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Autore: Evil_Regal    14/05/2013    1 recensioni
E se Biancaneve non avesse mai rivelato il segreto di Regina a Cora?Se Daniel non fosse moto?Se lui e Regina fossero scappati come avevano intenzione di fare,cosa sarebbe successo?
Regina avrebbe avuto il suo lieto fine?
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Daniel, Nuovo personaggio, Regina Mills
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Stavo andando alle stalle,da lontano vidi Daniel che caricava le sue cose sul cavallo,lo raggiunsi per farmi stringere dalle sue braccia forti ma allo stesso tempo delicate quando mi abbracciava “Pronta?” mi teneva il viso tra le mani,annuii “Ti amo” mi sussurrò “Ti amo anche io” gli risposi sorridendogli. Stavo andando verso una meta non ancora decisa,verso un qualcosa di assolutamente nuovo e sconosciuto,ma eravamo sicuri che stavamo andando a vivere una vita più libera e bella di quella che ci aspettava. Io volevo una vita semplice,mia madre per me ne desiderava una maestosa e ricca. Io  volevo sposare Daniel,lei voleva che sposassi il Re che qualche giorno prima mi chiese la mano dopo che ebbi salvato sua figlia da un cavallo imbizzarrito. Savamo fuggendo da una vita che non era per me,da mia madre che non teneva in considerazione ciò che volevo io,ma solo ciò che voleva lei e ciò che lei non aveva avuto. Corremmo più veloci del vento fino a che non fummo abbastanza lontani da poter permettere ai nostri cavalli di risposarsi,camminammo vicino la riva di un fiume mentre ci tenevamo per mano,lasciai la presa e mi fermai di colpo “Daniel…” dissi con un filo di voce,speravo che quasi non mi sentisse “Cosa c’è?” si girò preoccupato “Ho paura” dissi in lacrime,mi prese le mani “Amore mio,ti prometto che andrà tutto bene. Non importa Cora e non importa il re,contiamo solo io e te,conta la nostra vita e conta il nostro futuro ma sopra ogni alta cosa,conta il nostro amore. Siamo io e te,e finchè saremo io e te nessuno potrà dividerci,spaventarci…sconfiggerci” intrecciò le sue braccia attorno ai miei fianchi e poi mi baciò  “Va meglio ora?” mi alzò il mento in cerca di un sorriso che gli mostrai dopo avergli detto che mi sentivo meglio e più sicura. Riprendemmo il nostro viaggio. Eravamo diretti in una terra lontana,lontanissima dove un anziano ci lasciò la sua casa. Disse che era modesta,ma perfetta per noi. Ci vide tanto innamorati e pensò che,non avendo figli ed essendo malato,sul punto di morire,la sua casa andava custodita da qualcuno e così la affidò a noi. Ancora non capisco perché lo avesse fatto e ancora non mi fidavo. La mia paura era arrivare lì e non trovare niente,ma la scintilla di umiltà,di amore,di generosità che vidi negli occhi di quell’uomo mi portò a fidarmi di lui. Senza che nemmeno ce ne accorgessimo il sole tramontò, Daniel suggerì di fermarci per la notte….nel mezzo del niente. Era una foresta,c’erano alberi,alberi e ancora alberi. Legammo i cavalli e ci stendemmo,Daniel mi avvolse tra le sue braccia così da farmi stare calda,mi baciò a fronte e disse “Ti prometto che avremo il nostro lieto fine” e dopo ci addormentammo entrambi. “Buongiorno principessa” sentii la voce di Daniel sussurrarmi delicatamente e dolcemente all’orecchio “Devi alzarti” disse senza ottenere nessun risultato “UN SERPENTE” urlò. Mi alzai di scatto presa dalla paura più intensa e mi sentii morire quando mi accorsi che non c’era nessun serpente e quando vidi Daniel che rideva di gusto. Vide che avevo messo il broncio e quindi si avvicinò per chiedere scura “Eddaaaai scusa” apoggiò le mani ai fianchi. Incrociai le braccia e chiusi gli occhi voltandomi “NO” ma non riuscii a rimanere seria per più di qualche secondo,subito dopo scoppiai a ridere,e Daniel  mi trascinò più vicino a lui così da potermi stringere. Ridemmo e dopo mi strappò un bacio veloce.Anche se non del tutto sveglia,riprendemmo il cammino che mi sembrò più lungo e stancante di quello del giorno prima. Pensai a ciò che mi stavo lasciando alle spalle,stavo lasciando un padre che mi amava e mi appoggiava,una madre che voleva il meglio per me senza sapere che il meglio che potessi avere era Daniel . E stavo lasciando un melo,un melo che per chiunque avrebbe rappresentato uno stupido e semplice albero ma per me era di più. Lo avevo da quando ero piccola,e lì io e Daniel ci eravamo detti per la prima volta “Ti amo”,lì ci eravamo scambiati il primo bacio,lì avevamo progettato la nostra fuga…e lì mi accorsi del cavallo imbizzarrito.  Era incredibile che stavo fuggendo con l’amore della mia vita. Ero spaventata ma allo stesso tempo felice e eccitata di poter essere finalmente felice e di vivere finalmente la vita che desideravo. Il viaggio durò circa tre giorni,poi arrivammo lì…in quel posto che sarebbe diventato casa nostra ed esisteva,il vecchio non ci aveva presi in giro ma  ci aveva solo regalato un sogno e una speranza. Arrivammo sulla soglia della modesta casa,ci tenemmo stretti per la mano e ci guardammo ansiosi  prima di entrare. Aprimmo e immediatamente un odore di famiglia e  di torta di mele raggiunse la nostra pelle. Lì avremmo vissuto la nostra vita,lì avremmo cresciuto,educato e amato i nostri figli,lì ci saremmo sentiti più innamorati che mai…lì ci saremmo sentiti liberi,come desideravamo.
Passò circa un anno,non osavo pensare a cosa stesse facendo mia madre,a come avrebbe regito. Molto probabilmente aveva lei stessa sposato il re pur di non perdere l’occasione. Pensai al mio povero padre,che mi mancava così tanto.
Stavo cucendo quando sentii Daniel rientrare. Nemmeno il tempo di posare l’ago e il filo che già le sue braccia mi stavano stringendo “Come state?” mi accarezzò il pancione che ormai era evidente sotto qualsiasi abito. Non ne avevo nemmeno uno che lo nascondesse,ma non volevo nasconderlo. Il quel grembo stava crescendo il mio bambino,il nostro bambino e non vedevamo l’ora di stringerlo e amarlo più di quanto avessimo immaginato prima. Sorrisi allietata da quel massaggio piacevole che stava facendo alla pancia che il bambino prendeva a calci come un sacco da boxe. “Esausta,io sono esausta. Lui si diverte” mi toccai la pancia “Ti amo” mi guardò e mi accarezzò la guancia “anche io” lo baciai.
Trascorsi i quattro mesi successivi a vedere il mio corpo sformarsi sempre di più e il mio bambino crescere dentro di me. Ero una mongolfiera e,nonostante Daniel m i ricordasse costantemente che per lui ero sempre bellissima,mi sentivo inguardabile e grassissima. Più volte discutevamo riguardo questo argomento,ma non potevano nemmeno essere  chiamate discussioni dato che nel momento più intenso scoppiavamo a ridere a poi finivamo sempre per coccolarci. Gli stavo raccontando che anche i vestiti più larghi ormai mi andavano stretti e non sapevo più cosa mettere quando sentii una fitta fortissima,mai sentita prima alla pancia. Stavo per cadere a terra ma Daniel mi prese in tempo “Va tutto bene,non preoccuparti” mi accompagnò nella nostra camera da letto per farmi stendere. Le fitte erano sempre più frequenti e meno distanti l’una dall’altra.
“Amore,credo che sia il momento” Daniel mi guardò nervoso e agitato “TU DICI?” lo aggredii.  Faceva così male che cominciai a sfogarmi con Daniel anche se lui non aveva nessuna colpa. Dopo circa un’ora di spinte,respiri profondi e aggressioni a Daniel,mi calmai quando vidi Daniel con le lacrime agli occhi che stringeva una piccola e fragile bambina tra le  braccia,si sedette accanto a me,per farmela tenere in braccio. Ci guardammo e i nostri occhi si riempirono di lacrime di gioia,lui mi accarezzò la fronte e mi disse “Sei stata bravissima” mi baciò una guancia poi io mi concentrai sulla bambina “Ha gli occhi chiari…come i tuoi” sorrisi a Daniel “è bella come te” mi disse osservando i lineamenti del mio volto,il sorriso che non riuscivo a trattenere e le lacrime che rigavano il mio viso. La bambina cominciò a piangere,cominciai a cullarla e mi sentii travolgere da un ondata di calore e amore irripetibile,unica. “Mammina,mi sa che devi riposarti un po’” disse dopo che avevo allattato e fatto addormentare la piccola. La prese tra le braccia e la mise nella sua culla “Amore” si fermò accanto a quest’ultima “in nove mesi non abbiamo pensato nemmeno ad un nome” mi guardò indicando la culla “Pensavo che sarebbe stato facile scegliere il nome,invece non lo è affatto. Un nome è per la vita. Deve essere bello” cominciai poi senza nemmeno accorgermene mi addormentai. Daniel si avvicinò cautamente e lentamene a me,per guardarmi prima dormire e poi addormentarsi  al mio fianco. Eravamo una famiglia. Daniel,io e la piccola che  chiamammo Adelaide. Eravamo felici,ci saremmo amati reciprocamente e avremmo amato la nostra piccola ogni giorno di più senza mai stancarci. Era il nostro lieto fine,l’avevamo tanto cercato,sperato  sudato…ma alla fine L’AVEVAMO OTTENUTO!
  
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