Fanfic su artisti musicali > Westlife
Ricorda la storia  |      
Autore: BebaTaylor    14/05/2013    1 recensioni
Questa storia riprende quella di "Written in the stars", leggete quella prima di questa altrimenti non capirete alcune cose.
«È bellissimo!» mormorò Clodagh fissando l'oceano.
Shane sorrise, le posò una mano sulla spalla e la condusse verso una scala in pietre che conduceva alla spiaggia e al bosco.
Scesero in silenzio, restando vicini.
Clodagh tratteneva il respiro ogni volta che Shane la sfiorava, anche casualmente. Pensò che se avesse continuato così sarebbe morta per asfissia.
Presero la stradina di terra battuta che conduceva al bosco e continuarono a camminare in silenzio.
Genere: Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Written In The Stars'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Niente di quanto narrato in questa fanfiction è reale o ha la pretesa di esserlo. È frutto della mia fantasia e non vuole assolutamente offendere la persona in questione. I personaggi originali appartengono alla sottoscritta.



Just Close Your Eyes

Clodagh mosse il piede destro nervosamente. Shane la sera prima le aveva dato appuntamento a Tallaght, poco lontano da Dublino.
Sospirò e guardò il cielo, non era sicura che lui venisse, si sedette sulla panchina più vicina e controllò l'orologio, mancavano cinque minuti alle tre.
Si appoggiò allo schienale e chiuse gli occhi, strinse la borsetta e ripensò alla sera prima.
A quello che lui le aveva detto, a quello che lei aveva detto, alla mano di Shane sulla sua... se si concentrava riusciva ancora a sentire il calore sulla pelle.
Ripensò ai loro discorsi, al fatto che Shane le avesse offerto la birra, che avesse insistito per accompagnarla fino alla casa dei suoi zii...
Sospirò ancora.
«Ciao.»
Clodagh aprì gli occhi e sorrise. «Ciao Shane.» disse e si sentì arrossire, pensò di essere idiota a imbarazzarsi davanti a un saluto, anche se era da parte di un bellissimo ragazzo e per di più molto famoso.
Lui si sedette accanto a lei, «È tanto che aspetti?» domandò.
Lei scosse la testa, «No, sono qui da un paio di minuti.» rispose mentendo, in realtà era lì da almeno venti minuti. Guardò davanti a sé e strinse più forte la borsetta, poteva sentire la pelle dell'oggetto sotto le unghie. «Sei nervosa?» mormorò Shane.
Lei voltò il viso verso di lui e lo vide sorridere. «No!» rispose, «Sì...» si corresse abbassando la testa e sentendo le guance in fiamme.
Shane le sfiorò un braccio. «Andiamo,» le disse, «la mia auto è là.» indicò la macchina posteggiata dall'altro lato della strada.
Lei annuì e si alzò in piedi e seguì Shane. Lui le aprì la portiera del passeggero. «Grazie.» mormorò sentendosi sempre più in imbarazzo.
Shane girò attorno all'auto e si sedette al posto di guida. «Rilassati, non ho intenzione di mangiarti!»
Clodagh sorrise, lasciò la borsetta -che non aveva smesso di stringere- e si rilassò contro il sedile. «Scusa.» mormorò sentendosi stupida, la sera prima non era stata così timida.
Shane sorrise e accese l'auto. «Non scusarti, non devi.»
Clodagh annuì e lo guardò. «Dove andiamo?» domandò. «Non me l'hai detto.»
Shane alzò le spalle. «È una sorpresa.»
Clodagh guardò fuori dal finestrino e, pochi minuti dopo, stavano percorrendo la strada che portava verso il sud.
«Ti hanno detto qualcosa?» domandò Shane.
«Chi?» chiese lei voltando la testa per guardarlo.
«I tuoi genitori... i tuoi zii... abbiamo fatto tardi.» rispose Shane guardandola brevemente.
Clodagh appoggiò il capo contro il poggiatesta. «No,non mi hanno detto nulla.» disse, anche se quel “abbiamo”continuava a risuonarle nella mente.
Si domandò perché avesse parlato al plurale, e si chiese se Gillian sapesse qualcosa, sia della sera prima che di quella gitarella.
Shane non disse nulla e Clodagh riprese a guardare fuori dal finestrino.
«Quando torni in Italia? Ieri non te l'ho chiesto.» domandò Shane.
«Fra una settimana.» rispose Clodagh e improvvisamente sperò che quei giorni non finissero mai; posò la mano destra sul sedile, vicino alla coscia.
Trattenne il respiro quando sentì le dita di Shane sfiorala e desiderò che quell'istante non finisse.
Shane non disse nulla e continuò a guidare, mentre Clodagh rimaneva ferma, immobile, non voleva spostare la mano, non voleva che Shane smettesse di toccarla.
Quando Shane spostò la mano lei si morse il labbro inferiore.
«Siamo arrivati.» disse lui posteggiando.
Erano a Graystones, nella contea di Wicklow.
«È bellissimo!» mormorò Clodagh fissando l'oceano.
Shane sorrise, le posò una mano sulla spalla e la condusse verso una scala in pietre che conduceva alla spiaggia e al bosco.
Scesero in silenzio, restando vicini.
Clodagh tratteneva il respiro ogni volta che Shane la sfiorava, anche casualmente. Pensò che se avesse continuato così sarebbe morta per asfissia.
Presero la stradina di terra battuta che conduceva al bosco e continuarono a camminare in silenzio.
Clodagh guardò la vegetazione rigogliosa, i fiori colorati e profumati, anche se era il profumo di Shane che l'attraeva più di tutto. Deviarono dal sentiero principale, pieno di turisti, e s'incamminarono lungo una stradina laterale, poco frequentata.
«Non è che ci perdiamo?» domandò Clodagh guardandosi attorno, la stradina diventava sempre più stretta, la vegetazione più fitta, i prati pieni di fiori scomparvero per lasciare il posto ad alberi e piccoli arbusti.
«Non ci perdiamo, tranquilla.» rispose Shane guardandola e sorridendo.
Lei sorrise e decise di fidarsi, lo conosceva di fama da qualche anno, di persona da nemmeno ventiquattr'ore, però sapeva, lo sentiva che poteva fidarsi di lui. Una decina di minuti dopo arrivarono in cima ad una piccola scogliera da cui si poteva ammirare l'oceano e la spiaggia.
Sorrise e si appoggiò al parapetto, si scostò i capelli che la brezza le aveva spinto sul viso. «Sono contento che ti piaccia.» esclamò Shane.
Lei lo guardò sorpresa, domandandosi come facesse a sapere che quel panorama le piacesse. Si limitò a sorridere.
«Come fai a sapere che mi piace?» chiese cercando gli occhiali da sole nella borsa, li trovò e l'indossò.
«Mi è bastato guardarti per capirlo.» rispose lui guardandola, appoggiò le mani sul parapetto e sorrise guardando l'orizzonte.
Clodagh chiuse gli occhi, Shane era vicino a lei, le sarebbe bastato spostarsi di qualche centimetro per finire fra le sue braccia. Pensò che sarebbe bastato così poco... le era bastato aver chiuso gli occhi per immaginarsi fra le braccia di Shane.
Il vento si alzò leggermente e Clodagh si spostò i capelli dal viso, si sentì toccare i capelli, aprì gli occhi e s'irrigidì.
«Avevi una foglia fra i capelli.» le disse Shane, lei sorrise e si rilassò.
«Grazie.» mormorò.

***

Stavano tornando indietro, era quasi ora di cena. Avevano fatto merenda fermandosi in un chiosco e mangiando del gelato.
Clodagh si rilassò contro lo schienale e chiuse di nuovo gli occhi. Era l'unico modo che aveva per far durare più a lungo quel pomeriggio. Desiderava che non avesse fine.
Le bastava solo chiudere gli occhi.
Riusciva ancora a sentire la mano di Shane sulla sua, il calore della sua pelle, respirò il profumo di Shane e aprì gli occhi. Mancavano una decina di chilometri e sarebbero arrivati a casa dei suoi zii.
Chiuse di nuovo gli occhi e appoggiò la testa contro il finestrino.
Le bastava chiudere gli occhi.

Salve:) Dovrei aggiornare le altre storie, ma mi è venuta in mente questa e ho deciso di scriverla.
Spero vi sia piaciuta :)
   
 
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Westlife / Vai alla pagina dell'autore: BebaTaylor