Salve a tutti.
Scrivo questa nota, post
prima-pubblicazione, perché in questi giorni, rileggendo il materiale e
scrivendone il seguito, mi sono accorto che in effetti, il lettore che si approccia
alla lettura potrebbe, di primo acchito, restarne un po’ spiazzato. Alcune
brevi righe di introduzione quindi, mi sembrano dovute.
Questo che state per leggere,
rappresenta in assoluto il mio primo esperimento letterario e di conseguenza
qualsiasi vostro suggerimento o critica è più che apprezzato.
Questa storia è solo la prima parte di
quello che, nella mia immaginazione, vuole essere un piccolo ciclo di avventure
incentrate su un nuovo terzetto di amici. Narrerò delle loro scoperte, degli
amori, dei litigi, delle sofferenza e dei pericoli che i tre dovranno
affrontare, dai loro ultimi anni ad Hogwarts, fino alle prime esperienze nel
Mondo magico (sempre se ci arriveranno tutti interi, si capisce). La portata
dell’opera, almeno come è stata pensata, è abbastanza vasta quindi sono ben
consapevole che, almeno nei primi capitoli fin ora pubblicati, il lettore
potrebbe percepire una sensazione di inconcludenza non avendo a disposizione la
storia nella sua interezza. Temo sia la pecca della pubblicazione per capitoli,
me ne scuso in anticipo e prometto che se avrete la costanza di seguirmi
cercherò, al meglio delle mie capacità, di non deludervi. Questo detto due
rapidi cenni sul Canon che ho scelto, che rispecchia esattamente gli
avvenimenti dei sette libri, Prologo compreso. Unica piccola, grande differenza
( a seconda dei punti di vista!), è la coppia Harry/Hermione, di cui sono un grande fan.
Nella speranza che questo mio racconto
possa allietare il vostro tempo, non posso far altro che augurarvi una Buona
Lettura.
Saluti
Alessandro
“Alexander Mulberry e lo Scrigno delle Memorie”
Capitolo Uno:
“Una malsana idea”
Maledizione.
Era la prima
partita dell’anno e i Grifondoro stavano già perdendo di settanta punti.
Poco male, ci
sarebbe stata quella di ritorno contro i Tassorosso il prossimo semestre e,
anche se per il momento nulla era ancora dato per perso, le aspettative non
erano certo delle più rosee. Ma c’era ancora speranza: dopo tutto, il nuovo
cercatore di Grifondoro era quel Potter, un ragazzo allampanato del primo anno.
Al solo pensiero
di quel nome Alex non riuscì a trattenere un sorriso ironico.
Non mi sarei mai aspettato di conoscere il figlio di
una leggenda vivente.
E dire che non
gli avrebbe dato nemmeno uno zellino bucato la prima
volta che lo vide ai provini della squadra qualche mese addietro.
Gli era parso
troppo gracile, per non parlare poi di quello sguardo teso e impaurito con il
quale si era presentato sul campo d’allenamento. Da come si muoveva, goffo e
impacciato, sembrava la prima volta che gli veniva messa in mano una scopa ma,
nonostante tutto, ebbe la sua occasione di provare e Alex dovette cambiare idea
su di lui non appena lo vide volare.
Il ragazzo ci
sapeva fare, gliene doveva dare atto, a terra magari era un po’ impacciato, ma
in aria si muoveva fluido ed elegante come una falco e, dopo quella prova, il
posto di cercatore, appartenuto fino a quel momento a Mark Teach,
un grifondoro del settimo anno ormai diplomato, fu suo di diritto.
Mentre Alex
rimuginava su quel brevissimo ricordo, per poco non si accorse che un bolide si
era avvicinato pericolosamente a lui ed era stato deviato solo dal tempestivo
intervento di Luchas.
«Alex che ti
prende! Abbiamo una partita da vincere, svegliati!» gli urlo l’amico.
Vuoi per la
minaccia del bolide in pieno viso appena sventata, vuoi per le urla di
rimprovero, Alex, trasalendo, si scrollò lo sconforto di dosso. Era o non era
il capitano della squadra? Doveva dare il buon esempio!
«Ok, diamoci
dentro!» gridò, cercando di sormontare i cori degli spettatori per farsi
sentire dai compagni di squadra, poi rapidamente gettò un occhiata al campo da
gioco.
I Tassorosso
avevano la pluffa e si stavano disponendo in una
formazione d’attacco a cuneo: metà della squadra stava eseguendo una manovra a
mezzo cerchio dietro gli anelli delle porte, per ricongiungersi con gli altri a
centrocampo volando a pochi centimetri dal suolo in modo da impedire ai
Grifondoro un attacco dal basso.
Da quella posizione è impossibile attaccarli,
maledetti, l’hanno studiata proprio bene!
In
quell’istante, più veloce del pensiero, l’intuizione si accese nella sua testa.
«Luchas, Teach, Matt, Sam!»
I quattro
compagni di squadra si girarono immediatamente, bloccandosi per guardare Alex
che si limito ad alzare il pugno della mano destra con il pollice puntato verso
l’alto. Non ci fu altro da aggiungere, i quattro maghi e la strega si
lanciarono in una vertiginosa salita in verticale.
«E’ una pazzia !» gridò Sam. Una cacciatrice di talento del settimo
anno. Colonna portante della squadra, di cui faceva parte da almeno un lustro.
«Hyy…Haa!!!» gli fecero eco Teach e Luchas, i due battitori.
«Ale, giuro che
se ci rimetto la pelle, stavolta non la passi liscia! Il mio fantasma ti
perseguiterà da qui all’eternità! Ma soprattutto…» Matt si interruppe.
Non ci fu
bisogno di finire la frase, Alex già sapeva esattamente cosa stava per dire e
subito si immaginò la scena di una piccola strega dai capelli neri e ricci, più
somiglianti a un cespuglio che ad una vera acconciatura, stringergli il collo
nel tentativo di strangolarlo.
TU, ALEXANDER MULBERRY, STUPIDO INCOSCIENTE! COME
HAI POTUTO ANCHE SOLO PENSARE DI FARE UNA COSA COSÌ DANNATAMENTE PERICOLOSA!
Non ora.
Alex, bloccò sul
nascere quella fantasia su Valentine Vertuill, la sua migliore amica, nonché
ragazza di Matthew Rive, suo migliore amico. Tuttavia, nonostante lo sforzo di
restare attaccato al manico di scopa, non riuscì a trattenere un sorriso
pensando a Vall e alla lavata di testa che quella manovra azzardata gli sarebbe
sicuramente costata più tardi in sala comune.
Beh, non fasciamoci la testa prima di essercela
rotta. Magari tutto andrà per il meglio…
Quello fu il suo
ultimo pensiero perché, proprio in quel momento, i cinque grifondoro arrivarono
al culmine della salita. Perfettamente verticali a circa 150 metri di altezza,
tutti trattennero il fiato per un momento.
La vista da lì
era mozzafiato, tutto sembrava così piccolo, si poteva vedere chiaramente il
castello di Hogwarts leggermente spostato sulla sinistra. Sotto di loro, il
campo da Quidditch dentro il quale l’elegante formazione a V rovesciata dei Tassorosso
aveva ormai quasi superato la metà campo e sfrecciava veloce sullo sfondo verde
dell’erba. Ancora più a sinistra, si vedevano i lievi pendii delle colline
verdi poi, maestoso, si apriva il Lago Nero e a seguire la foresta proibita.
All’ improvviso quella strana impressione, come se la gravità non esistesse: tutto
sembrava muoversi al rallentatore, i suoi compagni di squadra parevano immersi
in una specie di melassa densa che ne rallentava ogni movimento, persino il
brusio degli spalti, che solitamente era assordante, non riusciva a
raggiungerlo lassù. Per un momento, Alex si beò di quella pace surreale. La
sensazione dello stomaco che gli schizzava in gola lo riportò velocemente alla
realtà.
Che ti è saltato in mente, si può sapere? Un Loop seguito da una picchiata verticale a rotta di collo da
più di 150 metri?
Era davvero una
follia. Una di quelle classiche cose che “o la va o la spacca” e in quel
particolare caso le conseguenze dell’ipotesi “la spacca” sembravano essere
particolarmente gravi. A conti fatti non gli sembrava più tanto una buona idea,
ma ormai non potevano più tirarsi indietro.
Galvanizzato
dalle urla di incitazione dei due battitori di poco prima, Alex spinse con
tutta la forza che aveva in corpo sui pedalini della sua vecchia scopa e, nel
contempo, con le braccia, tirò verso di sé il manico in modo da farle compiere
uno strettissimo giro della morte. Gli mancò il fiato e la vista gli si appannò
per qualche secondo, intanto, i suoi compagni lo seguivano a ruota.
Nel frattempo,
sugli spalti riservati ai grifondoro, tutti andarono in visibilio non appena
videro i cinque giocatori della loro squadra partire in quella folle ascesa
verso il cielo.
«Ed ecco Mulberry prendere quota seguito immediatamente da Luchas, Mathias Teach, la Rubinson e Rive. Per
tutti i maghi! Ma che diavolo hanno in mente quei cinque?» urlò Jhon Frinnigan, uno studente del
terzo anno, nel cornetto degli altoparlanti posto sulla tribuna più alta della
curva dei Grifondoro.
«Signori… quasi
tutti i grifondoro, stanno… stanno… abbandonando il terreno di gioco, lasciano
campo libero per l’attacco dei Tassorosso»
Il povero Frinnigan non riusciva a trovare le parole per spiegare il
comportamento incomprensibile della squadra rosso-oro.
«Un…un momento.
NON VORRETE MICA DIRMI CHE HANNO DAVVERO INTENZIONE DI FARE QUELLO CHE SEMBRA.»
sbraitò nel microfono dopo un breve istante di incertezza.
Tutti gli occhi
del pubblico, anche quelli di buona parte dei tassorosso, erano fissi sui
giocatori della squadra di Grifondoro, che ormai erano arrivati al limite
massimo della salita.
«PER LA BARBA DI
MERLINO! LO HANNO FATTO!! LO STANNO FACENDO PER DAVVERO!» gridò Jhon, guardando gli incredibili giri della morte eseguiti
alla perfezione, sfociare in una picchiata terrificante che, come si poteva
facilmente immaginare, aveva come bersaglio finale i cinque attaccanti di
Tassorosso.
Solo una persona
fra il pubblico stava assistendo alla scena più preoccupata e in apprensione
che mai.
Oh, mio Dio! Si sono letteralmente bevuti il cervello
quei due!
Pensò Vall, mentre
con gli occhi al cielo assisteva a quello che molto probabilmente si sarebbe
trasformato, di lì a poco, in un clamoroso schianto al suolo del suo miglior
amico seguito a ruota, come sempre del resto, dal suo ragazzo.
Trattenne il
fiato, assistendo alle varie evoluzioni dei giocatori, ma a differenza degli
altri, non eruppe in un urlo di esultanza non appena li vide cadere in
picchiata a una velocità allucinante. Vall si alzò in piedi e, aggrappandosi
forte alla balaustra di fronte, con il cuore in gola e le unghie ben conficcate
nel legno, seguì istante per istante la folle discesa. Ormai ne era sicura, più
tardi gliene avrebbe cantate quattro a quei due sconsiderati!
Oh sì, poco ma sicuro.
Tuttavia, persino
lei avrebbe dovuto ammettere che l’idea era davvero geniale, completamente
folle, ma comunque geniale; per non parlare dell’incredibile quantità di
coraggio richiesta per la manovra. Sicuramente, dal punto di vista dei ragazzi,
la situazione doveva sembrare ben più spaventosa di quanto non apparisse a lei,
che la vedeva dagli spalti.
Purtroppo, dalla
sua posizione non riusciva a vederlo bene, il suo Matt. Subito se lo immaginò
nell’evoluzione con quel suo cipiglio sicuro, senza traccia di esitazione, che
tanto gli piaceva. Si stupì nell’arrossire un po’ a quella fantasia ma
soprattutto, al pensiero di come, anche dopo quattro anni che stavano insieme
lei avesse ancora quella reazione da dodicenne invaghita. Sorrise e i sui
lineamenti si distesero lievemente.
Veloci! Siamo DANNATAMENTE VELOCI!
La distanza che
separava Alex dal suolo, si stava riducendo ad un ritmo quanto meno allarmante
e lui faticava a mantenere salda la scopa, che vibrava come impazzita cercando
di disarcionarlo alla minima incertezza. Quella, non era neanche la parte più
difficile. La parte difficile, ne era sicuro, sarebbe venuta dopo, ma non era
ancora tempo di pensarci.
Il piano fino a
quel momento era riuscito: i Tassorosso accelerando la marcia totalmente
indisturbati, avevano ormai superato la metà campo, volando veloci a pochi
palmi dal terreno. Alex e gli altri non avrebbero dovuto far altro che
aspettare la repentina risalita della squadra avversaria che li avrebbe
condotti a tiro delle proprie porte.
Il passo
successivo consisteva nel piombargli addosso dall’alto come dei falchi in
caccia. L’idea era buona, ma le incognite erano ancora tante, prima e
impellente fra tutte, non schiantarsi al suolo!
Fu allora,
ancora in piena picchiata, che Alex notò a pochi centimetri dalla sua faccia un
minuscolo bagliore dorato sfrecciargli di lato.
Ma quello… MERDA! Dov’è quel moccioso di Potter?
Neanche aveva
finito di pensarlo quando dal nulla incrociò, quelle che a più di 200 kilometri-orari sembravano solo due indistinte macchie di
colore, una rossa e una gialla. Le due forme indistinte passarono in mezzo alla
formazione dei grifondoro. La prima, quella rossa, passò a circa venti
centimetri alla sua sinistra, senza ombra di dubbio quello doveva essere
Potter.
Molto bene ragazzo.
Pensò, poco
prima che la macchia gialla gli passasse a pochi, pochissimi centimetri di
distanza. Lo spostamento d’aria lo colpì in pieno e la sua scopa, come se non
stesse aspettando altro, lo sbalzò bruscamente facendogli perdere la presa del
piede sinistro dalla staffa.
Ecco ora ci rimango.
In quel momento,
molte cose successero nello stesso istante: Alex ricevette una fortissima
spallata da sinistra, che ebbe l’effetto di fargli riguadagnare la stabilità
sulla scopa. Avendo solo il tempo di voltarsi per un istante vide il volto di
Matt fargli un cenno con il capo, al quale rispose riconoscente alla stessa
maniera.
Nel frattempo,
la formazione a cuneo dei Tassorosso, capitanata da Alfred Mcbee,
uno strafottente del 5 anno, fece la sua mossa. D’improvviso tutti e cinque i
giocatori in giallo s’impennarono in direzione degli anelli ma, come previsto
da Alex nel suo piano rocambolesco, rimasero accecati per qualche breve istante
dai deboli raggi del sole di quella giornata di inizio Dicembre.
Quei pochi
secondi di stordimento furono più che sufficienti.
«Tutti!
Sceglietevi un bersaglio! Luchas, Teach…ORA!»
gridò Alex.
Immediatamente i
due battitori scagliarono i bolidi più potenti che si fossero mai visti, i
quali, complice l’incredibile velocità inerziale di chi li aveva scagliati,
schizzarono a bersaglio in meno di un secondo.
I Tassorosso non
poterono fare assolutamente niente, accorgendosi dello sbucare dei bolidi dal
disco solare solo pochi istanti prima che andassero a segno. Il Primo si
schiantò sulla scopa di Edward flethc, tranciandola
di netto con un sonoro “crack” appena dietro la sua schiena, laddove il manico
finiva e la spazzola iniziava. Il mezzo fuori controllo impennò violentemente,
facendo compiere allo sfortunato Edward una gran capriola su se stesso prima di
avere il tempo di cadere sull’erba del prato. Il secondo bolide, scagliato da Luchas, prese un leggero effetto a rientrare che colpì
Peter Peer in pieno petto, disarcionandolo. Il povero Peer rimase immobile lì
dove fu colpito, quasi come se avesse sbattuto contro un invisibile muro, ebbe
solo il tempo di abbracciare il bolide prima di cadere come una bambola di
pezza sul morbido terriccio, appena sotto le porte, mentre la sua scopa
continuava a svolazzare qua e là, per poi finire incastrata in uno degli anelli
delle porte.
La formazione
dei Tassorosso entrò nel caos, mentre quella di Grifondoro, impegnata in una
cabrata da mozzar il fiato, incombeva su di loro. Subito Alex individuò Mcbee, il portatore della Pluffa,
e impostò con la scopa una traiettoria di intercettazione.
Troppo… Troppo veloce.
Pensò di nuovo
Alex iniziando a cabrare.
In un istante,
si sentì schiacciare contro il manico di scopa. Gli sembrava di avere una
dozzina di quegli enormi scaffali della biblioteca carichi di libri sulle
spalle. Si sbilanciò leggermente sulla staffa destra, schiacciato dal suo
stesso peso, e inizio una manovra a vite semi incontrollata che lo portò a meno
di un palmo dal suolo prima di riuscire a recuperare il controllo, parecchi
metri oltre la metà campo avversaria mancando il bersaglio.
Ai suoi compagni
andò leggermente meglio: Luchas e Mathias
ingaggiarono i due battitori di Tassorosso in uno scontro fra bolidi e Matthew
riuscì a mantenere il controllo.
L’unica a cui
andò male fu alla minuta Sam che, poco prima di schiantarsi al suolo con scopa
e tutto, si lanciò in quello che avrebbe dovuto essere una specie di placcaggio
ai danni di Alfred Mcbee, il quale, poco prima si era
frapposto per errore nella sua traiettoria, cercando di scansare la manovra di
Alex.
Lo scontro fu
micidiale. Sam, Alfred e la pluffa si schiantarono a
terra fra i boati di protesta dei Tassorosso.
Sì, quello era
decisamente un fallaccio. 5 punti in meno a Grifondoro, come minimo, ma nessuno
di sicuro lo avrebbe mai fatto pesare alla Rubinson,
anzi….
In quel momento
sopraggiunse Matt che, inclinandosi a destra sulla scopa allungò il braccio e
raccolse la pluffa da terra, in quella che fu davvero
una manovra degna di un manuale di Quidditch.
Un boato di
esultanza.
«Grifondoro
riacquista la pluffa! I cacciatori di Tassorosso sono
tutti a terra e, credo che il povero Peer ci rimarrà ancora per un bel po’!»
urlò jhon negli altoparlanti, prima di ricevere una
sonora gomitata nei fianchi da parte dalla preside McGranitt.
«Contegno signor
Frinnigan, Contegno!» lo redarguì la preside, non
riuscendo tuttavia a nascondere un tagliente sorriso furbo.
«Mi scusi
Professoressa» disse goffamente Jhon.
Nel mentre,
l’azione sul campo proseguiva e Alex si ritrovò solo, dopo la metà campo
avversaria. Riguadagnando qualche metro di altitudine, vide Matt arrivargli
incontro stringendo la pluffa. Un bolide intanto
scappò dalla guardia di Teach e si diresse verso Matt
che, per schivarlo fece una manovra a vite a trecentosessanta gradi e mentre si
trovava esattamente sottosopra, lanciò la pluffa
verso l’alto e con un calcio la tirò nella direzione di Alex che la prese con
mani sicure.
«Bel lancio!» urlò
Alex, iniziando subito l’avvicinamento finale verso le porte di Tassorosso.
Solo Clare Strongarm, il portiere avversario, si
frapponeva fra lui e dieci agognatissimi punti.
Non avrebbero di
certo vinto la partita con quella azione a dir poco rocambolesca ma, c’era
anche da dire, che i due terzi della squadra avversaria erano K.O.
«ALEX!» gridò
qualcuno alle sue spalle, facendogli gelare il sangue nelle vene.
Ad urlare era
stato Luchas e appena Alex si girò, vide un bolide
comparire e subito dopo, sparire dal suo campo visivo. Lo spostamento d’aria
gli avrebbe sicuramente scombinato i capelli se non li avesse tenuti cosi
dannatamente corti. La cosa peggiore fu scoprire che il pericolo non era ancora
terminato.
Ormai era a
portata di tiro per infilare la pluffa quando, con la
coda dell’occhio, vide un secondo bolide sfrecciare dietro di lui. Troppo tardi
per schivarlo, venne colpito impietosamente alla coscia sinistra avvertendo
subito un dolore lancinante accompagnato da un leggero “cronch”.
La gamba si era sicuramente rotta e inviava un costante segnale di dolore al
suo cervello. Alex perse velocemente lucidità e ormai allo stremo delle forze,
abbozzò un tentativo di scartata a sinistra per guadagnare una posizione di
vantaggio per il tiro. Clare si scansò vedendolo arrivare, non tanto per
impedirgli di segnare ma, più che altro, per tentare di schivare il bolide che,
dopo aver rimbalzato sulla gamba dell’avversario, si stava dirigendo verso di
lei.
La porta è vuota…Tira!...Tira…dannazione!...TIRA
QUELLA PLUFFA!
La voce nella
testa di Alex si trasformò presto in un vero e proprio urlo e lui, col poco di
lucidità rimastagli, eseguì un maldestro tiro.
Ormai a
pochissimi centimetri dalla porta la pluffa scivolò
negli anelli, più per inerzia che per altro.
«E GRIFONDORO
SEGNA 10 MAGNIFICI PUNTI!» si sentì dagli altoparlanti, subito dopo eruppe un
clamoroso scoppio di esultanza dalla curva rosso-oro.
Distratto dal
clangore improvviso e complice la notevole velocità, Alex non fece in tempo a
ritrarre l’avambraccio che si infranse contro l’anello metallico. Un altro “cronch”, anzi due, in brevissima successione e l’arto
assunse una strana, ed innaturale angolazione. Il dolore fu troppo intenso e
improvviso da poter sopportare e Alex, imitò la caduta a “bambola di pezza” del
suo collega Peer rovinando sulla sabbia morbida sotto le porte di Tassorosso.
Le ultime cose
che sentì prima di perdere totalmente l’uso di qualsiasi senso furono: un boato
di esultanza che fece tremare letteralmente la terra sotto di lui, seguito
subito dopo, dal lungo e prolungato fischio magico della Signorina Tirion, arbitro e responsabile del Quidditch a Hogwarts.
La partita era
finita. Qualcuno nel frattempo aveva catturato il boccino d’oro.
Era stato Potter?
Si domandò Alex,
nei deliri di incoscienza…
«Ab-b… abb…ia…mo,
vin…to?» riuscì a farfugliare prima di perdere completamente i sensi.
Questo capitolo, lo dedico a mia
sorella Elena e alla mia amica Valentina che, inconsapevolmente, hanno dato il
via a questa storia.
Un ringraziamento speciale anche a Dray_95, e al validissimo Ser Balzo. Con il loro buon cuore, mi ha fatto notare alcuni difetti che spero di
aver eliminato. Grazie, spero che continuerete a leggere le mie storie!
Alla prossima.
Alessandro.