Stefan camminava lungo il viale che portava al Mystic Grill, calciando pigramente qualche sassolino. 
Non era certo normale starsene, così, in mezzo alla strada con tutto il gran casino che sarebbe successo di lì a poco, con la storia del velo caduto e tutto il resto, ma era così triste in quel momento, da aver chiuso quella questione in un angolo per crogiolarsi, anche solo per un istante, in quella delusione che gli stringeva le viscere immortali. Che cosa stupida, pensò. Quante volte le aveva detto addio nell’arco della sua esistenza? Eppure la sentiva ancora parte di sé, come poche altre persone. Forse anche più di tutte, Elena compresa.
Alzò lo sguardo al cielo poco prima di varcare la soglia del pub, dove Caroline lo stava aspettando.
"Quanto avrei voluto vederti…” recitò mentalmente, nella speranza che quella persona lo stesse almeno ascoltando. 
Quando entrò, tutto era ancora buio, illuminato solo da qualche candela. Si guardò intorno, sconsolato. 
Lei non è nemmeno qui.
Sedette ad un tavolo, prendendo un respiro; subito dopo giunse Caroline. 
“Bene, sei qui!” esclamò lei, portando con sé della birra. “Dobbiamo festeggiare!” sentenziò allegramente, sedendosi di fronte a lui. 
“Beh, non sono proprio dell’umore… per festeggiare!” e il sorriso che gli si dipinse sul viso era tirato e finto come una banconota da tre dollari. 
“Qual è il tuo problema?” non si arrese, Caroline. Tipico di lei. “Silas è morto… o beh, quel che è, e tu te ne stai seduto lì in stato vegetativo.” L’espressione della bionda, perplessa e curiosa, lo portò con le spalle al muro. 
Stefan prese tempo, sospirò, incerto sul dar voce o meno ai suoi sentimenti che, come al solito, lo sorprendevano e dai quali ogni volta si lasciava sopraffare.
“C’era qualcuno che credevo avrei visto oggi e… non è successo. Tutto qui.” 
La delusione sembrò farsi più pungente nel pronunciare i suoi pensieri. 
Con tutto quello che era successo nell’ultimo periodo avrebbe davvero avuto bisogno di quel sorriso e di quelle braccia che, troppe volte durante la sua esistenza, l’avevano sostenuto, trattenuto, stretto e incoraggiato. E invece, probabilmente, lei non aveva più qualcosa che la tenesse in sospeso tra il loro mondo e l’altro lato. Era andata oltre, verso quel qualcosa che nessuno conosce ma che dovrebbe essere lucentezza eterna. 
Lei era luce; si meritava di sicuro l’eternità, o qualsiasi cosa che di splendente ci fosse nell’aldilà. 
“Sarà meglio che tu stia parlando di me.”
Quella voce! Il suo suono lo riscosse dall’intorpidimento e dall’apatia. Alzò lo sguardo verso Caroline, anch’ella sorpresa e incredula. 
“Non ci credo!” Le sue labbra s’incurvarono in un sorriso reticente. Temeva che, se ci avesse davvero creduto e poi si fosse trattato di un mero scherzo della sua mente, la delusione sarebbe stata troppo pesante da gestire. Nonostante ciò, il suo viso roteò di centottanta gradi per rincorrere quella voce e, con quel suo sguardo così dolce e fraterno, Lexi era lì di fronte a lui.
La gioia che pervase il vampiro fu ancora più profonda di quanto lui stesso si potesse aspettare. Gli occhi terribilmente lucidi ne erano un chiaro segno. Sui loro volti si spalancarono due enormi sorrisi e non ci fu bisogno di parlare, ma solo di stringersi per un istante che avrebbe spazzato via in un soffio tristezze e dolori. 
E in un attimo fu come non essersi mai separati. 

Note

Niente, è una cosina senza pretese, tranquilla e incolore, probabilmente. Però ci tenevo a scrivere qualcosa su Lexi perché penso sia uno dei personaggi più positivi di tutta la serie e al quale, purtroppo, è stato dato troppo poco spazio. Soprattutto, i momenti in cui Stefan è con lei, sono gli unici o quasi in cui lo apprezzo davvero tanto. (In verità apprezzo tutto di Stefan, quando non è con Elena. -.-)
E, ok, mi eclisso.  :3
*Saying Goodbye*