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Autore: ElfoMikey    01/12/2007    2 recensioni
Mikey soffre di solitudine e ha un grosso vuoto dentro al cuore da quando la nonna è morta... riuscirà a ritrovare la felicità??
Genere: Romantico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Mikey Way
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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“I’m afraid to…”

Come sempre sono arrivato in anticipo alle prove. È sempre stato così. Anche le prime volte ed ero così eccitato di cominciare che mettevo fretta a tutti. Ma ormai dopo tanti anni ci sono abituato… Gerard è sicuramente in qualche letto di una donna sconosciuta,(la sua voglia di impegnarsi seriamente mi fa venire i brividi!) Frank sarà a fare colazione con Jamia prima di accompagnarla a lavo-ro, Ray starà sicuramente facendo di tutto per arrivare puntuale, ma come sempre non ci riesce. Poi c’è Bob, che starà sicuramente davanti alla televisio-ne impegnato a guardare il suo programma preferito e infine… beh, infine ci sono io. Mikey. In anticipo.
Per ingannare il tempo tiro fuori dalla custodia il mio basso. Uno nuovo, appe-na comprato. È Grigio e nero. Bellissimo. Mi siedo sul grande amplificatore e accordo lo strumento. Faccio volare qualche nota di prova e poi mi libero in una melodia completa. Ho sempre adorato il suono del basso: cupo, ma poten-te. Mi rilassa, ecco. Chiudo gli occhi e nella mia mente appare subito l’immagine della sera precedente: Alicia abbracciata a me, come non aveva mai fatto. Sorrido lentamente. E poi quel bacio… che cosa poteva significare? Sinceramente in testa non mi viene nessun’idea. Sarà, forse un invito? Cioè, un invito per approfondire il rapporto? Aah Way smettila di pensare. Sei un fal-lito in campo femminile, mettitelo in testa! Invece Gerard non lo è. Lui è più aperto con le donne, lui sa prenderle nel verso giusto, un sorriso e puff! Erano hai suoi piedi. A volte mi chiedo perché Alicia abbia scelto me. Sono una vera frana. Quanto vorrei che fosse qui ora, forse lei saprebbe aiutarmi. In fondo siamo nella stessa barca. Innamorati… credo… e onestamente lo spero!
A-pro gli occhi notando che qualcuno è entrato nello studio. Brian. Lui è puntuale. Se ne salva uno! Mi saluta con un gesto della mano e un sorriso as-sonnato. Eh no, caro Brian. Sei tu che hai deciso gli orari per le prove, adesso non ti lamentare!!
“mattiniero come sempre!! Gli altri?” mi chiede sfogliando un catalogo.
“secondo te dove possono essere?” chiedo con un sorriso di traverso. Scendo da dove sono seduto con un piccolo saltello.
“che guardi?” chiedo curioso avvicinandomi a lui.
“ io e Craig stiamo decidendo le date del prossimo tour, che poi vi faremo vedere e insieme decideremo le date più appropriate.” Mi risponde lui. Sempre concentrato nel suo lavoro.
“ieri sera hai fatto qualcosa di speciale?” mi chiede all’improvviso con gli occhi rivolti verso i fogli che tiene in mano.
“ ci sei mancato ieri al pub.” Aggiunge poi.
“ehm… ero… cioè ero un po’ stanco… ho guardato un film…” farfuglio, sparando che non si accorga della mia indecisione. Infatti, lo vedo annuire di-stratto.
“ sta sera che fai?” mi chiede ancora. Che gli dico? Ti prego, Dio se esisti veramente salvami!!
“buon giorno gente!!!” strilla Frank, con le mani al cielo e un sorriso alle-gro. Grazie al cielo ci sei!
“ehilà Frankie!!” esclamo. Lo abbraccio con faccio sempre e lui ricambia con una pacca sulla spalla.
“ ti ho portato il caffè.” Mi dice porgendomi un bicchiere di cartone.
“grazie!!” fa così tutte le mattine. Lo porta solo a me. Sa che mi girano in fratta se non bevo almeno tre caffè in un ora. E infatti me ne ero già buttati giù due.
“ ho chiamato Gee, arriva tra cinque minuti, che possiamo benissimo far diventare trenta minuti. Bob è sotto con Ray a prendere un caffè. Sanno già che possono prendersela comoda. Ah, ti saluta Jamia e ti abbraccia.” Chiac-chierone fin dal mattino. Ma che ci voglio fare, Frank è fatto così!! Annuisco.
“allora… visto che siamo soli ti va di fare due chiacchiere col tuo migliore amico?” mi chiede sedendosi all’indiana per terra. Lui e Gerard sono in assoluto i miei migliori amici. Ho un rapporto diverso, più unito. Non so nemmeno io il perché. Mi siedo accanto a lui e cominciamo a parlare. Specialmente di cazza-te.
Dopo un’ora la band è finalmente al completo. Gerard con la sua voce meravigliosa, che invidio, segue le note del mio basso, dalla batteria di Bob e delle chitarre di Frank E Ray. La canzone in questione è: Demolition Lover. L’adoro. È lenta, forte e dura. Dopo di essa si passa a una canzone del secondo album: Give’ em hell, kid. Dal testo prepotente, ma che fa pensare. continuia-mo così per molte ore, alternando canzoni del Primo album con il secondo. Siamo un po’ stanchi, così stabiliamo di fare una pausa. Così io decido di met-tere a posto il mio strumento e Frank mi chiede gentilmente se posso mettere a posto anche il suo. Lascio il cellulare su un banco vicino alla porta e forse è stata l’azione più sbagliata che abbia mai fatto. Il mio telefono squilla. Un mes-saggio. Ma io non posso andare a rispondere perché in mano ho la chitarra di Frank, la sua custodia sotto braccio e il mio basso già nella custodia nell’altra mano. Frank si avvicina pericolosamente al cellulare e lo prende in mano.
“te lo leggo io Mike!!” dice con aria da bimbo furbo.
“NO! No, no, no Frankie sta fermo!!” strillo. Tutto inutile. Apre il messag-gio e lo legge ad alta voce, credendo di aver fatto un buon gesto.
“Ciao Mike, spero che il lavoro stia andando bene… a proposito di ieri… sono stata bene… ti va sta sera di venire a cena da me? Rispondi presto. Un bacione Alicia…” sono come pietrificato. Sento i ragazzi e Brian che mi fissano con gli occhi fuori dalle orbite. Mollo tutto e mi dirigo verso Frank, prendendo-gli l’apparecchio dalle mani. So di essere rosso come un peperone. In più tutti questi sguardi non mi aiutano. Ora che cosa faccio? Parlare. Bisogna affrontare la situazione con un discorso serio…
“ ehm…” gran bel discorso Michael James. Stiamo in silenzio ancora per un po’.
“beh… avete fame?” chiede Ray, cercando di rompere quel silenzio imba-razzante. Io sento una fitta al cuore. Ma non è per quello che ha detto Ray, ma per lo sguardo deluso che ho ricevuto da Gerard e Frank.
“ sentite… mi dispiace di non avervi detto niente ma…”
“credevo che fossimo amici.” Mi interrompe Gerard. È offeso. Lo vedo dal-la sua espressione.
“ e lo siamo e a me dispiace un casino non avervi detto di lei…” cerco di rimediare. Quasi mi viene da piangere.
“ e che io e lei… insomma sta diventando una cosa abbastanza seria e… io… beh volevo essere sicuro… e ho anche paura, ma sinceramente non so nemmeno io di che cosa.. forse di perderla, di capire realmente le cose come stanno… e comunque non ci sono scuse mi sono comportato da strafottente stronzo e mi dispiace…” farfuglio, con gli occhi bassi e un espressione vera-mente dispiaciuta. Se c’è una cosa che odio è deludere mio fratello, Frank e gli altri. Alzo lo sguardo in cerca di comprensione. Mi fermo su Frank che fino al quel momento era stato zitto, con le mani ancora protese. Mi guarda serio, gli occhi lucidi. Sostengo il suo sguardo finchè non lo vedo fare un piccolo sorriso.
“ ti conosciamo bene Mikey. Sei un tipo troppo riservato e comunque ce lo dovevamo aspettare…” dice cercando conferma nello sguardo degli altri. Ge-rard abbandona la sua espressione dura e sorride.
“ Frank ha ragione. Ma come minimo ci dovrai raccontare ogni cosa.” Ve-do Bob annuire assieme a Ray. Sono ancora più imbarazzato di prima. Che dire?
“ dove vi siete conosciuti?” chiede Bob.
“è bella?” dice successivamente Ray.
“ quanti anni ha?” chiede Brian
“ che lavoro fa?” dice Frank
“è bionda o mora?” fa Gerard
“ l’hai baciata?” richiede Frank
“vi siete baciati?” chiede ancora Ray
“avete scopato?” ecco Gerard, delicato come al solito.
“ ha qualche amica carina?” chiede Brian. E questo cosa centra?
“ti piace tanto?” chiede Bob. Aiuto. Il mio cervello sta andando fuori uso!
“ BAASTAAAA!” urlo con le mani nei capelli. “con calma…” continuo. Sento ancora lo sguardo insistente dei ragazzi.
“ allora… ci siamo conosciuti al “Vans Warped tour” di quest’anno. È bel-lissima, anzi stupenda. Ha ventuno anni, è una bassista come me, è mora e non l’ho baciata è lei che ha baciato me, NON ABBIAMO SCOPATO. che ne so se ha qualche amica carina… mica le conosco e infine si mi piace da matti. Al-tro?” cerco di riprendere fiato.
“no. credo che tu sia stato chiaro…” dice Bob a bassa voce.
“si, ora però andiamo a mangiare. Io ho fame veramente…” fa Ray, trat-tenendosi la pancia, con una faccia supplichevole. Ridiamo. Quando Ray ci pre-ga così non possiamo altro che accettare. Io però decido di tornare a casa. Ho una promessa da mantenere…
“okay, ci vediamo domani… ah, Mikey mi raccomando…” dice mi fratello. So perfettamente a cosa si riferisce.
“ tranquillo. Vi racconto tutto domani.” Assicuro. Agitando la mano in se-gno di saluto. Arrivato a casa vedo Pumpkin venirmi incontro, io mi chino e la prendo in braccio.
“visto? Abbiamo tutto il pomeriggio per stare insieme, ma prima…” con il gatto ancora in braccio prendo il telefono di casa in camera mia e digito veloce il numero di casa di Alicia.
“Alicia? Ehm… ciao. Si tutto okay! Ti chiamo per l’invito di sta sera… mi piacerebbe venire… a che ora? Alle otto e mezzo? Perfetto.. ah senti non è che posso portare un’ amica? No. Parlo di Pumpkin. Mi dispiace lasciarla da sola ancora… oh! Davvero? Grazie! No! Pumpkin lascia il telefono!! Scusa ma… non sta mai ferma. Ma dai! È come la tua?! Beh allora si sono ritrovate… ahi! Pum-pkin se ti prendo… ora devo andare. Ci vediamo sta sera. Ciao. Un bacio…” metto a posto il telefono e guardo la mia gatta con sguardo severo. È gelosa, lo so. Ma c’era bisogno di graffiarmi una guancia? È inutile con lei non riesco mai a vincere. Mi tocca sempre patteggiare.
“uff… vieni dai.” Tutti e due ci dirigiamo verso il divano. Mi tolgo gli anfibi e li lancio in malo modo sul tappeto, mi sdraio sul divano e Pumpkin si sdraio sul mio petto, come fa sempre. Accendo la televisione e faccio zapping finchè non trovo un cartone animato, lascio li tanto mi addormento. Infatti sento già Pumpkin respirare lentamente, persa nel mondo dei sogni. Sono stanchissimo e mi accorgo solo lontanamente che non ho ancora pranzato. Mi risveglio quando sento Pumpkin che mi lecca la faccia lamentandosi a gran voce.
“uhm…. Che c’è?” sento le sue zampine sul viso. Mi guarda coni suoi grandi occhi neri proclamando cibo. Difatti poco dopo sento il mio stomaco la-mentarsi. Mi rifocillo con un panino e una lattina di birra, mentre per Pumpkin il solito cibo in scatola. Guardo l’orologio che c’è sopra la porta in cucina, segna le quattro. Ritorno sul divano e Pumpkin ed io cominciamo a giocare, non mi accorgo neanche che il tempo passa velocemente. Le sei. Sarò in grado di guardarla in faccia senza saltarle addosso? Ci riuscirò? Per favore Gesù aiuto. Il sogno che ho fatto oggi pomeriggio non era molto casto e se ci penso mi ver-gogno da morire… dovrebbero scrivere un manuale. Uno a posta per me. Che mi spieghi per filo e per segno la donna, perché sinceramente non la capisco. Già me lo immagino: la donna sotto tutti i punti di vista. Scritto e curato da Gerard Way. Perché lui almeno le capisce.
  
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