto-io; l'unica nota positiva è che sono in compagnia di Adrian.

*****

Menomale, finalmente questi dieci giorni sono terminati. Mamma mia, ma quella proprio non si smentisce mai. Per otto giorni ci ha portato in giro in mezzo ai Babbani per farci conoscere la loro storia, e in che modo? Ma visitando musei, naturalmente! Bleah! L'unica nota positiva è che sembra che Adrian si sia accorto di me, ma 10 a 1 che quella lo sceglie, non fosse altro per farmi un dispetto...

 

§ § § § § § § § § §

 

“Fratellino, hai impegni per domani?” Chiede innocentemente Hermione a Draco.

“Perché leggo una sottile minaccia nella tua voce? E in ogni caso i miei impegni non sono affare tuo”.

“Va bene, vorrà dire che manderò un gufo ad Astoria chiedendole di venire domani mattina alle 10,00 qui al Manor. Sento che ci divertiremo un mondo noi tre in questi dieci giorni”, prova a fare leva sulla sua gelosia.

“Tieni lontano Astoria dai tuoi intrighi”, le ringhia contro.

“Di quali intrighi stai parlando?” Non sembra neanche più la vecchia Hermione.

“Credi che non me ne sia accorto? Stai cercando di far nascere delle coppie, in modo da non avere pretendenti scelti da nostro padre, ma non ti permetterò di buttare Astoria fra le braccia di Blaise. Leggi bene il labiale: Lei. È. Mia. Chiaro?”

“Cristallino. Quindi, visto che non ti fidi né di me, né di lei, perché non vieni anche tu? Una bella uscita a quattro”. Ancora una piccola spinta e il pesce cade nella rete.

“Ti rendi conto delle implicazioni che questo può comportare?”

Lei si stringe nelle spalle. Ha già valutato i pro e i contro, ma quella è l'unica soluzione che le è parsa possibile. Anche questa volta aveva pensato di rivolgersi a Ginny, ma la situazione frai due suoi migliori amici (anche se non è più tanto sicura di poter definire Harry tale) è ancora critica e teme di peggiorare le cose. Del resto, fra i tre, quello meno impegnato è propro Blaise, quindi se proprio ne deve scegliere uno fra Theodore, Adrian e Blaise, beh, la scelta pare ovvia, visto che negli ultimi dieci giorni Adrian non ha avuto occhi che per Pansy. Ma lo sa che lei è promessa a Flitt? Non che lei non gli desse corda, sia chiaro. Comunque, i triangoli non sono affare suo.

“Sì, ci ho pensato, ma francamente, mi pare l'unica soluzione possibile, anche perché Daphne mi ha detto che appena Astoria ha visto i vestiti che ha comprato ha espresso il desiderio di poter andare anche lei in quel negozio”, gli confessa.

“Mi stai dicendo che io e Blaise dovremo accompagnarvi a fare shopping? Scordatelo”.

“Consideralo un allenamento per quando sarai sposato. Allora? Che dico ad Astoria? Sarai dei nostri?” Peggio di un martello pneumatico.

“Puff... mi sembra di capire che comunque Astoria ci sarà e che io, non essendo ancora suo marito, e nemmeno fidanzato ufficiale, non posso impedirglielo. Quindi va bene, verrò anch'io, ma ti avverto: niente scherzi”, le intima.

Lei, per tutta risposta lo abbraccia e gli schiocca un bacio a stampo sulla guancia. Poi sale su in camera per scrivere la missiva indirizzata ad Astoria.

In fin dei conti, si aspettava che convincere il fratello sarebbe stata più dura.











N.d.A.: In questo capitolo ho accennato al Beyond Retro Brick Lane, non so era già aperto nel 1998, ma sul loro sito ho trovato scritto che sono aperti da più di un decennio, in ogni caso prendetela come una licenza poetica, così come gli spostamenti tramite il servizio pubblico, in questo caso mi sono documentata tramite Google maps e ovviamente le informazioni riguardano il maggio di quest'anno. Un'altra licenza poetica che mi sono presa è l'esposizione di Alex Katz alla Saatchi Gallery. Lui, ovviamente, ha esposto alcune sue opere, tra cui la citata "Banda rossa" proprio nel 1998 in quella Galleria, ma non so in quale mese. Per chi è interessato a vedere l'opera in questione può andare sul sito della Saatchi Gallery, dove ci sono le foto delle altre sue opere esposte e quelle di altri artisti, oppure può visitare la mia pagina Fb dedicata ai miei racconti: 
https://www.facebook.com/TheMiraesDream?ref=tn_tnmn

Un grazie alle 27 persone che la seguono, ai 14 che la recensiscono (con la speranza che aumentino), a Willina che l'ha messa nelle ricordate e ai 5 che l'hanno messa nelle preferite.

Inoltre, un grazie particolare a ThedragonTosaphira per il banner, anche se mi hanno fatto notare che non è una loro creazione.

   
 
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