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Autore: formerly_known_as_A    01/12/2007    4 recensioni
Ho spesso osservato il mondo attraverso il vetro di una finestra. Mi appariva sfuocato, meno duro. Era più facile accettarlo... Ma poi lui è arrivato... Una fic incentrata sulla figura di Elmyra... (mi sorprende che non lo sappiate, Elmyra è la madre adottiva di Aeris)
Genere: Malinconico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ho spesso osservato il mondo attraverso il vetro di una finestra

Ho spesso osservato il mondo attraverso il vetro di una finestra.

Mi appariva sfuocato, meno duro. Era più facile accettarlo. L’ho osservato spesso attraverso il vetro di una finestra, il mondo, perché mi sentivo protetta, dentro la mia casa.

 

Ho spesso avuto paura del mondo.

Tutto è frenetico, senza senso.

Le persone corrono senza una meta e, il più delle volte, non trovano un senso alla vita neppure dopo la morte.

 

Dietro ad un vetro, quando piove, tutto rallenta. Si può perfino sperare di scorgere il proprio destino.

 

Il mondo ho spesso osservato attraverso il vetro di una finestra.

Fino all’età di sette anni non sono mai uscita dalla mia camera. Camera mia era semplice. C’erano due materassi, qualche mobile –recuperato dalle case di chi era stato più sfortunato di noi- e una finestra. Una finestra che affacciava sulla strada. Frenetica, senza senso. Questa era la vita degli altri, la vita che osservavo dalla mia finestra. Quella era la vita finché non lo vidi.

 

Non era bello. Non era ricco. Non era colto. Ma ero follemente innamorata di lui. Perché lui dava un senso alla vita. Era il pezzo mancante del puzzle.

Anche lui si muoveva mantenedo il rapido ritmo del resto del mondo. Ma il suo era un passo di danza.

 

Era diverso dalla folla indistinta che avevo osservato per anni. Lui correva danzando. Lavorava dal mattino alla sera, senza fermarsi.

Ripeteva sempre una frase. La frase che dava un senso alla nostra esistenza.

“Elmyra... Un giorno ci sposeremo, avremo dei bambini. Per questo corro tra la folla. Perché un giorno avrò un’oasi dove riposare. Ma voglio meritarmela.”

 

Un giorno è sparito tra la folla.

 

Era la solita folla.

Era la solita follia.

 

Era la solita guerra in cui gli uomini partono e le donne restano a casa a morire.

A guardare attraverso un vetro.

 

Ad osservare un mondo distorto.

 

Attraverso il vetro di una finestra, in un’eterna giornata di pioggia.

   
 
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