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Autore: sebiana91    15/05/2013    0 recensioni
...Angoscia. Era questa la sensazione che provavo in quella casa. Un’angoscia primordiale, di quelle che ti prende allo stomaco e non sai spiegarti perché...
...Quella sera mi sentivo strana, come intorpidita. Avevo uno strano senso di disagio allo stomaco e una sensazione di vuoto dentro...
..., le parole mi uscivano a stento, sentivo in bocca il sapore amaro della paura. Credo che in fondo già sapessi tutto, quasi avessi avuto un sesto senso...
...>...
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Genere: Fantasy, Generale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Angoscia. Era questa la sensazione che provavo in quella casa. Un’angoscia primordiale, di quelle che ti prende allo stomaco e non sai spiegarti perché. Non capivo bene cosa fosse a scatenare questa sensazione in me, mi trovavo in una splendida casa vittoriana di fine ‘800 in uno splendido quartiere di una splendida città, ma non ero tranquilla. Mia madre aveva detto che mi sarei abituata con il tempo, ma io mi sentivo come se fossi confinata dentro un’immensa , gigante casa delle bambole, con tanto di mobili d’epoca e meravigliosa tappezzeria. Oramai erano quasi due mesi che avevamo lasciato Washington per venire ad abitare ad Exeter, nel Rhode Island, ma sapevo che c’era qualcosa in quel posto che non andava. E presto ne avrei avuto la certezza.
Ormai avevamo quasi finito di spacchettare tutto e la casa cominciava ad avere un aspetto più familiare e in un qual modo più accogliente. Non sembrava quasi più la casa dove mi ero ritrovata ad abitare circa due mesi prima. Ora l’odore di chiuso era sparito, le finestre, i mobili e tutto il resto erano puliti e luccicanti, e il sole sbucava timido dietro le tende del salone. Dopotutto non era una casa così terribile. Forse avrei potuto anche abituarmi, ma il mio pensiero ora era altrove. Pensavo alla scuola, ai miei amici e alla mia dolce, piccola casa circondata dagli alberi nel Massachusetts. Mi mancava tutto così tanto. Avrei avuto voglia di addormentarmi, chiudere gli occhi e come per incanto risvegliarmi di nuovo nel mio caldo lettuccio in quella che era stata da sempre casa mia e riscoprire che non era altro  che un brutto sogno. Un semplice, orribile brutto sogno. Ma purtroppo non era così e lo sapevo bene, avrei dovuto iniziare una nuova vita in una casa nuova, in una città a me sconosciuta, in una scuola a me totalmente estranea. Mi sentivo sola, spaesata. L’unica persona dove potevo rifugiarmi nei momenti di sconforto era la mia amorevole mamma. Mia madre era una delle donne più straordinarie che io conoscessi. Era bella, un po’ in carne ma dolcissima. Era una donna di successo, e a soli 21 anni si era ritrovata ad essere una ragazza-madre all’ultimo anno di università. Mio padre? Bè non ho mai avuto un padre, e visto la sua reazione appena seppe di me, forse è meglio così. Non mi voleva, non mi avrebbe mai amata. Lui, un certo Preston Twain, colui che avrebbe dovuto essermi vicino durante la mia infanzia era scappato a gambe levate non appena mia madre gli aveva confessato di essere incinta. Ma nonostante ciò mia madre non si era scoraggiata e grazie ai miei affettuosi nonni e alla sua buona volontà si era laureata in legge con il massimo dei voti  con l’obbiettivo di darmi un futuro sicuro, lontano dalla tristezza e dalla fame.

  
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