La città stava già riempiendosi di gente colorata e allegra. I bambini stringevano in mano bacchette luminose, piccoli fuochi d'artificio, girandole. Era un momento allegro, di quelli che Sasori da piccolo amava rappresentare nelle sue scenografie. 
Le marionette non hanno emozioni, ma possono trasmetterle. Questa è la vera essenza dell'arte...
Stava perdendosi nei suoi pensieri creativi, beato, quando una voce cantilenante e stridula lo interruppe. Il solito, irruente Deidara...
"Tra quanto arriviamo?" chiese soffiandosi via dall'occhio il suo ciuffo dorato. Sasori lo congelò con lo sguardo. "Tra poco". 
Deidara abbassò la testa, offeso. Sasori sospirò. Il suo compagno tendeva a fare i capricci per ogni minima cosa... eppure a lui quel modo di fare l'infantile piaceva. Anche se non lo avrebbe mai, mai ammesso di fronte a lui.
"Voglio portarti sul ponte a sud, dove non saremo costretti a stare in mezzo a tutta quella folla, e potremo vedere meglio i fuochi d'artificio.  Vedrai, ne varrà la pena, Deidara."
A dire il vero, Sasori non sapeva se da quel ponte la visuale sarebbe stata migliore. Sapeva solo che quello era un punto appartato, e che tutto quello di cui aveva bisogno quella sera era stare un po' solo con il suo compagno di squadra. Solo loro due, senza nessuno che monitorasse ogni loro singolo respiro. Aveva bisogno di qualcosa che avrebbero ricordato come uno squarcio nel tempo e nello spazio solo per loro. 
Sto diventando romantico? 
Alla fine arrivarono sul ponte. Come previsto, non c'era nessuno. Il festival si svolgeva principalmente nel centro città e sulla parte nord del fiume. 
Però i fuochi d'artificio si vedranno benissimo da qui..
"Allora, mi spieghi cosa è questa festa, Sasori?" chiese impazientemente Deidara, mentre di nuovo soffiava via i capelli dal suo viso.
Fallo un'altra volta, Deidara, e giuro che ti salto addosso..
"Ehm.. si tratta di un'antica leggenda, che narra dell'amore impossibile tra un pastore ed una tessitrice, costretti ad incontrarsi solo una volta l'anno. Solo per stanotte. Il resto dell'anno possono vedersi, ma mai toccarsi o parlarsi liberamente. Ma stanotte si incontreranno e potranno amarsi..."
"Wow. E tutto questo sfarzo cosa c'entra?" come al solito Deidara non aveva colto assolutamente nessuna allusione. Sasori sospirò.
"Di solito la gente scrive su bigliettini di carta i suoi desideri più intimi, per poi appenderli agli alberi. Stanotte verrà esaudito ogni desiderio, se sarà sinceramente voluto."
"Qualsiasi?" chiese Deidara improvvisamente interessatissimo, "Davvero qualsiasi desiderio?"
Sasori rise vedendo il volto del suo compagno, poi sussurrò guardandolo fisso negli occhi: "Qualsiasi, Deidara."
"Allora vale la pena provare!" esclamò il biondo contento, tirando fuori una pergamena e strappandola. 
Sasori lo guardò scribacchiare. Ma cosa diavolo sta chiedendo alle stelle? Cosa sceglierà di chiedere?
Io vorrei essere la sua scelta, urlò una voce dentro di lui. Io vorrei essere tutto quello che ha sempre desiderato... vorrei essere il suo desiderio. Vorrei essere la sua cometa. Solo la sua.
Guardò Deidara, che aveva gli occhi fissi sul cielo stellato.
"Devo dirlo ad alta voce? chiese il biondo. Non era proprio necessario, anzi era meglio non farlo. Però...era anche l'unica occasione per Sasori di sapere cosa avesse chiesto...
"Se ci tieni così tanto che ti sentano, da lassù.. certo che sì" rispose con un ghigno colpevole il rosso.
"Ok", Deidara prese fiato, e dopo qualche secondo, disse: "Vorrei essere riamato dalla persona che amo"
COSA? Un brivido di gelosia congelò Sasori. Prima che potesse riprendersi dal colpo, Deidara continuò:
"Questa persona...è tutto per me. Maestro, compagno, rivale. Ma io la conosco anche per il suo carattere calmo, tranquillo, misterioso, e così terribilmente sexy!"
Chi diavolo è questo stronzo? Sasori stava analizzando qualsiasi essere di entrambi i sessi che aveva visto parlare con Deidara. E si sentì morire. Nemmeno si accorse che il biondo si era voltato verso di lui e lo guardava arrossendo, con un sorriso nervoso.
"Si chiama Akasuna No Sasori. E io l'ho amato dal primo momento in cui l'ho visto."
Il cuore del rosso perse un battito. Quindi questo vuol dire sentirsi vivi... essere così attaccato alla vita di una persona da essere dipendenti anche dalle sue parole...
Il biondo senza pensarci un attimo di più, attirò il marionettista a sé. "E quindi vorrei che le stelle mi garantissero che questa persona possa amarmi per sempre"
Sasori, cercando di mantenere la calma, rispose: "Io credo che questa persona ti ami, Deidara. Forse ha sempre voluto che tu lo sapessi senza mai riuscire a dirtelo nel modo giusto."
"Non ho dubbi" ribatté Deidara sogghignando.
"Avremo solo questa notte?" domandò Sasori con fintissima nonchalance,"Questa notte e poi di nuovo fra un anno?"
"Questa notte e poi di nuovo ogni secondo della nostra vita..." rispose Deidara baciandolo sul collo. 
Oh, Dio, Deidara...
"Senti...qualcosa?" domandò il biondo notando l'espressione di estasi del suo compagno. "Senti... qualche emozione?"
"Sento che ti amo." fu la risposta del marionettista. Quattro semplici parole per descrivere qualcosa di immenso. Stava facendo progressi, con l'accettare il fatto che in fondo era umano anche lui.
"Quindi funziona davvero 'sta cosa del Tanabata?"
"Funziona davvero 'sta cosa dell'amore", ribatté Sasori baciandolo appassionatamente sulla bocca mentre i fuochi d'artificio esplodevano tutt'intorno...