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Autore: Rebecca_Daniels    14/05/2013    1 recensioni
"Non aveva mai pensato a sposare Brody. Non perché non lo amasse, era la sua ragione di vita, ma perché aveva paura. E quando Lana aveva paura e si sentiva a disagio, scappava."
Sempre appartenente alla serie di racconti legata ai treni, ecco un nuovo racconto... Spero vi possa far sognare almeno un poco...
Genere: Generale, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Lana sapeva perché stava per prendere quel treno.
Sapeva perché affianco a sé c'era una valigia piena dei suoi vestiti e dei suoi libri preferiti.
Aveva preso anche un portafoto: quella che conteneva quattro piccole fotografie diverse.
Lei e Chloe.
Lei e Miranda.
Lei e sua madre.
Ed anche quella di lei con Brody.
Quando l'aveva presa in mano per metterla in valigia l'istinto di strappare quell'ultimo quadrante era diventato quasi insopprimibile... Poi si era detta che non doveva farlo “Questo mi servirà da monito”.
Era esattamente da quel piccolo rettangolino di carta fotografica che stava scappando.
Era esattamente da quel piccolo riquadro della sua vita che stava cercando di allontanarsi.
Brody era sempre stato il ragazzo complicato, di quelli che tua madre definisce come “stronzi”, ma che hanno un fascino irresistibile. Le aveva detto fin da subito che non si sarebbe mai dovuta innamorare di lui, ma il buon intento era durato ben poco: dopo tre mesi erano già una coppia.
Questa volta, però, Brody sembrava diverso, glielo dicevano anche i suoi amici:

-Diamine, amico!! Lana ti sta proprio facendo mettere la testa apposto!!

E lui sì, lo sentiva: quella ragazza particolare, che all'apparenza nessuno sembrava capire, lo stava cambiando.
Per la prima volta in vita sua Brody si era innamorato veramente.
Per questo non la tradì mai in cinque anni di relazione, né le fece mai mancare qualcosa che potesse renderla felice.
La supportò nell'inseguire i suoi sogni.
La vide cadere e l'aiutò a rialzarsi.
Sempre al fianco di Lana.
Sempre pronto ad amarla più dell'attimo precedente.
Era per questo che Brody aveva deciso di fare il grande passo: voleva averla accanto a sé per sempre. Voleva fare di lei sua moglie.
La scelta dell'anello non fu facile: dovette farne creare uno apposta, perché rispecchiasse perfettamente la personalità di lei.
Lo stesso valse per la situazione in cui fare la sua proposta. Voleva stupirla come mai nessun altro avrebbe potuto fare.
La portò nel più famoso teatro di Broadway e la fece salire sul palco. Lì si era inginocchiato e le aveva chiesto se voleva continuare a fare di lui un uomo migliore, se voleva essere la sua personale ragione per vivere in quel mondo, cercando la felicità...

Quando Lana lo vide inginocchiarsi, rischiò di svenire: purtroppo non era per la gioia, ma per il terrore.
Non aveva mai pensato a sposare Brody. Non perché non lo amasse, era la sua ragione di vita, ma perché aveva paura.
E quando Lana aveva paura e si sentiva a disagio, scappava.
Fu proprio quello che fece: scappò, lasciando Brody inginocchiato su un palco tutto illuminato.
Non rispose alle sue chiamate.
Non lo volle più vedere.
Non rispose alle sue lettere.
Tre anni dopo, quando aveva letto sul giornale le pubblicazioni di matrimonio di Brody Thompson e Jenna Sand, aveva capito che non poteva più vivere in quel posto, motivo per cui, ora, si ritrovava su quella banchina di una stazione ferroviaria aspettando un treno per Nashville, che era maledettamente in ritardo.
Negli ultimi tre anni non aveva fatto altro che rimproverarsi per quello che era stato il più grande errore della sua vita ed ora che i giochi si erano ufficialmente conclusi, non poteva far altro che abbandonare il campo di gioco, benché avesse smesso di giocare nell'esatto momento in cui era scesa da quel palco.
Era per quello che non aveva buttato via quella piccola foto: doveva ricordarsi sempre e comunque che cosa la paura di vivere le aveva fatto perdere.
Finalmente il treno arrivò.
Salì a bordo e si sedette vicino ad una ragazza di circa vent'anni. Stava leggendo un libro e, dopo pochi minuti di viaggio, scoppiò a piangere.
Lana, preoccupata ed incuriosita allo stesso tempo, le chiese se andasse tutto bene e la ragazza le rispose che era tutta colpa del libro che stava leggendo. Lana le domandò di che cosa parlasse e così si ritrovò ad assistere ad un accurato racconto della storia della sua vita, o meglio, della sua vita con Brody.
Solo per sicurezza chiese alla ragazza il nome dell'autore:

-Brody Thompson...

Le rispose. Scese alla stazione successiva e prese il primo treno che l'avrebbe riportata a New York. Il matrimonio era quel giorno e lei non poteva permettere a Brody di sposare qualcuna che non fosse lei.
Arrivò alla chiese tutta trafelata, ma non vide nessuno.
Forse si erano già sposati ed era veramente troppo tardi, ma almeno ci sarebbe dovuto essere del riso o dei petali di rosa per terra, o delle decorazioni floreali all'entrata...
Non c'era niente.

Si chiese come fosse possibile, ma soprattutto si interrogò su dove avrebbe potuto trovare Brody in caso avesse deciso, per motivazioni incomprensibili, di non sposarsi.
Un solo luogo poteva essere quello giusto: l'angolo di Central Park, racchiuso tra la strada di ciottoli a ovest e il ponte di legno.
Quando arrivò, lo vide seduto sulla loro panchina, quella dove si erano scambiati il primo bacio.
Lui la guardò e, senza lasciarle il tempo di parlare, le disse:

-Non potevo... Non se non eri tu quella che dovevo aspettare all'altare...

Lana si inginocchiò davanti a lui e disse solo:

-Vuoi sposarmi?

Brody si alzò. Lana gli prese la mano. Lui la fece alzare e le rispose nel migliore dei modi che conosceva: un tenero bacio di bentornato sulle labbra della donna che avrebbe sempre amato.  

  
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