Lacrime, giù dai suoi occhi, lacrime solcavano il suo viso, lacrime taglienti gocciolavano sui suoi jeans rovinati dal tempo. Nessuno si accorgeva di lei, nessuno le offriva un fazzoletto; era lì, immobile, imbelle davanti a un mondo che le faceva del male ogni giorno. Si sentiva come intrappolata in uno spazio che le stava stretto sempre di più...Aveva avuto una lite con suo padre; dopo la morte di sua madre era diventato insopportabile e invadente, ma non era questa la ragione di tutto il suo dolore. Era una ragazza molto bella, due occhi verde smeraldo e un nasino all'insù abbastanza invidiabile; il suo unico 'difetto' era quello di avere qualche chiletto in più rispetto alle altre. Beh, bisogna dire che Jamie ,così si chiamava, aveva avuto questo sbalzo di peso corporeo dopo la morte della madre e non si era più ripresa; aveva, inoltre, deciso di chiudersi in se stessa e abbandonare tutte le sue amicizie senza nessun motivo apparente. Questo cambiamento, aveva caratterizzato una svolta drastica nella sua vita, perchè aveva deciso di chiudere anche con la sua migliore amica Jess, che era molto importante per lei. Dopo essersi isolata dalle sue amicizie, il suo unico desiderio era eclissarsi in un universo tutto suo, dove esistevano solo lei e la sua musica...Eh si, amava molto la musica e le piaceva molto suonare e comporre con la sua chitarra; quando era nervosa, correva a sfogarsi con essa e dopo poco tempo, tutto tornava come prima. Aveva una visione relativa della vita, che le permetteva di poter essere diversa dalla massa e da tutte quelle ochette che invece di pensare al loro futuro, pensano ad accoppiarsi con galletti scervellati. Passava le sue giornate a leggere o scrivere le sue storie e, la maggior parte delle volte, piangeva senza un perchè; forse voleva solo andarsene da lì, da quel buco di Pitzpurg o forse piangeva perchè non aveva altro da fare. La sua vita era monotona quanto il ritardo dell'autobus che la trasportava a scuola tutte le mattine. La scuola, la sua prigione. A scuola, veniva giudicata ogni giorno perchè si vestiva di colori scuri, o perchè portava i capelli corti, o magari perchè non aveva comportamenti da oca come tutte le altre. Era sensibile e tutto ció la feriva; aveva passato un certo periodo a piangersi addosso e farsi del male, ma in seguito, aveva promesso a sua madre, (prima che morisse), di smetterla. Eppure era lì, ancora immobile a fissare le cicatrici dei tagli che le avevano rovinato il corpo. Quelle non erano solo cicatrici, ma segni di urla che nessuno mai aveva ascoltato, e lei li considerava parte integrante di sè. Jamie odiava gli sguardi perplessi di coloro che vedevano le cicatrici e per questo indossava sempre abiti molto semplici e coprenti, capaci di lasciare le sue cicatrici fuori da sguardi indiscreti. Questa era Jamie, lei era diversa, eppure accettava se stessa in modo naturale, per altro, sua madre le aveva insegnato che amare se stessi era il primo passo per amare gli altri e lei aveva sempre sognato di riuscire ad amare qualcuno che non se ne andasse.