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Autore: ethelincabbages    13/05/2013    6 recensioni
Alza lo sguardo, Harry. Non è tempo di giocare a nascondino. Te lo ricordi come si gioca a nascondino? Uno, due, tre, quattro. Corri a nasconderti! Ora, fino a cento. Guarda su in alto, Harry.
Harry ha appena vissuto i ricordi di Piton, ha scoperto qual è il suo destino. Ora, deve solo trovare il coraggio di compierlo e dire addio a Ron e Hermione.
Movieverse | (Poco più che) Flashfic | (Sort of) Angst, Introspettivo | (Vago sentore di) Harry/Hermione
Genere: Angst, Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Harry/Hermione
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Titolo della fanfiction:All the things that I must do
Personaggi: Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley
Generi: (Sort of) Angst, Introspettivo
Rating: Giallo
Capitoli: 1 – One Shot, (Poco più che) Flashfic
Beta-reader:BeaPotion
Note personali: Grazie mille a Bea, che è accorsa in assistenza non appena ho chiamato, e al NOSTRO gruppo Auror perché, be’, esiste.
Il titolo riprende la canzone “We might fall” di Ryan Star, così come anche i versi che fanno da cornice alla one-shot. Tutta la shot è liberamente/pedissequamente ispirata alla scena dell’addio di Harry a Ron e Hermione nell’ultimo film, mentre alcuni passaggi sono liberamente ispirati a un’elegia anglosassone dal titolo “La Rovina”.
Credits: Personaggi e ambientazione appartengono a J.K.Rowling, Warner Bros e chiunque altro ne detenga i diritti. Il testo della canzone “We might fall” appartiene a Ryan Star e chiunque altro ne detenga i diritti. Le frasi rubate alla poesia anglosassone “La Rovina” appartengono all’umanità intera e nessun altro ne detiene i diritti.

 

 

All the things that I must do

 

Now that we are older
I remember you
 
La pietra è gelida sotto le tue dita. Le ginocchia tremano pur restando salde a terra. Ce la fai ad alzarti?

Così… il ragazzo deve morire?

Alza lo sguardo, Harry. Non è tempo di giocare a nascondino. Te lo ricordi come si gioca a nascondino? Uno, due, tre, quattro. Corri a nasconderti! Ora, fino a cento. Guarda su in alto, Harry.

Hogwarts non è mai stata così maestosa e fragile. Queste mura hanno visto crescere eroi e creature leggendarie, hanno protetto giganti e nascosto segreti, sono sopravvissute anno dopo anno, regno dopo regno. Adesso, immobili sotto la tempesta, in silenzio, aspettano la tua decisione. E tu ti senti così piccolo.

Richiudi gli occhi ilragazzo e preghi perché le ginocchia non ti abbandonino, scendi lentamente, un gradino dopo l’altro devemorire le dita strette a pugno sul corrimano morire. C’è così tanta polvere, sulle scale, tra le dita, sulle labbra, nella gola. Nel tuo sguardo.

Li scorgi appena, accucciati sui gradini, sono solo una sagoma accanto all’altra, in fondo. Come vorresti che fossero solo due sagome adesso, due sconosciuti, due ombre sulle lenti da scacciare via in un secondo. Uno, due, tre, quattro. Corri a nasconderti! Ora, fino a cento.

Ma Harry, alza lo sguardo.

Dove sei stato? Credevamo fossi nella Foresta. Ci sto andando ora. Sei matto? Non puoi consegnarti. Vai avanti, Harry. Non ascoltarli. La Foresta sta aspettando. Hogwarts sta aspettando. Anche loro, anche Ron e Hermione. Lo fai per Ron e Hermione. Non fermarti, Harry. Per nessun motiv-

“Cosa c’è? Cosa hai scoperto?” Ma come si fa? A non fermarsi? Hermione, come si fa?

“C’è un motivo per cui li sentivo, gli Horcrux. Lo so da un po’, e penso che lo sappia anche tu.” C’è una sola cosa ilragazzodeve che adesso resta da fare: andare avanti morire. E fa paura.

Paura come non ne hai mai provata, paura come l’urlo disperato di una madre – tua madre – che muore per proteggere il proprio figlio.

“Vengo con te.” Piccola, forte Hermione. Guardala, Harry. La treccia sfatta, il viso macchiato di sangue e polvere, le spalle stanche, le mani. Le mani cercano di raggiungere te. Guarda quegli occhi grandi e lucidi. Viene con te, ti accompagna fino alla fine, la tua ombra fedele. Come se potessi anche solo pensare di permetterglielo.

   Paura come un improvviso gelo nelle ossa, sotto la pelle, e sul finestrino dell’Espresso diretto a Hogwarts in una notte di Settembre.

   “No, uccidi il serpente, e poi resta solo lui.”

Paura come niente più Quidditch, paura come non addormentarsi più sul dondolo della Tana, paura come non accarezzare più quella voglia  sulla spalla di Ginny.

Ron resta indietro, non apre bocca, non muove un muscolo. Addio, fratello mio. Ti sembra quasi di ritrovare il suo cavallo franare sulla scacchiera e la sua voce di bambino importi di continuare: sei tu, Harry, solo tu.

Paura come non sentire più la risata di Ron.

Non puoi permettere nessun altro sacrificio in questo stupido gioco di scacchi. Anche un alfiere può fare scacco matto. Deve solo raccogliere le forze, alzare lo sguardo e stringere stretto, stretto quello che gli resta da amare.

E Harry, per favore, sta’ attento.

Vuol venire con te, vuole accompagnarti fino alla fine, la tua ombra fedele: Hermione, quel buffo leoncino chiacchierone, con le sue cavallette e i suoi libroni, ti prende per la mano e guarda la morte attraverso i tuoi occhi. Piange e trema, ma non si tira indietro mai.
È così che si fa?

Paura come non lasciarsi mai più sorprendere dalle braccia di Hermione.

Sorprendimi, Hermione. Abbracciami.

Reaching how to show me
All the things that I must do

   
 
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