Tre ragazzi correvano dietro al loro aitante maestro, all’ultima luce del sole.

“Maestro Gai la prego si fermi!! Sono già cinquecento giri del villaggio che facciamo, e fra poco farà buio” urlò col poco fiato che le rimaneva in gola la kunoichi mora, mentre arrancava strascicando i piedi lungo lo spiazzo erboso.

L’uomo dal ridicolo caschetto nero e le enormi sopracciglia, si votò, con gli occhi umidi e il suo solito brillante sorriso.

< Dov’è finita la giovinezza ragazzi?! la giovinezza ci attende continuiamo a rincorrerla e piano piano la raggiungeremo!!!!> dichiarò con la sua voce gioviale il maestro alzando il pollice verso il cielo, da poco punteggiato di stelle.

I tre ragazzi ansimanti si fermarono sotto un enorme albero di ciliegio; la ragazza dai capelli bruni legati elegantemente in due chignon, stava massaggiandosi la caviglie gonfie, mentre un moretto dalla ridicola tuta verde, stava continuando a fare le solite flessioni, in attesa di ricominciare la corsa.

Il ragazzo degli Hyuga invece, era come suo solito impassibile, solo che nei suoi occhi bianchi si potè notare un guizzo di momentanea apprensione.

-Maestro Gai che cos’è la giovinezza? – chiese tutto a un tratto lo shinobi degli Hyuga, Ten ten lo guardò stupita, mentre Rock Lee si fermò dal suo estenuante allenamento ed estrasse velocemente dalla tasca il blocchetto degli appunti ed una penna curioso di sentire la risposta del maestro.

Gai lo guardò stupito, non aspettandosi dallo Hyuga una domanda così intelligente che poteva essere formulata solo dal suo studente modello: Rock Lee.

“Bhe la giovinezza è una cosa… mhm la giovinezza è più effimera di quanto si pensi…non bisogna mai rimandare le cose perché si potrebbe capire troppo tardi di aver sprecato un occasione… o molto più importante la nostra vita.” Neji fece scorrere il suo sguardo bianco sulla piccola figura che si stava massaggiando le doloranti caviglie, mentre Gai sorrideva sicuro di aver dissipato i dubbi del suo giovane allievo.

< Mi scusi Gai-sensei ma io ho chiesto che cosa è la giovinezza, non come è; me lo spieghi per favore> disse lo Hyuga senza alcuna punta di ironia nella voce, ma solo ansioso di sapere.

Il maestro Gai stava cominciando ad innervosirsi, iniziò a sudare sotto gli occhi stupefatti degli allievi che avevano visto il loro maestro agitarsi così tanto, solamente in occasione delle sfide contro Kakashi.

Dopo un silenzio più che meno imbarazzante, il maestro con gli occhi umidi bagnati dalle stelle e il labbro tremolante corse via, lasciando gli allievi interdetti sul sentiero dopodichè anche rock lee galoppò verso il maestro chiedendogli il significato della giovinezza.

Rimasero loro due soli Neji e Ten ten e decisero all’unanimità di incamminarsi verso il villaggio.

 Neji rimase con lo sguardo fisso sul sentiero per tutta la durata del viaggio dal bosco fino a casa di Ten ten finché in un sussurrò mormorò < Ten ten tu sai cos’è la giovinezza?>

La Kunoichi lo guardò: i suoi occhi marroni dentro gli occhi bianchi del compagno di squadra.          – io credo che la giovinezza sia come un sogno effimero: pieno di passione, di inconsapevolezza, di irruenza, di forza, di ardore…- poi detto questo sorrise al compagno che la stava guardando intensamente da ormai parecchi minuti.

Incrociarono gli sguardi, suggellando ancora una volta una muta promessa.

Un amore muto il loro, fatto di sorrisi e mai di parole.

Poi all’improvviso il moro arrossì, abbassando nuovamente lo sguardo mentre Ten ten sorrideva candidamente.

 Continuarono a camminare; erano in sintonia: a un passo di uno seguiva il rumore del passo dell’altro poi… < Ten ten cos’è l’amore?> le sembrava così strano che Neji le facesse quelle domande, normalmente tutte le persone lo sapevano dalla infanzia quando i genitori spiegano le regole fondamentali della vita, lo guardò intimidita anche lei ora era arrossita violentemente.

Dichiarò silenziosamente - per me è… il contenuto del sogno.-